Come scoprirete nella recensione di Like A Dragon Infinite Wealth, questa volta Sega ha deciso di fare le cose davvero in grande. La serie non ha mai avuto bisogno di chissà quali budget e la sua formula trae forza dalla ripetizione di personaggi e ambientazioni (cosa che ha permesso di ridurre intelligentemente i costi), ma ci sono stati dei capitoli decisamente più ricchi di altri, come per esempio il gargantuesco Yakuza 5 e, da adesso in poi, questo ultimissimo ottavo episodio ambientato addirittura in mezzo a due continenti.
Aloha!
Non solo Yokohama, dove si svolge il precedente Yakuza Like a Dragon: questa volta i nostri eroi sbarcheranno nientemeno che ad Honolulu. Per i giapponesi le Hawaii sono state un importantissimo luogo di villeggiatura, nove ore di volo da Tokyo rappresentano del resto l'occidente più a portata di mano, ed è proprio lì che si ritroverà catapultato Ichiban. Pantaloni blu, camicia rossa, maglia bianca, capelli al vento e una certa avventata strafottenza, avvicinano Ichiban a una versione realistica di Sonic, e forse è anche per questo che dopo innumerevoli capitoli nei panni di Kazuma Kiryu non abbiamo avuto nessun problema a cambiarci d'abito, a trasformarci in questo quarantenne che affronta la vita sì come un drago, ma anche con una certa ciabattante indolenza.
All'inizio di Infinite Wealth troveremo Ichiban impiegato di un'agenzia di collocamento, dove aiuta in segreto gli ex yakuza che dopo il grande scioglimento dei clan più importanti si ritrovano disperati senza lavoro. Presto la vita a Yokohama prende però una piega inaspettata: Ichiban perde il lavoro, viene sputtanato su Internet e scopre dettagli piuttosto scioccanti sul suo passato, tra cui la notizia che la madre biologica, che credeva morta da sempre, è in realtà viva e vegeta alle Hawaii. Saluti di rito, biglietti aerei e, dopo circa quattro ore d'introduzione, si parte finalmente per Honolulu. Alle Hawaii le cose vanno subito malissimo: Ichiban viene derubato e più volte ingannato fino a risvegliarsi una mattina completamente nudo, in spiaggia, senza soldi né documenti.
È sia l'inizio della fine, che la fine dell'inizio e certo non è soltanto sfortuna, non è solo una coincidenza. Tutti, infatti, stanno cercando la madre di Ichiban: la Yakuza, la mafia cinese, persino l'agenzia per la quale lavora Kazuma Kiryu che si unirà presto al nostro gruppo di ricerca. Ad Honolulu ci ritroviamo finalmente immersi in quella che è la mappa più grande e dettagliata mai offerta dalla serie, al punto da dover offrire un agile sistema di viaggio rapido e un bel segway sempre pronto all'uso e con il quale scorrazzare velocemente tra le strade della città (ma andrà ricaricato di tanto in tanto alle apposite centraline). Il salto di qualità, anche nel numero di dettagli, è subito ben visibile e per i veterani della serie è un piacere ritrovarsi in uno Yakuza/Like a Dragon con dei colori e delle atmosfere così radicalmente diverse da quelle a cui ci ha abituato nel corso di tutti questi anni e giochi. Non è solo la città, è anche Ichiban e tutto quello che gli ruota attorno a rendere la permanenza ad Honolulu davvero speciale.
Per esempio, qui stanno sperimentando un nuovo social network che funziona incontrando e salutando gli altri utenti nella vita reale e ad ogni saluto l'amicizia diventa sempre più stretta fino a diventare speciale. Quest'idea non così diversa dalle tante altre trovate a cui ci ha abituato la serie, ha però concesso agli sviluppatori la scusa per inserire nei comandi la possibilità di salutare le persone con diversi tipi di aloha. Girando per la città sarete quindi spinti a salutare continuamente degli estranei che col tempo, e il loro profilo social, inizierete addirittura a riconoscere per strada. Rincorrere un tizio per urlargli aloha mentre sei con le infradito su un segway è la quintessenza del turista, ruolo che Ichiban ricopre davvero alla perfezione e che per il giocatore è davvero uno spasso.
