Una favola di altri tempi
La splendida introduzione in computer graphic ci ricorda come Square Enix sia ancora una maestra indiscussa nella narrazione, e in pochi minuti di FMV ci presenta i quattro protagonisti dell'avventura: Luneth, Arc, Refia e Ingus. Riuniti quasi per caso dal volere del Cristallo, i nostri giovani eroi dovranno intraprendere un viaggio per localizzare e sventare la minaccia che rischia di distruggere il loro mondo. Sia la trama che la caratterizzazione dei vari protagonisti è piuttosto leggera, affidata sopratutto ai dialoghi e ai comprimari: Final Fantasy III mantiene il feeling di una favola senza troppe pretese, senza cataclismi spaziotemporali o eroi frustrati e complessati, presentando tutti quei clichet che sono diventati tali col passare degli anni e che ci hanno fatto sognare di capitolo in capitolo. Principesse da salvare, navi volanti che solcano le nuvole, montagne custodite da draghi micidiali, caverne piene di mostri, fiumi da navigare... Pur nella semplicità di un prodotto all'antica, Final Fantasy III è una fiaba, leggera ma accattivante. La struttura ludica ricalca questa leggerezza, ma non perdona gli errori: il remake per eccellenza targato Square Enix è uno degli RPG più difficili mai realizzati, per via sopratutto di alcuni elementi davvero all'antica assenti nei videogiochi più recenti, nonostante la linearità dell'avventura e la semplicità delle varie task che dovremo svolgere per procedere nella storia. Di dungeon in dungeon, esplorando miniere e caverne, attraversando la coloratissima mappa a bordo di un'aereonave, una canoa o una nave, non dovrà mai mancare un'attenta pianificazione della crescita dei nostri quattro eroi, pena il Game Over o obsolete e noiose sessioni di "grind" di punti esperienza e soldi.
Pur nella semplicità di un prodotto all'antica, Final Fantasy III è una fiaba, leggera ma accattivante.
Il nuovo Job System
Beh, non è propriamente nuovo, semmai rivisto e riproposto. Non è molto diverso da quanto visto in Final Fantasy Tactics, tra l'altro, il concept è sempre lo stesso: procedendo nella storia, diventeranno disponibili nuovi Job da selezionare per ciascuno dei nostri protagonisti, e le combinazioni sono praticamente illimitate. Oltre a Job davvero classici e conosciuti come Black Mage, White Mage o Monk, ecco nuovi mestieri più raffinati come il Magus, lo Scholar o il Devout, per un totale di circa venti Job, ognuno con capacità diverse: mentre il Soldier, per esempio, è un asso nell'uso delle armi pesanti e dell'attacco fisico, l'Evoker è in grado di richiamare le divinità arcane e scatenare una delle loro magie a caso... Conoscere e saper utilizzare ogni Job è la chiave del successo in Final Fantasy III, considerando sopratutto che spesso il gioco impone l'utilizzo di un Job o di una determinata abilità per poter proseguire: basti pensare a una delle fasi iniziali, in cui la magia Mini del White Mage o del Red Mage è necessaria a rimpicciolire il party per introdurlo in alcune location microscopiche. Questa strutturazione del gioco impone quindi una gestione oculata del party, considerando inoltre che il livello di esperienza di un personaggio e dei suoi Job non coincide: vale a dire che Luneth può essere livello 18, con il mestiere Black Belt a livello 9 e il mestiere Dragoon a livello 5. Pianificare la crescita dei nostri eroi per evitare brutali sessioni di gioco dedicate al potenziamento dei Job, o "grind" sfrenato dei mostri per avere tutti i Job per tutti i personaggi sempre pronti per ogni evenienza? Spetta al giocatore deciderlo.
Una programmazione da favola
Lodi e complimenti a Square Enix per il lavoro svolto con questa riproposizione di un classico a 8 bit, che su DS ha guadagnato il dono della terza dimensione insieme ad un accurato restyling di ambienti, personaggi e creature. Inutile sottolineare che abbiamo tra le mani un piccolo gioiello di programmazione e indubbiamente il prodotto migliore realizzato finora per DS, dal punto di vista grafico e sonoro. Fluidissimo, ricco di dettagli, coloratissimo, artisticamente impeccabile... Final Fantasy III colpisce - e lo fa con classe - sotto ogni aspetto, dalla stilizzazione squisita del nuovo character design (che ricorda quello di Final Fantasy Tactics, e non a caso) alla cura per il dettaglio di ambienti, magie, elementi di contorno come lo zoom che mette in risalto la qualità di texture e modellazione, oltre a passaggi segreti e oggetti da raccogliere. Tocchi di classe a go-go, come i costumi dei Job che cambiano a seconda del personaggio, perfettamente in stile con esso e il suo carattere, o i personaggi comprimari che entrano in scena durante un combattimento e aiutano il party curandolo o attaccando i nemici. Una piccola sorpresa dopo l'altra, che farà forse storcere il naso ai giocatori più moderni in qualche caso, mentre i puristi e i fan di vecchia data si commuoveranno di fronte a qualche ingenuità arrivata nel 2007 di soppiatto. Ad accompagnare l'orgia grafica che è Final Fantasy III c'è una colonna sonora straordinaria, che ne esalta il già eccellente comparto tecnico grazie alla varietà e qualità dei molti brani in sottofondo a peregrinazioni, battaglie e cutscene.
