Spesso i giochi nascono con il banalissimo obiettivo di seguire la scia di qualche successo. Non è offensivo dirlo e in fondo è naturale che editori e case di sviluppo si odorino copiandosi a vicenda per cercare di rimanere a galla il più possibile e, magari, prosperare. Dead by Daylight è il gioco che ha reso divertente il nascondino virtuale 4v1, tingendolo di forti tinte horror, ma anche di infiniti ammiccamenti alla cultura social. Di fronte a milioni di copie vendute, a centinaia di aggiornamenti e a decine di migliaia di giocatori che ogni giorno affollano i server, spendendo soldi in nuovi contenuti, in molti hanno deciso di guardare in quella direzione, andando alla ricerca di serie horror ancora non opzionate da Behaviour Interactive per ambientare i loro titoli.
Così abbiamo avuto la meteora Friday the 13th: The Game di IllFonic, titolo abbandonato nel 2020 a causa di numeri non proprio eccezionali, quindi è stata la volta di The Texas Chain Saw Massacre di Sumo Digital, che ha goduto di una buona partenza ma che attualmente registra picchi di giocatori giornalieri che non superano mai le 2.000 unità. Ora è la volta del titolo più strano del gruppo: Killer Klowns from Outer Space: The Game, tie-in di un horror di culto del 1988 girato dai Chiodo Brothers, che nessuno si aspettava, ma che qualcuno ha pensato bene di realizzare. Allo sviluppo troviamo di nuovo IllFonic, accompagnata da Teravision Games. Cosa ne sarà venuto fuori?
La Klownpocalypse incombe
Parliamo chiaramente: Killer Klowns from Outer Space era un film così trash che faceva il giro diventando divertente. Uno di quelli che ogni tanto si mettono per riderci su. Sì, lo sappiamo che era un horror, anche decisame@nte splatter, ma dopo averlo visto una volta era davvero difficile prenderlo sul serio. Qualcosa di simile avviene anche nel gioco ufficiale, che come avrete capito è un action stealth multiplayer asimmetrico (traduzione: nascondino) in cui i clown vanno a caccia di sopravvissuti. Tutte le partite si svolgono su di una grande mappa generata proceduralmente.
All'avvio si viene divisi tra le due squadre, con da una parte tre Killer Klown e dall'altra sette umani. A differenza degli altri titoli citati sopra, qui ci sono più giocatori e, soprattutto, gli umani hanno la possibilità di uccidere temporaneamente i pagliacci splatter. Proprio la facilità con cui possono riuscirci è uno dei problemi principali del gioco. Ma non corriamo troppo.
I sopravvissuti, selezionabili tra cinque classi differenti, ognuna con le sue caratteristiche migliorabili salendo di livello, devono scappare dall'area di gioco prima che avvenga la cosiddetta Klownpocalypse, l'evento finale che porterà all'inevitabile distruzione di tutti gli umani presenti. I modi per fuggire sono quattro: una barca, un portale, un'uscita chiusa e il bunker. In realtà ce n'è anche un quinto, ossia l'arrivo dei fratelli Terenzi con il loro iconico camioncino dei gelati durante la fase finale, ma è davvero l'ultima possibilità per non farsi uccidere.
In ogni caso, ogni via di fuga va sbloccata raccogliendo oggetti specifici o raggiungendo degli obiettivi, solitamente protetti dai Killer Klown, e nessuna garantisce la fuga di tutti i sopravvissuti. Ad esempio la barca può portare solo tre persone, così come il bunker. Quindi esplorare sarà essenziale per creare più vie di fuga, oltre che per ottenere oggetti curativi e offensivi. I sopravvissuti vengono uccisi con una certa facilità dai Klown, ma possono ritornare in gioco. Intanto che aspettano si possono cimentare in mini giochi che fruttano oggetti da dare ai compagni di squadra o da conservare per quando riappaiono. I Klown di loro hanno un numero di classi simile a quello degli umani, ciascuna con le sue abilità speciali. Il loro obiettivo è, nemmeno a dirlo, eliminare tutti i sopravvissuti o trasformali in bozzoli da usare con delle macchine che producono degli aiutanti.
