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Getting Up: Contents Under Pressure

Graffia, picchia, scappa.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   17/02/2006
Marc Ecko's Getting Up: Contents Under Pressure
Marc Ecko's Getting Up: Contents Under Pressure
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Hello. My name is Trane

Con ogni mezzo, dicevamo. Nella fattispecie, utilizzando una forza di polizia speciale, che si serve del sistema di telecamere cittadino per scovare i writer e che non si fa scrupoli ad ammazzarne qualcuno, soprattutto quando non ci sono testimoni. Trane è uno di questi writer, all'inizio del gioco viene buttato fuori di casa per via del suo pericoloso passatempo e noi dovremo aiutarlo a farsi una reputazione in giro per New Radius. Il tempo di organizzare il nostro "book" e potremo gettarci nella mischia: dodici ambientazioni composte ognuna da vari stage, nei quali dovremo portare a termine delle missioni che ci trasformeranno in leggende dei graffiti. Trane può scrivere e appiccicare adesivi personalizzati un po' dappertutto, e spesso ci troveremo ad affrontare delle mini-sfide del tipo "copri questo muro con dieci adesivi in un minuto". Gli obiettivi fondamentali di ogni stage, però, sono rappresentati per lo più dalla creazione di graffiti in punti particolari, quasi sempre con lo scopo di coprire i disegni fatti da una delle tante gang che girano per la città. Obiettivi importanti possono essere anche i combattimenti proprio con i componenti di queste gang, combattimenti che di solito si verificano quando siamo prossimi al completamento di una "zona".

Dura la vita dei graffitari...
Dura la vita dei graffitari...
I combattimenti sono tutt'altro che rari in Getting Up.
I combattimenti sono tutt'altro che rari in Getting Up.
La quantità di graffiti che si possono realizzare è enorme.
La quantità di graffiti che si possono realizzare è enorme.

Obiettivi di gioco

Come accennato, i vari stage di Getting Up si contraddistinguono per la presenza di un certo numero di "missioni" da portare a termine. Quando si tratta di "graffiare", bisogna mettere il personaggio di fronte alla superficie da dipingere, attivare l'apposita modalità e muovere lo stick analogico destro per riempire di colore i tratti preimpostati del graffito che abbiamo selezionato (e che deve necessariamente comparire nel nostro book), stando attenti a non far formare delle gocce di colore. Quando invece c'è da combattere, bisogna pianificare una strategia a seconda dell'avversario e affidarsi alla parata o alla manovra evasiva quando questi attacca. Poi, naturalmente, si risponde: tra calci e pugni, Trane può eseguire delle combo spettacolari (che vengono valorizzate da un momentaneo "bullet time") o delle prese devastanti, o ancora può raccogliere tutta una serie di oggetti contundenti (dotati di una propria barra energetica) che amplificano l'efficacia dei suoi colpi. Una volta padroneggiato il sistema di combattimento, è possibile affrontare senza troppe difficoltà anche più nemici contemporaneamente, ricordandosi però di raccogliere le lattine di birra (energia) quando l'indicatore della salute è agli sgoccioli.

Una delle numerose sezioni in cui ci si arrampica o si attraversano tratti difficili.
Una delle numerose sezioni in cui ci si arrampica o si attraversano tratti difficili.
Sticker o graffito?
Sticker o graffito?
Le ambientazioni sono ben fatte, anche se non molto varie.
Le ambientazioni sono ben fatte, anche se non molto varie.

Sistema di controllo

Se il disegno e il combattimento sono applicazioni che in Getting Up funzionano piuttosto bene, lo stesso non si può dire dell'agilità del personaggio in situazioni difficili. Quando siamo braccati dai poliziotti e abbiamo poca energia, il gioco non ci facilita le cose: le abilità di arrampicatore di Trane vengono fuori nel momento più sbagliato (ad esempio quando ci si gira per fuggire ma si è vicini ad un oggetto "scalabile"), e così si verificano delle situazioni frustranti che spesso portano al game over, situazioni che potevano essere limitate da un pizzico di attenzione in più per quanto concerne il sistema di controllo. D'altro canto, il personaggio ha vita facile quando si tratta di saltare da un punto all'altro (anche per distanze di tutto rispetto) e quando deve raccogliere degli oggetti, dunque si evitano episodi "scomodi" in cui bisogna essere precisi al millimetro.

