Un Collegamento con il Passato
Curiosamente, in questo caso, il titolo di un videogioco è del tutto appropriato per l’operazione messa in atto da Nintendo. The Legend of Zelda: A Link to the Past uscì su SNES nel 1991 come terzo capitolo di una saga nata sul Nintendo 8 bit, su cui avevano visto i natali i primi due episodi. La storia narra di un potente stregone, tale Agahnim, che un giorno si fa venire la fregola di sovvertire l’ordine del regno di Hyrule. Mediante un colpo di mano spodesta e uccide il Re del paese, ed imprigiona sette fanciulle, discendenti dei saggi che in un tempo remoto avevano sigillato un malvagio ladro, Ganondorf Dragmire (chiamato comunemente Ganon), il quale bramava di impossessarsi della magica Triforce. Le leggende narrano infatti che a chiunque posi la mano sulla Triforce (risiedente nel mondo parallelo che porta il nome di Golden Land) sarebbe garantito un desiderio, qualunque esso sia. Ganondorf riuscì a raggiungere questo potentissimo oggetto ed espresse un desiderio; i saggi riuscirono però a sigillarlo nel Golden Land dopo una lunga guerra. Agahnim in qualche modo è collegato al malvagio Ganon, e proprio per risvegliarlo decide di spedire sei fanciulle nel Golden Land (divenuto ora il Dark World, Mondo Oscuro, a causa dell’anima perversa di Ganon), impedendo in questo modo che interferiscano con i suoi piani. La settima ragazza è, guarda caso, la principessa Zelda, che riesce ad inviare un messaggio telepatico ad un ragazzo di nome Link, il quale da questo momento è chiamato a proteggerla. È qui che entra in ballo il giocatore: il suo primo incarico sarà di salvare Zelda che è tenuta prigioniera nelle segrete del castello: niente di più classico. In seguito ci si troverà ad affrontare tre dungeon per poter guadagnare la mitica Master Sword, l’unica spada in grado di abbattere definitivamente il Male, e la missione successiva sarà salvare le fanciulle imprigionate nel Dark World, fino ad arrivare allo scontro finale con Ganon (nemico giurato di Link praticamente in ogni episodio) in persona; il tutto in quello che probabilmente è il miglior Action RPG (come i giapponesi amano chiamare questo genere di giochi) mai uscito su SNES ed uno dei migliori giochi di tutti i tempi in assoluto. La versione per GBA non differisce di molto da quella originaria: è stato leggermente modificato il testo, forse per renderlo più consono ai titoli di Zelda usciti più recentemente, alcune feature del gioco sono cambiate, è stata aggiunta la voce di Link presa da Ocarina of Time ogni volta che si mena un fendente o si viene colpiti, ed in un dungeon in particolare sono state riprogettate due stanze, anche se il motivo di quest’ultima modifica è sconosciuto. La giocabilità ed il controllo sul personaggio rimangono perfetti, nonostante vi sia un appunto da fare riguardo all’uso dei tasti dorsali L e R, rispettivamente, per l’apertura della mappa e per sollevare e tirare determinati oggetti. Il primo porta ad essere attivato inavvertitamente qualora si voglia cambiare direzione in fretta e si adotti una posizione della mano sbagliata, il secondo invece, vista la frequenza con cui in questo gioco si deve interagire con l’ambiente, causa in breve tempo la sindrome del tunnel carpale se non si sta più che attenti; nonostante non si potesse fare diversamente vista la mancanza di altri pulsanti a cui affidare i comandi, risulta tutto leggermente più scomodo che su SNES. Questo leggero peggioramento del sistema di controllo, comunque, non comporta l’abbassamento della qualità del gioco, qualità che resta sempre altissima, e soprattutto non mina il divertimento e il piacere che si traggono da The Legend of Zelda: A Link to the Past, che ancor oggi resta un capolavoro nel suo genere.
