Un marine tra i ghiacci
Il tutto si svolge infatti in una base americana situata fra i ghiacci, dove degli scienziati stavano studiando un manufatto alieno dal quale ha preso vita un nuovo essere che, moltiplicandosi, ha infestato l’intero edificio e ha infettato con uno strano acido verde, che riesce a penetrare i tessuti, tutti i membri del rifugio, trasformandoli in orribili esseri mutanti. In questo caso le analogie fra il T-Virus di capcomiana memoria e il corrosivo acido verde che muta gli esseri umani sono alquanto palesi. Protagonista dell’intero gioco è un marine che risponde al nome di Dennis Riley che precipita, in circostanze misteriose, con l’aereo che lo trasportava insieme ai suoi compagni. Inizialmente i membri della squadra speciale vengono divisi e gli unici due che si ritrovano insieme sono appunto Dennis e il suo amico Roger, che però farà la sua uscita dal gioco molto presto…..ma non voglio svelare troppo della trama quindi lascio a voi il gusto di scoprire il resto della storia, grazie anche alla completa traduzione del gioco in ben cinque lingue, tra cui ovviamente la nostra. Tutto questo è ovviamente merito della grande capienza del DVD che è servito ai programmatori per inserire anche una discreta quantità di scene d’intermezzo in computer grafica molto ben realizzate e doppiate. Lo scopo del gioco è quello di distruggere l’intero centro ricerche così da cancellare definitivamente il pericolo di contagio per il resto del mondo, e per farlo occorrerà guidare il nostro eroe nella costruzione che, seppur di non elevate dimensioni, richiede il passaggio nelle stesse zone per svariate volte, complici anche le continue modificazioni che lo scenario subisce a causa delle esplosioni che avvengono e non solo….
La paura fa novanta
Dal punto di vista grafico non siamo certo ai livelli di eccellenza visti nella demo di Metal Gear Solid 2 ma ci troviamo più che mai nella media dei prodotti visti fin’ora. Come già accennato prima, sono molto belle le sequenze in CG in tempo reale con l’animazione dei volti veramente ben fatta. I movimenti e le animazioni del protagonista sono invece così così, soprattutto nell’esecuzione dei salti che risultano essere molto approssimativi e che si vanno ad aggiungere ad un sistema di controllo non proprio intuitivo che rende il raggiungimento di determinate locazioni affatto facile. È inoltre molto difficile trovare un’inquadratura veramente giocabile perché la telecamera “intelligente” proprio non ne vuole sapere di farci vedere quello che ci interessa e così occorre spesso e volentieri passare ad una delle due inquadrature che ci sono offerte dalla modalità di tiro, ovvero in prima ed in terza persona che ci rendono la vita (e soprattutto la vista!) più facile. Sono discretamente realizzati anche i fondali, anche se piuttosto scarni (si hanno per esempio delle rappresentazioni dei cadaveri alquanto approssimative) ; alcuni mostri sono veramente grandi e discretamente mossi e il livello generale è più che sufficiente. Molto bello è l’effetto morphing dell’acqua nelle pozze che varia in maniera decisamente realistica ad ogni passaggio del nostro buon vecchio marine, nonché l’effetto della torcia elettrica posta sul nostro fucile che segue il modello tridimensionale dei posti che va ad illuminare deformandosi di volta in volta. Il sonoro è affidato ad effetti nella norma e ad una colonna sonora di musica techno che ben si adatta alle varie situazioni con continue variazioni di ritmo che aumentano la suspance.
In attesa di Resident Evil...
Concludo facendo riferimento all’aspetto longevità: il gioco è abbastanza facile e occorrono circa sei/sette ore per terminarlo, visti pure gli enigmi che più che enigmi bisognerebbe chiamarli “cerca l’oggetto e usalo”. Simpatico l’uso di un sistema di salvataggi con delle batterie che si consumano con l’uso (queste servono anche ad interagire con altri oggetti nel corso del gioco) che, haimè, sono però ricaricabili all’infinito con appositi caricabatteria dislocati nelle varie stanze; questo preclude un po’ la longevità totale del prodotto visto che il giocatore non si deve scervellare troppo per salvare la posizione, come invece accadeva in Resident Evil dove ogni Ink Ribbon doveva essere usato con saggezza e parsimonia. In conclusione un buon gioco che propone un concept non originalissimo ma fino ad ora non presente nel non troppo affollato catalogo di titoli per il monolito nero di casa SONY; merito quindi a questa prima fatica dei Deep Space che ,seppur non essendo perfetto, piacerà a tutti gli amanti dei survival horror…..ops scusate, dei panic action adventure!
In attesa dell’uscita della conversione del capolavoro Capcomiano, tale Biohazard: Code Veronica, già apparso sulla “defunta” console SEGA, il popolo PS2 potrà sollazzarsi con la prima fatica dei Deep Space, il nuovo team di sviluppo che annovera tra le sue file diversi ex-membri della Captive Comunications, Capcom per gli amici. Proprio questo fatto farà subito capire che il concept di fondo di questo prodotto ricalca in parte quello del più celeberrimo fratello maggiore ambientato nella mitica Racoon City. Le differenze però sono molte, a cominciare proprio dall’ambientazione, e questo porta a considerare il gioco non più come un classico Survival Orror, bensì un Panic Action Adventure, nuova definizione che è stata introdotta proprio dallo stesso autore. Per essere più chiari potremmo definire Extermination un mix di più giochi, tipo il già citato Resident Evil, Tomb Raider e Siphon Filter, anzi forse è proprio quest’ultimo il prodotto che gli si avvicina di più. A questo punto è doveroso parlare della trama che sembra essere stata partorita dallo stesso grande autore de “La Cosa”, il famoso John Carpenter.