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Grand Theft Auto: Liberty City Stories, recensione

Un vero capitolo di GTA su una console portatile. Impossibile? Rockstar Games non è della stessa opinione...

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   01/12/2005
Grand Theft Auto: Liberty City Stories
Grand Theft Auto: Liberty City Stories
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Grand Theft Auto: Liberty City Stories, recensione
Grand Theft Auto: Liberty City Stories, recensione
Grand Theft Auto: Liberty City Stories, recensione

Conversione perfetta?

Solitamente quando un gioco passa da console da salotto a portatile, si tratta di versioni pesantemente ritoccate o addirittura del tutto riviste rispetto all’originale, per la necessità di scendere a compromessi con potenze di calcolo spesso enormemente differenti. Psp è stato il primo handheld a invertire questa tendenza: forte di un hardware dalle capacità non molto lontane rispetto a quelle di Ps2, l’ultimo nato in casa Sony ha consentito adattamenti molto, molto fedeli. Ma nella stragrande maggioranza dei casi, i conti non tornavano. Magari a causa di caricamenti estenuanti, o semplicemente perchè le meccaniche erano studiate espressamente per un utilizzo su console casalinga, risultando forzate nell’ottica portatile. I giochi su Psp, in questa prima fase della sua vita, hanno in larga parte fallito nel creare una identità della piattaforma in questione, che è un aspetto fondamentale per decretarne il successo e la longevità. Per fortuna, oggi parliamo di qualcosa di diverso, ovvero GTA: Liberty City Stories. Si tratta, come facilmente intuibile, del debutto della serie sulla ultima console Sony; un debutto in realtà non del tutto inedito, ma non per questo poco interessante. I programmatori di Rockstar, con lungimiranza e intelligenza, hanno infatti ritenuto impossibile creare da zero un episodio di Grand Theft Auto in tempi brevi. L’idea è quindi ricaduta nell’utilizzare una città e una ambientazione già esistente, quella appunto del GTA 3 precedentemente citato, teatro però di una storia del tutto nuova. Come suggerisce il titolo, questo capitolo per PSP si svolge infatti a Liberty City, la stessa che ha accompagnato il successo del debutto su Ps2. E quando diciamo la stessa, intendiamo proprio identica: stessa estensione, con le 3 isole comunicanti, stessi edifici, vicoli, strade e veicoli disponibili. Si tratta di un risultato tecnico davvero impressionante, che per l’ennesima volta mette in luce le abilità dei programmatori del team di Rockstar. Vedere girare a 30 fps un mondo poligonale così complesso e dettagliato su un portatile, è qualcosa che francamente non ci saremmo mai aspettati solo una manciata di mesi fa. Certo in alcune occasioni c’è un po’ di pop-up, il frame rate ha qualche calo e magari alcune texure appaiono meno dettagliate, ma si tratta di andare a cercare il pelo nell’uovo; Liberty City, su PSP, è esattamente quella che abbiamo lasciato su Ps2. Incredibile.

