L'ambientazione è uno degli aspetti più importanti per i giochi che fanno uso della realtà virtuale. Sentirsi a tutti gli effetti dentro un mondo diverso da quello reale può infatti offrire ai videogiocatori quel qualcosa in più che la tecnologia di PlayStation VR e affini ha da sempre promesso, riuscendo però a bilanciare a fasi alterne l'esperienza di gioco da un punto di vista complessivo. Per quanto riguarda il fascino dell'ambientazione, Kona sa di sicuro il fatto suo: uscito a inizio 2017, il gioco targato Parabole è ora tornato a far parlare di sé, grazie alla pubblicazione di Kona VR. Si tratta come avrete intuito di un aggiornamento che permette di giocare il titolo in realtà virtuale, disponibile sia per PC (HTC Vive) sia per PlayStation VR. Abbiamo approfittato proprio di quest'ultima piattaforma per tornare tornare a indagare sui fatti avvenuti in quel di Atamipek Lake, in modo da esprimere un giudizio su questo Kona VR.
La trama: un mistero al freddo e al gelo
In termini di contenuti Kona VR resta uguale a Kona, nel senso che Parabole ha aggiunto la realtà virtuale al gioco che già esisteva, adattandolo alle dinamiche di controllo offerte da PlayStation VR. Per questo motivo, gran parte delle cose scritte in occasione della nostra recensione di circa un anno e mezzo fa restano del tutto valide per approfondire la propria conoscenza su questo titolo. Visto che comunque trama e ambientazione sono due elementi importanti di Kona VR, vale la pena dare una rinfrescata sulla storia che ci vede impegnati nei panni di tale Carl Faubert, investigatore privato. Un nuovo lavoro lo porta nell'area immaginaria di Atamipek Lake, nella regione canadese del Quebec: una zona molto poco ospitale a causa del freddo, dove una comunità di nativi Cree è entrata in contrasto con il ricco industriale W. Hamilton, cliente del protagonista. All'arrivo sul luogo Carl troverà ad aspettarlo un paese deserto, dove una serie di misteriosi omicidi getta le basi per l'avventura che ci troviamo a vivere con un notevole senso di disagio sulle spalle. Perché tutti i sopravvissuti sono scappati via in fretta e furia? Cosa si nasconde ad Atamipek Lake di così spaventoso? Kona VR brilla in particolar modo nella sua parte iniziale, riuscendo a far nascere tali domande nella mente del giocatore. Lo svolgimento della trama purtroppo non riesce a mantenere il fascino delle prime ore, fino a un epilogo che può lasciare con l'amaro in bocca. La storia di Carl Faubert merita comunque di essere vissuta se amate l'ambientazione "nordica" di Kona VR, dove perdersi tra il bianco di una bufera di neve che sembra non voler cessare mai.
Trofei PlayStation 4
Così come il suo gemello, Kona VR conta un totale di trentasei Trofei: uno di tipo Platino, cinque oro, dodici argento e diciotto bronzo. Molti di essi sono legati al completamento del filone principale della trama del gioco, ma l'elenco comprende anche alcuni dettagli appartenenti ad aspetti secondari.
Il gameplay su PlayStation VR
Fatte le dovute presentazioni, vediamo come si comporta effettivamente Kona VR una volta indossato il proprio visore su PlayStation 4. Partiamo dal sistema di controllo, compatibile sia con DualShock 4 che con l'accoppiata di PlayStation Move, rappresentata nelle lenti di PlayStation VR con le mani del protagonista. Il giocatore può scegliere quale tipo di movimento adottare per scongiurare il malessere da movimento nel caso in cui la camminata libera dovesse dargli fastidio, con una doppia alternativa in termini di teletrasporto. Si può infatti scegliere di puntare il luogo dove far andare Carl, oppure avanzare attraverso dei punti prestabiliti, in maniera simile a quanto visto in Batman Arkham VR coi suoi hot spot. Quest'ultima opzione è forse la migliore delle tre, perché permette al giocatore di avvicinarsi alle zone di particolare interesse per trovare gli elementi necessari a proseguire la storia di Kona VR, seguendo il percorso determinato dagli sviluppatori. Qualora si dovesse avere uno stomaco forte e preferire il movimento libero, è forse meglio affidarsi al controller DualShock 4, più versatile in abbinamento con questo tipo di soluzione. I salvataggi di Kona VR sono compatibili con quelli del gioco originale, permettendo così di alternare sessioni di gioco in realtà virtuale ad altre sullo schermo normale.
La grafica: poche luci e molte ombre
Già all'epoca della recensione di Kona avevamo evidenziato quelli che erano i limiti di questa produzione, tanto abile nel rappresentare lo scenario desolato e innevato di Atamipek Lake quanto deficitaria in termini di ottimizzazione. Con l'arrivo di Kona VR e della realtà virtuale, la necessità di scendere a compromessi con l'hardware di PlayStation VR rende le cose ancora più complicate. L'opportunità di entrare nei panni dell'investigatore Carl in prima persona aggiunge comunque al gioco originale quel pizzico di coinvolgimento reso possibile solo dalla realtà virtuale, grazie alla quale aumenta quindi il senso di smarrimento che avvolge il giocatore nelle fasi iniziali di Kona VR. Tuttavia, dal punto di vista tecnico il gioco presenta numerose limitazioni, a partire da un aliasing davvero spinto per arrivare a un dettaglio grafico ai limiti dell'accettabile, soprattutto quando si tratta di dover leggere elementi scritti. Passando da una parte all'altra della mappa tornano purtroppo anche i caricamenti riscontrati nel gioco originale: se all'epoca erano fastidiosi, spezzare in questo modo l'esperienza coinvolgente offerta da Kona VR con la realtà virtuale non fa che peggiorare le cose.
Conclusioni
Se da un lato Kona VR offre quel coinvolgimento che solo la realtà virtuale sa dare, all'altro appaiono evidenti i compromessi che Parabole ha dovuto accettare per portare la sua fatica su PlayStation VR. Ne viene fuori un prodotto forse leggermente inferiore rispetto a quello visto l'anno scorso, che vi consigliamo di provare solo nel caso in cui non abbiate già avuto modo di giocare a Kona. Considerando che anche per i possessori di quest'ultimo il pacchetto VR viene venduto a 5,99 euro, traete le vostre conclusioni.
PRO
- Atmosfera resa ancora più eccezionale dalla realtà virtuale
- Buon livello narrativo
- La tipologia di gioco si presta all'adattamento
CONTRO
- Evoluzione della trama piuttosto scontata
- Compromessi tecnici evidenti
- Poco da offrire a chi ha già giocato Kona