Late Goodbye
Per chi non dovesse conoscere il gioco diamo subito una dovuta spiegazione: MP è un action 3d in terza persona che deve il suo successo principalmente all’azione frenetica, alla storia ben congegnata e all’introduzione del bullet time, ovvero della possibilità da parte del giocatore di rallentare l’azione in stile Matrix e colpire con maggior facilità e spettacolarità i nemici avversari, soprattutto nelle fasi di gioco più concitate. Questo sistema ha riscosso un notevole successo, e Remedy non poteva non implementarlo anche in questo secondo capitolo, perfezionandolo e ampliandolo in alcuni suoi aspetti, precisamente nella possibilità di ricaricare l’arma in maniera veloce e spettacolare, e in una nuova modalità, nella quale lo schermo si tingerà di tinte color seppia e mentre Max si muoverà normalmente, i nemici agiranno sempre più lentamente in relazione al numero eliminato degli stessi. Durante il corso dell’avventura potremo controllare inoltre anche Mona, che avrà movenze del tutto simili a quelle di Max, ma ne differirà per l’equipaggiamento a propria disposizione, che abbandona alcune armi distruttive in favore di una maggiore varietà e utilità delle stesse. Non mancheranno ovviamente gli antidolorifici, che potranno essere trovati in mobiletti oppure rilasciati da nemici uccisi, e serviranno per diminuire il grado di paura dei nostri protagonisti principali, corrispondente in pratica alla barra di energia vista in tanti altri giochi. Le mosse disponibili spazieranno dal saltare in alto od orizzontalmente per evitare i proiettili, all’accasciarsi per coprirsi dietro ad un ostacolo, sparare ad una o due mani ed usare il più volte citato bullet time. Tutte queste azioni richiedono l’uso completo dei controller di Ps2 e Xbox, che si comportano in maniera egregia, salvo la dovuta (piccola) pratica iniziale. Allo stick analogico sinistro è demandata la possibilità di controllare Max e Mona, mentre con quello destro guideremo la vista (e quindi il mirino) dei due personaggi, che si rivelerà fondamentale soprattutto nelle numerose acrobazie che faremo durante il bullet time. I tasti dorsali serviranno invece per sparare (e attivare lo stesso bullet time nel caso del controller Ps2) e quelli frontali per eseguire il resto delle azioni.
Noir mon amour
Le atmosfere che pervadono MP2 vanno di pari passo con la trama, ed hanno quindi tinte dark e noir, oltre a contribuire in maniera pesante nel rendere questo sequel un titolo che terrà attaccato il giocatore al pad fino al suo completamento. Particolare menzione va fatta per la casa del divertimento dove si nasconde Mona Sax, che denota una cura per i particolari molto elevata, sia dal punto di vista strutturale che “cognitivo”. Le missioni hanno come scopo primario quello di eliminare gli avversari per addentrarsi in un particolare edificio o ricomporre un nuovo tassello nella mente travagliata di Max; non mancheranno però livelli nei quali il fattore psicologico sarà la componente predominante, od altri nel quale dovremo difendere alcuni personaggi, come il già noto (ai possessori del primo capitolo) Vladimir Lem. Le nostre azioni influiranno infine in precisi momenti dell’avventura, quando alcuni personaggi si offriranno di darci una mano oppure riveleranno locazioni segrete se aiutati, ma in generale la vicenda ruota attorno alla storia tra Mona e Max e la mente tormentata di quest’ultimo, che si manifesterà, al pari del primo capitolo, in alcuni livelli che rappresentano gli incubi di Max.
In soldoni il gioco si rivela essere quindi non solo frenetico e divertente, grazie al ritmo incalzante e alle numerose possibilità offerte dal sistema di controllo, ma anche maturo e supportato da una storia ben congegnata che non manca di toccare temi forti e adulti, i quali uniti alla discreta componente di sangue e al linguaggio duro che in più di un’occasione si presenterà durante il corso dell’avventura, hanno contribuito a far avere al gioco il bollino 18+.