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Toni Cipriani i love you

Come detto pocanzi, l'ambientazione non rappresenta una novità. Del tutto fresca -anche se non particolarmente intrigante- è invece la storia, che vede protagonista un certo Toni Cipriani membro della famiglia Leone. Toni è un ragazzo dai modi rudi e diretti, non certo una cima di intelligenza, costretto a fare il "lavoro sporco" per fare in modo che la guerra tra la famiglia Leone, i Sindacco e i Forelli abbia fine. Ovviamente, non una fine pacifica... La struttura di gioco è esattamente quella apprezzata sulle console da salotto; fondamentalmente, si tratta di raggiungere delle zone contrassegnate nella mappa in cui, tramite l'interazione con un personaggio, si ottiene l'incarico per una missione da portare a termine nel miglior modo possibile. Don Salvatore, il leader della famiglia Leone, è anche la figura più importante tra quelle "amiche" di Toni, ma non certo l'unica. Fedeli allo stile dissacrante che ha sempre contraddistinto la serie, non mancano infatti personaggi come JD O'Toole, pervertito abitante del quartiere a luci rosse che affiderà a Toni alcuni compiti davvero poco edificanti... e questo è solo un esempio. Come preannunciato, la meccanica non ha subito variazioni di sorta, basandosi principalmente su missioni da compiere una dopo l'altra al fine di far procedere lo sviluppo della trama. Consapevoli della diversa filosofia di utilizzo di una console portatile rispetto ad una home console, i programmatori hanno ben pensato di mettere un freno ed un limite alla complessità e alla durata dei singoli obiettivi, che nella maggior parte dei casi non richiedono più di una manciata di minuti per essere completati. Questa relativa semplificazione non rappresenta affatto un difetto, ma addirittura può essere vista come un pregio dal momento che dona maggiore equilibrio al gameplay e rende meno noiosa la ripetizione delle missioni in caso di errore. I difetti al contrario vanno ricercati nel livelli di difficoltà delle missioni stesse, a tratti incostante con picchi ingiustificati capaci di creare frustrazione nel giocatore. Fortunatamente si tratta di casi piuttosto isolati, ed in ogni caso si riesce facilmente a chiudere un occhio grazie alla varietà che i creativi di Rockstar sono stati in grado di garantire lungo praticamente tutta l'avventura.

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Un bravo delinquente

Il sistema di controllo, tanto temuto per l'assenza di due tasti dorsali e di una leva analogica, è in realtà stato trasportato su PSP con risultati più che apprezzabili. Soprattutto le fasi di guida, che si tratti di veicoli a due o quattro ruote, permettono di apprezzare le grandi differenze di comportamento tra ogni singolo mezzo, e allo stesso tempo di avere sempre il pieno controllo in ogni situazione. Se si commettono errori, la colpa è solo del giocatore. Dove invece è necessaria qualche manovra in più sta nell'aggiustamento della camera che, non potendo appunto più essere delegato al secondo stick analogico, è stato affidato alla unica levetta in congiunzione con la pressione del tasto L. Come facilmente si potrà intuire, questo compromesso impone di non poter modificare la camera e allo stesso tempo controllare il personaggio, richiedendo quindi qualche tempo per ottenere una buona familiarità. Ancora tutt'altro che perfetto è invece il sistema di puntamento, che spesso e volentieri aggancia dei poveri e indifesi passanti lasciando il giocatore alla mercè dei reali e pericolosi nemici. Tutto sommato però, c'è ben poco da lamentarsi riguardo a questo GTA: Liberty City Stories. I difetti che la produzione Rockstar denuncia sono infatti semplicemente quelli che hanno fin dal principio accompagnato la serie; questo sta a significare che chi non ha mai amato Grand Theft Auto, sicuramente non cambierà idea grazie a questo episodio, che al contrario farà la gioia di tutti gli estimatori del gioco più politicamente scorretto degli ultimi anni. Va detto però allo stesso tempo, che malgrado le vicende narrate siano del tutto nuove, e nonostante la varietà di missioni garantisca una buona freschezza al prodtto, è innegabile in qualche occasione provare un senso di deja-vu più o meno marcato. D'altra parte, la meccanica è tale e quale quella proposta a fine 2001 che, seppur sia invecchiata piuttosto bene, a distanza di 4 anni inizia a mostrare qualche segno di cedimento. Dove invece non si può contestare nulla è sull'aspetto puramente tecnico, al punto che Liberty City Stories dovrebbe essere preso come esempio su come programmare su PSP. Non ci riferiamo solo alla bontà del mondo poligonale, davvero vicinissimo a quanto visto su Ps2 tanto da lasciare a bocca aperta. Altrettanto stupefacente è infatti la gestione dei caricamenti, vera croce della maggior parte delle produzioni sul portatile Sony; il titolo Rockstar impiega infatti circa un minuto per il caricamento iniziale, per poi interrompere per qualche secondo solo in occasione delle sequenze di intermezzo o durante il passaggio da una delle 3 isole all'altra. Un risultato che definire sopportabile è quantomeno riduttivo, e che conferma che quello dei caricamenti su PSP sia in realtà un falso problema: il vero problema sta in processi di conversione svogliati e approssimativi, e in programmatori incapaci di sfruttare nel modo migliore le caratteristiche della console. Ovviamente non sono state escluse da questo nuovo capitolo di GTA le stazioni radio, liberamente intercambiabili tramite la pressione del pad digitale e che anche in Libery City Stories offrono una varietà di generi musicali incredibile, accompagnate dai commenti degli speaker che spesso e volentieri si occupano delle azioni criminose del giocatore. Inoltre, tramite un apposito programma per pc, è possibile portare su memory stick i propri cd musicali per poi farli diventare la colonna sonora del gioco. La longevità è molto buona; l'avventura principale si può completare in circa 15 ore, ma ciò non significa raggiungere il 100% di percentuale. Ci sono infatti tutta una serie di missioni secondarie, come quelle da poliziotto, pompiere, taxi driver o fattorino, che come da tradizione della serie aumentano la durata complessiva ben oltre le 25 ore. Inoltre questo capitolo su PSP è il primo ad offrire una vera modalità in multiplayer tramite collegamento wireless ad-hoc, permettendo fino a 6 giocatori di sfidarsi in competizioni di capture the flag, deathmatch e king of the hill.

