Iniziamo la recensione di eFootball PES 2020 rievocando l'ammissione di colpa che abbiamo fatto un anno fa: quando a suo tempo Konami perse la licenza della Champions League, eravamo tra quelli che davano il gioco calcistico di fabbrica giapponese quasi per spacciato sotto il duro colpo inferto dalla concorrenza.
Se l'esperienza di dodici mesi fa ci ha però smentiti, i toni con cui oggi siamo qui a parlare di eFootball PES 2020 ci dicono che l'azienda giapponese ha confermato che una delle regole non scritte del mondo del calcio è quella di non darsi mai per vinti fino al novantesimo (a meno che non arrivi un autogol di Koulibaly). Perdere le importanti licenze UEFA ha rappresentato per Konami la spinta decisiva per riuscire a buttare il cuore oltre l'ostacolo, continuando proseguire un lavoro di evoluzione sulle qualità espresse negli ultimi anni da PES, investendo parallelamente su altri tipi di contenuto per la storica simulazione di calcio. Il rinnovato slancio della serie Pro Evolution Soccer passa quest'anno anche dalla parola eFootball che compone il nome completo di PES 2020, esaltando l'intenzione del team nipponico di (ri)lanciare la propria fatica anche nel mondo competitivo. Soprattutto, però, per eFootball PES 2020 sembra essere definitivamente arrivato il momento di riprendersi l'ambiente domestico e le partite in due sul divano o, visti i tempi che corrono, quelle disputate online con gli stessi amici o altre persone sparse in tutto il mondo. Sarà davvero così? Andiamo a scoprirlo insieme.
Tutte le modalità: da Matchday a Master League
Come da tradizione, la nostra analisi critica di eFootball PES 2020 parte dalla quantità di contenuti messa a disposizione quest'anno da Konami. Da questo punto di vista, l'unica vera novità è rappresentata dalla modalità Matchday, un torneo online collegato alle partite di cartello della settimana reale in cui ci troveremo durante lo svolgimento della stagione 2019/2020. La struttura di Matchday prevede la scelta di una squadra da supportare per tutta la durata del torneo con le proprie vittorie, fino ad arrivare eventualmente a giocare la grande finale trasmessa in streaming all'interno dello stesso eFootball PES 2020. Le ricompense che possiamo ottenere si vanno a collegare alla modalità MyClub, strizzando così anche un po' l'occhio alla risposta di Konami all'Ultimate Team di FIFA. Matchday rappresenta dunque un'aggiunta carina ma non di certo una modalità rivoluzionaria, limitata più che altro all'intervallo definito dagli orari ristretti in cui Konami ha deciso di aprire le porte della competizione: le ore serali sono infatti escluse, portando quindi chi durante il giorno è impegnato in altre attività a rimanere almeno per ora fuori. Una scelta di cui facciamo fatica a trovare il senso, sulla quale speriamo che Konami possa a breve rivedere qualcosa.
Per quanto riguarda MyClub, in PES 2020 la struttura di fondo rimane pressoché identica a quella dell'anno scorso, facendoci quindi partire dalla scelta di un allenatore al quale legare il modulo e le sorti della nostra squadra composta inizialmente da perfetti sconosciuti. Da segnalare in pratica c'è solo l'aggiunta di una schermata riepilogativa dei singoli giocatori, che lascia il resto perfettamente in linea con quanto già conoscevamo.
