Spiegare Megaton Musashi W: Wired non è un'impresa facile. L'ultima fatica di Level-5 ha una storia complicata che s'intreccia con le peripezie di una compagnia che negli ultimi anni è praticamente scomparsa dai radar, nel tentativo di ritrovare la propria strada dopo i progetti multimediali più recenti che non sono andati bene soprattutto in occidente. Diciamo che il titolo, rappresentando una specie di nuovo inizio - con la futura uscita di titoli come DECAPOLICE, un nuovo Professor Layton e il prossimo Inazuma Eleven - non è partito proprio benissimo. La campagna di marketing è stata quasi inesistente, e dire che in Giappone Megaton Musashi gira già da qualche anno: la prima versione risale al 2021, seguita nel 2022 da una specie di espansione/sequel (Megaton Musashi Cross).
Perciò non ci sorprende che pochissimi conoscano questa nuova proprietà intellettuale che tanto nuova non è: per dire, Crunchyroll sta trasmettendo in questi giorni proprio l'anime che Level-5 aveva prodotto per accompagnare il primo lancio, e anche noi ci siamo avvicinati al gioco con molta curiosità. Sapevamo solo che i giapponesi lo considerano il successore spirituale di Little Battlers eXperience (sempre di Level-5) e che la versione arrivata infine anche dalle nostre parti, comprensiva di ogni contenuto e DLC pubblicato nel frattempo, include alcuni tra i robottoni più famosi della TV, da Getter al mitico Mazinger.
Un gioco con qualche annetto sulle spalle, insomma, che abbiamo giocato in versione PlayStation 4 ma che è disponibile anche per PlayStation 5, PC Windows e Nintendo Switch. Insomma, avrà fatto bene Level-5 a tornare a far parlare di sé con questo strano esperimento? Decisamente sì e nella nostra recensione di Megaton Musashi W: Wired vi spieghiamo perché.
Solo per fan di anime e robottoni?
La campagna di Megaton Musashi W ci ha fatto roteare gli occhi in più di un'occasione: racconta una storia piena zeppa di stereotipi, riferimenti non troppo velati e ammiccamenti ripetuti all'animazione robotica giapponese... e proprio per questo è bellissima. Intendiamoci, se non amate il genere non vi dirà assolutamente niente e potrebbe sembrarvi persino stucchevole, oltre che surreale, ma se siete cresciuti a pane e invasioni aliene, Rocketto Punch! e adolescenti che pilotano robot giganti per salvare il mondo, allora vi sentirete a casa vostra.
Non è nulla che non si sia già visto in un trilione di altri anime. Yamato Ichidaiji è un teppistello, un liceale che adora fare a botte - specie col suo rivale Ryugo - piuttosto che studiare, finché non viene precettato da una società segreta che gli svela la verità, e cioè che la sua vita è una menzogna: una specie aliena chiamata Draktor ha conquistato il mondo e sterminato il 99.9% della popolazione, inclusa la famiglia di Yamato. La città è stata messa in sicurezza e agli abitanti è stata cancellata la memoria per impedire che la disperazione prenda il sopravvento, ma i Draktor sono ancora là fuori che cercano di completare l'opera.
Costretto a rivivere i traumatici ricordi della strage, uno Yamato inizialmente riluttante decide di sfogare la sua rabbia pilotando i Rogue, giganteschi mech costruiti per combattere gli alieni e stazionati in un centro operativo sotterraneo chiamato Baia dell'Oblio, che diventerà il centro nevralgico dell'avventura. La storia si divide in episodi che seguono archi narrativi ben precisi come succede spesso negli anime; nonostante gli evidenti cliché, bisogna dire che è scritta dannatamente bene, con un occhio di riguardo per la caratterizzazione dei personaggi, che sono tantissimi e che è possibile conoscere meglio tra una missione principale e l'altra soddisfacendo vari requisiti e completando alcuni incarichi opzionali.
