La dittatura dell'emisfero sinistro
I fan della serie si troveranno a proprio agio fin dalle sequenze di apertura. Zeavis ha compreso il significato del manufatto che abbiamo recuperato in Rhem 2 e ora toccherà a suo fratello Kales ricoprire il ruolo di interfaccia umana nel corso di questa terza avventura. Non aspettatevi però alcun tipo di dialoghi, si tratta solo di rari messaggi video pre-registrati. Da qui in poi saremo infatti soli, nel pesante silenzio di Rhem 3. Ancora una volta l’esplorazione avviene per avanzamento di fotogrammi da una schermata all’altra, ognuna da esplorare nei minimi dettagli. Non è raro infatti che guardandosi a destra in un anonimo corridoio, non salti fuori un pannello di controllo che contenga incomprensibili sequenze geometriche da inserire nel giusto ordine.
Rhem 3 appare oggi un titolo che avrebbe fatto discreta mostra di sé ai tempi di Myst
La dittatura dell'emisfero sinistro
Questo è il pane di Rhem 3, che come sempre inizia con una serie di enigmi piuttosto blandi per poi arrivare a puzzle che richiedono ore e ore di elucubrazioni per essere risolti. Ci sarà richiesto come sempre di ripercorrere avanti e indietro le stesse strade innumerevoli volte. Spesso infatti, la soluzione di un puzzle arriva solo dopo molte ore di gioco rispetto all'interfaccia da attivare. In generale tutto si risolve comunque nell’alimentare generatori, aprire botole e abbassare ponti, senza contare le infinite porte da aprire. Rispetto agli episodi precedenti qualche tocco di creatività sembra però farsi strada. Molto avanti nel gioco dovrete infatti vedervela con un enigma che coinvolge delle pitture, mentre raccogliendo un campione di foglie da ogni albero, dovrete poi ricomporre la sequenza di canto degli uccellini uditi tra le fronde. Peccato che per arrivare fin lì ci siamo trovati a vagare per casa senza mangiare da giorni. Naturalmente il tutto vale se siete giocatori non avvezzi alla risoluzione di puzzle, ma in questo caso Rhem 3 non è proprio il titolo adatto al vostro palato. Se al contrario mettere in moto i circuiti logici vi viene naturale come mettere giù i piedi dal letto al mattino, allora vi basteranno pochi minuti per essere completamente assorbiti dal mondo di Rhem 3.
Ogni porta, porta a un'altra porta
Non è necessario avere conseguito un dottorato in fisica per portare a termine il gioco e bivaccare finalmente nella tanto sospirata biblioteca misteriosa. In fondo disegnare le mappe e ricomporre le sequenze di numeri, parole o simboli che risolvono gli ultimi puzzle del gioco è questione di possedere tanta pazienza e amore per la meditazione logica. I più potrebbero però trovarsi a vagare sconfortati per ore e ore. Inoltre la totale assenza di un comparto narrativo, fosse anche una debole storia con sequenze o dialoghi da attivare, penalizza come sempre la serie. Enigma dopo enigma l’unica gratificazione che vi può fornire Rhem 3 è quella di procedere oltre l’ostacolo. Un vero peccato perché l’atmosfera claustrofobica e assillante è una cornice ideale per una trama ambigua e paranoica. Evidentemente Knut Muller, l’ideatore e realizzatore della saga, è di ben altro avviso. Per lo meno questa volta si è posto lo scrupolo di consentirci una qualche minima interazione animata con l’ambiente circostante, ma se vedeste di cosa parliamo non potreste che alzare il sopracciglio. Sfiorare un abito e vederlo oscillare vi parrà di una banalità infinita, ma per il terzo capitolo di questa saga è un traguardo raggiunto. Lungi dal voler mettere la grafica su qualche piedistallo, ma Rhem 3 appare oggi un titolo che avrebbe fatto discreta mostra di sé ai tempi di Myst. Fate un po' voi i conti. Inutile poi menzionare le musiche, perché non ci sono e in fondo va pure bene così, che gli effetti sono tutto quello di cui questo titolo necessita. Cosa resta allora? Come sempre un’abbuffata di rompicapo originali in un contesto che spinge a voler credere che qualcosa accadrà dopo ogni porta sbloccata, anche se sappiamo benissimo che non c’è nulla da vedere. Chissà che Rhem non abbia tra le mani il potenziale per splendere un giorno o l’altro. Per il momento però, si accontenta di rimarcare il suo standard classico, che qualcuno evidentemente pare amare nonostante tutto.