Qualche elemento in più di novità invece lo porta con sé la Master League, all'interno della quale Konami ha provato a inserire in questa edizione un po' di componente narrativa, limando poi qualche difetto storico legato alle trattative e alla valutazione dei giocatori anche attraverso nuovi parametri di configurazione. Dopo la classica scelta tra squadra reale e squadra con giocatori Master League, in eFootball PES 2020 siamo chiamati a scegliere anche le fattezze del nostro allenatore, selezionabile tra alcuni modelli legati a leggende del passato come Diego Armando Maradona, Johan Cruijff, Ruud Gullit, Roberto Carlos e altri ancora. Partendo dalle prime battute, di tanto in tanto l'allenatore viene coinvolto in alcune scene d'intermezzo legate alla definizione degli obiettivi o a particolari domande in conferenza stampa, provando così a dare un tocco di personalizzazione allo svolgimento di ogni singola partita in Master League. Dopo aver suscitato un naturale interesse all'inizio, queste fasi d'intermezzo perdono via via il loro fascino, apparendo piuttosto embrionali anche nella realizzazione e sollevando dubbi sul loro reale effetto all'interno dello spogliatoio e della società. La speranza è che quello che adesso ci appare come un qualcosa in più slegato dal resto possa diventare in futuro una componente più profonda della Master League, che si conferma comunque uno dei punti di forza storici della serie Pro Evolution Soccer.
Escludendo amichevoli e competizioni varie, l'unica modalità a rimanere nell'elenco è Diventa un Mito, anch'essa una vecchia conoscenza dei fan della serie. In questo caso non c'è davvero nulla di nuovo da segnalare, a parte un redesign nell'interfaccia che riguarda anche la stessa Master League e il gioco intero. Ma di questo parleremo con calma più tardi, perché è arrivato il momento di scendere in campo.
Gameplay: l’essenza del calcio
Dopo aver giocato qualche partita a eFootball PES 2020, non si può fare a meno di considerare l'uso da parte di Konami del claim "the pitch is ours" (il campo è nostro). L'impatto con il match è alquanto notevole sin dalle prime battute, dalle quali il calcio di eFootball PES 2020 appare come un'attività ragionata, simile quindi a quella dei suoi predecessori, ma arricchita da una serie di modifiche che vanno a migliorare quanto di buono visto in precedenza e a sistemare i difetti riscontrati fino alla recente demo. Tanto per fare un esempio, la temuta severità eccessiva degli arbitri è solo un ricordo: adesso i direttori di gara ci pensano una volta in più prima di tirare fuori i cartellini, mentre le loro chiamate appaiono nel 99,9% dei casi puntuali.
A stupire maggiormente nelle dinamiche di gioco di eFootball PES 2020 è però la fluidità con cui si svolge l'azione, frutto dell'inserimento di una serie di animazioni di raccordo che danno non solo un rinnovato impatto in termini estetici, ma anche pratici. Certo, di tanto in tanto capita ancora di vedere giocatori impalati nella loro posizione senza sapere cosa fare, soprattutto quando la palla sta arrivando in modo inatteso dalle loro parti, ma si tratta di piccoli attimi d'incertezza che non vanno a scalfire la qualità di un impianto di gioco impressionante, forte di un ritmo quasi perfetto che incoraggia un calcio ragionato secondo i dettami imposti da quello reale. Nel calciare la palla bisogna infatti tenere presente la posizione del giocatore rispetto a essa, soprattutto nel caso in cui si voglia tentare il passaggio o il tiro al volo. In assenza di una buona coordinazione o di una certa libertà di movimento, si rischia infatti di mandare la palla alle ortiche o peggio ancora all'avversario, che quando è controllato dalla CPU risulta sempre attento (a patto di selezionare i livelli più alti di difficoltà). Perfino uno stop può creare problemi, se il passaggio non era pulito abbastanza o il giocatore che lo riceve si trovava già in una posizione non ottimale. A proposito di intelligenza artificiale, le squadre avversarie provano ad attaccare in modo abbastanza vario senza abusare di particolari pattern, mentre a livello singolo si può notare la tendenza dei giocatori più famosi a compiere i loro movimenti preferiti.
In eFootball PES 2020 la dinamica della palla è stata ulteriormente perfezionata dagli sviluppatori, che hanno saputo portare nel gioco virtuale quel quantitativo d'imprevedibilità che contraddistingue quello reale: tocchi sporchi, rimpalli e altre giocate meno pulite portano il pallone a compiere balzi e prendere effetti strani, con tutto quello che ne può conseguire in termini di situazioni di gioco. L'effetto ping-pong riscontrato in alcuni casi in passato sembra essere un po' ridotto, anche se non del tutto rimosso in quanto alcune fasi di confusione prolungata continuano ancora ad apparire.