La progressione è tendenzialmente lineare, e passa per alcune fasi simil GDR in cui si controlla direttamente il protagonista e si esplorano le numerose aree della città: sono scenari in 2D strapieni di dettagli in cui si muovono sprite particolareggiati e animati benissimo, il vero fiore all'occhiello di una campagna lunga e piena di colpi di scena. Nonostante le premesse, infatti, Megaton Musashi W riesce a catturare l'attenzione con un intreccio più sorprendente di quanto si possa pensare, che ha l'unica pecca di correre a perdifiato in alcuni momenti topici, senza lasciare ad alcuni personaggi memorabili lo spazio che avrebbero meritato.
È chiaro che il gioco Level-5 si rivolge a una nicchia di appassionati che in Giappone non è mica tanto stretta e che anche nel nostro paese ha un suo perché. La narrativa di Megaton Musashi W è fortemente incentrata sull'azione ma, pur non prendendosi sul serio come un Neon Genesis Evangelion, sfiora alcune tematiche inattese, specialmente quando passa alla prospettiva dei nemici e rovescia alcuni ruoli che davamo per scontati.
Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla campagna, un po' meno dalla banalità delle missioni, che non pretendono chissà quale sforzo intellettuale: se le secondarie ci fanno girare di qua e di là per farci parlare con i vari personaggi o raccogliere oggetti in bella vista, quando si tratta di menare le mani le cose si fanno ancora più lineari. Le missioni sono incredibilmente dritte; si tratta essenzialmente di sterminare tutti i nemici che compaiono, fino allo scontro col boss di turno. Per quanto strano, è una scelta molto precisa che abbraccia il sottogenere dei looter, quei giochi in cui si raccolgono continuamente bottini per diventare sempre più forti.
Mech fai da te
Se dovessimo stare qui a spiegare nel dettaglio ogni meccanica o possibilità che offre Megaton Musashi W, ve lo diciamo chiaro e tondo, non solo faremmo notte, ma noi ci annoieremmo a scrivere e voi vi stufereste a leggere, col risultato che, comunque, si capirebbe ben poco: il titolo Level-5 travolge il giocatore con una marea di tutorial fin dai primissimi minuti, soverchiandolo di informazioni e nozioni che tendono a essere decisamente soffocanti. Non a caso i tutorial obbligano a fare un po' di pratica con le varie funzionalità del gameplay, che descrivere a parole sarebbe inutilmente complicato: il succo è che il giocatore può personalizzare enormemente il proprio mech, sia nel look che nelle capacità in combattimento.
Tutto parte dalle risorse e dai componenti che si trovano sconfiggendo i nemici e completando le missioni, diversificati in qualità come in un Diablo o un Destiny in salsa anime, per non scomodare Phantasy Star Online: bisognerebbe tenere d'occhio una caterva di specifiche e fattori e debolezze e resistenze... ma in realtà, per una buona parte della campagna, non è veramente necessario, e basta affidarsi all'ottimizzazione automatica per impostare il mech tra una missione e l'altra.
Una volta sbloccato il livello di difficoltà superiore, e specialmente nelle missioni avanzate, bisogna invece prendersi il tempo di studiare le caratteristiche della missione che vogliamo completare, i nemici che affronteremo e i tipi di armi cui sono deboli, quindi configurare il mech in tutte le sue parti, compresa la scheda madre e i modificatori che ne alterano fortemente le capacità, e che peraltro aggiungono un ulteriore livello di complessità in termini di gameplay, come fosse una specie di puzzle a incastro. Fortunatamente è possibile portare in battaglia fino a tre armi da mischia e tre armi a distanza diverse, garantendo al nostro mech un certo livello di versatilità offensiva anche nei casi più disperati.
Le possibilità, insomma, sono tantissime, così come le varie componenti che andranno a cambiare il nostro mech nell'aspetto e nella sostanza, e già questo può facilmente disorientare il giocatore ancora prima di combattere; tuttavia, Level-5 ha deciso di mettere il carico da cento, ingombrando il titolo di menù, schermate accessorie quasi completamente inutili, risorse e valute giornaliere che ricordano i gacha a microtransazioni. La ragione è semplice: a un certo punto, Megaton Musashi è stato anche un titolo per sistemi mobile e questa versione Wired sembrerebbe aver parzialmente ereditato quel tipo di impostazione, anche se in realtà non abbiamo mai sentito la minima pressione, mentre le ricompense giornaliere sono state gradite ma mai veramente necessarie.