Gotta beat'em all
Like a Dragon: Infinite Wealth è pieno di attività secondarie che influenzano la crescita e gli averi dei personaggi. Per decine di ore abbiamo preso nota di tutti i sistemi a cui il gioco man mano ci introduceva, in modo poi da raccontarveli senza perdervi pezzi per strada, ma all'ennesima nuova meccanica a sorpresa abbiamo dovuto smettere: non avremmo mai scritto una recensione tanto lunga da contenere tutto. E poi è anche bello scoprirseli da soli, no?
Possiamo però dirvi che i Sujimon sono tornati e questa volta potranno essere addestrati e schierati in battaglie tattiche che, se approfondite, ci porteranno a sfidare i quattro maestri Sujimon. Ogni nemico è un potenziale Sujimon e, dopo averli sconfitti, questi potranno essere catturati e schierati in battaglie tattiche a turni. Naturalmente è tutta un'enorme parodia dei Pokémon, ma l'arco narrativo è alquanto interessante e le meccaniche associate sono semplici ma di tutto rispetto. Con i Sujimon ci si può passare, e ben volentieri, una ventina di ore.
Un'isola tutta per noi
E poi c'è Dondoko Island, dove la serie prova a sfidare direttamente sua maestà Animal Crossing proponendo un minigioco, che tanto mini non è, capace di eguagliare e a seconda dei gusti persino superare, il senso di assuefazione del cabaret di Yakuza 0. In questo caso, invece che un locale per incontri, dovremo gestire un'intera isola in modo da trasformarla da discarica illegale a splendido resort. L'isola è suddivisa in zone che vanno gradualmente ripulite e poi definitivamente liberate, continuando però a respingere i saltuari attacchi degli ecoterroristi che torneranno a minacciare questo paradiso naturale che letteralmente dista un viaggio di delfino da Honolulu.
Dondoko Island dovrà anche essere ricostruita, con fontanelle, panchine, alberi, biciclette, chioschi, fontane, come anche interi palazzi, karaoke bar, ristoranti, casette tipiche. Ogni struttura e oggetto attirerà un certo tipo di clientela alla quale dovremo garantire posti letto e attenzioni, facendo regali quotidiani o soddisfacendo le loro richieste particolari. Collezionare insetti, catturare pesci, creare souvenir, raccogliere legna, sono azioni anche qui richieste e anche qui ripetitive anche se in un modo squisitamente satirico. Dopo aver portato il resort a due stelle, viene sbloccata anche un'isola adiacente dove si potranno svolgere nuove mansioni e sfruttare i Sujimon collezionati per produrre prodotti locali, addirittura spedirli in una palestra riva mare allestita appositamente per loro. Dondoko Island merita attenzioni anche perché è un ottimo modo per guadagnare un bel po' di denaro da utilizzare poi tra le Hawaii e il Giappone.
A turni ma non troppo
Like a Dragon: Infinite Wealth è anche un miglior gioco di ruolo di Yakuza: Like a Dragon. Il sistema di bilanciamento e potenziamento delle armi (mazze da baseball, maracas, tavole da surf...), i soldi almeno all'inizio contati, la progressione di armature ed equipaggiamento, l'affiatamento tra i diversi compagni costruito su una sorta di semplificato social link alla Persona oltre a un sistema di combattimento ancora più dinamico e versatile del precedente, rendono questo nuovo titolo di Ryu Ga Gotoku Studio una vera delizia da approfondire in ogni suo aspetto. Potersi finalmente spostare durante il combattimento, in un'area circoscritta, ma che aumenterà crescendo di livello, rende le battaglie molto più interessanti perché ora il posizionamento è una variabile da tenere in considerazione. Colpire un nemico alle spalle aumenterà considerevolmente il danno inflitto, inoltre la direzione verso la quale andremo a colpire sarà anche quella dove verranno spinti i nemici che, se finiranno tra le mani dei nostri compagni, si prenderanno anche qualche colpo extra.
