Sacro e Profano
La trama di Luminous Arc è decisamente originale: ambientato in un mondo fantasy tipicamente nipponico, Luminous Arc ha per protagonista Alph, un soldato dei Fatal Hounds, un gruppo di giovani guerrieri addestrati in una specie di orfanatrofio fin da piccoli per diventare dei cacciatori di streghe per conto del braccio armato della Chiesa. Il mondo di Alph è stato infatti sconvolto da un mitico cataclisma provocato dalla guerra tra le streghe e i draghi, frenata soltanto dall'intervento diretto del dio Luminous, che dopo aver sigillato le streghe e distrutto tutti i draghi ha affidato il futuro del mondo alla sua Chiesa. Il compito dei Fatal Hounds è annientare le streghe che circolano ancora per il mondo, il loro motto "Proteggere la Luce, condannare l'Oscurità".
Le cose tuttavia si complicano fin da subito quando il gruppo scopre che non tutte le streghe sono cattive come è sempre stato insegnato, e che la loro storia non è proprio quella che conoscono. E quando Alph e suo fratello Theo scopriranno di non essere veramente umani, e che la Chiesa non è esattamente sulla retta via come credevano, i Fatal Hounds non potranno che allearsi con le streghe buone per combattere quelle malvagie e la Chiesa stessa, in una girandola di evoluzioni narrative e colpi di scena che lasceranno piacevolmente stupiti anche gli appassionati più navigati del genere.
Dopo il bellissimo e originale Riviera per Game Boy Advance, Atlus sfiora ancora una volta l'eresia toccando argomenti come la divinità e la Chiesa, giocando con i lati più oscuri e ambigui, sottolineando come l'apparenza inganni, sempre e comunque. Il fiore all'occhiello di Luminous Arc, però, è l'incredibile cast: i tantissimi personaggi che faranno la loro comparsa durante l'avventura sono ricchi di personalità e semplicemente adorabili. Dal caparbio Alph alla tenera Cecille, passando per il maniacale Nikolai e la scorbutica Lucia, non c'è un personaggio che non risplenda con le sue battute o una caratterizzazione originale o al limite del macchiettismo: come in Riviera, inoltre, sono estremamente curati i dialoghi tra i vari personaggi (e molti, opzionali, permettono di conoscere meglio i nostri eroi e i loro rapporti) che strappano larghi sorrisi e sonore risate tra gag e battutine. E' vero che l'ostilità alla religione intransigente è ormai un tema fin troppo ricorrente - e diremmo stancante - nei videogiochi d'avventura giapponesi, ma in Luminous Arc la trama è talmente delicata e divertente che non si sconfina mai nel banale o nel prevedibile.
Tatticamente vostro
Luminous Arc pesca a piene mani nell'eredità lasciatagli dai più blasonati strategici a turni della scorsa generazione, in particolare sono molte le affinità con Final Fantasy Tactics, unite alle idee che Atlus ha proposto negli ultimi anni con i suoi giochi, rifinite e riadattate in questo nuovo contesto. Colpisce comunque la possibilità di avanzare nella trama o fermarsi a potenziare i propri personaggi un po' quando si vuole, in modo che il giocatore non si trovi mai succube delle sequenze narrative, che si manifestano con i classici dialoghi tra i personaggi, rappresentati dai relativi artwork che si stagliano su curatissimi sfondi bidimensionali. E come in Final Fantasy Tactics il mondo e le città non sono completamente esplorabili: la cartina geografica mostra dei punti, corrispondenti alle varie location, che possono essere città (dove è possibile fare rifornimenti di oggetti ed equipaggiamento o dialogare con i paesani tramite alcune opzioni) o zone di battaglia passando per le quali c'è la possibilità di essere assaltati dai mostri.
