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Goat Simulator 3, la recensione svela che è meglio, ma molto meglio di Goat Simulator 2

Più folle, più meta, ma anche più strutturato. La recensione di Goat Simulator 3 ci dice che la serie non snatura il suo DNA, ma lo evolve rispettosamente.

RECENSIONE di Lorenzo Kobe Fazio   —   16/11/2022
Goat Simulator 3, la recensione svela che è meglio, ma molto meglio di Goat Simulator 2
Goat Simulator 3
Goat Simulator 3
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Goat Simulator 3 è esattamente ciò che ci aspettavamo che fosse. Una riproposizione, opportunamente potenziata e corretta, della stessa visione che rese tanto celebre (e ricca) Coffee Stain, software house con base in Svezia, che nel 2014 vinse la scommessa della vita puntando tutto su Pilgor, inusuale e bizzarro protagonista di un gioco che, nonostante il titolo, di simulativo non aveva, e non voleva avere proprio nulla.

Goat Simulator 3, per dirla in altri termini, è il sandbox per antonomasia, produzione che in questa iterazione sfrutta missioni, dagli obiettivi ed esiti spesso demenziali, come semplice pretesto per scatenare creatività e smanie distruttive dell'utente, volutamente coinvolto in un'esperienza senza chissà quali ambizioni ludiche, ma a suo modo unica, bizzarra, divertente nel senso più letterale possibile del termine.

Del gioco, difatti, bisogna innanzitutto interpretare il mood, scanzonato e rozzo, processo inalienabile se si vuole scendere a compromessi con un gameplay di per sé tutt'altro che profondo ed attento ai dettagli. Eppure, come spesso accade in esperienze di questo genere, la meraviglia si schiude come per magia non appena gliene si dà l'opportunità, cioè non quando si sceglie di spegnere la parte più razionale di noi stessi e ci si concede il lusso di dare libero sfogo a quella sinistra vocina interiore che giornalmente ci sussurra di dare testate a qualsiasi cosa si muova, di rubare un'auto per distruggerla cento metri più in là, di generare, non si sa bene come, un uragano in grado di radere al suolo un intero quartiere nel giro di pochi secondi.

Vi spieghiamo il perché nella recensione di Goat Simulator 3.

Capre con una missione da compiere

L'immagine parla da sola sul tasso di distruzione (e demenzialità) raggiungibile in Goat Simulator 3
L'immagine parla da sola sul tasso di distruzione (e demenzialità) raggiungibile in Goat Simulator 3

Per chi se lo stesse ancora chiedendo, la produzione Coffee Stain Publishing vi mette nei panni di una capra inizialmente dalle fattezze piuttosto realistiche. Non fosse che l'avventura si apre con una chiara e diretta citazione a Skyrim, sulle prime ci si potrebbe quasi ingannare di trovarsi di fronte ad uno stravagante spin-off di Farming Simulator. La sensazione dura pochissimo, giusto il tempo di ritrovarsi a spasso per il Ranch Pratichiari, primo scenario del gioco, e scoprire l'esistenza delle Torri delle Capre, luoghi tramite cui accedere al proprio maniero, castello che, completando missioni e obiettivi, permette l'accesso a nuove stanze ricche di sbloccabili con cui personalizzare Pilgor.

A differenza del capostipite, che nella sua release originaria era in tutto e per tutto un sandbox privo di qualsiasi fronzolo, Goat Simulator 3 sottende un'evanescente, demenziale e pretestuosa campagna, affrontabile anch'essa in multiplayer fino a quattro giocatori, sia in locale che online. L'obiettivo finale, in buona sostanza, è diventare qualcosa a metà strada tra una divinità e il sovrano di tutte le capre del mondo, un riconoscimento ottenibile completando una buona percentuale delle missioni disponibili nello scenario.

Gli oggetti estetici sbloccabili in Goat Simulator 3 sono tantissimi. Alcuni li otterrete acquistandoli dallo shop in game, altri scovandoli nello scenario
Gli oggetti estetici sbloccabili in Goat Simulator 3 sono tantissimi. Alcuni li otterrete acquistandoli dallo shop in game, altri scovandoli nello scenario

Poco a sorpresa, queste prevedono per lo più di sconvolgere le lande, i quartieri e gli impianti industriali che compongono la mappa, di discrete ma non esorbitanti dimensioni, messa a disposizione dagli sviluppatori. Complici i cosiddetti Istinti, obiettivi di più corto respiro, come può esserlo l'effettuare un certo numero di salti su un trampolino, sarete spinti più o meno direttamente a mettere a ferro e fuoco ogni luogo che esplorerete.

Abbattere un certo numero di cittadini a suon di cornate; rubare un'auto della polizia; deflagrare un ordigno atomico; ma anche recuperare alcuni pacchi sparsi in giro per la città, sono alcuni dei compiti più basilari che vi ritroverete a completare. Non mancano, fortunatamente, obiettivi più smaliziati, alcuni dei quali strizzano l'occhiolino ad altre saghe videoludiche o brand cinematografici. In questo senso, tornano utili gli indizi su schermo che si palesano ogniqualvolta vi avvicinerete al luogo d'interesse. Interpretando il messaggio e analizzando gli oggetti con cui è possibile interagire, spesso vi sorprenderete della genialità palesata dagli sviluppatori, perfettamente a loro agio nel farvi sentire, spesso e volentieri, nel mezzo di una puntata dei Griffin o di South Park, per ciò che vi sarà richiesto di compiere nei panni di Pilgor.