La cosa più curiosa è che tutta questa complessità nella microgestione delle risorse e nella personalizzazione dei mech - che contempla pure la scelta dei piloti, la formazione delle squadre e così via - non si traduce in un sistema di combattimento troppo intricato o profondo. Anzi, Megaton Musashi W è un titolo dall'intuitività disarmante già nel sistema di controllo, che permette con facilità di agganciare i nemici e cambiare bersaglio, saltare, schivare e scattare oppure inanellare un'unica combo che, però, si differenza in rapidità e potenza in base all'arma impugnata. Ai comandi di base si aggiungono il Kakugo - una sorta di super abilità che potenzia alcuni parametri a scelta della squadra - e le mosse speciali, oppure la meccanica che obbliga il giocatore a riparare il proprio mech da dentro l'abitacolo in tempo reale.
La semplicità del gameplay potrebbe far storcere il naso a chi cerca un titolo più vicino ai vari Gundam Breaker, tuttavia è in sintonia con lo spirito dell'opera Level-5 che si propone soprattutto di raccontare una storia sotto forma di... "looter shooter/fighter", per così dire, da giocare in solitaria o in compagnia: è infatti possibile affrontare certe missioni in multigiocatore, anche se il matchmaking avrebbe bisogno di qualche ritocco, specialmente per quanto riguarda la parte competitiva. A nostro avviso si tratta di una modalità di poco conto, pensata più che altro per soddisfare ogni possibile esigenza senza particolare impegno.
Per finire, possiamo spendere qualche parola sul comparto tecnico. Abbiamo giocato in versione PlayStation 4 (ma è possibile importare il salvataggio sulle altre piattaforme) e non abbiamo riscontrato nessun problema di fluidità durante gli scontri, anche perché il gioco non muove chissà quanti poligoni: resta pur sempre un titolo dal budget discreto di qualche anno fa, tuttavia i modelli 3D sono estremamente curati e diversificati, con un'attenzione particolare per le animazioni, specialmente nel caso dei Rogue pilotabili che, come abbiamo detto, il giocatore può fortemente personalizzare applicando persino tantissime decalcomanie. La colona sonora è efficace e si adatta perfettamente alle atmosfere anime della storia, mentre il doppiaggio è disponibile solo in giapponese, anche se ogni testo è tradotto completamente in italiano.
L'opera fortemente voluta da Akihiro Hino, director nonché presidente di Level-5, passerà inosservata. L'inspiegabile decisione di pubblicizzarla praticamente soltanto a mezzo social, e in ritardo, senza una distribuzione fisica ma solo digitale e senza un marketing degno di questo nome, finirà per penalizzare un titolo che invece merita assolutamente la vostra attenzione. Dovete appartenere a una categoria molto specifica di giocatori: vi devono piacere gli anime e i super robot, vi devono piacere gli action game senza troppi fronzoli e il genere "looter", vi deve piacere smanettare e personalizzare look e gameplay. Se vi rivedete in questo elenco, Megaton Musashi W è un gioco che vale assolutamente la pena provare.
Conclusioni
Megaton Musashi W: Wired è stato una sorpresa incredibile. Se n'è parlato pochissimo dalle nostre parti, nonostante giri già da qualche tempo in Giappone, ma per un fan dei super robot giapponesi è una vera perla di gioco con una storia che affonda le radici in generazioni su generazioni di anime e un gameplay semplice e intuitivo, tutto incentrato sul combattimento, il bottino e la personalizzazione. Non tutto funziona alla perfezione e ci sono alcuni squilibri, nella narrativa, nel bilanciamento della difficoltà e nella limitata componente multigiocatore, che vale la pena sottolineare, tuttavia ci siamo divertiti un mondo e non possiamo che consigliarlo a chiunque ami il miscuglio di generi che riesce brillantemente a rappresentare.
PRO
- Sistema di combattimento intuitivo e divertente
- Storia avvincente e per nulla scontata nonostante le premesse
- Tanti contenuti, missioni e collezionabili
CONTRO
- Un'iniziale sovrabbondanza di fattori da memorizzare e imparare
- Livello di difficoltà predefinito abbastanza basso
- La modalità multigiocatore è molto superficiale