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Lost Ark, la recensione

Dopo aver trascorso tantissime ore nel mondo di Arkesia, siamo pronti a tirare le somme sul MMORPG del momento nella nostra recensione di Lost Ark.

RECENSIONE di Christian Colli   —   25/02/2022
Lost Ark
Lost Ark
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Atteso da anni nella sua versione occidentale, Lost Ark è il successo del momento. Forse anche troppo: in seguito all'uscita su Steam in formato free-to-play, i server hanno registrato code chilometriche, fomentate da una battage pubblicitario che è stato affidato soprattutto ai più popolari streamer di Twitch e compagnia. Difficile credere che Amazon Game Studios, che ha distribuito il gioco, non conoscesse i rischi di questo passaparola, specialmente dopo quanto accaduto con New World e, più recentemente, con l'espansione Shadowbringers di Final Fantasy XIV. La crisi, soprattutto sul versante europeo, continua a sollevare enormi polemiche, ma è importante precisare che non abbiamo tenuto conto di questi disservizi nella nostra valutazione di Lost Ark.

Intendiamoci, abbiamo parecchio da ridire su tutta la faccenda, e anche sul semplice fatto che si debbano fare ore di coda per giocare a un videogame, ma sarebbe ingiusto penalizzare l'opera di Smilegate in questo senso. Anche perché, una volta collegati, fila tutto liscio come l'olio e i server reggono piuttosto bene il massiccio carico di giocatori. Nelle oltre cento ore che abbiamo dedicato a Lost Ark, in queste due settimane, abbiamo riscontrato soltanto qualche sporadico problema col matchmaking e con lo shop, ma quest'ultimo, per dire, lo abbiamo bellamente ignorato proprio per capire se il nuovo MMO riesce a reggersi sulle sue gambe senza costringere i giocatori a strisciare la carta di credito.

Non vi resta che leggere la nostra recensione di Lost Ark per scoprire se merita tutto il successo che sta avendo in questi giorni.

Un MMO single player

Lost Ark, alcuni panorami sono davvero mozzafiato
Lost Ark, alcuni panorami sono davvero mozzafiato

Lost Ark è un RPG multigiocatore, eppure lo abbiamo giocato praticamente tutto come fosse un single player. Sebbene sia possibile fare gruppo con facilità, completare le missioni anche a grande distanza nella stessa mappa ed entrare insieme a tre giocatori per volta nei vari dungeon, il titolo Smilegate si presta perfettamente alla progressione solitaria grazie a un'ingegnosa calibrazione della difficoltà. L'importante è inquadrare meglio il genere di appartenenza.

Scambiato spesso per un Diablo o un Path of Exile, coi quali condivide essenzialmente la visuale isometrica e il sistema di controllo predefinito punta e clicca, Lost Ark è insospettabilmente più vicino a Final Fantasy XIV sia nella filosofia che nella progressione. La lunghissima storia principale, suddivisa in missioni primarie e secondarie, è scandita attraverso dialoghi e cinematiche che raccontano molto bene una storia tutto sommato banale che ci vede cercare sette manufatti leggendari per sigillare un demone e la sua posse.

La narrativa di Lost Ark prova ad avere le stesse ambizioni del quattordicesimo Final Fantasy, circondando il nostro alter ego di comprimari discretamente caratterizzati - come padre Armen, il principe Thirain o la misteriosa Beatrice - che sono i veri protagonisti degli snodi più importanti nella trama, spesso raccontati attraverso cinematiche completamente doppiate e sottotitolate in lingua inglese. La storia tutto sommato funziona e incuriosisce a sufficienza, ma spicca raramente il volo - anche se ci sono alcuni momenti genuinamente inattesi - e non rappresenta certo il punto forte di Lost Ark. A tratti, però, riesce a essere davvero coinvolgente grazie a un sapiente gioco di coreografie e inquadrature dinamiche che marcano i momenti più esaltanti dell'avventura.

Proseguendo verso il massimo livello e anche oltre - la campagna è veramente lunghissima! - si riscontra tuttavia una specie di dissonanza nella narrativa. La ricerca delle sette Ark ci porterà in giro per il mondo di Arkesia, aprendo storyline completamente diverse le une dalle altre, nei toni e nelle atmosfere, che non sempre funzionano e qualche volta durano anche più del necessario.

