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Joint Operations: Typhoon Rising

Novalogic sfida il colosso EA sullo stesso campo di battaglia...

RECENSIONE di Luca Paladino   —   21/06/2004
Joint Operations: Typhoon Rising
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Joint Operations: Typhoon Rising
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Joint Operations: Typhoon Rising

Il tifone è arrivato.

In un gioco del genere la trama è un orpello piuttosto inutile, così ci limitiamo a descrivere il background che fa da sfondo alle nostre azioni.
L'Indonesia è in subbuglio e i ribelli hanno portato il caos nella regione, così una forza congiunta di truppe internazionali (uhm... di questi tempi ricorda qualcosa) viene dispiegata per riportare l'ordine e la pace nel paese. Naturalmente, come oramai abbiamo bene imparato, questo non avviene ed il processo di pace passa attraverso una lunga serie di guerre. Ecco, quindi, che si delineano i due schieramenti contrapposti: Forze Alleate e Ribelli.
Naturalmente, ognuno di essi si proclamerà come il salvatore mentre gli avversari saranno il diavolo da estirpare. Tutto regolare, insomma. Le forze UN hanno il compito di snidare e combattere i terroristi, che mietono innumerevoli vittime fra i civili, i ribelli, per contro, proclamano l'indipendenza della loro regione che per fin troppo tempo è passata per mani straniere e troppo avide. Il corposo manuale descrive bene questa situazione, presentando i volantini di propaganda di entrambe le fazioni, e saremo solo noi a decidere chi ci fa più simpatia. A parte questo, la "trama" termina qui. Stop.
Le forze alleate provengono da ben sette paesi diversi: U.S.A. (e quando mai?), U.K., Germania, Francia, Russia, Australia e, oviamente, Indonesia. E l'Italia no? Devo confessare che sto fatto mi irrita un po', d'altra parte si tratta di un gioco, che hanno gli italiani di meno di tedeschi e francesi?
Cmq, tornando a noi, troveremo dunque S.E.A.L.., Delta Force, S.A.S., Spetsnaz ed altra truppaglia assortita.
I ribelli, invece, sono sporchi e poveri e non possono permettersi troppe uniformi così, riciclando qua e risparmiando là, hanno tirato su un esercito di separatisti ed ex militari. Insomma, i soliti due classici ideologici contrapposti.
Ma a parte questo, una volta scelto come vogliamo vestirci, possiamo decidere la classe a cui appartenere, che non si differenziano molto rispetto ai canoni standard del genere. Troveremo il medico, il soldato semplice, il cecchino, l'ingegnere e così via. Ognuno potrà portare armi più o meno pesanti, unite ad un minimo assortimento di equipaggiamento.
Il ventaglio di armi a disposizione dei giocatori è molto ampio e comprende ogni sorta di fucile da cecchino, bomba a mano, granata, mina, fucile d'assalto, pistola, mortaio e lanciarazzi, senza contare diavolerie elettroniche come il puntatore di bersaglio. Ovviamente si parla di armi reali, che vanno dal classico AK74 al più sofisticato M4 con lanciagranate.
Per quanto riguarda i veicoli, ce n'è un'enormità, ben ventuno, fra mezzi alleati e trabiccoli dei ribelli. Potremo viaggiare comodamente contenuti dal sedile di un Chinook, oppure sballonzolati sul bordo di una pagoda di bambù. Ci sono mezzi di mare, terra ed aria e potete star certi che troverete il mezzo capace di portare le vostre truppe ovunque vogliano andare. [C]

Da questa schermata possiamo scegliere come vestirci... wow, meglio di barbie crea la moda!
Da questa schermata possiamo scegliere come vestirci... wow, meglio di barbie crea la moda!
A bordo di un elicottero lo spettacolo è stupendo.
A bordo di un elicottero lo spettacolo è stupendo.
Con un po' di buona volontà è possibile anche far camminare un gommone sulla sabbia.
Con un po' di buona volontà è possibile anche far camminare un gommone sulla sabbia.

[/C]

Operazioni congiunte.

