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Metro Exodus Enhanced Edition, la recensione della versione definitiva

Ray tracing all'ennesima potenza nella versione definitiva del gioco: la nostra recensione di Metro Exodus Enhanced Edition.

RECENSIONE di Luca Olivato   —   06/05/2021
Metro Exodus Enhanced Edition
Metro Exodus Enhanced Edition
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La saga di Metro si è dimostrata, sin dalla prima installazione, uno dei banchi di prova più impegnativi per l'hardware. L'ultimo episodio, Exodus (qui la recensione della versione PC), non fa eccezione: è stato infatti uno dei pochi titoli a sfruttare le neonate GeForce RTX per l'illuminazione in ray tracing.

A quasi due anni di distanza 4A Games è tornata a ripercorrere le lande moscovite con il preciso intento di fare la storia: obbiettivo raggiunto, in quanto Metro Exodus Enhanced Edition è il primo titolo a richiedere, quale requisito minimo, una scheda video in grado di supportare il ray tracing. Questo riduce drasticamente la platea di giocatori a cui si rivolge, considerando oltretutto costi e scarsa disponibilità di chip Big Navi e Ampere; in compenso anche la vecchia serie 20 di NVIDIA (Turing) può avventurarsi in questa sfida che, come vedremo nella recensione di Metro Exodus - Enhanced Edition, sarà improba per la maggior parte dei sistemi attualmente in commercio.

Un aggiornamento troppo pesante

Per come è stata concepita, Enhanced Edition viene venduta come prodotto a parte, anche se i possessori del titolo originario potranno comunque scaricare il client gratuitamente: nella libreria troveranno entrambe le versioni, tenendo a mente che in quest'ultima non è possibile disattivare gli effetti ray tracing. Metro Exodus ne utilizzava una versione che potremmo definire "embrionale": in pratica il gioco era stato progettato con la rasterizzazione tradizionale, a cui in un secondo momento erano state aggiunte singole fonti di illuminazione governate dalla tecnica del ray tracing.

Il risultato, pur essendo d'effetto, non si poteva definire ottimale a causa della convivenza delle due metodologie di lavoro. In questa edizione le luci posizionate artificialmente dai designer sono state completamente eliminate per lasciare spazio a quelle calcolate in tempo reale dalla GPU (ecco spiegata l'esclusione delle schede più datate). Questo non solo ha permesso ai fasci di intersecarsi tra loro conferendo maggior realismo e profondità alla scena, ma ha comportato anche un'ulteriore interazione delle luci con le superfici che vanno ad irradiare. Ad esempio, un edificio giallo illuminato dal sole fa "rimbalzare" il proprio riflesso all'interno di una finestra, colorando la stanza con una tonalità giallastra. Senza addentrarsi in disamine tecniche troppo approfondite, possiamo affermare che la qualità grafica che porta in dote la Enhanced Edition è davvero fenomenale e rappresenta un reale assaggio della next-generation. Per quanto il lavoro di ottimizzazione sia stato considerevole, un tale livello grafico si paga pesantemente in termini di assorbimento delle risorse hardware. Pertanto, quanto state leggendo, più che una recensione tout-court, è un'analisi sull'impatto prestazionale dell'aggiornamento grafico: per tale motivo ci siamo serviti dell'utile benchmark integrato.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 10 Pro
  • CPU: AMD Ryzen 9 3950X
  • Memoria: 32GB di RAM
  • Scheda video: AMD Radeon RX 6800 XT

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows 10
  • CPU: Intel Core i7-4770
  • Memoria: 8GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2060
  • Spazio su disco: 72 GB (+ 8 per i due DLC)

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: Windows 10
  • CPU: AMD Ryzen 7 1700X o Intel Core i7-10700
  • Memoria: 16GB di RAM
  • Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 3090

Solo ray tracing

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Per prima cosa partiamo dal menu delle impostazioni grafiche, dove naturalmente viene a mancare la voce relativa alle API, dal momento in cui le tecnologie utilizzate sono disponibili solo con l'ultima versione delle DirectX. Scompare anche la sezione dedicata all'NVIDIA RTX, che ora lascia spazio a tre livelli di ray tracing: Normale, Alto e Ultra con un menu specifico riguardo i riflessi, che possono essere ibridi o "raytraced". La differenza risiede nella risoluzione in cui viene renderizzata l'illuminazione globale: nel più elevato viene utilizzata quella nativa a cui sta girando il titolo; in quello intermedio la risoluzione viene dimezzata, mentre a livello normale il rapporto scende ad un quarto. Ovviamente questo produce del "rumore" che diventa tanto più evidente tanto più bassa è la risoluzione iniziale; in 4K le differenze, pur apprezzabili anche a occhio nudo, possono essere maggiormente tollerate durante la concitazione delle session in game.

Superfluo dire che sono proprio queste le opzioni che pesano maggiormente sul contatore dei frame al secondo. Settando la risoluzione nativa del monitor utilizzato per le prove (un ottimo LG 27GN950), ossia il 4K, e impostando tutti i valori al massimo, il nostro sistema di riferimento ha segnato un punteggio di 23 frame al secondo. Abbiamo guadagnato 3 frame impostando i riflessi "ibridi": incremento apprezzabile più nella situazione ideale del benchmark che nelle sessioni in game, in quanto tale opzione riguarda principalmente i riflessi che colpiscono gli specchi d'acqua. Un "bump" prestazionale più concreto si ottiene con il secondo livello di ray tracing, Alto in luogo di Ultra: in questo caso gli fps salgono a 35. Arriviamo ai limiti dell'accettabile con il livello più basso (Normale), dove finalmente raggiungiamo i 40 fps.

