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Gears of War - Recensione

Uno dei più importanti titoli per Xbox 360 arriva finalmente anche su PC... e senza la minima intenzione di scherzare.

RECENSIONE di David Falzarano   —   08/11/2007
Gears of War
Gears of War
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Lo scorso anno Gears of War ha rappresentato una piccola rivoluzione per i possessori di Xbox 360, che si sono ritrovati fra le mani la prima vera “killer application”, quel gioco che da solo giustifica l’acquisto della console, che catalizza milioni di giocatori su Xbox Live, e che ancora, dopo dodici mesi, li tiene incollati davanti allo schermo in adrenaliniche partite multiplayer (solo Halo 3 ha recentemente spodestato GoW dalla vetta dei giochi più gettonati in Live). Ebbene Gears of War è finalmente giunto sui nostri PC, e l’ha fatto non rinunciando proprio a niente di quanto l’ha reso grande su console, bensì portando in dote un potente editor di livelli, nuove mappe multiplayer, una modalità di gioco inedita e capitoli aggiuntivi per la campagna in singolo. Niente male eh?

Gears of War - Recensione
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Il mio regno per una locusta

Gears of War racconta la storia del rude Marcus Fenix, soldato accusato di tradimento che all’inizio del gioco troviamo a scontare la sua pena di quattro anni dentro una cella. Come un fulmine a ciel sereno però, il suo vecchio compagno d’armi e amico di sempre Dominic Santiago viene a liberarlo, e per circostanze eccezionali Fenix viene riammesso nella Delta Squad, una squadra speciale dell’esercito. Le “circostanze eccezionali” sono nella fattispecie l’invasione della superfice del pianeta da parte di una razza umanoide mutante che si annida nel sottosuolo, fatto che obbliga i militari a dover contare su tutti gli uomini disponibili, galeotti compresi. Queste misteriose creature dall’aspetto mostruoso vengono chiamate Locuste, e oltre a poter vantare una resistenza fisica superiore, hanno in mano anche delle tecnologie sicuramente non inferiori a quelle degli umani. Lo scopo della Delta Squad è di recuperare uno strumento (il “resonator”) che permetta di creare una mappa dettagliata dei tunnel scavati dalle locuste e poi distruggerli. Dopo mille vicissitudini l’avventura porterà i nostri eroi allo scontro finale con il generale Raam, capo dell’esercito delle locuste. Ce la farete a farli uscire vittoriosi?

Gears of War - Recensione
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20.000 leghe sotto terra

Gears of War non è straordinariamente rivoluzionario o particolarmente originale: il suo segreto sta in piccole idee più o meno innovative che agiscono in funzione della semplicità e dell’immediatezza di gioco; il tutto si traduce in una miscela solida e fortemente azzecata. Insomma Gears of War fa cose relativamente semplici, ma le fa bene. Molto bene.
Una delle colonne portati è il sistema di riparo, fortemente ispirato a quello visto in precedenza nel gioco per PlayStation 2 “Kill.Switch”, ma sicuramente portato a un nuovo livello di immediatezza ed efficacia. Ingaggiando scontri a fuoco con le locuste sarà infatti necessario ripararsi il più possibile dietro barili, muri, tavolini o qualsiasi altro oggetto che possa proteggere dai proiettili nemici, al fine di evitare una morte veloce e ingloriosa. Una volta al riparo è possibile sparare alla cieca esponendo solo l’arma, oppure affacciarsi e, rischiando di venire colpiti, poter mirare in modo molto più preciso. Questo sistema di gioco rende le battaglie molto emozionanti e coinvolgenti: passare da un riparo all’altro più velocemente possibile e sporgersi al momento giusto per colpire gli avversari è un meccanismo che si metabolizza velocemente e diviene piacevolmente istintivo.
Ad aiutarci in questo arrivano i comandi, plasmati appositamente attorno a questa necessità.

Gears of War - Recensione
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20.000 leghe sotto terra

Con il tasto barra spaziatrice (o “A” se si usa il pad Xbox 360), si esegue praticamente qualsiasi mossa utile per gli spostamenti rapidi: se con una singola pressione Marcus cerca copertura nel riparo più vicino disponibile, con il doppio click effettua una capriola, che sia avanti, indietro o laterale, e tenendo premuto si attiva la corsa. Una volta al riparo possono essere effettuate altre manovre, come passare velocemente da una parete all’altra o scavalcare un ostacolo.
Altro piccolo gioiello, che a nostro avviso dovrebbe essere esportato in molti altri titoli del genere, è la ricarica attiva. In passato la ricarica dell’arma veniva effettuata con la pressione di un tasto, ora con la ricarica attiva è necessario un piccolo sforzo in più: premendo la prima volta il tasto, si attiva un indicatore luminoso che scorre velocemente da sinistra a destra nell’apposita barra di ricarica, divisa in tre zone distinte; se si preme nuovamente il tasto mentre l’indicatore è nella zona più estesa delle tre, l’arma si inceppa e si perderanno secondi preziosi per sbloccarla. Bloccando l’indicatore sulla parte di grandezza intermedia, invece, si ottiene una ricarica di velocità standard, mentre riuscendo a prendere la porzione di barra più piccola, si effettua la vera e propria ricarica attiva, che ha la caratteristica di essere velocissima (richiede almeno metà del tempo rispetto a quella normale) e di dare ai proiettili maggiore potenza distruttiva. Come già detto: idea semplice ma molto interessante.

