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Knockout City, la recensione

Un concept semplice trasformato in un'esperienza multigiocatore divertente e appagante: la nostra recensione di Knockout City

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   21/05/2021
Knockout City
Knockout City
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Non pensavamo di poterlo dire ma Knockout City è dannatamente divertente. Avete presente quando ci si approccia cauti a qualcosa, guidati da una diffidenza di fondo, e poi passano le ore senza accorgersene? Il nuovo multigiocatore competitivo di Velan Studios ci ha lasciato così, con una palla da dodgeball in mano e la domanda senza risposta su come, in un mercato saturo fin oltre il limite, fosse tanto difficile staccarsene: potrebbe essere proprio la semplicità di fondo, quel "easy to learn, hard to master", la leva ad aver sollevato non un mondo ma almeno i nostri iniziali dubbi. O il suo tono molto scanzonato, le partite che non impegnano più di qualche minuto, l'adrenalina che inevitabilmente sale quando c'è da competere e riesce a mantenersi a livelli stabili proprio per la costante attenzione che il gioco richiede.

Insomma, chiaramente Knockout City non è un gioco che vi farà esplodere la testa, né l'esperienza definitiva che ridisegna il competitivo online, però a partire da un'idea che più comune non si può (dodgeball, appunto, o palla avvelenata se preferite) ha messo in piedi un'esperienza accattivante, non priva di finezze, ispirata e meccaniche che non si esauriscono a un primo sguardo ma devono essere comprese a fondo per padroneggiarle. Non a caso qui non si parla di dodgeball bensì di dodgebrawl, perché ne escono delle vere e proprie risse da strada al termine delle quali è probabile che la conta dei denti virtualmente persi superi quella dei punti accumulati. Chiaramente, come ogni nuova esperienza online che tenta di sgomitare in mezzo alla folla, avrà bisogno tanto del supporto degli sviluppatori quanto soprattutto del pubblico: proprio per questo le prime settimane sono fondamentali nel determinare l'ascesa o il declino di un gioco che ha mostrato di avere delle buone carte. Tutto sta nel saperle sfruttare a dovere, nonostante l'ombra di un sistema di monetizzazione da free to play non vada a suo favore. Scoprite se ci sono stoffa da vendere e la prospettiva di un futuro luminoso nella recensione di Knockout City.

It's Knockout City, baby

Il primo fattore positivo che è balzato subito all'occhio è quanto il gioco sia incentrato attorno alla pura e semplice bravura del giocatore: niente abilità né competenze da sbloccare, il che comporta l'assenza di una tediosa fase di grinding per sviluppare il personaggio; nessun oggetto che possa avvantaggiare utenti navigati sui nuovi; totale assenza di elementi RNG che possano far pendere l'ago della bilancia da una parte o l'altra. Insomma, Knockout City non ha nulla da nascondere e si mostra per quello che è. Si parte tutti ad armi pari indipendentemente dalla quantità di ore accumulate; l'unica differenza è nell'esperienza del singolo e nella sua stessa bravura. Questo ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo, scongiurando il pericolo del "pay to win" per metterci di fronte all'evidenza che la pratica rende perfetti: la diversificazione delle mappe, studiate per somigliare ai classici arena shooter, chiarisce come una conoscenza approfondita delle stesse dia vantaggio nella gestione di partite che non potrebbero essere più semplici nel loro obiettivo. Accumulare i giusti punti (o comunque trovarsi in vantaggio entro lo scadere del tempo) per vincere un round, all'interno di una partita disputata al meglio delle tre: due vittorie portano al successo, come due sono le vite di cui dispone il nostro personaggio prima di essere messo k.o. Ogni pallonata a segno consuma una tacca di salute, che non si potrà ripristinare in alcun modo e porterà quindi a giocare con maggior cautela facendo affidamento sui compagni.

A proposito di questi ultimi, come ogni multigiocare a squadre è fondamentale ricordarsi che l'unione fa la forza: sembra scontato scriverlo ma sapete bene che, a patto di non giocare con amici, la tendenza a farsi i fatti propri in partita è alta. Collaborare è fondamentale per non essere sopraffatti, soprattutto alla luce della natura adrenalinica del gioco, del fatto che tutti i personaggi siano sullo stesso piano, identici in termini di hitbox e valori delle statistiche, e che in questa baruffa spaccadenti dove è quasi impossibile predefinire una strategia il vero aspetto tattico risiede in un uso intelligente dei passaggi - poiché la potenza del tiro aumenta anche passando più volte la palla, non soltanto caricando il lancio tenendo premuto il pulsante corrispettivo.

Dodgebrawl!

Knockout City, me and the boys ready for a match
Knockout City, me and the boys ready for a match

Fatta la dovuta panoramica, come si gioca a Knockout City e quali sono le finezze di cui abbiamo accennato? Se volete fare pratica, le missioni Tutorial sono ovviamente l'ideale per iniziare: sono strutturati per obiettivi, in modo tale da spiegarvi passo passo le meccaniche e mettervi a conoscenza non solo delle mosse ma anche dei punti d'interesse delle varie mappe, nonché dei pericoli che potrebbero contraddistinguerle. La prima ed erronea impressione che il gioco restituisce è quella di un'esperienza ridotta al lancio e alla parata della palla. Innegabilmente questo è il concetto di base, dopotutto sempre di dodgeball si tratta, se tuttavia fosse tanto semplice non staremmo qui a parlarne.