Naturalmente il battle system di Luminous Arc è essenzialmente il suo stesso gameplay, e possiamo dire che Atlus, senza impegnarsi nello sviluppo di astruse modalità o opzioni, è riuscita a proporre un sistema di gioco semplice ma divertente e appagante. A differenza di molti altri giochi del genere, come il già molte volte citato Final Fantasy Tactics o il bellissimo Tactics Ogre (Game Boy Advance), in Luminous Arc non è possibile creare o reclutare nuovi e anonimi personaggi, nè gestire le loro classi: ogni membro del cast dispone di certe armi e magie che lo rendono unico. Se da una parte questo espediente limita le possibilità di personalizzazione del giocatore, c'è da dire che per altri versi implica delle note positive: in primo luogo, la difficoltà è più bilanciata (e Luminous Arc non è affatto difficile come Fire Emblem, per dirne una), e inoltre i vari personaggi hanno decisamente più personalità, nel momento in cui le loro magie sono vincolate alla loro caratterizzazione o alle armi che equipaggiano per design di base. E quindi, Alph combatte con la spada mentre i suoi attacchi speciali sono basati sull'uso delle armi da fuoco (è infatti un "Rifleman") mentre Cecille la chierica è specializzata nell'utilizzo di magie curative; Nikolai è un'unità a lungo raggio: con la balestra e i suoi attacchi con anomalie annesse è un buon supporto in attacco, ma le sue magie di potenziamento sono decisamente più utili. E ancora, le varie streghe che si uniranno al party dispongono ognuna di magie legate ad elementi diversi: in una zona vulcanica dove i nemici sono affini all'elemento del fuoco non è molto sensato usare le magie brucianti di Vanessa, mentre quelle acquatiche di Mel sono decisamente più efficaci. [CC]Non è possibile creare o reclutare nuovi personaggi, nè scegliere le loro classi: ogni membro del cast dispone di certe armi e magie che lo rendono unico[CC]
Tatticamente vostro
Il giocatore quindi, prima di ogni combattimento, può scegliere fino a otto personaggi dal suo piccolo esercito (che sarà alla fine composto da quindici eroi) che controllerà tramite stylus o croce direzionale in aree suddivise in classici blocchi, con visuale isometrica e tutto l'ambaradan che caratterizza questo genere di giochi: elementi naturali legati al terreno, dislivelli, ostacoli e compagnia cantante. E così, attaccare dall'alto aumenta i danni così come attaccare da dietro, le zone paludose limitano i movimenti delle unità più lente, che agiscono meno spesso di quelle più veloci, eccetera eccetera: niente di nuovo sotto il sole. E' un elemento profondamente tattico anche il level-up dei vari personaggi, visto che a seconda delle azioni effettuate si acquisisce una quantità diversa di punti: le unità più deboli, in genere concentrate a guarire i personaggi, con un po' di strategia possono dare il colpo di grazia ai nemici per ottenere più punti esperienza di una semplice cura. Al giocatore spetta decidere come e quando sfruttare queste possibilità.
Luminous Arc offre anche una gran varietà di abilità e magie per affrontare i combattimenti, cosa che costituisce un lieve difetto: sono infatti fin troppe le possibilità offensive. Oltre agli attacchi basilari, i nostri eroi dispongono di Skill (attacchi fisici o modificatori alle statistiche), Magie (curative, di potenziamento e d'attacco), Flash Drive e Sinergy. Le Flash Drive, mutuate direttamente da Riviera, sono legate a una barra che si va riempiendo di turno in turno: ogni personaggio dispone di tre Flash Drive (che si ottengono col passare dei livelli o avanzando nella trama) e sono essenzialmente dei super-attacchi devastanti e spettacolari. Le Sinergy sfruttano la medesima barra delle Flash Drive, ma richiedono almeno due personaggi vicini: sono infatti dei super-attacchi combinati estremamente potenti e pirotecnici.
Aldilà del divertentissimo, per quanto semplice, sistema di combattimento, Luminous Arc offre anche dei simpatici intermezzi ludico-narrativi: dopo ogni scontro è possibile rispondere alla domanda di un certo membro del gruppo, nel tentativo di aumentare la sua affinità con Alph, che porterà all'acquisizione di oggetti o bonus. Inoltre, non poteva mancare l'ormai abusatissimo sistema di creazione degli oggetti: dopo aver ottenuto dei particolari minerali è possibile farli "riconoscere" per poterli poi applicare a certe armi, potenziandole o trasformandole in oggetti migliori.
La classe non è acqua
Fin dall'introduzione, completamente a cartoni animati e con tanto di canzone in giapponese (Brilliant World, di Kaori Oda), ci si rende conto che Atlus ha riposto una cura particolare nella realizzazione tecnica di Luminous Arc. Graficamente la nuova fatica portatile della società giapponese non fa strabuzzare gli occhi (non dopo aver ammirato il 3D di Final Fantasy III e del prossimo IV, ovviamente) ma è certamente un prodotto di prima qualità quantomeno nel campo della grafica bidimensionale. Gli sprite sono di grandi dimensioni e animati ottimamente, dettagliati e colorati: ogni unità del giocatore è unica e non si ha minimamente il più vago accenno di monotonia, grazie anche alla varietà di nemici che andremo a incontrare, tra goblin, chimere, banditi e altre amenità. Storciamo un po' il naso per gli effetti speciali delle magie e delle Skill, che tendono ad assomigliarsi un po' tutti tra loro perlomeno per una buona metà del gioco, rimanendo gradevoli ma non certo spettacolari o sorprendenti.
