Resuscitato
Di Heroes abbiamo realizzato già due hands-on (che potete leggere qui e qui) da cui abbiamo tratto delle buone impressioni che ci avevano portato a sbilanciarci in positivo sugli esiti finali del prodotto (nonostante alcuni dubbi permanessero). Mettere finalmente le mani sulla versione definitiva ci ha permesso di giocarlo lungamente, testandone le qualità strategiche, e le chance di entrare nei cuori di quelli che aspettavano un ritorno alla grande di un titolo che ha fatto storia. Dal menù principale è possibile scegliere se prendere parte alle campagne (sei in tutto, composte ognuna da 5 missioni per un totale di 30), se affrontare un singolo scenario o se giocare in multiplayer. Ovviamente la prima opzione è quella su cui si concentra la maggiore attenzione, rappresentando il fulcro ludico del gioco.
Carne alla brace
Le sei campagne ruotano intorno alle sei fazioni selezionabili e seguono tutte uno stesso filo narrativo che si sviluppa in modo lineare. Tra una missione e l’altra e in mezzo alle stesse missioni, alcune discrete sequenze filmate, realizzate con il motore grafico del gioco, raccontano i diversi eventi e danno un senso ai diversi obiettivi che si devono perseguire. Ovviamente, in uno strategico, il lato narrativo, seppur non secondario per garantire un interesse prolungato, non avrebbe senso se non facesse da cornice ad un gameplay profondo e strutturato, in grado di catturare il giocatore per ore. Da questo punto di vista HOM&MV è una vera e propria droga. Dopo aver capito come funzionano i vari comandi dell’interfaccia, non si riesce a fare a meno di giocare macinando missioni su missioni e pronunciando mentalmente la fatidica frase “un altro turno e poi smetto” (e arrivarono le cinque del mattino, con il redattore ormai capace solo di sbadigliare continuamente, mentre continuava a guardare il monitor con due occhi che avrebbero intimorito Dario Argento… chi non ha mai passato la notte in mutande a giocare con qualche videogioco? Alcuni giocatori di vecchia data ricorderanno sicuramente la sindrome da Civilization… bei tempi). Di cose da fare ce ne sono molte e, in fondo, pur non essendoci grosse novità rispetto agli altri nobili esponenti del genere, prendere una cloaca di eroe e farlo diventare una macchina da guerra capace di potenziare a dismisura il proprio esercito, ha sempre un certo fascino.
non si riesce a fare a meno di giocare macinando missioni su missioni e pronunciando mentalmente la fatidica frase “un altro turno e poi smetto”
Carne alla brace
Gli scenari sono disseminati di oggetti e siti da visitare, lasciati liberi o protetti da gruppi di nemici più o meno potenti. Lo schema delle missioni è generalmente piuttosto scontato: data o conquistata una città, si devono raccogliere risorse a sufficienza in modo da permettersi gli edifici migliori che consentono di ingaggiare le truppe più potenti, con cui partire alla conquista del mondo (tanto per semplificare). Nonostante questo canovaccio strutturale sia la regola, non mancheranno delle simpatiche variazioni sul tema (come un specie di acchiapparella tra eroi, tanto per fare un esempio) che varieranno l’azione e terranno desto l’interesse.
Carne alla brace
Le truppe possono essere ottenute in vari modi: o producendole in città, acquistandole in alcuni siti (diversi a seconda del tipo di truppa e della specie di appartenenza) o reclutando quelle disseminate sulla mappa (ovviamente devono essere ben disposte nei vostri confronti… se siete degli elfi e provate a reclutare dei non morti otterrete solo l’ennesimo spargimento di sangue). Ogni truppa ha due livelli (il passaggio dal primo al secondo è possibile addestrandole nelle città, ma solo se si è costruito l’edificio adatto; altrimenti si può trovare l’edificio apposito sulla mappa… anche se si tratta di una soluzione piuttosto costosa) e delle caratteristiche specifiche che la rende più o meno efficace nel corso delle battaglie (ad esempio gli arcieri sono utilissimi negli assedi, dove le mura delle città impediscono l’avanzata delle truppe). Assembrare e gestire un grosso esercito sarà necessario per concludere positivamente la maggior parte delle missioni che, spesso e volentieri, si concludono con scontri campali contro agguerritissimi avversari.
Sulle budella e dintorni
La fase più importante di HOM&M V è, ovviamente, quella del combattimento. Questo si svolge su una scacchiera dove il morale delle truppe e altri fattori di diversa natura determinano l’ordine di azione. Dopo aver piazzato in campo le proprie forze militari, nella cosiddetta fase strategica, inizia il combattimento vero e proprio in cui si deve studiare il campo di battaglia e la conformazione dei due eserciti, per capire come muoversi (ogni truppa ha dei diversi valori di movimento, attacco e difesa… sarebbe stato gradito, in questo senso, che il manuale di gioco approfondisse un po’ la questione… ma non siamo stati accontentati). L’eroe, a differenza che in altri strategici, è sì importante e potente, ma svolge essenzialmente un ruolo di supporto (con incantesimi o abilità speciali) risultando poco efficace in combattimento (soprattutto contro i grandi eserciti). Questo comporta l’impossibilità di vincere sempre e solo perché si dispone di una specie di divinità capace di spazzare via tutto e tutti (come avviene in altre serie) e la necessità di imparare a gestire al meglio l’esercito che si ha a disposizione (oltre agli incantesimi e alle abilità di cui parlavamo sopra). [C]
[/C]Il sistema risulta comprensibile e piacevole sin da subito, non diventando mai pesante e garantendo una certa tensione, soprattutto negli scontri più grandi dove ogni mossa può determinare uno spreco di truppe che può rivelarsi letale per l’economia della battaglia (l’intelligenza artificiale degli avversari virtuali è molto agguerrita e sa come muoversi, nonostante qualche ingenuità sia comunque presente).