Veniamo alla parte più interessante dell'articolo: il gameplay.
La tipologia di gioco è oramai nota, non ci vuole una laurea in ingegneria delle supposte per capire che Joint Ops (per gli amici) vuole proporsi come un'evoluzione di Battlefield: Vietnam, anzi... vuole essere tutto ciò che il suo concorrente non è stato.
Anche qui troviamo classi, veicoli e jungla, anche qui le mappe sono molto grandi, ma stavolta la quantità di giocatori che può essere ospitata dai server è enorme, si parla di più di 100 giocatori (addirittura 150, ma ancora non si sa se questi server saranno a pagamento o no)! Ma partiamo dall'inizio, vediamo di che pasta è fatto questo gioco.
Graficamente non siamo di fronte ad un capolavoro, ma sappiamo bene che i netgamer non vogliono la grafica ma la sostanza, il netgamer per eccellenza è quello che abbassa a zero il dettaglio di UT2k4 per avere fluidità, un netgamer che si sofferma a guardare la bellezza dell'ambiente è un netgamer morto. Quindi, il motore 3D di Joint Ops è un motore solido, che riesce a gestire gli spazi aperti ed il gran numero di modelli, soldati e veicoli, l'illuminaizone dinamica ed un buon quantitativo di texture e poligoni, ma non può competere con quello - per dirne uno - di Far Cry. Le spiagge ci sono, la vegetazione pure, ma dimenticatevi il luccichio e i riflessi dell'acqua. Siamo in guerra, non in una galleria d'arte!
Le modalità di gioco sono piuttosto standard e, forse, si senta la mancanza di qualche innovazione a tal proposito. Oltre alle inutili Team Deathmatch e Team King Of The Hill, che possono essere considerate alla stregua di surrogati per allenarsi un po', troviamo le modalità Co-op e Advance And Secure. In Co-op ogni squadra avrà degli obiettivi da portare a termine, nè più nè meno che quello che accadeva giocando ad Assault con UT. Advance And Secure, invece, propone quello che è il cuore di tutto il gioco: il combattimento per la conquista.
In modalità A&S, ogni squadra dovrà conquistare le basi avversarie, avendo cura di difendere le proprie, avanzando verso la roccaforte nemica. Per conquistare una base occorre controllarne la zona per un certo periodo di tempo, che sarà tanto minore quanto maggiore il numero di soldati della stessa squadra presenti. Questo vuol dire che un team composto da quattro persone controllerà più velocemente una base rispetto ad un giocatore solitario e questo è un ottimo sistema per incoraggiare il gioco di squadra, che troppo spesso viene a mancare sui server.

Joint Operations: Typhoon Rising
Joint Operations: Typhoon Rising
Joint Operations: Typhoon Rising

Commento finale

Joint Operations è un altro piccolo capolavoro nell'ambito del netgaming, quello più sanguigno, più hardcore, dove non c'è spazio per i compromessi ma solo per il coraggio, l'impegno e tanta, tanta, buona volontà. Ammettiamolo, questo non è un gioco per tutti, occorre molta pazienza per imparare a sopravvivere sul campo di battaglia e non fare la classica figura da quaker in un mondo popolato di green berets. A parte questo, il senso di coinvolgimento e quello di squadra raggiungono vette altissime, in questa produzione Novalogic, ed una volta fatto il callo alla difficoltà iniziale, il gioco diventa come una droga, perchè non vuole più saperne di abbandonare i nostri flussi sanguigni, di scorrere via e lasciarci soli.
Questo non vuol dire che il gioco sia perfetto, perchè il motore grafico ogni tanto mostra qualche incertezza e perchè le modalità di gioco potevano essere di più, ma in fin dei conti si tratta di dettagli, del solito pelo nell'uovo. Quello che conta è che con questo prodotto ci si diverte.
La quantità dei mezzi di trasporto, la possibilità di potersi librare su di un Black Hawk, con il sole all'orizzonte, e potersi infiltrare dietro le linee nemiche, di fare scorrerie e colpire dall'alto, di coordinare l'attacco con l'abilità del pilota, di posarsi al suolo ed uscire rapidamente prima che qualche razzo faccia esplodere l'abitacolo, di tornare indietro verso la base quando è ormai notte e potersi riposare prima della nuova azione, sono le cose che stanno al cuore di tutto il gioco. Una volta che si entra in questo ordine di idee, non se ne esce più. Joint Operations è questo: la passione del netgamer che trova la sua attuale e più riuscita incarnazione.

