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Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione

Namco Bandai propone il doveroso adattamento videoludico di una delle serie animate di maggior successo degli ultimi anni: una licenza sprecata o un degno omaggio alla serie? Scopriamolo insieme...

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   17/10/2007
Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy
Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy
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Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione
Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione
Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione

Una storia strana

Il gioco è suddiviso in dieci livelli, che tentano di ripercorrere (di corsa) la storia dell'anime. Quello che rende la situazione quantomeno forzata, è che la modalità storia può essere portata a termine in meno di 4 ore di gioco, nelle quali la trama viene raccontata soprattutto attraverso cut scenes e video d'intermezzo, vista la struttura scelta per il gameplay, poco propensa al dialogo, diciamo. Pretendere di inserire i 51 episodi della serie animata all'interno dei pochi minuti a disposizione era ovviamente un compito improbo, che gli sviluppatori sono riusciti a svolgere probabilmente nel peggiore dei modi: la visione che deriva dall'esperienza videoludica è che l'avventura di Edward e Alphonse non è che un susseguirsi continuo di scontri con nemici sempre più cattivi, con risvolti di un macabro agghiacciante, e senza quel tocco umano e quel calore dei rapporti interpersonali tra i personaggi che stempera le tematiche pur profonde dell'anime, evidentemente giudicate una parte sacrificabile nella necessaria operazione di scrematura della storia. Chi conosce già lo svolgersi degli eventi ovviamente saprà ben interpretare il susseguirsi delle scene, ma probabilmente non ne godrà più di tanto, vista appunto la chiave scelta per la narrazione, e il montaggio fin troppo ellittico attuato, che taglia fuori episodi fondamentali, e ricrea dialoghi abbozzati con scene fisse e brevi scambi di battute. Coloro che invece non conoscono la trama originale, riceveranno da questo gioco un'immagine quantomeno confusa dell'opera di Arakawa, e decisamente poco soddisfacente.

Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione
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Full contact alchemist

La struttura del gioco può essere identificata con la categoria allargata di "action-adventure", ma l'appellativo che più calza è probabilmente quello di picchiaduro a scorrimento, e della scuola più classica per giunta. In sostanza, ci troveremo ad impersonare i protagonisti del gioco (i due fratelli, inizialmente) che si muovono all'interno di scenari bidimensionali a scorrimento orizzontale. I nemici ci arrivano addosso a frotte, e tutto quello che dobbiamo fare è menare cazzotti e calci per liberarci la strada verso il fondo del livello. I controlli sono estremamente semplificati: con un tasto si salta, con uno si picchia: la ripetuta pressione del tasto di attacco innesca alcune combo, di numero notevolmente basso. Un minimo di profondità all'azione è data dalla possibilità di utilizzare i poteri alchemici, attraverso l'ovvia interfaccia touch screen. Premendo sullo schermo inferiore, è possibile innescare un attacco magico (si parte con uno di base, ma se ne aggiungono altri proseguendo nel gioco) di livello differente a seconda del potere accumulato raccogliendo particolari sfere, oppure creare un muro, utile sia come protezione contro i nemici che come supporto su cui saltare e raggiungere zone altrimenti inaccessibili.

La struttura del gioco può essere identificata con la categoria allargata di "action-adventure", ma l'appellativo che più calza è probabilmente quello di picchiaduro a scorrimento

Full contact alchemist


Queste opzioni sono rese praticamente inutili dalla scarsa intelligenza artificiale dei nemici, per i quali basta l'attacco base usato con un buon tempismo, ma tornare piuttosto favorevoli negli scontri con i numerosi boss che costellano il gioco, i vari nodi su cui si svolge l'intreccio. Ogni tanto ci troviamo ad affrontare alcuni semplici minigiochi, che riescono bene nell'intento di spezzare l'altrimenti monotona azione di gioco, sebbene nessuno di essi si contraddistingua per una particolare predisposizione ad essere giocato per più di un paio di volte. Terminato il gioco in modalità storia si accede all'opzione "Character", che consente di ripercorrere il gioco utilizzando via via nuovi personaggi. In questi casi, però, quasi tutte le cut scenes e intermezzi vari sono stati eliminati, dunque la lunghezza del gioco si ridimensiona ulteriormente. Il titolo è particolarmente prodigo di bonus ed extra sbloccabili, cosa che farà sicuramente piacere ai fan della serie, come profili dei personaggi, immagini, scenette d'intermezzo e cose del genere. Grave assenza, oltreché misteriosa, data la struttura favorevole ad accogliere la feature, è quella del multiplayer. Nonostante il gioco in certi casi sia strutturato sulla presenza di due personaggi in azione (uno dei due gestito dalla CPU) non è possibile affrontare l'avventura con un compagno, né in locale né (tantomeno) online.

Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione
Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione
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Alchimia mancata

L'elemento che salva in parte questo gioco dal baratro è l'aspetto tecnico, data la buona grafica che lo caratterizza e l'accompagnamento sonoro mediato direttamente dalla serie animata. La grafica è ben curata, con scenari dettagliati e sprite ben definiti e degnamente animati, soprattutto per quanto riguarda i protagonisti, sebbene soffra del difetto comune dei giochi di questo genere in 2D: il riciclaggio di elementi. Questo non riguarda tanto gli scenari, tutto sommato piuttosto variegati e ben impostati anche grazie ai vari strati di parallasse presenti, quanto piuttosto gli sprite: i nemici hanno pochi frames di animazione, e soprattutto sono spesso gli stessi modelli ripetuti con colorazioni diverse, proprio come accadeva negli anni 80. Comunque, l'aspetto generale è piacevole grazie al buon tratto con cui la grafica è stata costruita, con un accento spostato verso lo stile "deformed" più che su uno serioso, date anche le piccole dimensioni dei personaggi. Il sonoro è invece tratto direttamente dall'anime, dunque si attesta su buoni livelli, almeno per quanto riguarda le musiche. Altalenanti gli effetti sonori, aspetto sul quale il prodotto generalmente non brilla. Un aspetto su cui era lecito attendersi di più è invece il comparto di contenuti multimediali, che in un videogioco basato su un anime dovrebbe ricoprire un ruolo importante. In effetti la struttura punta molto al collezionamento degli extra e ai contenuti bonus, ma questi non offrono nulla di particolarmente soddisfacente. E' vero che una cartuccia per Nintendo DS non è forse il supporto più appropriato da caricare di filmati, ma qualche scena animata oltre alle sparute cut scenes, dati anche i nuovi sistemi di compressione, poteva essere inserita. Tutto quello che il gioco offre sono immagini tratte dall'anime, di quelità nemmeno eccelsa, e anche nelle fasi narrative i "filmati" sono in verità composti da scene statiche, associate con una regia che desta più di un dubbio. Almeno, molti di questi intermezzi godono di un doppiaggio attuato dai medesimi attori della serie animata, e anche se la compressione non è il massimo si lasciano vedere in maniera dignitosa.

Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy - Recensione
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Commento

Come grazie ad una sorta di anti-pietra filosofale, Bandai è riuscita a derivare il piombo dall'oro, trasformando una licenza importante in un videogioco mediocre, sotto diversi aspetti raffazzonato. Il comparto tecnico, per quanto riguarda grafica e sonoro, si difende abbastanza bene, offrendo un buon adattamento dello stile dell'anime su sprite e scenari, accompagnando il tutto con le musiche tratte dalla serie animata. I problemi grossi riguardano l'anima stessa del titolo in questione: il gameplay. Nel 2007 è già difficile riuscire a confezionare un picchiaduro a scorrimento in 2D che sia accattivante, ma se ci si mette anche una longevità scarsa, una dinamica di combattimento in stile "button masher" (schiacciare ripetutamente un solo bottone) e un design dei livelli e dei boss ben poco ispirato, il successo non potrebbe essere più distante. Chiude il quadro una bizzarra interpretazione della storia che deriva da una discutibile riduzione della trama dell'anime, e una scarsa qualità degli elementi extraludici (video d'intermezzo, contenuti multimediali vari) che in un gioco basato su una licenza del genere sono fondamentali. In generale un prodotto evitabile, a meno che non si sia dei fan veramente sfegatati della serie.

Pro:

  • Grafica buona o sonoro discreto
  • Grande quantità di contenuti extra da sbloccare
  • Fullmetal Alchemist (l'anime) è un'ottima serie
Contro:
  • Gameplay preistorico e poco appagante
  • Inconcepibile rimaneggiamento della storia
  • Qualità scadente dei contenuti multimediali
  • Totale assenza del multiplayer

Fullmetal Alchemist: Dual Sympathy è disponibile per Nintendo DS

Fullmetal Alchemist sta cominciando a riscuotere un buon successo anche dalle nostre parti, grazie alla programmazione televisiva cominciata recentemente, ma in Giappone e Stati Uniti è un anime/manga che si avvicina decisamente allo status “fenomeno di massa”. Chi lo conosce sa che la storia è incentrata su due giovani fratelli, Edward e Alphonse, che si ritrovano ad avere a che fare con la mistica scienza alchemica nel tentativo di ridare la vita alla madre scomparsa: l’esperimento non solo non va a buon fine, ma sconvolge pesantemente l'esistenza dei due ragazzi, modificando il loro stesso aspetto. Da lì, parte il viaggio alla ricerca della pietra filosofale, l'unica speranza di risolvere l'intricata situazione in cui si sono cacciati. Chiaramente, il tutto si configura come il classico viaggio di formazione per i due, che sulla strada si troveranno ad incrociare un infinità di realtà diverse e di nuovi personaggi, alcuni buoni, molti altri ben poco amichevoli. L'opera di Hiromu Arakawa non è incentrata eccessivamente sull'azione forsennata, ma piuttosto sulle relazioni tra i personaggi, sulle diverse situazioni e sul fascino particolare di una materia come l'antica alchimia, trattata qui (come spesso accade per tematiche storiche occidentali in opere nipponiche) in una chiave decisamente romanzata e avventurosa. Sotto ogni aspetto, Fullmetal Alchemist è ben distante dalla continua scazzottata a cui questo adattamento videoludico l'ha ridotta: Bandai Namco ha infatti pensato bene di trarre dalla licenza in questione nientemeno che un picchiaduro a scorrimento, in un'operazione di reinterpretazione che francamente lascia basiti, più che altro.