Final Fantasy XV Pocket Edition HD, la recensione

È chiaro, a questo punto, che la missione di Square Enix sia diventata quella di diffondere il verbo di Final Fantasy XV in ogni angolo del mercato videoludico, prima di lasciarselo alle spalle una volta per tutte. L'operazione è cominciata ancor prima che uscisse il gioco due anni fa, quando lo sviluppatore nipponico ha imbastito un fitto universo immaginario composto dal lungometraggio, dalla serie animata, dai titoli per cellulare e così via: all'ultima categoria menzionata appartiene proprio questo Final Fantasy XV Pocket Edition, dato che è uscito ormai diversi mesi fa proprio per PC e per i sistemi mobile. Consapevole che la console Nintendo non sarebbe riuscita a riproporre fedelmente gli asset originale senza scendere a notevoli compromessi, Square Enix ha quindi deciso di convertire per Switch l'edizione mobile, rivolgendosi a un pubblico sicuramente più ristretto. Nelle prossime righe cercheremo di rispondere alla domanda più ovvia: a chi potrebbe interessare Final Fantasy XV in formato chibi?

Il viaggio del piccolo Noctis

Pur ricalcando più o meno fedelmente l'intreccio originale, Final Fantasy XV Pocket Edition HD si propone in modo alquanto diverso sia nella forma, sia nei contenuti. La differenza più eclatante, quella che giocoforza salta subito all'occhio per prima, sta senz'altro nell'aspetto del gioco. Dovendo rimpicciolire le ambizioni dell'opera di Tetsuya Nomura e Hajime Tabata per farla entrare in tasca, Square Enix ha rinunciato all'open world e alla grafica fotorealistica per adottare uno stile di tipo "chibi", anche se più snello e aggraziato del tradizionale super deformed. Il design ricorda quello di titoli come Bravely Default e in qualche modo riesce a restare fedele ai lineamenti sinuosi e aggraziati di Nomura, restituendo personaggi drasticamente diversi ma allo stesso tempo immediatamente riconoscibili. In questo senso, se si apprezza lo stile "chibi" di cui sopra, Final Fantasy XV Pocket Edition HD è un adattamento riuscito, anche se la pressoché totale inespressività dei personaggi, durante le cinematiche che raccontano la storia, ne indebolisce sensibilmente l'impatto emotivo.

Pensate all'introduzione, per esempio, che senza la cover di Stand by me dei Florence + the Machine perde la sua caratteristica unicità, oppure al drammatico momento in cui Noctis e i suoi amici scoprono che cos'è successo alla loro città. La trama è infatti la stessa, seppur riassunta pesantemente in certi frangenti: il principe Noctis di Insomnia parte coi suoi migliori amici per un viaggio on the road che lo porterà a sposare l'oracolo Lunafreya. Durante la loro scampagnata, però, succede l'irreparabile, e l'esercito di Niflheim invade la capitale, assassinando il sovrano e costringendo Noctis a un altro tipo di viaggio in cui dovrà trovare sé stesso e la forza per riconquistare la sua patria. Pur essendo afflitta da qualche incertezza, la storia di Final Fantasy XV è toccante e ricca di sequenze memorabili che in questa versione tascabile sono state snellite: scevro di deviazioni e obiettivi secondari che fanno da riempitivi, il gioco va dritto al punto e ci racconta i fatti salienti in dieci capitoli piuttosto stringati che si completano in poche ore.

Piccoli problemi

È ovvio che Square Enix ha dovuto intervenire pesantemente sulla struttura del gioco e sul gameplay in generale: come abbiamo detto, non esiste più un open world, e le missioni si svolgono in scenari particolareggiati ma fondamentalmente lineari e ristretti, in cui il team composto da Noctis e dai suoi tre amici affronta i vari nemici. Ogni tanto è possibile intraprendere un incarico secondario che garantisce punti esperienza e abilità da spendere per aumentare di livello i nostri eroi e far imparare loro nuove competenze o tecniche di combattimento: in questo senso, la crescita dei personaggi ricalca in maniera abbastanza fedele quella del titolo originale, ma praticamente ogni altra caratteristica o dinamica di gameplay è stata semplificata o direttamente automatizzata. I combattimenti, per esempio, hanno mantenuto l'impostazione in tempo reale, e basta tenere premuto il tasto di attacco per far sì che Noctis esegua varie catene di colpi con le armi equipaggiate. Le proiezioni sono assegnate a un altro tasto o a un'eventuale combinazione di tasti, ma naturalmente non è più possibile proiettare Noctis verticalmente e sfruttare sporgenze o appigli rialzati.

Allo stesso modo, la schivata e il contrattacco sono diventati semplici Quick Time Event da risolvere premendo il tasto indicato al momento giusto, magari anche per innescare qualche attacco incrociato con Gladio, Ignis e Prompto. È tutto super semplificato, insomma, e così anche il livello di difficoltà rimane piuttosto basso per tutta l'avventura: in pratica si vince tenendo premuto un tasto e schiacciandone occasionalmente qualche altro, senza che neppure i boss riescano a ostacolarci in modo particolare, essendo perlopiù spugne che assorbono una quantità di danni decisamente maggiore rispetto ai nemici normali, prima di cadere inevitabilmente anche loro. Final Fantasy XV Pocket Edition HD non ha mai avuto la pretesa di essere un titolo impegnativo, comunque, ma soltanto un bignami spensierato, e in questo senso riesce nell'intento senza grossi problemi... eccezion fatta per quelli tecnici.

Al di là dello stile che, come abbiamo detto prima, può piacere o non piacere, bisogna ammettere che il titolo Square Enix presta il fianco a qualche inadeguatezza di troppo sul fronte meramente tecnico, specialmente se giocato in modalità TV. In modalità portatile, infatti, Final Fantasy XV Pocket Edition HD è assolutamente piacevole, colorato e curato, ma una volta alloggiato lo Switch nel Dock emergono vari problemi: l'immagine si sporca sensibilmente, i sessanta frame al secondo vanno a farsi benedire e per di più il gioco tende ingiustificatamente a rallentare nelle situazioni più concitate, come i combattimenti. Il codice è inoltre soggetto a caricamenti estenuanti in entrambe le modalità, nonché a una certa instabilità che obbliga talvolta a riavviare direttamente il software. Le ultime, in particolare, sono problematiche risolvibili con qualche piccola patch, ma tradiscono comunque una lavorazione piuttosto superficiale.