La Leggenda delle Quattro Spade
La vera, completa novità contenuta in questa cartuccia è un’altra: il gioco multiplayer Zelda: The Four Swords. È stata persino inserita una trama, per giustificare la presenza di ben quattro Link contemporaneamente sullo schermo. Basti conoscere dell’esistenza di una spada che ha il potere di quadruplicare la forza di chi la impugna, producendo di fatto altre tre copie dell’eroe, che in questo modo può combattere con l’aiuto dei suoi compagni. Il tutto si traduce in una breve avventura (composta da tre dungeon più quello finale) in cui due o più giocatori dovranno collaborare, combattendo insieme, attivando pulsanti che richiedono la pressione da parte di più persone allo stesso tempo per essere attivati, e soprattutto arraffando quante più Rupee è possibile per salvare la principessa Zelda che, strano ma vero, è stata rapita, stavolta da uno stregone di nome Vati. Si tratta davvero di un piccolo gioiello, piacevolissimo da giocare: ogni area, nel più puro stile della serie di Zelda, è composta da un certo numero di stanze che nascondono uno o più enigmi e trabocchetti, questa volta però da affrontare insieme agli amici. La genialità dei puzzle, forse, non arriva ai livelli sublimi di Oracle of Ages, ma assicura comunque una buona dose di soddisfazione, specialmente se si tiene conto del fatto che sono necessari coordinazione e affiatamento fra i giocatori. Quando si completa un dungeon, inoltre, si ottiene una chiave. Collezionandole tutte, usandole per aprire il dungeon finale e risolvendo quest’ultimo, sarà inoltre possibile sbloccare in A Link to the Past un dungeon nuovo di zecca, progettato appositamente per questa versione ed estremamente difficile, che permette di vincere, al suo termine, una feature inedita.
Commento
Sebbene la politica di riproporre quanti più giochi possibile da SNES su GBA cominci un po’ a stancare, è difficile rimanere indifferenti quando sul GBA arriva un gioco di questo calibro. Stiamo parlando di una pietra miliare senza tempo, che ancora oggi è capace di affascinare e divertire chiunque vi metta mano, nonostante abbia più di dieci anni sulle spalle. L’unica vera pecca di A Link to the Past sta nell’aspetto tecnico, abbastanza datato sia dal punto di vista della grafica che da quello del sonoro, cosa che comunque non mina l’alto valore del prodotto. L’inserimento di The Four Swords, poi, è un incentivo all’acquisto anche per coloro che già possedevano ai tempi la cartuccia per SNES, pur tenendo presente che è comunque necessario che ogni giocatore possieda una copia del gioco per poter godere le delizie del nuovo capitolo. Consigliatissimo a tutti i tipi di videogiocatori, è un must buy per le nuove leve che non hanno mai posseduto un SNES, ma è anche un ottimo acquisto per gli amanti della serie di Zelda che già hanno giocato e sognato con questo titolo.
- Pro:
- Un capolavoro senza tempo riproposto in versione tascabile
- Trama appassionante
- Grande giocabilità
- Eccellente design dei livelli
- Molti segreti da scoprire
- Inserimento del nuovo capitolo multiplayer The Four Swords
- Contro:
- Grafica sufficiente ma non di più (in A Link to the Past)
- Chi lo ha già giocato molte volte su SNES potrebbe trovare superfluo l’acquisto di un gioco che conosce nei minimi dettagli
- The Four Swords non supporta l’One-Cart Play, neppure in modalità limitata
Nintendo ci riprova ancora una volta. Dopo aver convertito Super Mario Bros. 2 e i migliori titoli di Mario per SNES su GBA, tocca ai fan dell’Hylian più famoso di tutta Hyrule: chi si aspettava un gioco totalmente nuovo non è stato, purtroppo, accontentato, almeno non del tutto. Il gioco inserito nella cartuccia è infatti il glorioso A Link to the Past, probabilmente il miglior capitolo della serie di Zelda dopo Ocarina of Time (e forse dopo il già leggendario The Wind Waker). Ma c’è comunque un piccolo “regalino”. Gli amanti del multiplayer probabilmente gioiranno quando scopriranno che gli sviluppatori Nintendo, in collaborazione con Capcom, hanno creato uno Zelda completamente nuovo che, per la prima volta nella storia di questa saga, può essere giocato solo da due o più giocatori.