Il 2019 di Hearthstone si chiude con la recensione de La Discesa dei Draghi, espansione pubblicata da Blizzard pochi giorni fa, giusto in tempo per farci tirare qualche schiaffone nella taverna in vista del Natale. L'anno del gioco di carte legato al mondo di Warcraft si chiude però anche con la consapevolezza di aver fatto meglio rispetto a quello precedente, riuscendo così a riprendere in mano una situazione che nel 2018 era apparsa abbastanza preoccupante. Con L'Ascesa delle Ombre e Salvatori di Uldum il cosiddetto Team 5 ha infatti ripreso in mano le sorti di Hearthstone, fornendo un'accoppiata di espansioni che hanno dato nuova linfa al gioco in occasione dell'Anno del Drago. La curiosità intorno a La Discesa dei Draghi da parte degli appassionati era dunque tanta, soprattutto per capire se Blizzard fosse stata in grado di chiudere in modo positivo in attesa che ad aprile arrivi la prossima rotazione. Abbiamo quindi passato questi ultimi giorni in compagnia di Galakrond e dei suoi scagnozzi, per cercare di capire il loro possibile impatto su Hearthstone.
140 nuove carte: Galakrond e la sua stirpe
La Discesa dei Draghi allaccia il suo spunto narrativo a quanto raccontato attraverso le precedenti espansioni, portando così a termine il piano di Rafaam e della sua Legione del M.A.L.E. per risvegliare il proto-drago Galakrond, progenitore dell'intera stirpe dei draghi. Le classi Guerriero, Ladro, Sacerdote, Sciamano e Stregone possono così contare sulla carta Eroe della potente creatura, che come tutte le altre del suo tipo una volta giocata rimpiazza il nostro personaggio. La sua particolarità sta nell'avere un grido di battaglia potenziabile attraverso l'uso della nuova parola chiave Invocazione, legata ad alcune delle nuove carte del set. Giocando una carta con Invocazione, si ottiene infatti un effetto immediato che dipende dalla classe del mazzo, permettendo allo stesso tempo a Galakrond di accrescere il proprio potere.
L'esperienza che abbiamo avuto in questi giorni con La Discesa dei Draghi ci permette di dire che le dinamiche più potenti legate a Galakrond appartengono allo Sciamano, e infatti Blizzard ha annunciato a tempo di record alcuni nerf in arrivo questa settimana per aggiustare il tiro. A ogni Invocazione viene infatti evocato un elementale 2/1 con Assalto, permettendo così insieme all'uso dei Lacchè di prendere il controllo della partita in modo relativamente semplice. C'è da dire che anche di fronte a un uso così massiccio dell'archetipo e di alcune carte come quello al quale stiamo assistendo, un nerf così repentino suona comunque strano. È infatti già accaduto in passato che archetipi all'apparenza imbattibili trovassero delle contromisure nel giro di qualche settimana, il tempo necessario a chi costruisce i mazzi per prendere piena conoscenza di tutte le nuove carte. È probabile che Blizzard abbia deciso di muoversi tenendo in considerazione la situazione dello Sciamano precedente a La Discesa dei Draghi, già abbastanza forte, per provare così a limare il malumore manifestato dai giocatori già in precedenza.
A ogni modo, le dinamiche di Galakrond appaiono abbastanza forti anche per le altre classi legate al proto-draco. In particolare a nostro avviso il Guerriero possiede delle ottime potenzialità, grazie alla possibilità di ottenere tre punti attacco a ogni Invocazione. Considerando che il suo Galakrond invoca demoni casuali ed è quindi l'unico senza effetti immediati sul gioco, l'unico a sembrarci un po' più indietro è lo Stregone. Ma ovviamente mai dire mai: non ci sorprenderemmo di vedere una nuova variante di handlock (da questo punto di vista la possibilità di tenere dodici carte in mano grazie a Valdris aiuta) entrare di prepotenza nel meta.
