Non solo la domenica
Artematica, con questa sua ultima fatica, ha probabilmente voluto proporre ai giocatori una esperienza di gioco quanto più longeva e varia possibile: oltre ad offrire diversi stili di guida, che vanno dal classico Arcade alla simulazione accurata, sarete anche liberi di scegliere per quale categoria di moto correre, tra ben quattro diversi opzioni, vale a dire Classic, Sport, Superbike e Racing, tutte abilmente caratterizzate.
La categoria Classic, come facilmente intuibile, vi permetterà di utilizzare le moto da strada classiche, che risultano la scelta intermedia tra velocità e manegevolezza, mentre quella Sport vi vedrà impegnati a gestire modelli come le Ducati 998 e 999, che pur offrendo prestazioni decisamente superiori alla versione liscia delle moto, sono ancora distanti dalle versioni da corsa.
Si comincerà a fare davvero sul serio quando salirete su una moto di categoria Superbike o Racing, tra cui anche la velocissima Desmo Sedici utilizzata proprio dal Team Corse Ducati durante i mondiali.
Nel caso poi vi sentiste in grado di ripercorrere le tappe della carriera di grandi come Valentino Rossi, o meglio (data la licenza), come Loris Capirossi, potrete imbarcarvi nella modalità Carriera, dove dovrete cominciare dalla gavetta, vale a dire la Classe C, risalendo a suon di coppe e primi posti fino alla Classe A, dove finalmente metterete sotto le vostre avide grinfie le moto migliori e, ovviamente, anche i piloti migliori.
Basta il foglio rosa?
Ogni moto messa a disposizione dal gioco, per un totale di oltre 70 diversi tipi (includendo ovviamente anche le varianti), sono definite per i classici valori di velocità, accelerazione e manovrabilità, che pur rappresentando degli standard definiti, possono essere abilmente modificati durante il corso del gioco, e non solo tramite il classico setup del proprio bolide: Artematica, decisa a stupire, ha permesso di andare a modificare sia la posizione del pilota, scegliendo tra una aerodinamica, che permette quindi una maggiore velocità, ma netta riduzione della tenuta, ed una postura più comoda, che produrrà effetti inversi; queste posture, pur non andando a stravolgere i valori delle moto, aggiungono un pizzico di strategia ad ogni corsa, trasferendo al giocatore una sensazione di realismo decisamente maggiore.
Per rendere la modalità Simulazione ancora più ardua, è stata introdotta la possibilità di scegliere con quale freno effettuare la frenata, se quello anteriore, quello posteriore o entrambi, ed ovviamente, la scelta comporta delle precise conseguenze: utilizzando il disco anteriore, ad esempio, si farà entrare la moto in una leggera derapata, così da mantenere trazione sulla ruota posteriore al momento di uscire da una curva, per non perdere troppa velocità, e secondi preziosi.
per rendere la modalità Simulazione ancora più ardua, è stata introdotta la possibilità di scegliere con quale freno effettuare la frenata, se quello anteriore, quello posteriore o entrambi, ed ovviamente, la scelta comporta delle precise conseguenze
Basta il foglio rosa?
Tuttavia, malgrado la modalità più realistica richieda un approccio più ragionato, ed una quantità di dettagli da prendere in considerazione decisamente maggiore, questa non risulta né troppo impegnativa, né particolarmente difficile, sorvolando largamente su alcuni fattori, come la fisica ad esempio, rendendo ancora distante il traguardo della pura simulazione.
Eh, il caro Fast & Furious…
L’idea di simulazione si perde ancora di più quando si entrerà a conoscenza di altri elementi introdotti dagli sviluppatori, atti ad “arricchire” ulteriormente il gameplay, come la salute fisica del proprio pilota, esattamente come accadeva nel capolavoro dei Black Beans, S.C.A.R..
Dovrete quindi preoccuparvi di non danneggiare eccessivamente né il pilota, né la moto stessa, pena delle pesanti sanzioni a livello di prestazioni, fino a raggiungere il ritiro dalla gara.