Una programmazione da favola
Ciambella succulenta e perfetta, dunque? Purtroppo no, in quanto Square Enix ha sottovalutato un elemento cruciale nella realizzazione di questo remake: la console sulla quale lo stava sviluppando. Nintendo DS ci fa pensare a due cose, prima di tutto: touch-screen e doppio schermo. La prima caratteristica è stata considerata a dovere: Final Fantasy III si può giocare sia alla vecchia maniera che tramite il pennino, pienamente supportato, e che consente di selezionare le varie opzioni, navigare tra i menù e muoversi negli ambienti in modo rapido, intuitivo e indolore. Al giocatore la scelta, e le due modalità di controllo sono perfettamente complementari e alternabili in qualsiasi istante. Purtroppo tuttavia il Dual Screen non è stato sfruttato praticamente per niente, se non per una scelta registica inerente alcune cutscene o la mappa del mondo qualora si viaggi all'esterno di villaggi o dungeon. Per il resto, durante battaglie o esplorazioni di labirinti o locali chiusi, lo schermo superiore del DS resta completamente nero, vuoto, defunto. Delude quindi la mancanza di idee o volontà nello sfruttamento di una caratteristica chiave del handheld Nintendo, forse isolata per fretta o pigrizia.
Il mancato sfruttamento dello schermo superiore è semplicemente una goccia nell'oceano di alta qualità che è Final Fantasy III. Il remake di Square Enix riesce nella difficilissima impresa di mantenere un feeling classicissimo, incastrandolo in un prodotto moderno dal punto di vista tecnico, che su un portatile come il DS sembra quasi miracoloso. Tecnicamente eccezionale e senza sbavature, con delle musiche splendide e una trama leggera quanto avvincente, Final Fantasy III è un sogno per gli appassionati di JRPG di vecchia data, pur presentando un discreto muro per i nuovi giocatori abituati a prodotti dello stesso genere più recenti. Il Job System, profondo e vario, è pur sempre alcune spanne sotto a quello già ammirato in Final Fantasy Tactics Advance, ma si intreccia perfettamente e coerentemente alla struttura ludica old-style di questo JRPG. Completa il quadretto un'opzione wireless che permette di scambiare lettere con altri giocatori, sbloccando piccoli goodies segreti: abbastanza inutile, ma gradevole.
Pro
- Tecnicamente incantevole
- Gameplay old-style semplice e appagante
- Longevo e appassionante
- Schermo superiore inutilizzato
- Un po' troppo all'antica per gli standard moderni
Sarà forse una fase di stallo, o la carenza di idee in questo periodo in cui le console mostrano i denti e le loro rivoluzionarie capacità, ma sembra che ormai la via del passato sia quella da seguire, per le software house, nei momenti in cui nelle ludoteche ci sono buchi da colmare. In verità, i porting di Final Fantasy risalgono fin all'era d'oro di PlayStation One, quando Square Enix produceva delle piccole compilation con gli episodi storici della saga, forte del successo dei capitoli più recenti in Occidente: fino ad allora, Final Fantasy aveva avuto una storia di traduzioni decisamente complicata. Anche su Game Boy Advance furono riprodotti tutti gli episodi storici della serie, anche quelli per NES mai trascinati fuori dal Giappone quasi venti anni fa, ma per la prima volta è con Final Fantasy III, su DS, che Square Enix decide di realizzare più di un semplice porting. Attenzione: Final Fantasy III non è il Final Fantasy III uscito in America nel 1994, quello in realtà era Final Fantasy VI in Giappone, ed è infatti con questo nome che uscirà il porting per Game Boy Advance nei prossimi mesi. Il Final Fantasy III che ci accingiamo a recensire è proprio l'originale, uscito nel 1990 per Famicom, in Giappone, con la piccola differenza che siamo nel 2007, che gira su Nintendo DS e che, tanto per cominciare, è in tre dimensioni.