Questa prima stagione di Loki ha vissuto di alti e bassi. La regia di Kate Herron, tanto attenta ai momenti introspettivi e alla crescita dei personaggi, ha faticato a consegnare un'identità precisa a un prodotto che di suo ha tentato strade, prospettive e atmosfere diverse. Ha raggiunto vette altissime quando si è concentrata sulla caratterizzazione del protagonista, interpretato magnificamente da Tom Hiddleston, e sulle sue interazioni col resto del cast, ma ha faticato a imbastire una storyline coesa e accattivante, riprendendosi negli ultimi due o tre episodi con un maggior numero di sviluppi e colpi di scena. Considerando come si era chiuso il precedente episodio, le aspettative nei confronti di questo finale erano altissime: per certi versi quel marionettista di Kevin Feige le ha soddisfatte, per altri non del tutto, ma ci sono ancora storie da raccontare e Loki tornerà per una seconda stagione.
Vediamo, però, come si è chiuso questo primi ciclo di episodi nella nostra recensione di Loki 1x06, e occhio agli spoiler: alcuni saranno inevitabili allo scopo di questa analisi.
Per tutti i tempi. Sempre.
Avevamo lasciato Loki e Sylvie davanti al varco dimensionale apertosi dentro Alioth, un varco che conduce a una specie di asteroide sospeso nello spazio, circondato da una scia luminosa, sul quale torreggia un'antica roccaforte. Mentre i due protagonisti si addentrano nella tana del nemico, che Ms. Minutes definisce solo come Colui che rimane, alla TVA scoppia il finimondo quando Mobius e Cacciatrice B-15 mettono sotto scacco il giudice Renslayer.
Alla fine, dietro a tutto questo macello, tra viaggi nel tempo e realtà alternative, c'era proprio Jonathan Majors, l'attore che sappiamo interpreterà Kang il Conquistatore in Ant-Man & the Wasp: Quantumania fra un paio di anni. L'avevamo sospettato, abbiamo avuto ragione, e intanto la storia non ha preso la piega che ci aspettavamo, ma ha fatto una svolta molto più sinistra...
Riflessioni e spoiler
E insomma, la scorsa settimana vi abbiamo parlato di questo storico avversario degli Avengers a fumetti, Kang il Conquistatore, nato Nathaniel Richards nel 31simo secolo: un viaggiatore temporale che ha assunto mille identità oltre a quella di Kang. Si è spacciato per il Centurione Scarlatto, Rama-Tut, Immortus, Iron Lad e molte altre, e tante volte gli Eroi più potenti della Terra non hanno affrontato lo stesso personaggio, ma le sue controparti provenienti da realtà o epoche diverse. Che è più o meno quello che ha promesso Colui che rimane nel suo lunghissimo colloquio con Loki e Sylvie, una conversazione che si prende gran parte dell'episodio - che dura solo 45 minuti circa - e che a tratti si ripete pure.
Diciamo che chiudere l'annata con una complessa esposizione non è stata la mossa più saggia nella storia della TV, ma la Herron dirige i giochi con mano ferma, generando un'atmosfera inquietante e opprimente grazie a due fattori fondamentali: la colonna sonora eccellente di Natalie Holt e l'interpretazione schizofrenica di Jonathan Majors.
La regista trova spazio anche per una scena d'azione breve ma intensa e finalmente ben coreografata verso la fine dell'episodio, ma a questo punto dovreste aver capito un po' tutti che Loki non è una serie d'azione, ma qualcosa di più sperimentale che lavora soprattutto sulla crescita dei personaggi. In questo senso, sul personaggio interpretato da Tom Hiddleston è stato fatto un lavoro persino migliore rispetto ai film, descrivendo un cerchio che si chiude proprio in questo season finale, quando Loki rinuncia a un vero e proprio trono per difendere il diritto al libero arbitrio in tutto il Multiverso... che è l'obiettivo completamente opposto a quello che lui stesso perseguiva in Marvel's The Avengers, come ci ha ricordato la serie TV nell'episodio pilota. In queste sei settimane, Loki ha imparato (di nuovo) che tutti possono cambiare e tutti possono essere eroi, anche il più vigliacco dei super criminali, specialmente se c'è in gioco l'amore.
