La storia dei popoli
La caratterizzazione delle popolazione è stata realizzata in maniera egregia, facendo molta attenzione alle realtà storiche di ogni fazione. Ogni upgrade disponibile, ogni costruzione ed unità sono legati al gioco da didascalie introduttive che svolgono il compito di contestualizzare storicamente ogni funzione. I Franchi, ad esempio, essendo stati storicamente grandi agricoltori e costruttori di edifici non sono soggetti a spese legate alla coltivazione per la produzione di cibo, né soggetti al dovere di costruire le abitazioni (le classiche farm di ogni RTS che si rispetti) per sostenere la produzione di unità. La ricerca di nuove armi ed il loro potenziamento, univocamente legate all’avanzamento di era potranno poi donare al giocatore particolari poteri bonus che potranno essere gestiti con assi nella manica da tirare fuori al momento più opportuno. Tali capacità, solitamente ricercate all’interno delle università, identificabili come vere e proprie "armi segrete" una volta preparate saranno identificate sull’interfaccia dalle rispettive icone che ne contraddistingueranno le varie funzioni. Un’arma segreta come la "deforestazione" dei Franchi, ad esempio, potrà eliminare in brevissimo tempo, in un punto scoperto della mappa a nostro piacimento, un’estesa area di foresta, per permettere così il passaggio delle truppe in luoghi inaccessibili. Una serie molto variegata di armi micidiali da studiare e conservare con cura saranno molto spesso la carta vincente per concludere battaglie cruente ed apparentemente senza via di uscita.
Classico e senza macchia
Il gameplay, come già accennato, fedele allo standard classico prevede la solita struttura. Le differenti modalità di gioco offrono diversi approcci al titolo. Le partite in multiplayer o su mappe casuali permetteranno una scalata verticale lungo la linea temporale, portando così il giocatore a vivere l’esperienza di seguire la propria civiltà in una lenta evoluzione tecnologica per sconfiggere il nemico. Le campagne, invece, offrono una visione più limitata nel raggio di azione, ma, d’altro canto, più avvincente per la storia legata alle varie missioni, la presenza di eroi ed unità speciali non disponibili nelle partite skyrmish e per la possibilità di vivere delle vere e proprie ricostruzioni storiche (peraltro molto ben realizzate). Le tre campagne toccano tre diversi periodi e soprattutto tre differenti popoli e trame. La prima ruota attorno alle vicende legate al giovane Riccardo Cuor di Leone alle prese con tradimenti alla corona del padre, intrighi e battaglie sanguinose per il potere, la seconda propone uno scenario orientale che vede protagoniste le battaglie legate alla storia coreana e al conflitto con i vicini cinesi, mentre la terza propone le imprese militari degli alleati, in conflitto con le truppe naziste nell’Africa e nell’Europa della seconda guerra mondiale. La possibilità di giocare in multiplayer, ormai tradizione consolidata di ogni RTS che si rispetti, è supportata dall’onnipresente GameSpy ed offre numerose modalità di gioco che variano dalla solita partita skyrmish, ovvero la classico scontro su mappa impostata. La possibilità di giocare collegandosi direttamente all’IP dell’amico che funge da server da anche la possibilità di aggirare il controllo di Gamespy, con il vantaggio di poter controllare direttamente il collegamento (come del resto avveniva già anni fa, quando non esistevano sistemi di controllo per il gioco multi giocatore). Il gioco contiene anche un editor per la creazione di mappe, scenari e campagne totalmente personalizzate; non si tratta di un tool molto intuitivo, ma dopo qualche tentativo potrete tranquillamente realizzare le vostre prime creazioni e testarle direttamente dal programma.
Tecnicismi
Non può mancare un commento tecnico, una breve analisi del livello di realizzazione. La veste grafica con la quale Empires si presenta al pubblico è di tutto rispetto, con un livello di dettaglio molto alto, che permette zoomate estreme per ammirare l’ottima fattura dei modelli delle unità e degli edifici e viste panoramiche utilissime nelle battaglie a campo aperto. La possibilità di controllare ogni genere di unità, sia essa terrestre, marina, anfibia o aerea rende ancora più spettacolare lo scenario di gioco, con elementi eterogenei, ma non per questo meno armoniosi, che riempiono la visuale di gioco con un effetto davvero coinvolgente. Nonostante il gioco preveda un limite alla produzione di unità, regolato col classico tetto massimo di popolazione, il gioco può supportare un numero praticamente infinito di unità disposte sul campo di battaglia, che garantisce scenari veramente spettacolari. Immaginate l’effetto di vedere sul campo centinaia di unità che combatto in una lotta all’ultimo sangue, una goduria per ogni vero amante della strategia campale. Le abilità di comandante del giocatore saranno ancora di più messe alla prova potendo disporre di un elevato numero di formazioni per le proprie truppe. Formati i gruppi da assegnare ai tasti di selezione rapida sarà possibile organizzare le proprie unità in differenti disposizioni, in modo da rendere maggiormente efficace l’attacco o la difesa dell’obiettivo. L’intelligenza artificiale ben sviluppata renderà più semplice il compito di controllo di aree molto vaste, altrimenti impossibili da governare, unitamente alla possibilità di assegnare ad ogni singola unità la linea di comportamento da seguire in caso di contatto visivo con il nemico.