Un'altra novità sono le mosse di coppia, che si sbloccheranno raggiungendo un certo grado di affinità. Ricordiamo che il sistema di combattimento di Like a Dragon include in fase di parata e durante le mosse speciali dei quick time eventi che permettono di dimezzare i danni subiti e moltiplicare quelli inflitti, donando al sistema a turni diversi elementi in tempo reale. Infinite Wealth ripropone anche un sistema di job che permetterà di cambiare classe ai diversi personaggi in modo da modificarne lo stile di combattimento e sbloccare bonus alle statistiche ed abilità extra. Ci sono poi soluzioni molto intelligenti per rendere l'esperienza di gioco meno noiosa e ripetitiva: un sistema di battaglia automatica per mettere fuori gioco in un istante i nemici di basso livello, la possibilità di pagare dei personaggi speciali per aiutarci negli scontri più intensi e il gioco ci avverte se siamo sottolivellati o dotati di un equipaggiamento non all'altezza delle sfide che ci attendono).
Brutta Persona
Per fare posto a tutto questo, per almeno una trentina d'ore la trama viene messa un po' in secondo piano. Il susseguirsi degli eventi è divertentissimo, i personaggi introdotti sempre interessanti, i dialoghi al top ma se vi siete appassionati ai vecchi Yakuza è probabile che finirete per sentire la mancanza delle sue tonalità più drammatiche, di quella criminalità rituale ed estremamente elegante che ne ha sempre contraddistinto le storie, i dialoghi prolissi e irresistibilmente neomelodici. Procedendo il ritmo cambia gradualmente, entrano in scena nuovi e vecchi personaggi mentre la figura di Kiryu si fa sempre più oscura e drammatica.
L'incastro come sempre funziona e, quando vuole, sa far male dannatamente bene. Però è un peccato che le avventure di Ichiban, presentate come un nuovo inizio, si stiano rivelando più simili a un lungo, lunghissimo finale. Forse troppo lungo? Ma da ogni punto di vista, nonostante qualche eccesso di troppo, questa è un'avventura chiaramente speciale, oltre ad essere davvero ben congegnata. I passi in avanti, anche stilistici, sono innegabili: c'è più regia, più musica, più fotografia, più ritmo. C'è in generale la sensazione che Atlus abbia avuto più di un'influenza in questo nuovo Infinite Wealth, magari indiretta ma ben visibile sia in certe meccaniche di gioco (c'è persino l'equivalente della metropolitana procedurale per dare un senso all'inevitabile, ma non asfissiante grind, qui un cantiere che si estende nel sottosuolo) che nel modo di raccontare e gestire il ricco cast di personaggi. Like a Dragon: Infinite Wealth potremmo quasi definirlo uno "Yakuza: Brutta Persona".
Conclusioni
Honolulu è bellissima, Yokohama fa sentire a casa, Dondoko Island è irresistibile e Like a Dragon: Infinite Wealth è davvero a un passo dall'essere il miglior gioco del Ryu Ga Gotoku Studio. Non tutti gli elementi sono però inseriti organicamente all'interno dell'avventura, la trama fatica inizialmente a trovare spazio e il giusto ritmo, inoltre il sistema di combattimento, per quanto migliorato, non è ancora sufficientemente profondo e gestibile per reggere sulle sue spalle l'intera durata dell'avventura che nel frattempo, con Infinite Wealth, si è allungata considerevolmente. Totalmente tradotto in italiano (il doppiaggio è in giapponese e inglese), e disponibile su PlayStation, Xbox e PC, Like a Dragon Infinite Wealth è senza alcun dubbio la prima bomba di questo 2024. Unico neo, aver reso il New Game+ un extra per chi compra l'edizione più costosa.
PRO
- Honolulu è la mappa migliore della serie
- Il sistema di combattimento è migliorato considerevolmente
- Dondoko Island e i Sujimon sono degli extra straordinari
CONTRO
- Manca la Yakuza come la conoscevamo, ma c'era da aspettarselo
- La trama rimane a lungo in secondo piano, sopraffatta dal resto
- Più che un nuovo inizio, sembra l'ennesimo finale