Prima di immergerci nella recensione di Front Mission 1st: Remake per Nintendo Switch, spendiamo due parole sugli appassionati giapponesi che, nel 1995, hanno avuto la fortuna di acquistare una copia dell'originale per i loro Super Nintendo.
Immaginateveli in pieno inverno, il gioco uscì a febbraio, chiusi nelle loro splendide casette da Nobita di Doraemon, davanti a un gioco del genere. Ecco, non provate invidia? Se non sentite nulla, significa che di Front Mission sapete molto poco, magari siete fermi al recente Front Mission Left Alife del 2019, quando lo sviluppatore Llinx ebbe l'ardire di trasformare uno strategico con i fiocchi nel più sboccato degli action game, oltretutto con risultati disastrosi. Siete giustificati, non temete, perché la serie è sempre stata gestita male e distribuita al di fuori del Giappone senza mai sufficiente convinzione. Fidatevi se però vi diciamo che un gioco come il primo Front Mission in quegli anni deve essere stato una vera e propria bomba, uno di quelle cartucce che ti fa strabuzzare gli occhi increduli.
Un amore sofferto
Del resto la descrizione somiglia pericolosamente a quel che abbiamo provato noi, questa volta nell'agosto del 2000 e su una PlayStation, quando abbiamo caricato per la prima volta Front Mission 3, il capitolo che ha presentato la serie ai videogiocatori europei. Ma il vero amore scoccò su PlayStation 2 e Front Mission 4, anche se fummo costretti ad andarlo a cercare negli Stati Uniti perché mai ufficialmente distribuito dalle nostre parti. A pensarci bene è stata davvero una fatica cercare di seguire questa serie, un po' come è accaduto con gli Yakuza di Sega prima che iniziassero a crederci davvero. Questo ha portato a un veloce disinnamoramento da parte del pubblico verso Front Mission, la stessa sindrome che sembra aver colpito qualche anno più tardi anche la stessa Square Enix, che ha iniziato a maltrattare la serie come non mai.
Eppure uno strategico a turni con mech giganti dal taglio giapponese sembra un'unione a dir poco perfetta, e dannazione se lo è! Fortunatamente il genere sta vivendo una vertiginosa rinascita, sia su PC che clamorosamente proprio su Nintendo Switch, e questo ha spinto il gigante giapponese a dare una nuova chance a Front Mission, questa volta ripartendo a tutti gli effetti dal principio con i remake del primo e del secondo gioco usciti originariamente su SNES. Del secondo non abbiamo ancora una data di uscita, mentre il primo è nelle nostre mani già da qualche giorno.
Il lavoro è stato affidato ai polacchi di Forever Entertainment, gruppo che ha già lavorato con Square Enix per Fear Effect Sedna e a una miriade di giochi minori. Se state pensando che appoggiarsi a una software house senza un grande pedigree sia stato uno sbaglio, dovrete ricredervi. Questo rodato gruppo di lavoro sembra davvero aver dato il massimo, e a sensazione senza nemmeno un grande supporto in termini di budget. La nuova grafica che riveste il gioco del 1995 è sorprendentemente buona, dettagliata, e dalla palette di colori molto vicina a quella originale, quindi anche rispettosa del look che ha sempre contraddistinto Front Mission.
Anche le musiche sono state rinnovate, cercando di non stravolgere mai troppo gli ottimi brani dell'illustre capostipite. Ecco, Front Mission 1st ha questo problema non solo nella soundtrack: è certamente un remake, almeno dal punto di vista audiovisivo, ma o perché non gli è stato dato il permesso o perché Forever Entertainment ha avuto paura di distorcere troppo l'originale, finisce per non fare abbastanza. È un remake che non vorrebbe esserlo, o che forse vorrebbe esserlo fino in fondo, e che in questa via di mezzo scelta non si trova del tutto a suo agio.
Poco coraggio
Gameplay e level design sono prevalentemente quelli del 1995 e come potete intuire va bene fino ad un certo punto. Fortunatamente il gioco originale era in anticipo sui tempi, di conseguenza già in possesso di molte caratteristiche che non ti aspetteresti da un gioco per SNES come una profonda personalizzazione dei mech, e cinque barre di energia dedicata alle diverse parti dei robot. Informazioni che però non portano a una maggiore profondità strategica: indebolendo le gambe di un mech questo si muoverà più lentamente, ma non potremo mirarle volontariamente, solo sperare che accada al momento giusto. Front Mission però era anche famoso per la sua difficoltà, e questo aspetto non sembra essere stato ritoccato come sarebbe stato opportuno fare, perché quella di un gioco così vecchio può essere davvero snervante, ingiusta.
E in Front Mission 1st, superate le prime missioni le cose tendono andare proprio in questo verso. Fortunatamente il gioco propone tantissimi livelli di difficoltà, incluso uno pensato specificatamente per godersi la storia che rimane affascinante nonostante nei suoi sviluppi, dopo circa 25 anni, emergano diverse ingenuità e una sensazione di già visto che ne smorza in parte in fascino. La grandezza del progetto originale continua però ad emergere con forza attraverso ambientazioni sempre notevoli, battaglie nelle arene e personaggi in grado di lasciare sempre e comunque il segno.
Conclusioni
Front Mission 1st è un remake che rinnova il gioco del '95 prevalentemente dal punto di vista grafico. Per il momento può bastare, a patto che non vi spaventi affrontare snervanti picchi di difficoltà presenti comunque anche nell'originale, e che sappiate chiudere gli occhi davanti a una superficialità di gameplay non pensata per aiutare i giocatori, come quella moderna, ma per aggirare i limiti imposti dall'epoca. Certo sarebbe bello se dopo questo antipasto Square Enix si mettesse al lavoro su un vero seguito, tutta grafica e strategia...
PRO
- Nuova veste grafica davvero molto buona
- Di strategici così ce ne sono sempre pochi
- Trama di classe e buoni colpi di scena
CONTRO
- Il gameplay è rimasto praticamente lo stesso del 1995
- Picchi di difficoltà immotivati
- Davvero non si poteva fare di più?