I problemi di HOM&M V iniziano ad emergere quando ci si rende conto che, oltre alle campagne, c’è poco altro. È vero che le missioni durano molto (alcune anche svariate ore di gioco) e che la difficoltà è impostata verso l’alto così da rendere intensa la sfida anche giocando al livello “normal” (quello più basso). È vero anche che c’è una modalità multiplayer apparentemente piuttosto curata. Ma…
Luccica e basta?
…le missioni scenario sono poche e l’appena citata modalità online risulta veramente troppo buggata per essere divertente (interessante comunque l’introduzione del “fantasma”, che permette di non far annoiare il giocatore che sta aspettando la fine del turno degli avversari, tenendolo impegnato in modo attivo), le fazioni sono solo sei (nei passati capitoli ce n’erano almeno due di più) e manca, oltretutto, un editor che consenta di crearsi le proprie mappe.
insomma, il guadagno netto di bellezza visiva ha comportato un imbarbarimento della gestione della telecamera che risulta scomoda e a volte inadeguata a seguire l’azione
Luccica e basta?
Il difetto più grosso, comunque, ci porta a parlare dell’aspetto tecnico. Il passaggio dal 2D al 3D ha pagato dal punto di vista della bellezza visiva (i modelli tridimensionali sono realizzati ottimamente, così come gli effetti speciali e i diversi elementi che compongono le mappe… una nota di merito va anche per l’uso sapiente e affascinante della palette dei colori) ma ha reso piuttosto confusi gli scenari. Insomma, si può ruotare e zoomare a piacimento la telecamera, ma non sempre si riesce a vedere alcuni dettagli, nascosti magari dietro qualche altro oggetto (quante risorse ci ha fatto perdere la bella e rigogliosa vegetazione…). Spesso e volentieri ci si trova a dover obbligatoriamente ruotare la visuale per poter cliccare sul punto che si vuole raggiungere e, durante i combattimenti, alcune truppe rischiano di finire fuori schermo costringendo il giocatore ad una “ricerca” continua dell’inquadratura ottimale, per gestire la situazione. Insomma, il guadagno netto di bellezza visiva ha comportato un imbarbarimento della gestione della telecamera che risulta scomoda e a volte inadeguata a seguire l’azione, con momenti in cui le inquadrature automatiche (durante i combattimenti) risultano errate e vanno a mostrare il vuoto, mentre l’azione si svolge da qualche altra parte. Certo, sempre di uno strategico a turni si sta parlando e il tempo per esaminare la situazione non manca (non affosseremo il gioco per questo).
Una citazione a parte, e un plauso, meritano le splendide musiche che accompagnano l’azione. HOM&MV è dotato di una delle più belle colonne sonore udite ultimamente. A parte gli effetti sonori (dall’avvento dei campionatori si fa prima a parlarne solo quando sono brutti), le musiche sono dei piccoli capolavori che meritano di essere ascoltate e donano un tocco in più al gioco.
Box Hardware
Heroes of Might and Magic V richiede un processore a 1,5 GHz, 512 MB di RAM e una scheda 3D con 64 MB compatibile con le DirectX 9. Ovviamente con questa configurazione non si ottengono i risultati migliori, anche se va detto che, la natura a turni del titolo, consente di goderlo appieno anche senza la fluidità massima. Per ottenere il meglio portate il processore a 2,4 GHz, la RAM a 1 GB e dotatevi di una scheda video di ultima o penultima generazione (sia ATi che NVIDIA). Testato su un P4 a 3,4 GHz con 2Gb di RAM e una scheda video GeForce 7800 GT, il gioco non ha dato alcun problema risultando fluido e stabile.
Commento finale
Heroes of Might and Magic V è un buon ritorno che, però, merita qualche tirata d’orecchie. Sarebbe bastato poco per renderlo un capolavoro al livello del terzo episodio: qualche scenario in più, meno bug nel multiplayer, una gestione della telecamera meno confusa… tutti elementi che pesano sul giudizio finale. Detto questo però, è indubbio che il gioco riesce a divertire e incollare allo schermo. Sicuramente un prodotto da provare se si è appassionati del genere o se si vuole provare qualcosa di diverso.
Pro
- Belle e longeve le campagne
- Multiplayer originale per il genere
- Ottimo dal punto di vista tecnico
- Multiplayer buggatissimo
- La gestione della telecamera è nettamente migliorabile
- Si sente la mancanza di qualcosa in più (singoli scenari, un editor, almeno un paio di fazioni).
Resuscitato
Si è parlato moltissimo di questo gioco, sin dall’annuncio dell’acquisizione dei diritti del brand Might and Magic da parte di Ubisoft. La morte di 3DO aveva lasciato molti fan in attesa di qualcuno che salvasse le due serie storiche: Might and Magic (serie RPG, arrivata al nono, brutto, episodio) ed Heroes of Might and Magic (serie di strategici a turni di cui state leggendo la recensione del quinto episodio). Per ora di una resurrezione della prima si sa ben poco mentre la seconda è stata affidata ad una software house specializzata negli strategici, Nival Interactive, già dietro ai Blitzkrieg, a Silent Storm e ad un’altra serie di strategici a turni fantasy che molto deve agli Heroes: i due Etherlords. Le premesse per il successo ci sono tutte, vista l’esperienza sul campo e l’utilizzo di un motore grafico all’avanguardia che consente una splendida rappresentazione 3D del mondo di gioco, cosa rara in un genere fortemente radicato nel 2D. Saranno riusciti gli sviluppatori a riportare la serie ai fasti del secondo e terzo episodio? Sì e no.