Mi allunghi la vita, ma non me la racconti giusta

I contenuti aggiuntivi della storia principale, tanto chiacchierati nei mesi scorsi, si concretizzano in cinque nuovi capitoli posizionati all’inizio del quinto atto, e aggiungono mediamente un’ora e mezza di gioco. Sono senz’altro una cosa buona e giusta, anche perché permettono finalmente di combattere con quell’odioso mostro gigante chiamato Brumak da cui nella versione console possiamo solo scappare, e introducono begli ambienti aperti e vasti, ma presentano alcuni difetti di realizzazione da non trascurare. In primo luogo la distanza tra un checkpoint e l’altra è talvolta veramente eccessiva, cosa che è impossibile trascurare anche considerato il fatto che la difficoltà di gioco in questi nuovi capitoli sembra subire un innalzamento improvviso, in barba alla normale progressione, e ciò potrebbe dar fastidio ai giocatori meno esperti anche perchè, ci preme sottolinearlo, non è possibile salvare a proprio piacimento ma bisogna rispettare il salvataggio automatico al raggiungimento di ogni checkpoint, proprio come avviene su Xbox 360. Inoltre, spesso la sensazione di qualcosa di “innestato” a forza si fa sentire più del dovuto (soprattutto nel capitolo dove è possibile scegliere diverse strade). Per il resto, il gioco è sempre il buon vecchio Gears of War, divertente, immediato, estremamente giocabile.
Per chi non si accontenta mai, e vuole più mappe multiplayer o nuove avventure per la campagna principale, Epic ha fornito inoltre un potente editor dei livelli, che con un po’ di apprendistato e una certa dose di creatività potrebbe prolungare a dismisura la longevità del titolo, diventando una vera e propria arma in più.

Gears of War - Recensione
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Mi allunghi la vita, ma non me la racconti giusta

Ma visto che la vita non è tutta rose e fiori, qualche difetto dobbiamo pure trovarlo. Una pecca di Gears of War è quella di non avere una struttura narrativa all’altezza di tutto il resto. Il giocatore si ritrova spaesato dal fatto che gli eventi che hanno creato la situazione nella quale ci si ritrova all’inizio del gioco sono praticamente ignoti, e vengono solo accennati in una paginetta del manuale, o in alcuni filmati promozionali che girano su internet. I nuovi capitoli esclusivi per la versione PC chiariscono alcuni buchi narrativi lasciati nella versione Xbox 360 fra il penultimo e l’ultimo atto del gioco, e questo è sicuramente un bene, ma non vanno oltre. Poi, cosa non da meno, i personaggi rimangono piuttosto piatti e si assomigliano un po’ tutti fra loro. Uno sviluppo più profondo dei vari protagonisti sarebbe stato la ciliegina sulla torta per un vero e proprio capolavoro.
A livello di longevità, Gears of War può garantire al giocatore medio una durata di circa 13-14 ore, che potrebbero salire a 16 per quei saggi individui che decidano di cominciare il gioco direttamente a difficoltà intermedia. C’è poi da dire che la campagna per giocatore singolo è così divertente che molti non disdegneranno una bel bis. E non dimentichiamoci di lui…

Il multiplayer

Se Gears of War ha riscosso così tanto successo online, un motivo ci sarà. Anzi, a dire il vero ce n’è più di uno. Alle partite multiplayer possono partecipare fino a otto giocatori, divisi in due squadre da quattro elementi ciascuna per affrontarsi in varie modalità: Warzone è il classico deatmatch a squadre, Execution è simile ma richiede un particolare modo di finire gli avversari, Assassination si focalizza sull’uccisione del leader di ogni squadra; poi ci sono le nuove Annex e King of the Hill che spostano l’ago della bilancia verso la tatticità costringendo i giocatori a presidiare alcune zone della mappa. Tutte le mappe sono piccoli capolavori di bilanciamento e design, e questa versione PC comprende tutte quelle che con il tempo sono state aggiunte su Xbox 360 con i download attraverso Xbox Live.

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Il multiplayer

Non dimentichiamoci poi una modalità che funge da vero e proprio cavallo di battaglia, cioè la campagna giocata in cooperativa con un amico, sia via LAN che via Live.
A proposito, per andare online con Gears of War servirà proprio un abbonamento al servizio Live, da poco introdotto nel mondo del PC, ma questo dovrà essere Gold (cioè a pagamento) solo per il multiplayer a squadre, mentre per il co-op basterà il Silver (gratuito). Per i patiti del “gamerscore” una buona notizia: se avete già sbloccato tutti gli obiettivi di GoW su Xbox 360 non importa, perché su PC vi verranno assegnati nuovamente i punti, proprio come se fosse un altro gioco.
Rispetto alla versione originale infine, è assente il multiplayer a schermo condiviso sullo stesso PC, ma nessuno piangerà calde lacrime per la sua mancanza.