Si esaurisce presto
Sulla carta il tutto funziona davvero bene, il team di sviluppo ha l'esperienza giusta con il genere e, in fondo, per qualche partita funziona anche. Purtroppo il gameplay, oltre a essere estremamente derivativo, è mal equilibrato e tende a favorire le squadre di sopravvissuti che riescono a organizzarsi.
Il che avrebbe anche senso, se i Klown non fossero guidati da dei giocatori umani. Per inciso è molto semplice uccidere le creature spaziali attaccando tutti insieme, in particolare quando si è capito il loro punto debole. Ai sopravvissuti basta colpire gli alieni sul naso per stordirli, quindi finirli, facendoli uscire dal gioco per circa un minuto. Certo, complessivamente gli alieni sono incredibilmente più forti degli umani, tra la pistola a raggi e delle armi da corpo a corpo che uccidono con pochissimi colpi. Oltretutto il loro potere aumenta nel corso delle partite, rendendoli delle macchine di morte implacabili nel finale. Peccato per il trucco del naso che viene sovrasfruttato da moltissimi giocatori e che rende abbastanza frustranti certe partite.
Comunque sia il problema principale del gioco non è nemmeno questo, ma che l'entusiasmo si spegne dopo poco perché si finisce con non avere niente per cui tornare sui server, tra bilanciamento non proprio eccezionale, mappe procedurali dall'identità debolissima e un gameplay così derivativo che stanca velocemente.
Anche dal punto di vista tecnico, l'unico elemento di spicco di Killer Klowns from Outer Space: The Game sono i modelli dei Klown, cui è andata una cura particolare, lì dove però i sopravvissuti sono davvero bruttini da vedere. Forse gli sviluppatori avrebbero dovuto dare obiettivi diversi dallo scappare ai sopravvissuti, considerando anche la cura posta nel creare i sistemi di gioco, oppure avrebbero potuto aggiungere più varietà nei Klown. Non stiamo parlando di un gioco brutto, sia chiaro, ma di uno che non offre spunti particolari e che, di fatto, finisce per accodarsi a ciò che è già sul mercato, perdendosi nel mucchio.
Altre pessime scelte
Una citazione a parte meritano il tutorial e alcuni contenuti sbloccabili, vittime di scelte incomprensibili e controproducenti. Ma andiamo con ordine. Il tutorial è fatto davvero male: sostanzialmente si limita a essere una raccolta di suggerimenti e consigli, senza la possibilità di provare i sistemi prima di arrischiarsi sui server. Il risultato è che si entra in gioco con solo un vaga idea di ciò che bisogna fare, con le prime partite che diventano un massacro.
Giocando per qualche ora si compensano velocemente le mancanze della messa in gioco, che comunque ci sono e non possono essere taciute. Per quanto riguarda gli sbloccabili invece, il problema è il grinding eccessivo per ottenere i nuovi Klown. In realtà anche i sopravvissuti non sono tutti disponibili da subito, ma contano di meno perché alla fine sono tutti molto simili tra loro. I Klown, invece, sono molto diversi e sono l'elemento che più di tutti contribuisce a diversificare il gameplay. Quindi perché renderne alcuni accessibili solo dopo ore di gioco?
Detto questo, è indubbio che lì dove Killer Klowns from Outer Space: The Game non funziona è nel non riuscire a presentarsi come un'alternativa davvero valida ai suoi concorrenti già da tempo sul mercato. Dopo diverse ore di gioco non sappiamo darvi un singolo motivo per cui dovreste preferirlo a Dead by Daylight o allo stesso Texas, considerando anche i difetti elencati. È grave, non trovate?
Conclusioni
Killer Klowns from Outer Space: The Game non è un gioco orrendo, ma è uno di quelli che ha poco da opporre ai rivali per distinguersi, tra equilibri non proprio perfetti, un gameplay derivativo e tanti problemi più o meno gravi. Insomma, è il classico gioco lanciato per provare a fare cassa inseguendo un genere amato, niente di più, niente di meno. Difficilmente se ne parlerà ancora tra qualche mese... sempre che non diventi un titolo di culto come il film da cui è stato tratto.
PRO
- I Klown offrono una certa varietà
- Le mappe procedurali garantiscono un'alta rigiocabilità
CONTRO
- Troppo derivativo
- Alcuni equilibri di gioco da rivedere
- Scelte poco condivisibili per tutoriale e sbloccabili