Le parole "tie-in per piattaforme mobile" possono bastare per mettere in fuga anche il giocatore di bocca buona e con la migliore predisposizione, ma in questo caso particolare vi consigliamo di non scappare subito e cercare di andare oltre le apparenze per scoprire un gioco che ha effettivamente qualcosa da offrire, al di là di una licenza cinematografica da sfruttare in qualche modo. Kingsman: The Secret Service, protagonista di questa recensione, è un tie-in atipico: prima di tutto perché si basa su film che non rappresentano propriamente l'ultimo blockbuster di facile richiamo, inoltre i due capitoli cinematografici sono usciti già qualche anno fa, dunque si tratta di prodotti "vecchi" dal punto di vista del marketing, scagionando il gioco mobile da accuse di facile operazione commerciale senz'anima. I film di Matthew Vaughn si basano su una serie a fumetti di Millar e Gibson, cosa che li rende già delle opere interessanti e il videogioco trae spunto da tali soggetti per quanto riguarda storia e personaggi, ma concentrandosi su aspetti che esulano alquanto dalla narrazione.
L'impianto grafico adottato, anche per convenienza in termini tecnici, è una sorta di stilizzazione cartoonesca dei personaggi e delle ambientazioni originali, ma c'è poco spazio per la carineria qui perché la violenza è ben presente, sebbene stemperata dal tipo di rappresentazione scelto. È un mix curioso perché propone temi e situazioni decisamente maturi ma filtrati attraverso una grafica umoristica, cosa che contribuisce alla sorpresa che si può provare giocando a Kingsman: The Secret Service. A prima vista potrebbe sembrare una sorta di action platform semplificato per i controlli mobile, ma in verità è tutt'altro: si tratta di una sorta di avventura stealth con elementi anche strategici, fondata sul tempismo delle mosse e sul corretto utilizzo dei vari gadget da spia in dotazione ad Eggsy, il protagonista. Sulle prime il sistema di controllo appare piuttosto macchinoso, concentrandosi più su una veloce pianificazione delle scelte da prendere che sulla risposta precisa e immediata ai comandi, ma una volta capito che non ci si trova di fronte a un action o platform classico ma ad un titolo che guarda in parte anche agli strategici a turni, allora diventa chiara la necessità di adottare un approccio diverso.
La spia che saltava
Eggsy si controlla con uno stick virtuale per impartire la direzione e la velocità dello spostamento, mentre le altre azioni dipendono dallo strumento utilizzato e dal contesto in cui si trova. La dotazione di base prevede delle scarpe in grado di far compiere salti straordinari al protagonista, attivabili toccando lo schermo e impostando la traiettoria preferita. Questo ha sia la funzione di spostare il protagonista con velocità da una parte all'altra dello schermo, che consentire una manovra evasiva nel caso di scontri con nemici, facendoci uscire dalla linea di fuoco e consentendo a nostra volta di attaccare da un punto rialzato ricorrendo a una sorta di bullet time. Armi e gadget sono attivabili con il semplice tocco sui comandi a schermo, mentre buona parte delle azioni riguardanti l'interazione con lo scenario sono contestuali, con l'apparizione dell'icona una volta raggiunti oggetti e punti specifici. Questo crea un interessante misto tra le dinamiche e i ritmi dell'avventura tipica per piattaforme con touch screen - sullo stile di Tiny Thieves - ed elementi appartenenti tradizionalmente allo stealth action, ma con azioni più ragionate e quasi da strategico a turni.
La storia ha elementi in comune con quella raccontata in The Golden Circle, il secondo capitolo della serie cinematografica, ma si tratta soprattutto di riferimenti un po' vaghi e in generale la componente narrativa non è propriamente approfondita nel gioco. Ciò rappresenta anche un peccato, perché il materiale di partenza è molto interessante e forse una maggiore caratterizzazione di personaggi e uno sviluppo più complesso di trama e dialoghi avrebbe potuto arricchire maggiormente l'esperienza. Stranamente, essendo un tie-in, gli sviluppatori YesGnome sono voluti invece andare nella direzione opposta, tralasciando la trasposizione della storia in videogioco per concentrarsi soprattutto sul gioco stesso. L'elemento principale è dunque il gameplay, evidentemente risultante da un certo studio sul game design, viste le soluzioni piuttosto originali a cui il team è giunto basandosi su ispirazioni eclettiche. Un difetto ingombrante, su questo fronte, è dato dal sistema di controllo, che funziona piuttosto bene per quanto riguarda salti, uso dei gadget e azioni contestuali ma ha nello stick virtuale il classico punto debole, ormai cronico per quanto riguarda i videogiochi su touchscreen.
Conclusioni
Kingsman: The Secret Service stupisce per la notevole profondità del suo gameplay, che dimostra uno studio accurato in fase di game design vista anche la sua natura composita in termini di suggestioni e caratteristiche di gioco. È un titolo in grado di funzionare bene anche a prescindere dalla licenza cinematografica a cui si riferisce, impegnativo quanto basta per richiedere l'attivazione di parti del cervello non sempre stimolate da titoli mobile di simile fattura. Il sistema di controllo tende a mettersi in mezzo tra l'utente e una corretta e godibile fruizione del gioco, c'è da dire, ma il difetto è in parte mitigato dai ritmi non ossessivi, mentre la caratterizzazione risulta un po' poco incisiva, in favore del gameplay che è chiaramente il vero protagonista.
PRO
- Ottima struttura ibrida tra avventura, stealth action e strategia
- Grafica stilizzata ma apprezzabile
- Buona profondità del gameplay senza micro-transazioni
CONTRO
- Sistema di controllo un po' incerto sullo stick virtuale
- Storia e personaggi meno approfonditi di quanto sarebbero potuti essere