Il sistema dei generi è un elemento portante dell'industria dei videogiochi, così come è sempre stato per qualsiasi ramo dell'intrattenimento. Tuttavia, quando questi generi si consolidano in codici sedimentati, accade spesso che si ricorra a ibridazioni inedite per trovare soluzioni nuove e vivaci, proprio come vediamo in questa recensione di Floppy Knights. Siamo soliti vedere variazioni dell'RPG che prendono elementi roguelike, dungeon crawler e creano misti intermedi di varia tipologia, ma di recente anche le carte hanno iniziato ad essere prese sempre più in considerazione per queste particolari sperimentazioni videoludiche.
La soluzione proposta da Rose City Games è particolarmente originale e funziona anche decisamente bene: si tratta di prendere la struttura tipica dello strategico a turni e variarla un po' con l'inserimento delle carte e delle dinamiche "deck building" che derivano da queste e il risultato è un buon mix tra il raziocinio della tattica e il caos dell'aleatorietà delle carte, unito a un sistema di progressione comunque presente.
La storia è molto semplice: in un mondo incantato e dominato dalla magia, la protagonista Phoebe è una ragazza ribelle che è totalmente affascinata dalla tecnologia e guarda con disprezzo alle arti magiche. Questo la mette in una situazione imbarazzante soprattutto per i genitori, che la vorrebbero vedere instradata verso qualche tranquillo impiego o nello studio della magia. Tuttavia, Phoebe ha pronta una strategia vincente per la propria vita: vincere il Contest dei Gadget indetto dalla cittadina vicina e potersi così guadagnare il rispetto di tutti, oltre che un bel gruzzoletto con cui magari poter andare a vivere da sola e togliere i genitori dall'imbarazzo di una figlia scapestrata ancora in casa.
E qual è l'idea brillante elaborata da Phoebe? Non tanto il suo braccio meccanico senziente Carlton, che con la sua intelligenza artificiale probabilmente basterebbe a farle vincere il premio Nobel (se esistesse in questo mondo), bensì l'invenzione dei Floppy Knights, ovvero combattenti e poteri che scaturiscono da vecchi floppy disk, elaborati da Carlton per diventare degli strani esseri a metà tra vegetali e soldatini.
Combattimenti a turni e carte
L'idea di Phoebe è dunque di presentare i suoi Floppy Knights al Gadget Contest e stravincere per manifesta superiorità, ma la strada per arrivare al concorso è lunga e stranamente piena di problemi. In effetti, appena uscita di casa la nostra protagonista si trova a dover attraversare una mappa fitta di tappe, ognuna corrispondente a un combattimento sempre più impegnativo, cosa che non fa che arricchire il business plan della protagonista. Unendo l'utile al proficuo, la nostra si mette a risolvere i problemi di vari abitanti dei paraggi portando avanti delle sorte di quest, ognuna legata a una serie di scontri strategici sul campo, ottenendo in cambio varie monete e anche delle carte aggiuntive da mettere nel mazzo dei Floppy Knights.
Gli scontri avvengono su una mappa composta da caselle, seguendo precisamente le regole dello strategico a turni. Gli esempi più vicini sono probabilmente Fire Emblem e Advance Wars, titoli richiamati anche da varie soluzioni in termini di interfaccia, dunque se avete esperienza con questi vi troverete piuttosto a vostro agio in questo gioco.
Quello che però sconvolge tutte le dinamiche standard è la presenza delle carte, che di fatto modificano profondamente il gameplay classico dello strategico: questo non tanto sul fronte delle azioni da effettuare, che rimangono sostanzialmente le stesse tra spostamenti di truppe, attacchi, difesa e conquista (ognuna legata alle specifiche statistiche e abilità delle singole unità), quanto piuttosto per quel che riguarda la disponibilità di queste azioni, che dipende dall'estrazione delle carte a ogni turno.
Per fare un esempio pratico e particolarmente diffuso nell'azione di gioco, lo spostamento delle "truppe" non avviene di default a ogni turno, ma è necessario utilizzare la carta apposita e così avviene anche per varie altre opzioni considerate standard negli strategici, come lo schieramento delle unità e l'uso di attacchi speciali. Soltanto l'attacco diretto con la propria arma d'ordinanza e all'interno del raggio d'azione previsto dal personaggio è garantito in ogni caso, ma tutto il resto dipende dalla "mano" di carte che viene estratta dal mazzo a ogni turno.