Quando poi l’adrenalina in corpo avrà raggiunto valori eccessivi, comodamente misurati da un indicatore, avrete la facoltà di rilassarvi accelerando in maniera assolutamente irreale, come una sorta di turbo, onnipresente in tutti i giochi di guida arcade e umoristici.
Fortunatamente, questa non rappresenta una colpa particolarmente grave, considerando che Ducati World Championship non si pone come una rigida simulazione, quanto piuttosto come un titolo che riesca ad unire chi vuole semplicemente correre, e chi vuole farlo con un certo realismo, senza toccare nessuno dei due estremi: ben vengano angoli in piega poco realistici e turbo adrenalinici, perché non fanno che aumentare il divertimento.
Old Fashion
Le noti dolenti, purtroppo, non mancano: senza considerare che i puristi del genere si troveranno davanti ad un titolo prettamente improntato sull’arcade, il principale limite che DWC incontra è dato proprio dal suo aspetto estetico.
Appare evidente il fatto che gli sviluppatori abbiano dovuto confrontarsi con un budget relativamente ridotto rispetto alle produzioni concorrenti, e pertanto non gli deve essere stato possibile investire in un engine particolarmente valido; tutti i modelli, infatti, sono disegnati in maniera particolarmente rigida, ricoperti da textures a bassa risoluzione (in particolare le tute dei motociclisti), e le poche animazioni sono realizzate sommariamente, in particolar modo durante le caduta in gara, dove sia i corpi che le moto non seguono la benché minima legge fisica.
La mancanza di un middleware che simuli qualche basilare legge fisica, come gravità e attrito, permetterà ai giocatori di compiere azioni al limite del reale, come effettuare delle curve con inclinazioni prossime ai 90°.
Deludono poi gli effetti particellari, o più genericamente definiti come “speciali”, che in sostanza si riducono ad un mal realizzato effetto di blur, che dovrebbe simulare la velocità, ed effetti quali fumo e fango sullo schermo, presenti se ci si lancia in uno sterrato, o di densità della pioggia, che non va ad influenzare in maniera rilevante la giocabilità.
Commento finale
Ducati World Championship è un titolo che sfrutta al massimo la sua licenza, ma solo ed esclusivamente quella, rivelando una impostazione arcade decisamente giocabile e molto divertente, sia grazie alle numerose modalità di gioco, sia per il vastissimo parco moto dal quale potremo scegliere il nostro mezzo, presentandosi quindi ad una vasto pubblico che intenda passare diverse decine di ore in compagnia di un buon titolo.
Può rivelarsi interessante anche per il suo prezzo di vendita: Ducati World Championship viene infatti venduto a prezzo budget, permettendovi di godere di diverse ore di divertimento, spendendo poco.
Pro
- Prezzo molto conveniente
- Divertente ed immediato
- Musiche dei Lacuna Coil!
- Graficamente scadente
- Sconsigliato ai puristi del genere
- Solo una licenza ufficiale
Finalmente un prodotto nostrano!
L’Italia non è certamente conosciuta a livello mondiale per la sua produzione di software videoludico: spaghetti e pizza a parte, sono decisamente rari i videogames sfornati da programmatori del Bel Paese.
Fortunatamente, malgrado l’ambiente arido che li circonda, alcuni temerari sviluppatori hanno deciso di sfidare questa corrente, pubblicando alcuni titoli di più o meno vasta diffusione: stiamo parlando di Artematica, gli stessi ragazzi che ci hanno regalato il discreto Druuna: Morbus Gravis e il decisamente migliore Martin Mystére: Operazione Dorian Gray.
Oggi, gli italiani provano ad affrontare una missione particolarmente difficile: scalzare dal podio la serie commerciale di MotoGP, sfruttando la collaborazione (e licenza!) di una delle migliori marche di moto esistenti; ed è proprio da questo felice connubio che nasce Ducati World Championship!