Non è il caso di buttarsi giù per un graffito venuto male...
Non è il caso di buttarsi giù per un graffito venuto male...
...anche perché c'è sempre tempo per rifarsi!
...anche perché c'è sempre tempo per rifarsi!
La metro di notte non è un posto tranquillo.
La metro di notte non è un posto tranquillo.

Realizzazione tecnica

La scuola occidentale garantisce contenuti e spessore, quella orientale un risultato tecnico indubbiamente migliore. È questo che viene in mente mentre si gioca con Getting Up: il titolo Atari vanta certamente una buona grafica, ma è incapace di gestirla con la fluidità vista in alcuni prodotti giapponesi. Dunque da una parte abbiamo un buon design e dei bei personaggi, dall'altra un frame rate ballerino (in particolare su PS2), una serie di texture nella media e la quasi totale mancanza di effetti speciali. Le ambientazioni sono abbastanza ampie e dettagliate, ma tendono a ripetersi nell'aspetto e l'interagibilità spesso si limita alla possibilità di “graffiare” dappertutto. Il comparto sonoro è oltremodo ricco e “firmato”, e se vi piace il genere potrebbe davvero appassionarvi, ma gli effetti non brillano assolutamente per la qualità e lo stesso si può dire del doppiaggio in Italiano.

Multipiattaforma

Getting Up promette graffiti e scazzottate su PS2, Xbox e PC. La versione tecnicamente migliore è ovviamente quest'ultima, soprattutto per il livello di dettaglio e la fluidità, ma in generale le differenze non sono troppo marcate.

Commento

Getting Up: Contents Under Pressure è un gran bel gioco, soprattutto se guardiamo la sostanza: dodici location, ognuna divisa in vari stage, sono decisamente molte per la media attuale dei videogame. Per non parlare dei disegni che Trane impara a fare man mano che si procede con la storia: alcuni graffiti sono davvero belli e divertenti, e prima di ogni missione è possibile scegliere quali "portarsi dietro". La struttura di gioco risulta sempre coinvolgente, la trama è avvincente e per molti versi innovativa. È un peccato che questi contenuti non siano coadiuvati da una realizzazione tecnica di primo livello, soprattutto su PS2. Ma è anche vero che, dovendo scegliere, ci si può accontentare di un frame rate incerto quando tutto il resto è curato e ben fatto. Fine modulo

    Pro:
  • Struttura di gioco valida e coinvolgente
  • Ottima trama
  • Longevo e vario
    Contro:
  • Realizzazione tecnica solo discreta
  • Doppiaggio in Italiano non all'altezza
  • Sistema di controllo talvolta macchinoso

Se il disegno e il combattimento sono applicazioni che in Getting Up funzionano piuttosto bene, lo stesso non si può dire dell'agilità del personaggio in situazioni difficili.

Estremamente pubblicizzato, per tutta una serie di motivi (non ultime le polemiche suscitate dalla questione “graffiti”), Getting Up arriva finalmente nei negozi. È la scommessa di Marc Ecko, che passa con disinvoltura dal disegnare abiti allo scrivere sceneggiature per i videogame: un gioco in cui i disegni sui muri sono considerati non solo un'espressione artistica, ma anche un mezzo per mandare messaggi importanti. Per estremizzare il concetto, Ecko ha ambientato la propria storia a New Radius, una metropoli immaginaria governata col pugno di ferro da un sindaco che ha promesso di eliminare il problema dei “graffitari” e che intende tener fede al proprio impegno con ogni mezzo.