Tra le novità di questa edizione 2020 di PES troviamo anche il Finesse Dribbling, per il quale come saprete ha fornito la sua consulenza Andrés Iniesta. Si tratta di un sistema di controllo di precisione legato all'uso di entrambe le levette analogiche, utilizzabili per eseguire mosse speciali di vario tipo con cui provare a lasciare l'avversario sul posto. La scelta di legare al Finesse Dribbling le due leve rende questa dinamica un po' ostica da imparare, considerando che spesso bisogna alternare l'uso della destra e della sinistra talvolta in direzioni opposte, eseguendo tutto con il giusto tempismo per portare a compimento la mossa voluta. Una volta imparato un set di dribbling di base si può comunque iniziare a fare uso di questa dinamica, vedendo così premiati gli sforzi profusi per imparare a saltare l'avversario con essa.
Andiamo infine ad analizzare i portieri, anch'essi a lungo negli anni uno degli argomenti più scottanti della serie. Gli estremi difensori di eFootball PES 2020 svolgono molto bene il loro compito, limitando al minimo le incertezze soprattutto quando si trovano tra i pali. Balzi felini e parate all'apparenza impossibili da parte degli estremi difensori più abili sono da mettere in conto per evitare di ritrovarsi con l'urlo del gol soffocato in gola. Meno convinzione invece per quanto riguarda le uscite, dove i portieri si sono dimostrati un po' troppo indecisi e lenti, scoprendosi così all'uso del pallonetto da parte dell'attaccante.
Trofei PlayStation 4
eFootball PES 2020 conta un totale di cinquanta Trofei PS4, divisi tra il solito di tipo Platino, tre Oro, cinque Argento e quarantuno Bronzo. Per conquistarli tutti bisogna darsi da fare un po' in tutte quante le modalità del gioco, andando in alcuni casi invece a ottenere particolari risultati nell'arco di una singola partita. C'è per esempio l'obiettivo che prevede il mantenimento del possesso palla per il 65% del tempo di un match, o un altro legato a una vittoria in rimonta dopo essere andati almeno di due gol sotto.
Grafica e sonoro: ecco la Juventus!
Delle licenze di eFootball PES 2020 si è ormai parlato in lungo e in largo anche all'interno di uno speciale che abbiamo dedicato a squadre e campionati in esso presenti, per cui in questa recensione eviteremo di rifare l'elenco da capo. Il punto dal quale vogliamo partire riguarda però l'introduzione della Juventus in esclusiva all'interno di questo titolo, relegando la concorrenza all'uso del nome fittizio Piemonte Calcio. Come se non bastasse, anche la prestigiosa cornice dell'Allianz Stadium è diventata esclusiva del calcio targato Konami.
Tutto questo ci fa da spunto per rilevare il modo in cui eFootball PES 2020 ha compiuto passi decisi in avanti anche in termini di presentazione e contorno di ogni partita, spremendo al massimo il Fox Engine per rappresentare il tutto al meglio prima di mandarlo in pensione con la prossima generazione. Lo scotto da pagare per tutta questa bellezza consiste nella perdita in alcuni casi (per fortuna rari) nel numero di fotogrammi al secondo, anche su PlayStation 4 Pro (le cui ventole si danno un bel da fare) dove già da PES 2019 era stato inserito il supporto alla tecnologia HDR su risoluzione 4K. Prendendo come esempio proprio la Juventus, disputare una partita dentro l'Allianz Stadium non può lasciare indifferenti: la cura riposta per i dettagli è infatti massima sia per l'ambiente che per i giocatori della Vecchia Signora, sfruttando naturalmente l'accordo stretto col club.