Le missioni secondarie
Non avendo un Galakrond su cui contare per Cacciatore, Druido, Mago e Paladino, Blizzard ha dovuto studiare qualche dinamica alternativa per provare a rendere appetibili con questa espansione anche le classi che non appartengono alla Legione del M.A.L.E. L'idea balzata nelle menti del Team 5 è stata quella di creare una serie di missioni secondarie, affiancabili a quelle principali in modo simile a quanto avviene in alcune classi per i segreti. Rispetto alle quest primarie, quelle secondarie non sono garantite nella mano iniziale e sono ovviamente più deboli. Allo stesso tempo, però, richiedono meno sforzi per essere completate e possono essere così portate a termine nel giro di pochi turni, o addirittura in alcuni casi in un turno solo. Anche se vale sempre il solito discorso di un meta acerbo che nei prossimi giorni evolverà senza ombra di dubbio, al momento le missioni secondarie non ci sono sembrate particolarmente in grado di ridefinire le dinamiche di gioco, eccezione fatta forse per un Face Hunter che fa uso della sidequest Rinforzi Tossici per portare in campo tre Gnomi Contaminati.
Pure senza fare uso delle missioni secondarie, le classi che non hanno Galakrond tra le proprie fila possono comunque provare a dire la loro: l'esempio più lampante è quello del Druido, il quale viene comunque giocato abbastanza in questa fase anche se le carte delle nuove missioni non hanno trovato particolari impieghi nella costruzione dei mazzi. Non bisogna infatti dimenticare che insieme a Galakrond sono arrivati tanti altri draghi a popolare il meta di Hearthstone, ed è infatti il Dragon Druid ad essersi diffuso in queste prime ore. Carte come Ingrossamento (+2/+2 a tutti i servitori del mazzo a fronte di un costo mana +1) e Soffio dei Sogni (pesca una carta e ottieni un cristallo di mana con un drago in mano) si sono infatti presentate immediatamente come appetibili per chi ama le capacità di questa classe di mettere in gioco grosse creature, insieme a Ysera l'Inarrestabile che con i suoi sette portali nel mazzo permette (con le giuste interazioni) di evocare draghi casuali.
Anche il Mago può dire di avere ricevuto un buon trattamento, grazie all'introduzione di Malygos, Aspetto Magico e il nuovo Gigante di Mana: anche in questo caso, tuttavia, sono proprio le missioni secondarie a convincerci meno. Tra le classi citate all'inizio di questo paragrafo, è dunque quella del Paladino ad apparirci più indietro rispetto alle altre. Al momento, la classe di Uther ha le sembianze di un cantiere aperto, che probabilmente verrà completato in occasione delle prossime espansioni. La presenza di nell'elenco di carte del Zelota Forgialuce rende il Purity Paladin una possibilità abbastanza concreta per il futuro, ma che allo stato attuale però non ha sufficiente copertura per diventare competitiva al pari di altri mazzi presenti nel meta.
Prima di concludere, un ultimo appunto per quanto riguarda la realizzazione delle carte presenti dentro La Discesa dei Draghi. I disegni realizzati per la nuova espansione ci sono sembrati più belli rispetto a quelli degli ultimi set di carte pubblicati, a loro volta realizzati in modo egregio come da tradizione di Blizzard. La nostra passione per queste creature rende forse il nostro giudizio un po' influenzato, ma alcune carte (soprattutto nella loro versione dorata!) meriterebbero di stare nei mazzi solo per la loro bellezza.
Conclusioni
La recensione di Hearthstone: La Discesa dei Draghi conclude l'Anno del Drago di Hearthstone mantenendo alto il livello delle espansioni pubblicate da Blizzard in questo 2019. La presenza di carte dal potere molto alto renderà Galakrond una base su cui costruire anche dopo la rotazione del prossimo aprile, giustificando quindi l'eventuale somma di denaro che si decide di investire in questa espansione. Anche se le missioni secondarie per il momento non ci hanno convinto particolarmente, grazie alle nuove carte aggiunte nel gioco le classi che non possiedono la carta Eroe del proto-draco sembrano comunque in grado di poter dire la loro nel meta, se non nell'immediato quantomeno in futuro come nel caso del Paladino. Staremo a vedere.
PRO
- Galakrond può ridefinire il meta
- Mazzi nuovi anche per le classi non del M.A.L.E.
- Quanto sono belli i draghi?
CONTRO
- Missioni secondarie poco attraenti
- Apportare subito un nerf potrebbe essere un autogol