Commento finale
In complesso Empires: l’Alba del Mondo Moderno ricopre ogni aspetto che il giocatore tipo di RTS cerca in un titolo del genere: una buona grafica, molto dettagliata e curata nei particolari, una telecamera di gioco totalmente impostabile, un numero elevato di unità ed edifici disponibili, quattro civiltà, portabili a otto complessive, un arco di tempo preso in considerazione di più di mille anni ed unità aeree, marine e terrestri. Le campagne unite alle numerose modalità di gioco in single player a partita singola e al multiplayer, conferiscono una certa longevità al gioco. Ci sentiamo dunque in dovere di indirizzare tutti coloro che hanno amato i giochi di questo genere all’acquisto di questo titolo. Difficilmente ne rimarranno delusi.
- Pro:
- Grafica dettagliata e ben curata
- Popolazioni ben caratterizzate e specializzate
- Buon numero di modalità di gioco
- Contro:
- Forse non troppo originale
- I primi piani, pur essendo spettacolari, sono molto inutili
- Colonna sonora un po' monotona
Come spesso accade per un genere tanto amato quale quello dei giochi strategici a sfondo storico, a volte capita di ritrovarsi di fronte a concept già visitati, ma in qualche modo riproposti al pubblico per fornire la propria visione del prodotto. E’ questa la scelta che hanno fatto gli sviluppatori di Activision proponendo al mercato il titolo in questione. Il tentativo non è certamente quello di fornire una rivoluzione nel campo degli strategici in tempo reale, anche perché, si sa, di questi tempi di novità se ne vedono ben poche, ma quello di fornire il proprio contributo al popolo degli strateghi di tutto il globo con un gioco tanto corale per il grande ventaglio storico geografico proposto, quanto ben curato per il buon livello di realizzazione.
Se in vita vostra avete mai messo mano su titoli monumentali come Age Of Empires, Empire Earth o il più recente Rise of the Nations è normale dunque che nel vostro cammino siate incappati in Empires. D’altra parte lo spunto è sempre lo stesso, ovvero l’unione, spesso vincente, dell’impostazione classica dell’RTS con un buon numero di civiltà da utilizzare, ed altrettanti upgrade da ottenere.
Chi ha memoria, e neanche troppo lunga, ed un minimo di esperienza in materia ricorderà bene i passi evolutivi che portarono timidamente giochi come Age of Empires, prettamente legati ad un sottile specchio epocale, a prendere in considerazione periodi ben più ampi. Il salto fu fatto da Empire Earth, che, pur eccedendo di tanto in tanto in licenze poetiche un po’ troppo fantasiose, propose un arco temporale giocabile veramente ampio. All’epoca il gioco permetteva di iniziare la partita con civiltà aventi uno sviluppo tecnologico pari a quello degli uomini delle caverne, per poi risalire lungo le spire delle epoche, attraverso ricerche e invenzioni passando per le varie età dei metalli fino a giungere all’epoca moderna ed oltre fino alla fantomatica e fin troppo fantascientifica era “nano tecnologica”.
Empires: l’Alba del Mondo Moderno propone una visione simile seppur differente. L’arco temporale pare più ridotto, ma le civiltà risultano molto più differenziate e legate agli avvenimenti storici realmente accaduti. Punto di partenza il medioevo, punto di arrivo la seconda guerra mondiale. Le quattro civiltà proposte inizialmente, ovvero Inglesi, Franchi, Coreani e Cinesi saranno protagoniste della scena fino alle porte della Prima Guerra Mondiale, punto di rottura con il mondo antico e motore di avviamento per un rapido ingresso nel Mondo Moderno. A questo punto, proprio come avvenne nella storia reale del nostro mondo, le vecchie civiltà perderanno l’identità iniziale per trasformarsi nei moderni popoli, nati da alleanze, evoluzioni geopolitiche e grandi rivoluzioni. Francesi e non più Franchi, come i Tedeschi, i Russi e gli Americani, faranno così il loro ingresso in campo. Sarà chiesto al giocatore, in base alle proprie preferenze a quale fazione passare, dato che ogni civiltà antica ha la possibilità di passare ad una delle due civiltà moderne ad essa più legate (ad esempio i Franchi potranno scegliere di passare dalla parte dei moderni Francesi o da quella dei Tedeschi).