Di momenti strambi ne vivrete molti in Goat Simulator 3
Di momenti strambi ne vivrete molti in Goat Simulator 3

Il design delle missioni, tra l'altro, si lega estremamente bene a quello della mappa nella sua interezza. Complice la presenza di alcuni collezionabili sparsi per lo scenario (alcuni dei quali si limitano ad elargire punti esperienza per le Torri mentre altri invece sbloccano nuovi oggetti estetici), l'esplorazione è puntualmente incentivata dalla presenza non solo degli indicatori da raggiungere per avviare l'ennesima missione, ma anche da strutture, elementi paesaggistici, stranezze che caratterizzano ogni luogo e concorrono ad incuriosire l'utente.

Se il capostipite era un sandbox da riempire quasi esclusivamente con la creatività e fantasia dell'utente, Goat Simulator 3 si rivela estremamente più sfaccettato. Anche la pur flebile progressione impressa dal Castello, che si arricchisce di nuove stanze proseguendo nell'avventura, incentiverà qualsiasi videogiocatore al completamento delle missioni principali, impresa che vi impegnerà per più di una dozzina di ore circa.

Capre. Insieme. Forti.

E se Goat Simulator 3 incontrasse Rocket League? Ecco cosa accadrebbe
E se Goat Simulator 3 incontrasse Rocket League? Ecco cosa accadrebbe

Come dicevamo, tuttavia, Goat Simulator 3 resta un'esperienza volutamente e dichiaratamente rozza e grossolana, sensazione che si percepisce praticamente su ogni ambito.

Graficamente, tanto per cominciare, Coffee Stain ha nuovamente optato per un comparto ben lontano dagli standard odierni. Sebbene il colpo d'occhio sia sufficiente, grazie ad una buona linea d'orizzonte e a scenari comunque densi di dettagli, scendendo nel particolare si notano modelli poligonali abbozzati, animazioni per nulla realistiche, texture che lasciano a desiderare. Eppure, nel suo complesso il tutto funziona alla grande, proprio perché l'intenzionalità degli sviluppatori, decisi a regalarci un videogioco di serie B, è tangibile, palpabile, evidente.

Un rinoceronte in Goat Simulator 3
Un rinoceronte in Goat Simulator 3

Discorso assolutamente simile per la gestione della fisica, tutt'altro che realistica e, in certe situazioni, comprensibile. Non è raro vedere un'autocisterna prendere il volo a causa di una piccola esplosione, né venire sbalzati a centinaia di metri di distanza solo per essere passati sopra un tombino. Non sempre è chiaro quali elementi siano distruttibili e quali no e non mancano reazioni totalmente inaspettate e comiche. Fa parte del divertimento e anche da questo punto di vista il tutto funziona come dovrebbe, pur non funzionando (quasi) affatto.

Basilare il sistema di controllo. Si salta, si danno le testate, si trascinano oggetti e persone con la lingua, si può persino belare. Certi oggetti equipaggiabili, tramite la pressione di un dorsale, donano ulteriori abilità a Pilgor. Il jetpack, pur funzionando malissimo, può farvi volare in giro per l'ambientazione; il distributore di gomme da masticare può eliminare molti ostacoli; i trampoli sono ottimi per superare i muri più bassi. Tuttavia, non aspettatevi un sistema di controllo particolarmente preciso o reattivo. Sebbene con un minimo di pratica si possa diventare piuttosto abili anche nelle sezioni platform, anche in questo caso l'errore, i ritardi del software, le incomprensibili reazioni di Pilgor ai comandi impartiti, fanno tutti parte del divertimento e bisogna accettarne le storture per godersi pienamente l'esperienza.

Goat Simulator 3 non si pone limiti nel tentare... tutto!
Goat Simulator 3 non si pone limiti nel tentare... tutto!

A rendere il pacchetto ancora più irresistibile, ci pensa ovviamente il già citato multiplayer fino a quattro giocatori in locale e online. Inutile dire che collaborando con uno o più amici i potenziali siparietti comici e i momenti di pura ilarità si moltiplicano esponenzialmente. Inoltre, è possibile prendere parte a minuscoli minigiochi, sempre sparsi per lo scenario, incentrati invece sul competitivo. Si tratta di piccole prove, anch'esse piuttosto abbozzate, che spaziano da una sorta di mix tra Destruction Derby e Mario Kart al calcio. In ogni caso nulla che vi terrà più impegnati di una manciata di minuti, al contrario del co-op che invece potrebbe tramutarsi nell'unico modo in cui fruirete del titolo.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 29.99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (21)
6.7
Il tuo voto

Goat Simulator 3 fa tutto quello che dovrebbe fare, molto meglio dell'originale, ma anche dell'(in)dimenticabile secondo capitolo, se è per questo. La nuova struttura a missioni, che infonde una flebile progressione all'avventura, si rivela sufficientemente solida sia per inspessire l'esperienza, non più ad esclusivo appannaggio degli amanti dei sandbox nudi e crudi, sia per convogliare più efficacemente il tasso demenziale e distruttivo insito nel gameplay. Tra decine di oggetti estetici sbloccabili, trofei recuperabili nello scenario e aree segrete da esplorare, che assicurano una longevità di almeno una quindicina di ore, Goat Simulator ha molto da offrire anche a chi cerca un'esperienza più classica. Allo steso tempo, grazie anche al multiplayer co-op, non ha perso un grammo del DNA dell'originale, dando a chiunque i giusti strumenti, lo spazio adeguato e un numero sufficiente di ambientazioni differenti per scatenare un po' di sano caos nonsense. Un titolo divertentissimo e quasi assuefacente, a patto di carpirne spirito e filosofia.

PRO

  • Il co-op moltiplica il divertimento
  • Mappa delle giuste dimensioni
  • Introduzione delle missioni davvero riuscita

CONTRO

  • I glitch fanno parte del divertimento, ma non mancano
  • Sistema di controllo che in alcune fasi platform vi farà penare