Lost Ark, la storyline di Arthetine sembra un bizzarro incrocio tra Fallout e Xenoblade
Lost Ark, la storyline di Arthetine sembra un bizzarro incrocio tra Fallout e Xenoblade

Tra citazioni di The Legend of Zelda, "tournament arc" degni di un manga shonen ed escursioni cyberpunk, Lost Ark magari non sarà un trionfo di originalità - diciamo che in alcune circostanze si sfiora il plagio - ma è sicuramente uno dei titoli più vari in circolazione. Il merito è anche di una direzione artistica generalmente encomiabile, se escludiamo il character design androgino tanto caro ai coreani. La cura che Smilegate ha riposto nella lavorazione di scenari, animazioni, costumi e modelli 3D non fa rimpiangere i motori grafici più performanti. Lost Ark è un gioco tecnicamente vetusto, ma fa bene il suo lavoro e in certi momenti lascia davvero a bocca aperta.

È soprattutto un titolo immenso, talmente tanto da risultare eccessivo. La campagna sblocca via via sempre più funzionalità, e fino a un certo punto lo fa anche gradualmente, spiegando al giocatore, tramite apposite missioni tutorial, come usufruire delle più disparate meccaniche, dalla raccolta di risorse naturali alla personalizzazione dello Stronghold - una specie di "housing" - passando per un sistema di navigazione vero e proprio che spalanca le porte alla seconda parte della campagna e a un oceano, letteralmente, di contenuti.

Lost Ark, lo Stronghold è la nostra isoletta personalizzabile
Lost Ark, lo Stronghold è la nostra isoletta personalizzabile

Smilegate ha messo forse anche troppa carne al fuoco, ma bisogna sempre ricordare che Lost Ark non è un gioco "nuovo": in Corea è stato pubblicato più di due anni fa, e la nostra versione comprende già diversi aggiornamenti che il client originale ha visto nell'arco di svariati mesi. A noi, per esempio, mancano ancora diverse classi come l'Arcana o il Destroyer, ma già così Lost Ark garantisce a un pubblico ampissimo, che va dal giocatore casual al completista più tenace, una valanga di contenuti e possibilità. Sono solo i collezionabili, tra panorami da scoprire, centinaia di Mokoko Seed da raccogliere, carte illustrate, storyline segrete e così via, possono riempire le giornate di un giocatore senza costringerlo a fare gruppo o a dipendere dagli altri per vedere la maggior parte dei contenuti.

Il piacere del combattimento

Lost Ark, ci sono tantissime boss fight fuori e dentro i dungeon
Lost Ark, ci sono tantissime boss fight fuori e dentro i dungeon

Il sistema di controllo predefinito - mouse più tastiera, ma è possibile configurare un normale controller - non è esattamente il più immediato del mondo, ma dopo qualche ora ci si abitua e si finisce per apprezzare la precisione che la formula "punta e clicca" garantisce durante i combattimenti, specialmente quando si affrontano i boss che proiettano il raggio d'azione dei loro attacchi prima di eseguirli (un sistema comunemente chiamato "telegraph").

In realtà, Lost Ark non è un gioco particolarmente impegnativo su questo fronte, e la campagna si affronta con serenità: i giocatori possono entrare nei dungeon obbligatori anche da soli - oppure in gruppo, fino a quattro membri - e scegliere tra due difficoltà che cambiano la qualità delle ricompense, ma la differenza in termini di complessità è marginale e gran parte dei nemici si sconfigge con pochi colpi. Via via che si raggiungono i livelli più alti si affrontano anche battaglie più complesse che richiedono una gestione più attenta dei movimenti e delle abilità, ma è solo nell'endgame - su cui torneremo dopo - che il sistema di combattimento esplode veramente.