Con le partnership messe in essere coi singoli club, Konami ha potuto prendere Cristiano Ronaldo e portarlo letteralmente dentro al gioco, facendo la stessa cosa con Leo Messi e il Barcellona. Gli accordi stretti dalla società nipponica riguardano infatti anche altre squadre sparse in giro per l'Europa, come quella catalana e il Bayern Monaco. Non bisogna però credere che gli sviluppatori si siano limitati ai calciatori più famosi: scorrendo le squadre presenti nel gioco si può infatti apprezzare la presenza delle fattezze simili a quelle reali anche per i giocatori meno noti, persino all'interno della nostra Serie A. Ci sono casi in cui i volti possono apparire più inespressivi di altri, ma in attesa di vedere ciò che farà la concorrenza da questo punto di vista sembra esserci qualche sforzo in più in eFootball PES 2020.
Avevamo accennato in precedenza al design dei menu, finalmente rivisto da Konami in eFootball PES 2020 dopo essere stato richiesto per anni a gran voce. La schermata principale si articola adesso in poche icone dalle quali selezionare le varie modalità e opzioni, su uno sfondo a predominanza di colore viola che potrebbe inizialmente dare fastidio, ma al quale ci si abitua presto. In termini pratici la navigabilità ne guadagna sicuramente in tutti gli ambiti, compresa la Master League dove è possibile avere tutte le informazioni principali sotto controllo in modo più efficace. Avremmo sperato di vedere un nuovo design anche per la schermata di preparazione alla partita, che però non ha trovato spazio in questa edizione.
Concludiamo l'analisi del comparto tecnico con la parte dedicata al sonoro, contraddistinto come ormai d'abitudine da una colonna sonora che accompagna piacevolmente la permanenza nei menu. La telecronaca in lingua italiana è ancora una volta a cura di Fabio Caressa e Luca Marchegiani. Stesse voci e stessi difetti, per una situazione che di anno in anno stenta a decollare: le frasi campionate sono poche e spesso fuori dal contesto di gioco, risultando quindi in questi casi inventate rispetto a quello che accade sul campo. Urla varie e presentazioni di Caressa continuano a strappare di tanto in tanto qualche sorriso, anche se il modo in cui egli a volte si dilunga nelle sue telecronache finisce inevitabilmente per sembrare falso se prestato alla registrazione in studio per un videogioco. Una parte assolutamente da svecchiare, quantomeno rendendola più attenta nel reagire a quanto avviene durante la partita.
Aggiornamento rose
Prima della pubblicazione di questa recensione, ci siamo riservati di verificare l'effettivo aggiornamento delle rose di eFootball PES 2020 da parte di Konami. Il pacchetto pubblicato stamattina porta le squadre presenti nel gioco in linea con la conclusione del calciomercato, compresi gli acquisti più importanti e quelli dell'ultimo momento o quasi come Llorente (Napoli) e Mkhitaryan (Roma). Guardando in giro su Internet ci sono tuttavia segnalazioni di trasferimenti non riportati, come quelli di Dani Alves al San Paolo e Filipe Luís al Flamengo.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di eFootball PES 2020 dicendo che questo è senza dubbio il PES che avremmo voluto giocare da diversi anni. Nonostante ci sia ancora del lavoro da svolgere sulle modalità presenti nel gioco, il gameplay riesce a catturare pienamente l'essenza del calcio che fa battere a ritmo di tamburo il cuore di tutti gli amanti di questo sport. Qualche difetto è ancora presente, certo, ma è comunque relegato a pochi attimi in cui la forza delle dinamiche di gioco va un po' a diminuire prima di tornare a mostrarsi in tutta la sua bellezza. In attesa di vedere come risponderà FIFA 20, 1-0 per Konami.
PRO
- Gameplay fluido e ragionato
- Finesse Dribbling difficile da padroneggiare, ma remunerativo
- Sa catturare l'essenza del calcio
- Master League un po' più realistica...
CONTRO
- ...ma ancora migliorabile in diversi aspetti
- Le modalità restano più o meno quelle