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Geist

Frutto della collaborazione fra n-Space e Nintendo, un FPS atipico che porta in dote alcuni elementi di originalità. Il travaglio di Geist è stato lungo e tormentato, sarà valsa la pena aspettare?

RECENSIONE di La Redazione   —   26/10/2005
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Chi mi metto stasera?

Come accennato in apertura, e per coloro i quali non avessero seguito le vicissitudini dello sviluppo di questo progetto (in passato noto anche con il nome in codice "Fear"), diciamo subito che la scelta del nome "Geist" (dal tedesco: spirito) trova spiegazione nel cuore vero e proprio del gioco, che consente al giocatore di entrare nei panni eterei dello spirito dell'agente speciale Sam Raimi, separatosi dal corpo dello stesso in conseguenza di una infelice operazione militare intesa a smantellare la losca e misteriosa Volks Corporation.

La dicotomia corpo-spirito garantisce al titolo spunti interessanti in termini di originalità

Chi mi metto stasera?

Lasciamo a chi legge queste righe il piacere di scoprire i dettagli delle vicende che hanno portato il corpo di Raimi a separarsi dal suo spirito, anticipiamo però che il canovaccio che sorregge la struttura narrativa di Geist strizza l'occhio ad un fanta-trash di bassa lega tutt'altro che appassionante. La dicotomia corpo-spirito garantisce al titolo spunti interessanti in termini di originalità, che nel gioco trovano realizzazione in un'analoga distinzione tra fasi di gioco alternate: momenti in cui si prende il controllo dello Spirito intervallati da momenti in cui lo stesso Spirito si impossessa di esseri viventi ed oggetti inanimati. Nelle condizioni di Geist il giocatore ha modo di muoversi pressoché indisturbato, fluttuando liberamente negli ambienti alla ricerca di possibili ospiti, siano essi umani, animali od oggetti, che gli permettano di interagire con l'universo terreno. Non tutti gli elementi presenti nel background sono passibili di possessione, per cui un'icona suggerirà al giocatore su quali oggetti concentrare la propria attenzione. Questo sistema di icone, che appaiono quando ci si trova in prossimità degli oggetti, si rivela imperfetto e saltuariamente motivo di frustrazione, come vedremo più avanti.

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Impossessarsi del corpo di un essere vivente presenta tuttavia un problema supplementare: è necessario abbassare le difese dell'ospite, e per fare ciò occorre spaventarlo. In questi frangenti dovrebbe entrare in causa la componente pseudo-creativa di Geist, in quanto spetta al giocatore inventarsi uno stratagemma per procurare uno spauracchio alla vittima, o quantomeno per inquietarla. A tal proposito tornano utili gli oggetti presenti sulla scena: cassettiere, telefoni, estintori, ecc., ma purtroppo il più delle volte l'impresa si riduce ad una banale e scontata attivazione in sequenza di quei pochi elementi di cui è possibile impossessarsi. Sovente gli intoppi nel capire come proseguire nel gioco sorgono invece a causa del sopracitato sistema di icone (che individua le cose con cui interagire), il quale costringe il giocatore a passare palmo a palmo gli ambienti di gioco, prodigandosi in movimenti inopportuni e macchinosi con la visuale, pena la non individuazione di elementi chiave. Un aspetto, quindi, che avrebbe senz'altro necessitato di maggiore cura.

Già dopo le prime ore di gioco (a proposito, la longevità complessiva si assesta sulla dozzina) appare evidente che Geist non rientra nella categoria dei FPS propriamente intesi, ma sembra invece appartenere ad un genere ibrido; se si pensa che nel corso dell'intera avventura saremo costretti ad eliminare forse meno di un centinaio di nemici (quasi sempre dotati di IA ai minimi livelli, laddove non letteralmente immobili, tanto da sembrare impazienti di essere cecchinati), e che sono al contrario numerose le sessioni puramente esplorative, ne consegue che non è del tutto azzardato parlare di Geist come di una avventura in soggettiva.