    PRO:
  • Molto tattico
  • Grande varietà di mezzi
  • Multiplayer divertentissimo
    CONTRO::
  • Difficile
  • Chi non gioca in rete non lo potrà apprezzare

Le novità

Joint Ops introduce alcune interessanti novità offrendo, nel contempo, anche un bilanciamento del gameplay molto preciso ed equilibrato. Le novità più grosse sono due: il commander screen e il ciclo del giorno.
Il commander screen è una comoda interfaccia attraverso la quale dare ordini ed assegnare obiettivi alla propria squadra. Una cosa molto simile era presente in Tribes2, ma nessuno se lo ricorda. La possibilità di avere un capo, che coordini l'azione, o anche tanti leader per piccoli gruppi, aumenta le potenzialità strategiche disponibili sul campo.
Giocare da soli non paga, per vincere occorre coordinarsi con la squadra, obbedire agli ordini e portare a termine gli obiettivi assegnati. Rambo non esiste, Rambo è carne morta, qui in Indonesia.
La seconda novità, molto piacevole devo dire, è che il giorno diventa notte e la notte diventa giorno. Immaginate di combattere su un'isola tropicale, con un bel tramonto a riscaldarvi il sedere e a farvi vedere cosa si nasconde dietro il fitto fogliame. Immaginate, adesso, che piano piano il tramonto si fa più scuro finchè non subentra la notte, lasciandovi immersi in una jungla buia ed ostile, dove non si vede ad un palmo dal naso. Lo scorrere del tempo non è solo un orpello estetico, per quanto gradito, ma una vera e propria variabile di stato tattica. Il soldato che si trovi a passare dalla sera alla notte deve necessariamente adeguare il proprio approccio al campo di battaglia. Non è in nome del realismo che è stata fatta sta cosa, ma è sicuramente una novità molto piacevole.
Per quanto riguarda il bilanciamento del gameplay, il gioco è molto tattico (più di BF: Vietnam per capirci) e il ruolo dei veicoli s'è ridotto a semplici mezzi di spostamento, perdendo il potenziale offensivo tipico di altri titoli. Sottinteso che se finite sotto le ruote di un carro ci rimanete secchi, eliminare un veicolo è più semplice e basta un soldato a piedi armato di lanciarazzi per ridurlo ad un mucchio di lamiere fumanti, mentre non è assolutamente possibile guidare e sparare insieme. Quindi, dimenticate le incursioni a bordo di mezzi dove potete guidare e contemporaneamente mitragliare con un bel M60. Oh questo non vuol dire che i mezzi non siano dotati di armi, ma semplicemente che chi si occuperà della guida non potrà premere il grilletto e viceversa. Inoltre, l'assegnazione del punteggio terrà in conto anche dell'abilità di chi è ai comandi del mezzo, infatti il pilota di un veicolo guadagna punti se i suoi passeggeri uccidono nemici, ma li perde se questi muoiono mentre sono ancora a bordo. Joint Ops esalta il concetto di teamwork in ogni secondo di gioco!
Abbiamo detto che per conquistare un punto di controllo (o base) occorre dominarlo per un certo tempo e che questo tempo è inversamente proporzionale al numero di giocatori della stessa squadra presenti. Per questo motivo, allora, potremo dire addio a quei noiosissimi moscerini che, da soli, si lanciavano ad occupare postazioni isolate, ronzando fra una base e l'altra. Per conuistare occorre un esercito, non un uomo solo. Ovviamente, la profondità tattica ne risente e, ancora una volta, il gameplay viaggia nella direzione del gioco di squadra. Possiamo ben dire che il confine fra partita e vero e proprio campo di battaglia si è assottigliato tantissimo.

Joint Operations: Typhoon Rising
Joint Operations: Typhoon Rising
Joint Operations: Typhoon Rising

Novaworld fa la voce grossa.

I server di Novaworld, la rete di Novalogic dedicata al netgaming, si arricchiscono di un nuovo titolo per la gioia degli appassionati di guerra online: Joint Operations.
Qui si parla di numeri grossi, server da più di 100 giocatori, partite lunghissime e match interminabili. Dopo la serie Delta Force, Novalogic insidia la leadership del brand Battlefield con un titolo che ne riprende molto da vicino caratteristiche, tematiche e gameplay.
Se in Battlefield: Vietnam lo scontro si è spostato nella giungla coreana ed in pieni anni 60, con Joint Ops non ci allonteneremo troppo, perchè ci troveremo a combattere nell'arcipelago indonesiano, ma saremo ben lontani nel tempo, invece, poichè combatteremo nei giorni nostri, con tutto l'armamentario che ne consegue.
Vediamo, dunque, che si delineano le prime differenze. Nonostante la tipologia di gioco sia pressocchè la stessa, da un lato Electronic Arts propone uno scenario ambientato nel passato e dall'altro Novalogic propone armi moderne e veicoli moderni. A parte questo, però, lo scenario è pressocchè identico: foreste tropicali, jungla, fiumi e mare, insomma la classica ambientazione da sudest asiatico.
Ma non siamo qui per fare un confronto fra i due titoli, quello che ci interessa è vedere com'è questo nuovo Joint Operations: Typhoon Rising.