Colpisce quindi il dettaglio e la qualità estetica delle varie location in cui si combatte, spesso ricche di particolari o animazioni e parecchio diversificate, ma rimane decisamente un difetto l'impossibilità di ruotarle su un asse verticale: in pratica, spesso una casella può essere difficile da selezionare perchè, magari, ogni casella adiacente è occupata da un certo sprite, rendendo un po' frustrante la pressione a vuoto sul touch screen, fortunatamente seguita da una richiesta di conferma sull'azione appena compiuta.
All'ottima grafica bidimensionale durante le sessioni di combattimento si unisce l'enorme quantità di artwork relativi a personaggi e background, curatissimi nel design e nei cromatismi: si respira un'aria tutta giapponese, uno stile decisamente cartoonesco che strizza l'occhio alle più celebri produzioni a fumetti del Sol Levante, senza ricadere comunque nel blando o prevedibile.
A stupire è comunque il reparto audio della cartuccia di Luminous Arc, che inaspettatamente vanta una quantità di parlato digitalizzato mai vista prima d'ora su Nintendo DS: benchè non tutti i dialoghi o le frasi siano vocalizzate, i momenti più cruciali della narrazione (diciamo un buon 70%) sono doppiati ottimamente, mostrando una nitidezza eccellente e un'azzeccata scelta degli attori (bravissimi Nikolai e Pollon). Anche i combattimenti sono tutt'altro che silenziosi, con varie battute di apertura e chiusura dei turni per ogni personaggio, gemiti di dolore e urla d'assalto, accompagnati da motivetti di ottima qualità, che non risultano mai fastidiosi ma magari talvolta ripetitivi nelle battaglie che si protraggono troppo a lungo. Luminous Arc mostra una semplicità tecnica controbilanciata da una cura per i dettagli davvero esemplare, e si gioca insomma con il piacere di trovarsi di fronte a un prodotto che nonostante la piccola console su cui gira e il tradizionale 2D dimostra un impegno di Atlus davvero encomiabile.
Commento
Luminous Arc è la sorpresa della stagione nel territorio degli RPG portatili, ma non è esente da difetti: aldilà delle mappe non ruotabili, la pecca del prodotto Atlus è quella di non offrire ai giocatori le possibilità e la libertà già presenti in titoli più vecchi come Tactics Ogre, Final Fantasy Tactics Advance o il suo egregio capostipite riproposto per PSP. In realtà, più che una mancanza, è una precisa scelta di design in un prodotto che miscela sapientemente i sapori di uno strategico a turni e di un classico JRPG lineare sorretto da una trama di notevole spessore, impreziosita da personaggi unici sia per caratterizzazione che per possibilità meramente ludiche. Il gameplay non stupisce e non ci sono innovazioni particolari, ma tutto quello che Luminous Arc propone nelle 25 ore circa della main-quest è decisamente di ottima qualità. E una volta completata l'avventura principale, esplorate le mappe segrete e forgiati gli oggetti più potenti, si può sempre collegare il DS a Internet e sfidare altri giocatori tramite la gradevole, per quanto semplice, modalità multiplayer.
Pro
- Storia avvincente e protagonisti intriganti
- Semplice ma divertente battle-system
- Tecnicamente ottimo, sopratutto l'audio
- Le mappe isometriche non si possono ruotare
- Difficoltà altalenante
- Main-quest piuttosto breve
La ludoteca del DS non offre molta scelta per chi ama gli strategici a turni, filone del quale è sicuramente il principale esponente l'ormai leggendario Final Fantasy Tactics per PSOne, proprio in questi giorni riproposto su PSP. E' in arrivo tra alcuni mesi Final Fantasy Tactics A2, sequel dell'omonimo titolo per Game Boy Advance, e a Giugno ha raggiunto gli scaffali anche Hoshigami Remix, porting di un titolo di discreta fattura per PSOne dal quale ha ereditato i medesimi pregi e difetti. E le softco ora come ora sembrano cominciare a interessarsi agli strategici in tempo reale, come hanno dimostrato Heroes of Mana e Final Fantasy XII Revenant Wings di Square Enix. Insomma, si sente la mancanza di un titolo un po' più classico ma non retrò (come Hoshigami) in grado di appassionare i giocatori e assuefarli come solo questo genere riesce a fare quando vengono soddisfatte due condizioni principali: il gioco dev'essere divertente e la trama dev'essere appassionante. Atlus, che quando sforna un RPG in genere si fa notare, ha pensato che poteva colmare questo buco con Luminous Arc, così si è rimboccata le maniche. E sinceramente vogliamo già un sequel.