Tecnologie che aiutano

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Per sgravare il lavoro della GPU, gli sviluppatori hanno implementato tre algoritmi: il più importante è senza dubbio il DLSS, di proprietà di NVIDIA, che era già presente nella prima release ma che è stato aggiornato alla versione 2.1 con ottimi risultati sia dal punto di vista prestazionale che, soprattutto, da quello della qualità d'immagine, la cui perdita di definizione è decisamente meno marcata rispetto alla prima e rudimentale iterazione. La nuova release ha permesso, nel peggiore dei casi, un'identica velocità di esecuzione (a parità di scheda video) rispetto al Metro Exodus originario, ma in alcuni scenari si possono registrare addirittura degli incrementi del frame rate, nonostante la maggior quantità di fonti di luce da gestire in tempo reale.

C'è poi il VRS, acronimo di Variable Rate Shading, introdotto inizialmente sempre da NVIDIA con le GPU Turing e successivamente implementato da Microsoft nelle proprie API. Si tratta di una tecnica analoga che, in estrema sintesi, permette di concentrare la potenza computazionale laddove "cadono" gli occhi, lasciando le zone periferiche dello schermo leggermente meno definite. In Metro Exodus le griglie del VRS possono essere più o meno larghe (4X o 2X); anche in questo caso si può dire che la perdita di qualità dell'immagine sia difficilmente avvertibile nelle sessioni in-game, ma il suo contributo alla causa delle prestazioni è assolutamente marginale, visto che permette di guadagnare poco meno di un frame al secondo (riguarda solo le trasparenze).

Per i possessori di schede video AMD c'è il temporal anti-aliasing (TAA), sul cui livello si può agire in modo molto preciso, determinando in punti decimali di quanto l'immagine debba essere ridotta rispetto alla risoluzione nativa. Purtroppo, il benchmark integrato non permette di agire su questo algoritmo (che resta pertanto disabilitato), ma da prove interne abbiamo potuto apprezzare un discreto incremento prestazionale a fronte di una perdita di definizione accettabile con un valore di 0,7.

AMD FidelityFX

Il supporto alla tecnologia FidelityFX Super Resolution (la risposta di AMD al DLSS) non solo non sarà contemplato al momento dell'uscita, ma nemmeno in futuro in quanto i programmatori sostengono che non sia compatibile con il proprio engine. Del resto, NVIDIA ha storicamente usato il franchise di 4A Games come "showcase" per le tecnologie proprietarie (basti pensare che Metro Exodus è l'unico gioco, negli ultimi quattro anni, ad utilizzare l'accelerazione GPU per il motore PhysX), per cui l'ostracismo nei confronti dell'azienda di Lisa Su è piuttosto comprensibile.

Requisiti minimi e consigliati

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Passiamo ora alla disamina dei requisiti minimi, la cui tabella riporta delle configurazioni che possono destare qualche perplessità. Secondo i programmatori, per poter giocare a 60fps in FullHD è necessaria una RTX 2070; per il 2K bisogna passare a una RTX 2080 o una Radeon 6800 XT (protagonista della nostra prova); per il 4K a 30 frame al secondo serve una RTX 3080 o una 6900 XT, mentre per godere di tutte le meraviglie tecniche a 60 fotogrammi bisogna necessariamente dotarsi della costosissima RTX 3090. Tali indicazioni confermano le difficoltà di Big Navi con la tecnologia Ray Tracing: in linea di massima le schede video di AMD pagano un dazio pesante nel confronto diretto con quelle NVIDIA, visto che in 2K la GeForce RTX 3080 ottiene performance mediamente superiori del 25% rispetto alla Radeon RX 6800 XT. La nostra Red Devil di PowerColor, a 2560x1440, ha registrato un punteggio di 71 fps, mentre la reference di NVIDIA si attesta tranquillamente oltre gli 82. Restano invece delle perplessità nel confronto tra le due top di gamma verdi. Sappiamo infatti che il delta prestazionale tra la 3080 e la 3090 è mediamente di una decina di punti percentuali, per cui non si spiega come quest'ultima, secondo la tabella pubblicata dagli sviluppatori, possa garantire un frame rate doppio rispetto alla sorella minore: purtroppo, non siamo stati in grado di testare sul campo le due Ampere.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, GoG, Humble Store, Windows Store
Multiplayer.it
8.0
Lettori (23)
8.6
Il tuo voto

Metro Exodus - Enhanced Edition, oltre a essere un assaggio di futuro, è una sorta di tech-demo fatta gioco che sfrutta il pieno potenziale delle ultime schede video RTX di NVIDIA. I possessori di 3080 e 3090 potranno godersi il massimo potenziale esprimibile ad oggi dalla tecnologia ray tracing, mentre le GPU AMD devono scendere a compromessi difficilmente digeribili soprattutto in 4K. Migliorie grafiche a parte, il titolo di 4A Games si conferma l'ottimo shooter che avevamo elogiato un paio d'anni fa, pur mantenendo alcuni difetti come quello dell'intelligenza artificiale carente e un'atmosfera distante rispetto ai canoni a cui avevano abituato i primi due episodi.

PRO

  • La nuova versione è graficamente sbalorditiva
  • Ottimizzazione massima per schede video NVIDIA
  • Client gratuito per i possessori del titolo originario

CONTRO

  • I requisiti per il 4K sono proibitivi
  • Le schede video AMD pagano un dazio pesante
  • I difetti strutturali del titolo del 2019 sono rimasti inalterati