Se qualche tempo fa ci avessero detto che in futuro avremmo visto un'esclusiva Sony arrivare su Xbox avremmo probabilmente liquidato tutto con una risata. Eppure, la recensione di MLB The Show 21 non può che aprirsi prendendo atto di una svolta epocale, che ha portato la simulazione di baseball sviluppata da SIE San Diego a sfondare i muri dell'universo PlayStation per arrivare anche sulla concorrenza. In aggiunta, i possessori di Xbox One e Xbox Series X|S possono trovare MLB The Show 21 su Game Pass, rendendolo quindi particolarmente appetibile sulle piattaforme Microsoft.
Ha così fine un'esclusiva che durava dalla nascita di questo franchise videoludico, risalente a più di quindici anni fa, grazie al quale per tanto tempo i fan del baseball hanno potuto godere di un titolo che ha spesso incontrato il favore del pubblico e della critica. Una scelta dettata dalla volontà della stessa lega MLB di accrescere la base di fan della simulazione ufficiale, certo, ma comunque epocale soprattutto per gli amanti del baseball legati all'ecosistema Microsoft, condannati per tanto tempo a guardare con invidia alla concorrenza. Fatta la doverosa premessa, ricordiamoci anche che MLB The Show 21 segna il debutto della serie su console di nuova generazione. Andiamo dunque a vedere che cosa ci ha riservato SIE San Diego per l'edizione di quest'anno.
Le modalità: lo stadio è mio e me lo creo io
Anche se non si tratta di una modalità di gioco vera e propria, navigando tra i menu di MLB The Show 21 notiamo più di ogni altra cosa l'aggiunta dell'editor di stadi. La funzione a lungo richiesta dai fan è però disponibile solo sulle console di nuova generazione, lasciando quindi i possessori di PlayStation 4 e Xbox One a secco. Una volta al suo interno, si può scoprire che non si tratta di un'aggiunta messa lì così tanto per fare numero. L'editor che ci troviamo davanti è infatti molto potente, e permette di sbizzarrirsi con la fantasia nel creare stadi realistici ma anche divertenti, vista la possibilità di aggiungere anche elementi come un T-Rex tra quelli posti ai confini del campo.
Le reali modalità di gioco di MLB The Show 21 restano anche quest'anno quelle che conosciamo, con qualche aggiunta qua e là che non rappresenta però nulla di sconvolgente. Si parte dunque da Road to the Show, la modalità carriera che ci permette di portare il nostro atleta sconosciuto ai vertici della notorietà. Il lavoro da fare in termini di narrativa rispetto ad altri titoli sportivi resta ancora molto, nonostante l'arrivo di un podcast dal contenuto variabile in base alle nostre prestazioni sul diamante.
Se avete giocato alle ultime edizioni conoscerete ormai bene anche March to October, modalità stagione grazie alla quale è possibile condensare in meno ore di gioco la durata di un intero campionato, a beneficio di chi preferisce vivere gli attimi più significativi senza impiegare troppo tempo per arrivare alla postseason. Qualche aggiunta minore non cambia particolarmente quello che già abbiamo visto in precedenza. Lo stesso discorso è applicabile anche alla modalità Diamond Dinasty, praticamente la versione di Ultimate Team con la mazza in mano. Rispetto alla sua controparte calcistica, la modalità offerta da MLB The Show ha comunque il merito di richiedere investimenti minori in moneta reale per riuscire a competere.
Chiude il cerchio la modalità Franchise, ovvero quella dove possiamo controllare le sorti di una squadra attraverso più stagioni, preoccupandoci anche degli aspetti gestionali. La novità più rilevante in questo caso consiste in un generale rinnovamento dell'interfaccia, accompagnato da una serie di informazioni su quello che si prevede sia l'evoluzione dei membri del team in termini di prestazioni.