Tecnicamente il punto di forza di Max Payne 2 risiede nel motore fisico, quel famoso Havoc che rivedremo anche in Half Life 2, che permette un comportamento dell’ambiente circostante decisamente più realistico rispetto a tanti altri titoli del genere. Ogni oggetto con il quale Max (e Mona) andranno ad interagire si muoverà in relazione a quello che succede, cadrà, si sposterà e non rimarrà immobile; stessa cosa per i corpi dei nemici, che sbalzeranno in aria oppure a terra a seconda di dove subiranno i colpi o le esplosioni, rimanendo tra le altre cose visibili per gran parte del tempo.
Ad ogni modo il titolo colpisce non per la potenza bruta o per il numero di poligoni, ma per i particolari che ricoprono gli stage, per l’attenta ricostruzione delle strutture e per le texture utilizzate, questo almeno su Xbox. Si, perché il gap tra le due versioni è abbastanza marcato e denota come il porting su Ps2 sia stato frettoloso e non attento alle diversità della macchina in termini strutturali (essendo il gioco un porting da Pc), ed alla minore potenza di calcolo della console Sony. Se su Xbox possiamo contare infatti su ottimi giochi di luce, texture vivide e ottimamente realizzate, un frame rate sempre elevato ed una realizzazione in generale di primissimo piano, la situazione su Ps2 è differente, a partire dalla risoluzione minore, passando per la mancanza dell’ombra per il protagonista principale fino ad arrivare a texture decisamente più scialbe. Se questi aspetti non incidono sul gameplay e rendono le due versioni virtualmente identiche, la stessa cosa non si può dire per alcuni rallentamenti che avvengono nelle situazioni di gioco più affollate, per la mancanza della funzione di Quicksave (la mancanza più grave a nostro modo di vedere) e per la lunghezza dei caricamenti, molto elevata su Ps2 e ridotta all’osso sulla console Microsoft.
Il comparto sonoro può vantare un ottimo doppiaggio in Italiano, che raggiunge vette altissime per i protagonisti principali, e di una colonna sonora di pari fattura, arricchita da effetti sonori ben realizzati (da segnalare la distorsione degli stessi durante il bullet time). La possibilità di sfruttare il Dolby Pro Logic II su Ps2 e il Dolby Digital su Xbox chiudono il nostro giudizio positivo sul comparto tecnico del gioco.
Commento
Max Payne 2 è un gioco validissimo e immancabile per tutti gli amanti del genere, che ha l’unico piccolo (grande) difetto di avere una durata sotto la media, anche se assolutamente appagante sia dal punto di vista ludico che narrativo. Un titolo quindi consigliato sia per la versione Ps2 che per quella Xbox, verso la quale dovrebbero dirigersi i possessori di entrambe le console, grazie ad una componente tecnica superiore e alla mancanza di alcuni difetti che sulla console Sony minano in parte l’esperienza di gioco, ed in virtù dei quali va tolto mezzo punto dalla votazione finale.
- Pro:
- Atmosfera e trama di primissimo piano
- Gameplay solido e divertente
- Ottimo comparto audio e video
- Contro:
- Durata dalle 6 alle 8 ore, pochi incentivi a rigiocarlo
- Porting su Ps2 frettoloso
Max Payne può essere definito come l’eroe atipico per eccellenza, in netto contrasto con il poliziotto senza macchia e pronto ad aiutare il prossimo. Max è una persona tormentata dal suo passato, che si è trovata a veder morire le persone care attorno a lei come se fossero delle mosche. Dopo aver vendicato personalmente la morte della moglie e del figlio, ed esserne uscito pulito grazie all’aiuto di Alfred Woden, Max pensava di aver archiviato il proprio passato, coinciso con l’abbandono della squadra antidroga della DEA, ed un ritorno al suo primo amore, ovvero la NPD (New York Police Department). Ma i sensi di colpa erano troppo forti, e la riapparizione di Mona Sax durante un’investigazione di routine, farà riaffiorare nella mente di Max tutte quelle ferite che il nostro eroe aveva fatto fatica a rimarginare. La storia che si cela dietro a questo seguito ha tinte noir ancora più accentuate rispetto al precedente capitolo, che si intrecciano perfettamente con la storia d’amore tra Mona e Max. Finalmente anche i possessori di Playstation 2 e Xbox potranno impersonare questi due personaggi, per una storia breve, ma intensa.