Fallout 76 è cambiato. Esattamente come la guerra a cui fa riferimento da sempre la serie, anche l'incarnazione multigiocatore dell'RPG post apocalittico di Bethesda è mutato, ha cambiato pelle, ha ricercato il suo posto nel mondo fino a quel Wastelanders che ha messo d'accordo quasi tutti.
Todd Howard e compagni non si sono però fermati e, ciclicamente, tornano ad infarcire la loro creatura di nuovi assestamenti e nuovi contenuti, così come è stato con l'espansione Alba d'acciaio, arrivata lo scorso novembre e che ha reintrodotto una delle fazioni più iconiche del mondo di Fallout: la Confraternità d'acciaio. A diversi mesi di distanza arriva la conclusione di quello stesso arco narrativo, con cinque nuove missioni dedicate al gruppo militarizzato e al destino dell'Appalachia, tutt'altro che deciso. In questa recensione di Fallout 76: Steel Reign cerchiamo di capire quanto questo nuovo contenuto - gratuito come sempre - abbia lasciato il segno.
Storia ed epilogo della Confraternita
Chiunque abbia già affrontato la scorsa espansione sa più o meno cosa attendersi. La diatriba interna alla Confraternita sta raggiungendo picchi inattesi e la tensione è palpabile. Come da tradizione starà a noi decidere in che direzione far pendere l'asticella, donando alla fazione un futuro plasmato dalle nostre scelte e dai rapporti che instaureremo. Quando abbiamo recensito Alba d'acciaio ci siamo soffermati sullo spesso che Bethesda era riuscita a donare alla Confraternità. Seppur non lunghissima, la prima parte dell'intreccio ad essa dedicato ci aveva più che convinti, al netto di qualche sbavatura.
Questa volta non possiamo esimerci dal verificare quanto i mesi attesi non abbiano ripagato con la stessa moneta... anzi: con lo stesso tappo ci verrebbe da dire. Regno d'acciaio dura poco, una manciata di ore che scappano via come niente e seppur la narrazione e i dialoghi restano sui buoni livelli che Fallout 76 ci ha regalato in questo ultimo anno e mezzo, non riescono a colpire nel segno come vorrebbero. Prendere una decisione importante, che dovrebbe mettere il giocatore spalle al muro, fila invece liscia senza troppi intoppi, tra l'altro secondo noi anche in maniera abbastanza scontata visti i personaggi.
È un peccato quindi che la conclusione di un ottimo arco iniziato mesi fa, non riesca a mantenersi tale anche nelle sue battute finale. Questo però non deve in alcun modo escludere la bontà dell'esperienza. D'altronde sono anni che lodiamo un titolo bistrattato dalle masse, spesso anche solo per sentito dire, quando poi lo zoccolo duro di appassionati continua a macinare centinaia di ore e a convincere anche una buona quantità di novizi a perdersi per l'Appalachia.
A proposito di mappa: ci troviamo davanti a una delle migliori espressioni di design di Bethesda Game Studios. L'Appalachia è da sempre enorme, bellissima e maledettamente varia. Con Regno d'acciaio si arricchisce di un'altra manciata di punti di interesse, in attesa di scoprire come andrà evolverà il futuro del gioco una volta che prossimamente arriveranno i raid di The Pitt.
C.A.M.P. e ricompense stagionali
Regno d'acciaio non significa solo Confraternita, e per l'occasione Bethesda è tornata sui suoi passi per andare ad aggiungere qualche altro dettaglio a questa espansione. Oltre a tutta una serie di piccoli ritocchi al sistema, come la possibilità di portare più tappi e lingotti d'oro con sé, si è pensato bene di aumentare il limite dei C.A.M.P. personali e delle dotazioni, portandole rispettivamente a cinque e quindici. Questo aumento era preventivato fin dal loro inserimento iniziale, ma fa piacere vedere che finalmente ci siamo. Entrambi gli elementi andranno comunque acquistati con gli Atomi, la valuta reale del mondo di Fallout 76.
Arriva ovviamente anche una nuova stagione con il suo specifico tabellone, per la gioia di tutti gli amanti delle ricompense sulla base di quanto si macina in gioco. Anche in questo caso Bethesda ha modificato qualcosa rispetto al passato. Ora infatti i livelli sono potenzialmente infiniti e, anche una volta conclusi i cento livelli del tabellone si potranno continuare ad acquisire carte talento, risorse e addirittura Atomi.
C'è anche un nuovo commerciante in città: si tratta di Minerva, alla quale potrete dare in pegno i vostri lingotti d'oro per portarvi a casa oggetti che ruoteranno in maniera costante.
Creazione leggendaria
Ciò che però conta davvero nell'ecosistema di Fallout 76 è la creazione leggendaria. Si tratta di un sistema atto a trasformare oggetti normali in leggendari, potendo così assegnare perk specifici e aumentare o diminuire le stelle dell'equipaggiamento. Il nuovo componente inserito per l'occasione è il nucleo leggendario, che è ricavabile anche tramite eventi e missioni giornaliere. Una volta in possesso delle giuste risorse ci si potrà recare al primo banco di lavoro disponibile e applicare tutte le modifiche volute ai propri oggetti così da renderli unici.
Questo sistema è stato implementato anche per quel che riguarda l'armatura atomica. Si potrà aumentare o diminuire il grado di ognuno dei pezzi che la compongono, così come i rispettivi perk leggendari. Non vi nascondiamo che abbiamo provato una discreta soddisfazione nei nostri upgrade, anche se forse ci sarebbe piaciuto vedere più varietà nelle scelte.
Conclusioni
Fallout 76: Steel Reign è l'ennesimo regalo di Bethesda a tutti gli appassionati e anche un ulteriore monito per quegli scettici che, ormai per punto preso, continuano a non voler dare una chance ad un mondo interessante e ben strutturato. Seppur lontano per qualità totale e per grandezza rispetto a Wastelanders e a Steel Dawn, l'ultima espansione chiude un cerchio iniziato alla fine dello scorso anno e prepara l'Appalachia e i giocatori al prossimo futuro. Bethesda sembra non volersi minimamente fermare e, a quasi tre anni dall'uscita, Fallout 76 prospera e convince appassionati e nuovi giocatori. In attesa di scoprire cosa Todd e compagnia ci riserveranno con il chiacchierato Starfield potreste pensare di farvi un giro per l'Appalachia: sgradevole a viverci, ma davvero affascinante.
PRO
- Chiude la parentesi dedicata alla Confraternita d'Acciaio
- Ennesime aggiunte alla qualità della vita dei giocatori che non fanno mai male
- L'Appalachia è sempre più bella ogni espansione che passa
CONTRO
- La conclusione della quest non regge il peso della prima parte
- I problemi tecnici, anche se limati, restano tutti lì visibili
- L'Endgame attende ancora quel pizzico di mordente che manca per fare il definitivo salto di qualità