Rhem 3 è disponibile per PC.
Commento
Rhem 3, come accadeva d'altronde per i suoi predecessori, conosce una sola direzione. Inutile girarci intorno, dovete avere voglia di mettervi duramente alla prova per giorni nel tentativo di risolvere tenaci rompicapo. È un mondo costruito seconda la geometria dell'enigma, dove al di fuori dei suoi bizzarri macchinari non c'è altro da vedere. Potreste credere che a un certo punto la Sfinge in persona si presenterà per mettervi alla prova, ma dovrete ricredervi. La storia è assente, e sebbene ci sia una reliquia da recuperare, tutto torna sempre a tormentare i vostri neuroni. Bene, ora che i più si sono fatti giustamente da parte rimangono quelli che invece potrebbero amare Rhem 3 e che probabilmente hanno già esaurito anche i suoi predecessori. Per loro c'è un banchetto regale di puzzle, una vera celebrazione dell'enigmistica, con sfide creative e singolari. Se non altro una volta raggiunta la maledettissima biblioteca segreta avrete incrementato la vostra autostima di almeno due punti.
Pro
- Enigmi di qualità a profusione
- Una vera sfida per i neuroni
- Atmosfera intrigante...
- ...che però non riserva nessuna sorpresa
- Totale assenza di una struttura narrativa
- Tecnicamente si è fermato dieci anni fa
PC - Requisiti di Sistema
Requisiti Minimi
- Processore: 500 MHz Pentium III o AMD Athlon
- RAM: 512 MB RAM
- Scheda video: 16 MB
- Sistema operativo: Windows 2000/XP/Vista
- Hard Disk: 700 MB
- Processore: Intel Core 2 Duo 2,40 GHz
- RAM: 2 GB
- Scheda video: GeForce 8800 GTS con 320 MB di memoria
- Sistema operativo: Windows XP
- Hard Disk: 70 GB
Quella di Rhem è una serie atipica. Ogni episodio è un tuffo all’indietro nello stesso mondo surreale, dove qualcuno o qualcosa di cui non sapremo mai nulla ha disseminato enigmi a profusione. Se non fosse per gli anni che separano il primo episodio dal terzo, sarebbe facile confonderli tra loro. Non che questo Rhem 3 si fregi di chissà quale tecnologia, ma per lo meno la risoluzione in 640x480 è un ricordo lontano. Questa fedeltà alla propria identità è un bene e un male, perché i pregi e i difetti che abbiamo messo in evidenza parlando di Rhem Collection sono di fatto gli stessi. Lo ripetiamo, un mondo che si serve di un’interfaccia punta e clicca per mettere il giocatore di fronte a un ambiente che sembra nascondere il Graal, un piccolo elemento narrativo lo avrebbe potuto anche considerare tra le sue priorità. C’è comunque una finalità che guida i nostri sforzi in questo terzo capitolo, ed è il ritrovamento di una reliquia misteriosa celata all’interno di una libreria, che vi farà passare notti insonni prima di poterci mettere un piede dentro. Sinistri macchinari, rebus lasciati indietro da entità sconosciute e lunghi silenzi sono però un mix affascinante nonostante tutto, e ora abbiamo anche un tocco di umanità, una stanza del sapere che cela l’ultimo mistero. Non dimenticate carta e penna però, che vi serviranno in abbondanza.