Già solo queste due meccaniche godono di una stratificazione che le rende più di quanto sono: la parata, ad esempio, non si può eseguire a ripetizione nella speranza di azzeccare il momento giusto ma ha un'animazione pronta a lasciarci scoperti nell'attimo in cui dovessimo sbagliare il tempismo; può essere "buona" o "perfetta", valutazione che determina il livello di carica della palla quando viene intercettata; infine c'è un leggero contraccolpo non appena si acchiappa un lancio al volo che potrebbe risultare fatale qualora ci trovassimo a un passo dal vuoto, il che obbliga ad avere consapevolezza di dove ci si trova e agire di conseguenza, magari portandoci a preferire una rischiosa schivata a una caduta annunciata.

Per quanto riguarda il lancio, invece, la questione è ancora più sottile. Di base, il targeting dell'avversario è automatico così da mantenere tutta la concentrazione sul movimento, ma se pensate che basti caricare più o meno a piacere la vostra potenza e scagliare palle come se non ci fosse un domani, siete fuori strada. Del resto le mappe si riempiono di ostacoli anche per questo, non basta prendere di mira automaticamente un giocatore affinché la palla lo raggiunga ignorando qualsiasi ostacolo sul passaggio; senza contare che lanci così prevedibili sono perfetti per regalare all'altro l'occasione di una parata con tutto ciò che ne consegue. È quindi possibile eseguire tiri a effetto in verticale o curvi per cogliere di sorpresa l'avversario, oppure fintare il lancio stesso così da spingerlo a scoprirsi con una parata a vuoto: nel primo caso dovrete combinare il lancio o con una capriola aerea in avanti (tiro a effetto verticale) o con una piroetta laterale (palla curva), azioni che rendono incredibilmente difficile prevedere da dove arriverà la palla e di conseguenza intercettarla. Questo perché, com'è ovvio, non potete bloccare niente se non siete rivolti nella direzione dalla quale vi arriva il tiro.

La parata in Knockout City è tutta questione di tempismo
La parata in Knockout City è tutta questione di tempismo


Come vedete non si tratta solo di lanciare e parare. Ci sono una logica e una stratificazione dietro due gesti solo all'apparenza semplici che richiede più impegno di quanto non si creda, ai quali poi si legano i concetti del passaggio e della schivata. A tutto ciò va poi ad aggiungersi la presenza di diverse tipologie di palle, capaci di svoltare a modo proprio la partita: palla-bomba, palla-gabbia, palla-luna, multi-palla, palla da cecchino, ognuna si distingue per una peculiarità attorno alla quale si può benissimo costruire una strategia. Eccezion fatta per una specifica modalità di gioco dove sono tutte utilizzabili nello stesso momento, si dispone di una sola tipologia di palla speciale scelta casualmente dal gioco e che si può trovare nei rispettivi punti di spawn. Va da sé, di nuovo, che la conoscenza delle mappe è fondamentale per avvantaggiarsi e sapere dove trovarle.

Non è però finita qui, perché esiste una meccanica ancora più avanzata legata al fatto che i giocatori possano diventare a loro volta delle "armi" grazie al comando Mutapalla: questo vi permette di diventare, a tutti gli effetti, una palla ed essere raccolti dai compagni (ma anche dagli avversari!) per farne le veci qualora non ve ne fossero nei paraggi. Non si tratta però di diventare una semplice palla, altrimenti non ci sarebbe gusto: la trasformazione comporta pro e contro. I primi risiedono nella possibilità di eseguire un attacco ad area che causa k.o. istantaneo a chiunque si trovi nell'area d'effetto, i secondi riguardano il fatto di avere comunque un compagno di squadra in meno e di essere molto esposti qualora siate interrotti nel lancio - lo scatto infatti si trasforma in uno spintone quando impatta contro un giocatore, facendogli perdere la palla in caso ne abbia una ma soprattutto sbalzandolo via con il rischio, o il vantaggio in base al punto di vista, di farlo precipitare. La presenza di tutte queste variabili di palla è un'ottima idea per aggiungere brio alla sfida, soprattutto perché averne a disposizione un solo tipo casuale per match porta a un costante adattamento per trarne vantaggio.

