Grazie a Radiant Silvergun, favoloso sparatutto per Saturn datato 1998, Treasure ha consacrato il proprio nome nell’Olimpo dei game designer, entrando nel cuore di milioni di appassionati. I quali, proprio a partire da quell’anno, iniziarono a sperare e ad attendere un secondo episodio, in grado di porre una nuova pietra miliare nel genere in questione. E così quando, alcuni anni dopo, si iniziò a parlare di un “ project RS-2” a cui la stessa Treasure stava lavorando per Coin-op, tutti pensarono che fosse arrivata finalmente la volta buona per tornare a farsi i calli sui polpastrelli. Ed in effetti la storia andò proprio così, ma con un nome nuovo: Ikaruga.
50mb di passione
Dopo averci deliziato con un altro capolavoro dell’epoca Dreamcast, Rez, il sevizio XBLA di Xbox 360 tira fuori un nuovo asso dalla manica offrendo quindi proprio la fatica di Treasure, ai “soliti” 800 punti equivalenti a circa 9 euro. Soldi spesi benissimo, per chiunque abbia un minimo interesse in questo tipo di esperienze “old school”, molto impegnative ma clamorosamente gratificanti e appaganti. Rispetto agli sparatutto per così dire “convenzionali”, Ikaruga portava (e porta) con sé una atipica e originale regola di base, in realtà parzialmente mutuata dal bellissimo Silhoutte Mirage della stessa softco. In pratica, tramite la semplice pressione di un tasto, è possibile invertire la polarità della propria navicella, e farle quindi cambiare colore da bianco a nero. Allo stesso modo, anche tutti i nemici presenti su schermo sono caratterizzati da una o l’altra predominanza cromatica. Ed ecco quindi che si presenta la semplice ma straordinariamente intrigante componente strategica che esalta Ikaruga: in pratica colpire un avversario di colore opposto porta ad infliggere il doppio dei danni, permettendo così di avere la meglio delle astronavi ostili in meno tempo. Al contrario però la propria navetta può assorbire i proiettili dello stesso colore, diventandone di fatto invulnerabile e potendo così riempire una speciale barra situata a fondoschermo, la quale consente poi di eseguire un attacco speciale di particolare efficacia. La scelta sta quindi al giocatore, se scegliere una condotta difensivista assorbendo proiettili, o piuttosto all’attacco portando il doppio dei danni; tutto questo sempre nella consapevolezza che, allo stesso tempo, su schermo possono esserci anche decine di nemici di polarità opposte, richiedendo quindi di operare scelte in maniera rapidissima per non raggiungere ben presto il game over. A tutto ciò si aggiunge anche una componente puzzle, dal momento che eliminare almeno 3 nemici dello stesso colore in fila dà vita ad una chain che, moltiplicata e portata più avanti possibile, consente di aumentare il proprio punteggio e il voto conseguito a fine livello. Tutto ciò porta al risultato che riuscire ad affrontare Ikaruga in maniera perfetta è un esercizio di passione, costanza, attenzione, dedizione, memoria e riflessi capace di esaltare gli appassionati del genere in maniera assoluta, ma anche di risultare troppo impegnativa per i giocatori occasionali.
Un tesoro per tutti?
In realtà Treasure ha pensato anche a quest’ultima categoria di giocatori, o perlomeno ha dato a loro la possibilità di abbassare un po’ la soglia di accessibilità di Ikaruga intervenendo su fattori come il livello di difficoltà, il numero di vite e di continue disponibili. Resta il fatto che giocare in maniera superficiale ad Ikaruga, molto semplicemente, non dà particolari soddisfazioni; il gioco è fatto a strati, a livelli da approfondire passo dopo passo, e per fare ciò è necessaria molta dedizione ed impegno. Quindi sì, è un prodotto hardcore, che non fa nulla per nasconderlo. Per quanto riguarda il processo di conversione, citando nuovamente Rez, il passaggio su 360 non ha portato un miglioramento tecnico così radicale. Visivamente in larga parte è lo stesso rispetto alle versioni Arcade, Dreamcast e Gamecube, godendo però ovviamente dell’alta risoluzione per una maggiore pulizia e brillantezza grafica generale. Resta comunque un prodotto esteticamente molto gradevole, caratterizzato da una direzione artistica ispirata e capace di sfruttare in maniera ottimale sprite 2d e fondali tridimensionali. Lo scrolling verticale rende però inutilizzata più di metà schermo di una tv 16:9, quindi nel caso in cui il 360 sia collegato ad uno schermo poco generoso in fatto di pollici, è necessario prepararsi ad un’area di gioco molto ridotta. L’aggiunta più importante di questa edizione è quindi senza dubbio il multiplayer online, che va ad aggiungersi ovviamente a quello in locale; la nostra esperienza in tal senso è stata abbastanza positiva, anche se non priva di qualche leggerissimo lag che però all’interno del gameplay di Ikaruga diventa molto deleterio. Per ultima va citata la facoltà di registrare i replay delle proprie partite, per poter mostrare al mondo le proprie qualità.
Commento
Ikaruga è una conversione fedele di uno dei migliori shot’em up old school del nuovo millennio. Le aggiunte rispetto alle edizioni per Dreamcast e Gamecube sono limitate ad una maggiore pulizia grafica, al discreto multiplayer online e poco altro, e di conseguenza chi già possieda il prodotto Treasure in una precedente incarnazione dovrebbe valutarne se ciò sia sufficiente a giustificare l’acquisto. Per chi invece non ha avuto modo di giocarlo in precedenza, il download è quasi obbligato ma attenzione: Ikaruga non va preso alla leggera, non è accomodante e non dà grandi soddisfazioni se giocato in maniera superficiale. Quindi preparatevi a regalargli parecchie ore della vostra vita, oppure lasciate perdere. Non è una sfida adatta a tutti, questo è certo.
Pro
- Un capolavoro del genere
- Realmente appagante
- Tecnicamente ottimo
- Poco di nuovo rispetto a DC e GC
- Troppo impegnativo per alcuni
Xbox 360 - Obiettivi
I 200 punti a disposizione sono, anche in questo caso, posti a vari livelli di “profondità”: e così se una metà scarsa di essi è ottenibile semplicemente progredendo nel gioco, per gli altri bisogna impegnarsi a guadagnare votazioni superiori all’A, o addirittura arrivare alla fine senza usare continue.