Il gameplay: (quasi) tutto come sempre
Dalle modalità al gameplay, per MLB The Show 21 il succo del discorso non cambia poi tanto. Dopo qualche minuto passato col controller in mano, la sensazione è infatti quella di essere completamente a proprio agio con grandissima parte delle dinamiche dell'edizione di quest'anno, anche se naturalmente non manca qualche novità. La più rilevante è senza dubbio il cosiddetto Pinpoint Pitching, una nuova tipologia di lancio attraverso la quale bisogna mimare con lo stick destro i movimenti del lanciatore. Un'aggiunta molto particolare, senza dubbio con un'alta curva di apprendimento, che però promette di offrire attimi di estrema soddisfazione una volta imparate a dovere le sue dinamiche. Chi non vuole stancarsi troppo per padroneggiare il Pinpoint Pitching può comunque scegliere di impiegare una delle vecchie modalità di lancio, ancora presenti tra le opzioni selezionabili.
Grazie a un nuovo set di animazioni, le dinamiche con la palla in gioco ci sono sembrate ulteriormente rifinite rispetto all'edizione di un anno fa. Soprattutto quando la traiettoria della palla coinvolge il muro perimetrale i giocatore sembrano adesso più reattivi nella presa della palla, limitando così movimenti goffi ed errori dovuti a essi, causa di momenti di sconforto in cui chi ha il controller in mano non si capacita di ciò che vede sullo schermo.
Praticamente niente è cambiato invece per quello che riguarda la fase di battuta: anche in questo caso abbiamo la possibilità di scegliere tra più tipologie quella che più si adatta alla nostra idea di baseball virtuale. All'avvio iniziale MLB The Show 21 permette comunque di scegliere il proprio stile di gioco tra tre diverse tipologie che vanno dal casuale al competitivo, con la possibilità di definire un livello di difficoltà suggerito insieme a un eventuale altro parametro selezionabile che lo aggiusta dinamicamente in base alle nostre prestazioni.
Grafica e sonoro: salto generazionale a metà
Con l'arrivo di MLB The Show 21 su PlayStation 5 e Xbox Series X|S, è chiaro che molte attenzioni erano rivolte anche al comparto tecnico del gioco sviluppato da SIE San Diego. Alla luce delle nostre prove dobbiamo dire che il salto generazionale che ci aspettavamo si è verificato a metà. Per quanto riguarda la grafica, vedere le partite in risoluzione 4K a sessanta fotogrammi al secondo ci permette naturalmente di apprezzare tutto quanto ancora di più, soprattutto un maggiore livello di pulizia generale che tramite una migliore gestione delle luci riesce a dare un tocco in più al realismo del gioco. Sono presenti anche nuove animazioni, di cui abbiamo già parlato. Non bisogna dimenticare, comunque, che a livello di resa visiva anche lo stesso MLB The Show 20 sulla vecchia generazione era già tra i top del genere sportivo.
Per vedere un salto vero e proprio dovremo però aspettare l'anno prossimo, così come probabilmente dovremo aspettare MLB The Show 22 anche per vedere un maggiore sfruttamento delle potenzialità offerte dal controller DualSense di PlayStation 5. L'uso del feedback aptico è infatti solo accennato. Per quanto riguarda il sonoro, la telecronaca si presenta abbastanza simile a quella dell'anno scorso, rientrando quindi tra gli aspetti del gioco su cui è necessaria una rivisitazione da parte degli sviluppatori.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di MLB The Show 21 apprezzando anche quest'anno la qualità del lavoro svolto da SIE San Diego. Nonostante la mancanza di nuovi contenuti significativi a parte l'editor di stadi, la simulazione di baseball offre infatti diverse alternative agli appassionati, insieme a un impianto di gioco che di edizione in edizione diventa sempre più solido. Se non siete patiti di questo sport o aspettavate un salto reale è chiaro che potreste anche pensare di aspettare un altro anno prima di effettuare l'acquisto. Senza dimenticare che MLB The Show 21 è disponibile anche su Game Pass, per cui se possedete una Xbox insieme all'abbonamento avete via libera per una prova.
PRO
- Finalmente l'editor di stadi (solo nextgen)
- Alcune rifiniture nel gameplay
- Pinpoint pitching impegnativo ma gratificante
CONTRO
- A parte l'editor, nessuna novità strutturale
- Per il vero salto generazionale bisognerà aspettare