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Commento

GTA: Liberty City Stories, oltre ai meriti del gioco in sè, rappresenta prima di tutto un manifesto delle reali potenzialità di PSP, nonchè una fondamentale lezione di programmazione da impartire a parecchi svogliati team di sviluppo. Vedere Liberty City sul portatile Sony in tutta la sua complessità poligonale, con i suoi vicoli, i suoi edifici, le auto e le moto in una versione quasi indistinguibili da come ce la ricordavamo su Ps2 è davvero incredibile. Il gioco resta allo stesso modo fedelissimo alla serie, proponendo il gameplay che ne ha decretato il successo in tutti i suoi aspetti; questo può essere visto in realtà però anche come un elemento non del tutto positivo, dal momento che a distanza di 4 anni da GTA3 alcuni limiti e difetti si manifestano in maniera più marcata. E proprio per questo motivo, malgrado la trama e i personaggi siano del tutto nuovi, è impossibile non provare un forte senso di deja-vu. Ma Liberty City Stories resta un prodotto estremamente divertente, di grande spessore sotto ogni punto di vista, e rappresenta senza dubbio uno dei migliori titoli attualmente disponibili su PSP.

Pro

  • Tecnicamente impressionante
  • Un vero GTA in tutto e per tutto
  • Sistema di controllo valido
Contro
  • Meccanica di gioco un po' invecchiata
  • Trama non indimenticabile
  • Qualche calo al frame rate

Ricordate l’effetto devastante che ebbe il debutto sul mercato di Grand Theft Auto 3? Dopo i primi due episodi, divertenti ma tutt’altro che indimenticabili esperimenti in 2d apparsi su Pc e Psone sul finire degli anni ’90, nessuno avrebbe scommesso su un exploit capace, è il caso di dirlo, di rivoluzionare il mercato dei videogames. Eppure questo è quanto accaduto a fine ottobre del 2001, quando GTA 3 vide la luce per la prima volta su Ps2. Un mondo in 3d ricco, dettagliato, capace di offrire una libertà di azione finora mai raggiunta unita ad una dose di violenza fuori dal comune. Il titolo Rockstar è stato, con buona pace dei suoi detrattori, uno di quei titoli in grado di spostare gli equilibri, di far vendere le console e di dare vita ad un nuovo genere. Ora, tutto questo è disponibile su Psp.