Ogni partita in Knockout City diventa un'imprevedibile rissa da strada
Ogni partita in Knockout City diventa un'imprevedibile rissa da strada


Prima abbiamo accennato alla presenza di diverse modalità, che rappresentano poi il vero cuore di Knockout City in quanto multigiocatore competitivo: al momento del lancio saranno disponibili Team KO 3v3, Team KO Party 3v3, Diamond Dash 3v3 e Duello 1v1. Le prime due sono davvero simili tra loro: lo scopo è totalizzare dieci k.o. prima degli avversari così da vincere un round e portarne a casa due per aggiudicarvi la partita. Team KO Party mette a disposizione solo palle speciali per giocare ed è l'unica differenza con Team KO base. In Diamond Dash dovrete raccogliere diamanti dagli avversari sconfitti e impedire che le pietre preziose perse eventualmente da un compagno possano finire in mani nemiche: trenta diamanti per un round, due round per la partita ma non sperate di barare suicidandovi, in caso di situazione critica, per salvare i diamanti - cadere nel vuoto regala infatti diamanti alla squadra avversaria, ergo accettate la sconfitta per quello che è. Il Duello 1v1 non ha bisogno di spiegazioni, specifichiamo tuttavia che non sono presenti palle speciali e che l'avviso a schermo sull'arrivo di un attacco nemico è giustamente disattivato.

A partire dal 25 maggio verrà introdotta l'interessante modalità Rissa Mutapalla che, come potrebbe suggerire il nome, si basa sulla totale assenza di palle in gioco e sulla necessità dei giocatori di trasformarsi per poter attaccare: sarà una modalità 4v4 e serviranno quindici k.o. per vincere un round, in una partita disputata come sempre al meglio delle tre. La possibilità di giocare in cross-play con utenti da qualsiasi piattaforma (PC, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch) e la chat vocale inclusa rendono Knockout City un'esperienza condivisa ricca e accessibile a chiunque.

Il sistema di monetizzazione

Knockout City, un dodgebrawler pronto per lo scontro
Knockout City, un dodgebrawler pronto per lo scontro

Affrontiamo ora la spinosa questione dei cosmetici. Di per sé l'editor del personaggio ci ha convinto molto, fin dagli esordi dispone di una valida quantità di elementi per personalizzare il nostro dodgebrawler, con una cura sorprendente all'inclusività che permette di plasmare avatar di differente genere non solo dal semplice punto di vista degli accessori ma anche dell'aspetto: ad esempio si può avere una corporatura femminile ma lineamenti maschili e viceversa, scegliendo tra diversi volti e capigliature per trovare quella che più vi si confà. Nonostante la disponibilità iniziale e la presenza di una modalità Lega - in contrapposizione a quella Strada che è per un approccio più casual - nella quale competere con l'obiettivo di raggiungere gli ambiti premi di qualità Cromo prima della conclusione della stagione in corso, Knockout City non manca di uno store interno che punta a monetizzare sulle personalizzazioni estetiche: un elemento non solo identico a tutti quelli visti finora (rotazione giornaliera degli oggetti, valuta interna acquistabile con moneta reale per accelerare tutto) ma particolarmente stonato per un gioco che non è free to play ma un gioco venduto a prezzo limitato.

Certo, è compreso nel Xbox Game Pass Ultimate o nel EA Play al lancio, inoltre offre una prova gratuita di dieci giorni fino al 30 maggio per capire se fa per voi, questo però non toglie che parliamo di un titolo venduto al prezzo base di 19,99 euro oppure in versione Deluxe a 29,99 euro per chi non disponesse degli abbonamenti di cui sopra: l'idea di affiancargli uno store interno, anziché puntare su qualcosa di più originale, potrebbe avere l'effetto boomerang su un gioco che ci ha piacevolmente colpito e molto più di quanto credessimo. Del resto, anche solo l'idea di creare una crew così da permettere a gruppi di amici di giocare assieme da qualsiasi piattaforma, legandovi inoltre degli specifici obiettivi grazie ai contratti settimanali, è ottima e non vediamo il motivo di introdurre un sistema di monetizzazione ridondante e fastidioso che potrebbe far soltanto danni.

Knockout City 05

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
7.5
Lettori (16)
6.3
Il tuo voto

Knockout City è un gioco divertente, dall'enorme potenziale se ben sfruttato e con un gameplay molto più rifinito di quanto non appaia a un primo sguardo. Semplice da approcciare ma complesso da perfezionare, impreziosito da un'estetica d'impatto sebbene forse non originale (ci ha ricordato da vicino Fortnite), il gioco di Velan Studios promette bene sin dal lancio soprattutto grazie all'introduzione di una nuova modalità nel giro di pochissimi giorni dall'esordio e a un supporto futuro pianificato. Proprio quest'ultimo sarà l'ago della bilancia nel successo di un titolo che punta a introdursi in un mercato decisamente saturo, dove è più facile cadere che non emergere. Tutto dipenderà dalla sua presa sul pubblico e sulle piattaforme streaming, nella speranza che un irritantissimo sistema di monetizzazione non rappresenti una barriera d'ingresso pericolosa.

PRO

  • Gameplay immediato da capire, complesso da padroneggiare
  • C'è molta più stratificazione dietro al semplice lanciare e parare la palla
  • Ogni partita è diversa, capace di offrire sempre la giusta dose di adrenalina
  • I contenuti al lancio ci sembrano soddisfacenti, in attesa della prima stagione

CONTRO

  • L'estetica non è molto originale
  • Sistema di monetizzazione assolutamente non necessario