Scrivere una recensione di Gigi il Guerriero sembra quasi ingiusto, perché valutarlo come videogioco potrebbe essere riduttivo, trattandosi a tutti gli effetti di una sorta di fumetto interattivo, un divertissement che ha vagamente la forma di un picchiaduro, ma è soprattutto un modo per farsi due risate sull'Italia e la sua politica. E già fa ridere il fatto che mentre si cerca di sensibilizzare quest'ultima sulla necessità di dare spazio e appoggi all'industria videoludica, ecco che arriva tra capo e collo questo progetto di Simone di Giorgi che forse non è il più adatto a una captatio benevolentiae nei confronti delle istituzioni, perché proprio non le manda a dire e per questo risulta irresistibile. È una satira di grana grossa, che non va per il sottile, ma il parallelo ridicolmente forzato tra la parabola di un certo politico italiano appartenente a un certo Movimento e la storia di Ken il Guerriero è veramente godibile, c'è poco da fare.
Certo, la scelta della serie di Buronson e Hara è furba, perché strizza l'occhio a una generazione che è cresciuta sognando con le avventure di Ken e vivendo all'ombra della Seconda Repubblica, che è in grado di cogliere precisamente sia le citazioni dell'uno che dell'altra, qui fuse insieme come solo nelle immaginazioni più sfrenate tra i fumi dell'alcool.
Alla fine della fiera, la parte propriamente ludica diventa quasi un accessorio, almeno durante la prima partita, quando si vorrebbe semplicemente avanzare di incontro in incontro per vedere come si evolve l'assurda storia.
A proposito di storia, Gigi il Guerriero narra le gesta di un giovane politico intenzionato a seguire la via dell'onestà in un mondo post-apocalittico dove il governo è ormai caduto e i vecchi partiti non esistono più. Sconfitto inizialmente dal temibile Cavaliere, che gli incide le cinque stelle sul petto, viene salvato e addestrato al combattimento dal Presidente, che lo avvia su una strada di vendetta e redenzione per riportare la democrazia in un'Italia allo sbando, preda di bande criminali e vecchi arnesi della politica che puntano a coprire il ruolo di Imperatore.
Gameplay: un vero e proprio button masher
Il gioco è tutto basato su scontri tra il protagonista e gli avversari che incontra sul cammino, attraverso varie città italiane ormai distrutte e trasformate in lande desertiche. "Tuttavia, il genere umano è sopravvissuto" e a quanto pare anche diversi politici, che nel frattempo si sono riciclati come combattenti e predoni più o meno letali. Introdotti ogni volta da spassose scenette sullo stile di Ken il Guerriero, gli incontri hanno poco del picchiaduro e molto del button masher senza grossi ragionamenti dietro: durante lo scontro vengono visualizzate tre coppie di pugni ai bordi laterali dello schermo, che si illuminano di rosso per brevi istanti. Il giocatore deve semplicemente toccare i pugni quando questi sono rossi, cercando di farlo il più velocemente possibile per infliggere maggiori danni ed evitare di colpire in ritardo, pena la perdita di energia.
Il gameplay è tutto qui ed è facile scorgervi una chiara citazione a Punch Mania: Hokuto no Ken, il vecchio cabinato che richiedeva di tirare pugni veri a una serie di bersagli a tempo, proprio ispirandosi agli scontri di Ken il Guerriero, solo che l'effetto generale è ovviamente molto diverso qui, su un piccolo touch screen. La meccanica è estremamente semplificata e si basa solo sulla reazione immediata agli input sullo schermo, che peraltro è resa anche un po' difficoltosa dalla scarsa visibilità data dalla posizione delle mani che inevitabilmente coprono porzioni sensibili del display e tutto si riduce a una pressione forsennata nella speranza di azzeccare i colpi che compaiono in maniera random, non proprio il massimo del divertimento.
Una striscia satirica animata
Le assurde situazioni messe in scena e le rappresentazioni satiriche dei politici rappresentano il nocciolo della questione e sono gli elementi su cui si concentra tutto l'interesse, il gioco è sostanzialmente un pretesto per farsi delle grasse risate calandoci direttamente dentro questa follia interattiva tra parodia di Ken e presa in giro generale di tutto il panorama politico italiano. In questo, Gigi il Guerriero funziona perfettamente, dimostrando anche una direzione artistica di un certo spessore, che si basa su un bello stile per quanto riguarda i disegni e una buona capacità di adattare le figure reali a un contesto completamente estraneo come l'apocalisse post-atomica di Kenshiro. Abbiamo visto operazioni simili in passato, anche piuttosto godibili nel loro essere caciarone come Call of Salveenee o Super Botte & Bamba 2 Turbo, ma in questo caso traspare una maggiore coerenza di visione, emergendo più come un prodotto a sé stante che non una sorta di mod artigianale, almeno per quanto riguarda la realizzazione tecnica e lo stile.
Tocco di classe è la sovrapposizione dei dialoghi in giapponese tratti da Ken con gli scambi di battute che si rivolgono i personaggi nelle scene d'intermezzo, che contribuiscono in qualche modo a creare una commistione che funziona, nonostante l'assurdità generale o forse proprio grazie a questa. Sulla stessa linea, menzioniamo anche le sequenze con i colpi di grazia che riportano il nome della mossa in kanji e i montaggi con le registrazioni dei discorsi veri da parte dei vari politici utilizzati in maniera spesso perfettamente azzeccata. In alcuni casi, come quando un certo critico d'arte ci insultava a rotazione mentre Gigi si esibiva nei tipici urletti in stile Kenshiro, abbiamo avuto veramente difficoltà a sostenere la furia dello scontro date le risate che la situazione provocava.
Conclusioni
C'è poco da girarci intorno: il gameplay di Gigi il Guerriero è assolutamente limitato, insufficiente a garantire un'esperienza di gioco soddisfacente, ma questo titolo si basa su altro. È a tutti gli effetti una sorta di striscia satirica animata, un fumetto interattivo che omaggia e distorce un mito come Ken il Guerriero per prendere in giro la politica italiana in maniera piuttosto caciarona ma irresistibile. È una satira di grana grossa quella che troviamo qui, come si conviene a un gioco che letteralmente ci fa prendere a cazzotti alcuni pezzi grossi della politica (non senza una certa soddisfazione, dobbiamo dire) ma è molto facile che strappi diverse risate. Al prezzo proposto, vale probabilmente l'acquisto anche solo per queste, tenendo conto però che come gioco ha poco da offrire.
PRO
- Il soggetto è veramente unico
- Esteticamente molto ben fatto, pur nei limiti di una produzione piccola
- Vi ritroverete facilmente a ridere come matti premendo sullo schermo a casaccio
CONTRO
- Il gameplay è praticamente inesistente
- Una volta vista tutta la storia ha poco altro da offrire, se non rivederla