Per gli irriducibili del joypad

Abbiamo provato Gears of War con un joypad originale Microsoft per Xbox 360 in versione USB e, senza grosse sorprese (il gioco ne garantisce il completo supporto), il risultato è stato assolutamente perfetto. I comandi sono reattivi, gli stick analogici sono precisi e rispondono velocemente: se solo sporadici swap di cui parleremo poco più avanti non rovinassero la festa, la sensazione generale sarebbe proprio quella di stare giocando alla versione console. Nel mondo dei PC, gli affezionati di tastiera e mouse sono veramente molti, ma anche ai più integralisti consigliamo di provare ad usare un joypad: potrebbero trovarsi di fronte a una vera e propria sorpresa. Gli unici veri vantaggi che può portare l’utilizzo di mouse e tastiera sono nella maggior velocità per girarsi, comunque aumentabile anche col joypad selezionando una maggiore sensibilità di risposta, e nella possibilità di effettuare capriole con il doppio click dei tasti W, A, S, D.

Grafica e sonoro

Pur essendo vecchio più di un anno a livello progettuale, se impostato al massimo livello di dettaglio Gears of War assicura una magnificenza grafica come pochi altri titoli PC sanno fare. Grazie all’ormai celebre Unreal Engine 3, che su PC può anche contare sul supporto alle DirectX 10, la quantità di poligoni su schermo è notevole, così come i numerosi effetti utilizzati, dal motion blur all’HDR, passando per la profondità di campo (o depth of field). Il bello è che il lato artistico non è da meno, ed è capace di farci passare da ambienti tetri e oscuri, a tratti opprimenti e claustrofobici, a paesaggi quasi poetici, come la magione Fenix e i suoi dintorni, dove un caldo fogliame autunnale che danza nel cielo fa da cornice a un bellissimo lago. In definitiva non possiamo etichettare Gears of War come un gioco particolarmente pesante. Con la configurazione di prova, se impostato tutto al massimo a 1920x1200, il gioco non andava oltre i 20 frame al secondo, un risultato niente male. Abbassando qualche dettaglio o, ancora meglio, portando la risoluzione a valori più umani, il miglioramento di prestazioni è netto.

Gears of War - Recensione
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Grafica e sonoro

Un problema non trascurabile è invece quello dello swapping: questa build da recensione ha il brutto vizio di swappare, ovverosia accedere a intervalli regolari all’hard disk per effettuare dei caricamenti causando degli scatti che interrompono la fluidità dell’azione, indipendentemente dai frame al secondo. Questo problema è quasi sicuramente dovuto all’ancora acerba ottimizzazione del flusso dei dati (streaming, in special modo delle texture), magagna che talvolta affligge lo sviluppo di giochi su PC. La stessa Epic Games ha dichiarato di essere in procinto di sistemare la cosa, quindi nella versione che troverete nei negozi (o al massimo con una prima patch) tutto dovrebbe andare a posto.
Lo sparatutto di Epic Games tiene alta la bandiera anche quando si parla di sonoro, presentando composizioni musicali di qualità e mai fuori posto, nonché effetti sonori particolarmente azzeccati e di grande personalità. Per quanto rigarda il doppiaggio, pur preferendo l’originale in inglese, semplicemente fantastico (la voce di Marcus Fenix è di John Di Maggio, doppiatore, fra gli altri personaggi, di Bender in “Futurama”), sarebbe folle non ammettere che anche le voci italiane si piazzano in un livello decisamente sopra la media, e risultano più che soddisfacenti in ogni singola circostanza.
Gears of War è completamente localizzato in italiano, manuale, menu, voci e sottotitoli compresi.

Commento

Gears of War passa da console a PC con una straordinaria disinvoltura, e non mancherà di conquistare questo suo nuovo pubblico con una giocabilità superlativa impreziosita da piccole ma importanti idee innovative, una grafica di primo livello e una modalità multiplayer particolarmente coinvolgente. Essere fan del genere e non considerare l’acquisto di Gears of War è praticamente follia allo stato puro, e anche chi ha già giocato il titolo originale potrebbe farci sopra un pensierino, considerati i contenuti aggiuntivi e l’editor. Insomma, andate e compratelo tutti: non ve ne pentirete.

Pro

  • Giocabilissimo, immediato, divertente
  • Tecnicamente molto valido
  • Ottimo multiplayer online
  • Editor dei livelli
Contro
  • Capitoli aggiuntivi graditi ma male integrati
  • Sporadici ma fastidiosi swap su disco
  • Narrazione della storia non impeccabile

Requisiti di Sistema


Requisiti Minimi

  • Sistema operativo: Windows XP
  • Processore: Single core 2,4 GHz
  • RAM: 1 GB
  • Scheda Video: NVIDIA 6600 o equivalente
  • Spazio su disco: 10 GB
Requisiti Consigliati
  • Processore: Qualsiasi Dual core
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: Ati X1900 o equivalente
Configurazione di Prova
  • Processore: Intel E6400@2,8GHz
  • RAM: 2 GB
  • Scheda Video: Ati X1950Pro
  • Monitor: Dell 24”