Strategico e deck builder insieme
Questa struttura mista costringe a fare i conti con una maggiore quantità di variabili: non ci sono solo i parametri tipici dello strategico da tenere in considerazione - qui peraltro particolarmente stringenti come in Fire Emblem, considerando che una precedenza nell'attacco significa spesso la vittoria dello scontro - ma anche l'aleatorietà delle mosse che vengono prelevate a caso dal mazzo di turno in turno. Per questo motivo, il tasso di sfida è piuttosto alto anche nei primi scontri, imponendo fin da subito una grande attenzione alle mosse a disposizione e al raggio d'azione dei nemici. Non si tratta però solo di caso, ovviamente: il concetto stesso di deck building si basa su un'impostazione strategica più profonda, incentrata sulla costruzione del mazzo da combattimento. Dobbiamo preparare la dotazione di carte in modo da avere una discreta quantità di unità da schierare (che aumentano in varietà e potenza come ricompense all'avanzare dei livelli) e bilanciare attacchi e poteri con un buon assortimento di carte-movimento, fondamentali per riuscire a fare qualsiasi cosa in battaglia.
La costruzione e gestione del mazzo diventa dunque un elemento fondamentale del gameplay e una sezione in cui si dovrà passare del tempo per raggiungere il giusto grado di competitività. Oltre alla selezione delle carte da inserire nel deck, che comprende anche la scelta del proprio "capitano", ovvero il floppy Knight più importante dell'esercito, sulla cui sopravvivenza si giocano le sorti della battaglia, è necessario anche dedicarsi al crafting delle carte, che avviene a dire il vero in maniera molto semplificata attraverso la spesa del denaro raccolto su tipologie più o meno costose di carte.
Il risvolto della medaglia, in tutto questo tatticismo, è proprio dato da una certa macchinosità del sistema. Nonostante il look faceto e ridanciano, che richiama i cartoni animati anni 90 e i libri illustrati per bambini, tutto il sistema risulta piuttosto pesante, con partite spesso lunghe e complesse. Il ritmo è sempre molto compassato, inoltre l'impossibilità di cancellare l'ultima operazione effettuata rappresenta una certa difficoltà aggiuntiva che poteva essere evitata in favore di un sistema più dinamico e permissivo.
Tra Advance Wars e i cartoni del sabato mattina
La caratterizzazione scelta da Rose City Games riesce perfettamente a creare una splendida atmosfera, posizionandosi a metà tra il look fumettoso di Advance Wars e quello tipico da "cartone animato del sabato mattina". Questo stile allegro sottolinea la storia piuttosto surreale di Floppy Knights, che si presenta come una sorta di favola moderna tra racconto di formazione e picaresco, ma tutto impostato su una parodia dei tempi moderni, con protagonista una ragazza eccentrica e anticonformista intenzionata ad emergere in una società troppo impostata su antichi valori, ribaltandone le certezze. Alla fine dei conti è una storia che non si prende affatto sul serio, ma che comunque ha degli spunti interessanti e presenta personaggi a cui è facile affezionarsi con notevole velocità. La produzione è ovviamente limitata in termini di risorse investite e le scene d'intermezzo sono in gran parte statiche, con la storia che viene narrata attraverso dialoghi piuttosto brillanti.
Conclusioni
L'idea di mischiare lo strategico a turni con il gioco di carte "deck builder" funziona ed è stata realizzata perfettamente da Rose City Games, creando una meccanica di gameplay profonda e avvincente. Forse manca un po' di contorno: la storia è simpatica e i personaggi piuttosto carismatici, ma entrambe le cose restano molto superficiali, in linea con la rappresentazione infantile da cartone animato del "sabato mattina" adottata dagli autori. Visto che, di converso, il gioco è invece ragionato e impegnativo, forse una maggiore attenzione alla struttura delle quest e al supporto narrativo sarebbe stata auspicabile, ma anche così Floppy Knights riesce a divertire per tutta la sua durata, proponendo anche una sfida impegnativa e ben strutturata.
PRO
- La dinamica degli scontri strategici funziona ottimamente
- Bella integrazione del gioco di carte deck builder
- Caratterizzazione carismatica
CONTRO
- Struttura di quest e scontri un po' ripetitiva
- Narrazione simpatica ma superficiale