Il gioco non dà mai la sensazione di emanciparsi, galleggiando in un susseguirsi di ovvietà

Il sistema di controllo, peraltro, sembrerebbe confermare quanto asserito: tutto sommato funzionale nelle sessioni di esplorazione più quiete, mentre nelle rare occasioni in cui il grilletto deve essere sollecitato con più ardore, esso rivela tutti i suoi limiti, dimostrandosi lento e poco reattivo nella risposta, sia per quanto riguarda i movimenti che nel puntamento del mirino. Il gioco non dà mai la sensazione di emanciparsi, galleggiando in un susseguirsi di ovvietà. L'avventura avanza lungo binari di cose già viste e già fatte, e la gestione reiterata delle possessioni finisce con il perdere quasi subito di interesse, salvo riservare qualche spunto piacevole in dirittura d'arrivo. Un'avventura discreta, a tratti godibile, ma chi è alla ricerca di un vero e proprio FPS farebbe meglio a rivolgersi altrove, visto che nemmeno la modalità multiplayer riesce a distinguersi.

Geist
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La realizzazione tecnica di Geist appare fin da subito gravemente lacunosa. Modellazione poligonale di ambienti e personaggi, qualità delle texture e complessità degli effetti rasentano la mediocrità. Ad aggravare il tutto contribuisce un framerate totalmente instabile (ad occhio e croce in alcuni frangenti i frame per secondo non raggiungono la doppia cifra), il che appare francamente inspiegabile alla luce della pochezza visiva offerta su schermo. Si segnalano sporadici bugs e una diffusa incertezza nella gestione delle collisioni con i fondali. A ciò si aggiunge una controparte sonora dimenticabile e poco coerente (per di più a volte si inceppa, scatticchia, gracchia (!)), che ora si fa evocativa, ora sdrammatizza intempestivamente, ora crea di nuovo tensione. Uno scenario audio-video decisamente sconfortante, che arrosisce di fronte a produzioni anche di svariati anni più anziane.

COMMENTO

Laconicamente diremmo che Geist è un gioco approssimativo. Lo è nella realizzazione tecnica, nella cura dei dettagli, nel sistema di controllo e, per quanto pretestuosa, anche la struttura narrativa non riesce a convincere. Al di là di un comparto audio-visivo insufficiente, il rammarico principale è figlio della traduzione poco convincente di idee potenzialmente molto ricche in un gameplay equivalente. Ciò che emerge giocando a Geist è una sensazione di generale approssimazione e ampia perfettibilità. Non tutto è da buttare, in fin dei conti il titolo presenta elementi inediti e si lascia giocare piacevolmente, ma siamo ben lontani dagli standard qualitativi cui la Grande Enne ci ha abituato.

    Pro:
  • Concettualmente originale
  • Mediamente longevo
    Contro:
  • Tecnicamente inadeguato
  • IA scadente
  • Sistema di controllo poco versatile

Dopo anni e anni di lavorazione, il progetto Geist è finalmente giunto al capolinea. Parlando di spiriti e fantasmi potremmo dire che si è manifestato, impossessandosi finalmente del GameCube e permettendoci di tirare le somme su quello che ad oggi rappresenta l'unico FPS esclusivo per l'ammiraglia di casa Nintendo. Strano a dirsi, se si pensa che solo pochi anni fa Nintendo64 deteneva saldamente lo scettro di Re nel campo degli shooter in soggettiva, grazie ai titoli sviluppati da Rareware e Iguana. Sebbene il modesto curriculum di n-Space lasciasse spazio a più di un timore, il lavoro a braccetto con Nintendo permetteva se non altro di nutrire maggiori speranze circa la bontà del titolo, che per certi versi poteva anche ritenersi ambizioso, salvo poi uscire in sordina sul morire della generazione attuale di console. [C]

Alcuni scorci sono carini...
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L'entità ultraterrena si palesa
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Mandiamo in tilt il PC e l'ingegnere sarà nostro!
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