Lost Ark, il sistema Tripod permette una grande varietà di build
Lost Ark, il sistema Tripod permette una grande varietà di build

La campagna è accessibile e intuitiva proprio perché vuole concedere al giocatore la libertà di sperimentare diverse build, impiegando il cosiddetto sistema Tripod che permette di assegnare gli Skill Point guadagnati a ogni level up per modificare in qualsiasi momento le abilità apprese. Stupisce solo che sia poco orientata al combattimento, ma un pregio di Lost Ark sta proprio nell'immediatezza delle missioni principali e secondarie, che non rivoluzionano certo il genere - sono pur semplici fetch quest: parla, raccogli, uccidi - ma pesano zero sulla progressione e si completano molto velocemente. Smilegate le ha distribuite in modo ingegnoso e ragionato nelle mappe, spostando il giocatore da un obiettivo all'altro mentre lo conduce verso lo scenario successivo. I nemici che ci sbarrano la strada vanno giù in pochi secondi e garantiscono, quindi, quella sensazione di potenza che, accoppiata alla spettacolarità visiva di attacchi e magie, soddisfa non solo l'occhio, ma anche l'ego.

Le varie classi sono tutte diverse ma riescono a essere perfettamente autonome nell'economia del gameplay solitario e in gruppo. Alcune build si prestano meglio al gioco di squadra - in particolare quelle del Paladin, del Bard e del Gunlancer - ma in generale Lost Ark, che ancora una volta prende le distanze da Diablo anche in termini di gameplay, ricorda più Guild Wars 2 che gli altri MMO in circolazione. La guarigione dipende quasi tutta da bonus passivi e consumabili, perciò il combat system sposta l'ago della bilancia sull'autonomia, la reattività e l'improvvisazione. Ogni classe restituisce un feeling unico grazie a una sapiente diversificazione degli skillset, ma se in PvE tutto funziona pressoché perfettamente, in PvP dobbiamo segnalare un netto sbilanciamento a favore del crowd control che rende l'esperienza abbastanza frustrante. Gli scontri tra i giocatori restano comunque un'attività secondaria, e sebbene ci siano parecchi contenuti in tal senso anche per gli amanti della competizione, Lost Ark resta comunque un gioco principalmente PvE.

Lost Ark, gli Engraving ricordano le abilità di Monster Hunter
Lost Ark, gli Engraving ricordano le abilità di Monster Hunter

Le cose si complicano quando ci si avvicina al level cap e cominciano a intrecciarsi molteplici funzionalità che inizialmente non sembrano interessare troppo la progressione, ma che alla fine garantiscono una grande libertà di sperimentazione e di gameplay. Gli Engraving, per esempio, sono bonus passivi che ricordano quelli nelle armature di Monster Hunter e orientano le specializzazioni delle singole build verso performance più aggressive o difensive. Il giocatore, a lungo andare, si ritrova a barcamenarsi tra tantissime statistiche e dinamiche: i bonus offerti dalle combinazioni delle carte illustrate, i suddetti Engraving, le gemme e le pietre, le abilità Awakening e così via.

È bello che Lost Ark conceda tutta questa possibilità di sperimentazione, ma purtroppo la natura "coreana" del gioco emerge nel modo non proprio intuitivo in cui Smilegate ha effettivamente mescolato questi sistemi. Ognuno di essi si trascina dietro un bagaglio abbastanza macchinoso di menù, prerequisiti e interazioni che richiedono parecchia attenzione, e magari un tuffo nel web in cerca di guide e consigli che aiutino a risparmiare tempo e risorse, soprattutto una volta raggiunto l'endgame.

Il banco di prova dell'endgame

Lost Ark, alcuni dungeon sono veramente spettacolari
Lost Ark, alcuni dungeon sono veramente spettacolari

Generalmente si dice che un MMO cominci davvero solo dopo aver raggiunto il massimo livello perché, essendo giochi in divenire, è a quel punto che lo sviluppatore concentra tutta la propria forza creativa per agganciare i giocatori. Nel caso di Lost Ark questo avviene anche prima del tempo, perché il cosiddetto endgame comincia davvero dopo aver raggiunto la città di Vern, e cioè poco dopo aver scartato il livello 50 e molto prima di aver consegnato l'ultima missione della campagna. In quel momento il gioco ci riempie di tutorial, presentandoci una vagonata di contenuti da affrontare giornalmente per migliorare il personaggio e il suo equipaggiamento.

