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Epic Seven, la recensione

Un altro RPG mobile di stampo orientale, come se la cava con la concorrenza?

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   16/11/2018
Epic Seven
Epic Seven
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Abbiamo ormai imparato bene come funzionano gli RPG d'ispirazione orientale sulle piattaforme mobile, anche perché rappresentano un vero e proprio genere a parte. Il problema è che la produzione massificata, che caratterizza in particolare questo segmento di mercato, si riflette anche nelle variazioni minime che i diversi titoli di questo tipo mostrano a questo punto: non è come muoversi all'interno dei confini piuttosto ampi di un genere videoludico standard, in questo caso ci si trova di fronte spesso a titoli che ricalcano lo stesso canovaccio in maniera assolutamente pedissequa, senza apportare alcuna variazione sostanziale. Su cosa possono puntare allora questi giochi, se il gameplay risulta così predefinito? Sulla costruzione del mondo di gioco, sul lavoro artistico alla base dell'impianto grafico e sulla caratterizzazione dei personaggi.

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D'altra parte, per stimolare la dinamica gacha è necessario quantomeno avere un cast ampio e piacevole a vedersi, possibilmente farcito di "waifu" o personaggi comunque carismatici. Non è un caso se i giochi che riescono a distinguersi in questo genere provengono da produzioni di calibro decisamente grosso come Fire Emblem Heroes e Dragalia Lost. In tutto questo, Epic Seven decide di puntare soprattutto sulla grafica per colpire gli utenti e distinguersi dalla massa di giochi in tutto e per tutto similari. Effettivamente, Epic Seven è un gioco confezionato con una cura impressionante in ogni suo comparto: tralasciando l'interfaccia che, come da tradizione per questa tipologia di titoli, è sempre piuttosto complessa e macchinosa, l'estrema cura nella realizzazione traspare nella grafica ad ogni livello, dagli scenari ai personaggi fino alle sequenze in stile anime che abbondano anche nel corso degli scontri, rendendoli in questo modo particolarmente spettacolari.

Combattimenti e lotteria

La struttura, abbiamo detto, è quella tipica dell'RPG di stampo orientale con elementi gacha e per avere un'idea del funzionamento possiamo rimandarvi direttamente alle recensioni di Brave Frontier, Knight Chronicle o del recente Grancrest War, tanto per citare gli ultimi arrivati, perché la base è la stessa. Si tratta di affrontare quest che sono sostanzialmente scontri progressivi contro ondate di nemici fino a un boss di fine livello, qui con una minima possibilità di esplorazione data dalla presenza di qualche bivio o portale verso elementi di scenario alternativi ma sempre incanalati all'interno di una sequenza di scontri. In sostanza si assiste a parti narrative che si svolgono attraverso dialoghi (o qualche volta con sequenze animate d'intermezzo) e fasi di scontro dove il combattimento avviene a turni, secondo un'impostazione tipica da JRPG. Presenti anche qui gli elementi distintivi del sotto-genere come poteri elementali che determinano rapporti di forze (il classico carta-sasso-forbice) un sistema di bonus incrociati a seconda della disposizione del party e ovviamente una complessa gestione dei personaggi che è poi il vero e proprio motore di tutto il gioco.

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C'è da dire che i combattimenti sono davvero piacevoli a vedersi e questo è un bene, considerando che il grinding è un elemento ricorrente e l'auto-play diventa quasi necessario a lungo andare, per cui almeno è possibile godersi un bello spettacolo, in particolare con le animazioni in 2D che si innestano perfettamente con la grafica standard del gioco nel corso delle mosse speciali (attivabili attraverso l'accumulo e il dispendio di soul nel corso degli scontri) e donano un notevole dinamismo alle scene. Come spesso accade in giochi che puntano tutto sull'evoluzione continua dei personaggi, più che ricorrere a una qualche strategia è sufficiente semplicemente potenziare costantemente i protagonisti per avere successo e costruire il party migliore possibile. In questo rientra ovviamente la dinamica gacha della lotteria delle evocazioni, che spendendo una certa quantità di bookmark (ovviamente acquistabili anche con denaro reale) consentono di pescare nuovi personaggi più o meno rari e potenti oppure artefatti da impiegare nell'evoluzione di combattenti e armi. Anche in questo caso, insomma, gran parte del tempo lo passiamo tra i menù per la costruzione ed evoluzione dei personaggi, che si rivela peraltro piuttosto complessa, con la necessità di utilizzare particolari materiali più o meno rari e potenti su cui basare le evoluzioni con effetti ovviamente differenti.

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Conclusioni

Versione testata Android, iPad 1.0.71
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.5
Lettori (9)
8.8
Il tuo voto

Epic Seven è un RPG mobile di stampo orientale perfettamente canonico ma che svolge molto bene il suo dovere. Esclusa qualsiasi velleità innovativa e caratterizzante, quello che resta da valutare è soprattutto la qualità della direzione artistica, l'interesse generato dal mondo di gioco e l'onestà del sistema di monetizzazione, trattandosi di un free-to-play. Bisogna dire che il gioco se la cava molto bene in ognuno di questi settori con una grande cura riposta nella realizzazione tecnica e un sistema di micro-transazioni che, posta ovviamente la necessità di un bel po' di grinding, non è propriamente assillante. Il punto debole è casomai il mondo di Epic Seven, che in linea con la scarsa originalità del gameplay non riesce più di tanto a incidere nella memoria, in una caratterizzazione fantasy che sa un po' di già visto.

PRO

  • Combattimenti spettacolari
  • Ottima cura nella realizzazione del comparto grafico
  • In linea con il genere, grande profondità nella gestione dei personaggi

CONTRO

  • Il grinding selvaggio si fa sentire a lungo andare
  • Alquanto anonimo come stile e ambientazione
  • Combattimenti scarsamente strategici