L'unico problema è che non tutti i Loki sono il nostro Loki. Tra alligatori, vecchietti rassegnati e rospi antropomorfi, c'è anche Sylvie, che non la vede proprio alla stessa maniera e alla fine sceglie diversamente, consegnando la Sacra linea temporale al caos più totale. È paradossale che la conversazione con Colui che rimane ruoti molto intorno all'ambiguità e alla menzogna. Il villain di turno è letteralmente invincibile, ma solo fino a un certo punto, e soprattutto... non è un villain. La serie TV sta ben attenta e non dare un nome a questo personaggio. Colui che rimane racconta di essere stato definito un "conquistatore", tra le altre cose, ma non si dà un nome, sottolineando soltanto di essere stato l'unico, tra le sue innumerevoli varianti, a trovare un modo per custodire la Sacra linea temporale e impedire lo scoppio di una guerra tra le sue controparti che vogliono tutte controllare il Multiverso.
Di fatto, quando Sylvie alla fine lo uccide, Colui che rimane la saluta nel modo più minaccioso possibile: "Ci rivedremo presto". Sapevamo già che Majors interpreterà Kang in Ant-Man & the Wasp: Quantumania, e ora sappiamo che non sarà lo stesso personaggio che abbiamo conosciuto in questo season finale. La mossa dei Marvel Studios, insomma, è stata furba.
Loki 1x06 ha spianato la strada all'esordio di questo villain, ma chi andrà al cinema senza aver visto la serie TV probabilmente riuscirà a comprendere lo stesso la trama perché quel Kang sarà, effettivamente, un personaggio quasi completamente diverso. Lo dimostrano anche i costumi. Jonathan Majors indossa un abito più simile a quello di Immortus nei fumetti, ma quando Loki torna alla TVA, e scopre di essere finito in una realtà alternativa in cui Mobius non lo conosce, al posto della statua dei Custodi del tempo trova quella di un Jonathan Majors che indossa il costume classico di Kang il Conquistatore nei fumetti Marvel.
Majors si è fatto conoscere soprattutto con The Last Black Man in San Francisco e poi è apparso, tra le altre cose, in Da 5 Bloods e nella serie TV Lovecraft Country, ma non eravamo sicurissimi che fosse la scelta giusta per il ruolo di Kang. I minuti che abbiamo passato in sua compagnia nel finale di Loki hanno consolidato i nostri dubbi, ma quando abbiamo scoperto che interpretava una variante del famoso super villain - quella buona, per giunta - ci siamo resi nuovamente conto della sua versatilità. È probabile che nel prossimo film incentrato su Ant-Man, Majors interpreterà una versione molto più solenne e minacciosa di questo personaggio, laddove in Loki 1x06 l'ha caratterizzato su toni più amichevoli ma folli e sbruffoni.
Del resto, questo episodio spalanca le porte definitivamente al Multiverso più e più volte accennato nelle ultime produzioni Marvel Studios: potrebbe essere fondamentale per comprendere Doctor Strange in the Multiverse of Madness oppure le tanto vociferate partecipazioni di Tobey Maguire e Andrew Garfield in Spider-Man: No Way Home, ma in ogni caso è la premessa più sensata alla prossima serie TV che vedremo su Disney+ ad agosto, What if...?
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
Sentendo alcune tra le battute più iconiche dei film Marvel Studios mentre sullo schermo compariva il logo a inizio episodio, abbiamo capito subito che il finale di Loki sarebbe stato qualcosa di speciale. Nonostante qualche intoppo, a cominciare da una conversazione ben girata ma eccessivamente lunga e compassata, Loki 1x06 è una storia che potrebbe avere ripercussioni importantissime su tutto il Marvel Cinematic Universe e che conclude dignitosamente una stagione che non ha mai voluto stupire con strabilianti effetti speciali, pur riuscendoci lo stesso, o scene d'azione mozzafiato, e qui decisamente ha mancato il bersaglio. Ci ha però restituito il miglior Loki possibile e non vediamo l'ora di ritrovarlo nella sua seconda annata.
PRO
- Introduce un personaggio che sarà importantissimo nel futuro del MCU
- Chiude il cerchio sulla magnifica caratterizzazione di Loki
CONTRO
- La conversazione centrale è una brusca frenata proprio nel climax della storia
- I comprimari sono stati un po' sacrificati per lasciare spazio a Majors