Così facendo, si sbloccano progressivamente nuovi contenuti e nuove sfide sempre più difficili che possono imporre la formazione di squadre - tramite matchmaking automatico e non - e garantire i migliori bottini del gioco. È un sistema furbo che in apparenza rispetta il tempo del giocatore con meccaniche di recupero e una buona autonomia iniziale.

Lost Ark, potenziando l'equipaggiamento si sbloccano nuovi contenuti endgame
Lost Ark, potenziando l'equipaggiamento si sbloccano nuovi contenuti endgame

La progressione gira intorno al cosiddetto "honing", cioè il miglioramento dell'equipaggiamento di classe che si recupera con facilità nei Chaos Dungeon, praticamente il punto d'inizio della scalata. Una volta sbloccato questo contenuto, nel giro di letteralmente cinque minuti ci si ritrova con un set completo che potremo potenziare da un apposito fabbro consumando varie risorse. Una volta raggiunta una nuova soglia nel livello medio dell'equipaggiamento, si sbloccano nuovi contenuti e livelli di difficoltà dove trovare nuove risorse.

È un loop che funziona, anche se per raggiungere i livelli più alti, e quindi sbloccare i contenuti più audaci, servono un pizzico di fortuna e un'oncia di pazienza. Il sistema di progressione, diviso opportunamente in Tier, non è particolarmente punitivo perché il gioco offre una pletora di contenuti, sfide e attività con cui è possibile recuperare risorse, valute e materiali senza scadere nella ripetitività insita del genere.

Lost Ark, i Guardian Raid sono divertenti boss mitologici da combattere da soli o in gruppo
Lost Ark, i Guardian Raid sono divertenti boss mitologici da combattere da soli o in gruppo

L'unico problema è, ancora una volta, la natura free to play che spinge sulla spasmodica microgestione di un'infinità di valute diverse. Se durante la progressione questo peso si avverte soltanto in parte, arrivati all'endgame diventa soverchiante, per non dire ingestibile. Ci sono davvero troppe risorse e valute di cui bisogna tenere conto per potersi godere serenamente tutto ciò che Lost Ark ha da offrire. A lungo andare, le diverse funzionalità tendono a intrecciarsi profondamente, e i giocatori che intendono vedere tutto, ma proprio tutto, dovranno armarsi di tanta pazienza e pianificare le loro giornate di conseguenza: in queste circostanze, Lost Ark diventa un MMO in grado d'impegnare praticamente ogni minuto di tempo libero.

In questo senso, lo shop ci viene incontro coi vantaggi che offre a pagamento. Vogliamo essere molto chiari: nulla che lo shop di Smilegate venda nel gioco garantisce un netto privilegio sugli altri giocatori. Lost Ark non è un titolo "pay to win", insomma. Oltre a cavalcature, pet e oggetti cosmetici vari, lo shop offre grossomodo delle scorciatoie che permettono di risparmiare tempo, per esempio completando istantaneamente le missioni giornaliere. La cosiddetta Crystalline Aura, considerata "essenziale" nell'apposita pagina dello shop, proprio essenziale non è: abbiamo raggiunto l'endgame e progredito senza sentirne minimamente il bisogno.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (31)
8.0
Il tuo voto

Lost Ark è indubbiamente il miglior MMO free to play in circolazione. Contraddistinto da un sistema di combattimento appagante e personalizzabile, nonché da una campagna lunghissima che si può affrontare da soli e in compagnia, il titolo Smilegate supera brillantemente la nostra prova grazie a una varietà di contenuti che veramente non ha rivali. Nonostante alcune intuizioni geniali, però, tende a diventare eccessivamente intricato nell'endgame: armandosi di tanta pazienza e lungimiranza, i giocatori che vorranno provare tutto, ma proprio tutto, riusciranno a spuntarla e trarne enormi soddisfazioni.

PRO

  • Free to play
  • Una sbalorditiva quantità di contenuti single player e multiplayer
  • Sistema di combattimento estremamente personalizzabile

CONTRO

  • La storia non è niente di speciale
  • La quantità e complessità di meccaniche potrebbe essere soverchiante