La recensione di Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy ci riporta nell'Universal Century della serie Sunrise, durante lla celebre Guerra di un Anno tra il Principato di Zeon e la Federazione Terrestre, con un tie-in pensato come un anime e dotato di meccaniche del tutto simili a quelle del poco entusiasmante Mobile Suit Gundam Battle Operation 2.
Si tratta peraltro di un progetto diviso in tre parti, ognuna composta da cinque episodi: le prime due sono già disponibili su PlayStation Store per PS5 e PS4, la terza arriverà solo il 3 dicembre e andrà a concludere una trama originale che possiede senz'altro degli elementi di interesse per i tanti fan di Gundam. Peccato che il fascino del gioco si fermi lì.
Storia
Universal Century, anno 0079: la giovane combattente Alma raggiunge la sede della divisione Noisy Fairy per entrare a far parte dell'unità segreta comandata da Killy Garrett, messa in piedi dal Principato di Zeon per contrastare qualsiasi tentativo di invasione da parte delle forze della Federazione Terrestre. Si tratta di una squadra tutta al femminile, composta anche dalla scaltra e risoluta Helena e dalla timida ma brillante Mia.
Durante la prima missione, la debuttante Alma si mette subito in luce grazie alle sue sorprendenti abilità e viene nominata leader del team, con buona pace delle sue compagne. Dopodiché la storia entra nel vivo, e nel corso di quindici capitoli racconta la crescita delle ragazze, la progressiva acquisizione di una maggiore sicurezza e il consolidamento dell'unità, che si distingue sul campo di battaglia per gli importanti risultati ottenuti.
Come accennato in apertura, la struttura di Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy è praticamente quella di un anime: ogni capitolo ha una sigla d'apertura e persino un recap di quanto accaduto in precedenza, e ci sono sequenze animate che fungono da introduzione per poi lasciare spazio a una fase introspettiva in puro stile nipponico, che serve per caratterizzare e aggiungere spessore alle protagoniste.
Puntualmente precedute da un briefing, le missioni stesse vedono la presenza di abbondanti scene d'intermezzo che illustrano ciò che accade di volta in volta e gli immancabili "colpi di scena" al termine di ogni singolo incarico, che di fatto viene così diviso in due fasi distinte: quando sembra che Alma, Helena e Mia abbiano distrutto tutte le truppe nemiche, ecco che arrivano dei rinforzi inaspettati e la situazione si complica.
Per quanto interessante, la trama del gioco si segue a fatica per via dei dialoghi in giapponese e dei sottotitoli disponibili solo in inglese, che rendono inevitabilmente pesante scorrere grandi quantità di testo; a meno che non si sia rimasti davvero colpiti dall'approccio tutto al femminile dell'avventura e dal fatto che in questo caso si militi tra le fila del Principato di Zeon, combattendo spesso e volentieri i mobile suit della Federazione Terrestre.
Un ulteriore motivo per desistere e saltare inevitabilmente le tante sequenze, tuttavia, sta nel fatto che vengono supportate da una realizzazione tecnica davvero datata: i vari Zaku sono realizzati discretamente, ma in generale il comparto visivo è degno di un gioco a basso budget per PlayStation 3, dunque parliamo di una grafica vecchia di ormai due generazioni, che stenta a coinvolgere.
Gameplay
Se avete letto la nostra recensione di Mobile Suit Gundam: Battle Operation 2, sapete già cosa aspettarvi dal gameplay di Code Fairy, che sembra quasi un tutorial single player da completare prima di spostarsi sul titolo free-to-play. Bisogna togliere però dall'equazione l'importante elemento delle personalizzazioni, dei componenti e delle armi sbloccabili al fine di creare il mobile suit perfetto per le proprie esigenze. Niente di tutto questo: avremo a disposizione ben poche varianti e solo nell'ambito di una progressione lineare.
Dopodiché, una volta sul campo di battaglia il gioco si comporta come una sorta di World of Tanks con i robot. Durante le cutscene i tre Zaku che compongono la squadra Noisy Fairy si muovono con agilità, utilizzando i propulsori per scivolare rapidamente sul terreno e prodursi in manovre d'attacco interessanti, ma in-game la pesantezza e la macchinosità dei controlli sono davvero scoraggianti e diventano ben presto un grosso limite.
Ogni arma presente nell'equipaggiamento richiede lunghi tempi di ricarica, ma è assurdo che anche le spade o le asce non possano essere utilizzate liberamente, esigendo lunghi secondi di pausa fra un fendente e l'altro. Viene da sé che l'unica strategia possibile è dunque quella di alternare al volo i vari strumenti, passando ad esempio dal fucile d'assalto alle mitragliatrici incorporate, dal fucile di precisione al gunshot, il tutto per non rimanere inermi di fronte al nemico in attesa della ricarica.
Allo stesso modo, gli elementi dello scenario hanno un ruolo fondamentale nel corso delle battaglie: vista la scarsissima mobilità dello Zaku che controlliamo, che può sì scattare e rotolare per evitare i colpi ma sulla base di un indicatore della stamina che subito si esaurisce, bisogna spesso ripararsi dietro un ostacolo per non essere crivellati e attuare di frequente un approccio in stile "toccata e fuga", cercando di rimanere distanti dagli avversari.
Purtroppo le intenzioni simulative degli sviluppatori non vengono supportate da un adeguato feedback degli attacchi, che sono abbastanza inconsistenti. Inoltre alcune armi, come ad esempio il bazooka, hanno davvero poca ragione d'essere vista la loro lentezza e imprecisione, nonché una potenza tutto sommato limitata: liberatevene non appena il gioco vi consentirà di sostituirlo con un fucile.
Dopodiché ci sono le nostre due compagne, che si muovono in maniera indipendente ma possono seguire alcune delle indicazioni che gli forniremo, come l'ordine di colpire lo stesso bersaglio, di seguirci, di mantenere la posizione o di attaccare indiscriminatamente. Nel caso una delle due venga sconfitta, dopo un po' potrà tornare sul campo di battaglia, mentre lo stesso non accadrà a noi: sarà game over e dovremo ripetere da capo la missione.
C'è senza dubbio un certo spessore strategico nel gameplay di Mobile Suit Gundam: Battle Operation 2, ma è tutto davvero troppo macchinoso e male implementato perché l'esperienza possa essere davvero divertente. Sono presenti ad esempio dei punti della mappa che possiamo conquistare per creare delle stazioni di riparazione, ma per farlo dovremo uscire con il pilota e poi rientrare: un'azione fine a se stessa, del tutto superflua.
La mobilità dei robot è talmente ridotta e imprecisa che si finisce per accantonare azioni come il salto, che è lentissimo, oppure la carica frontale, che il più delle volte va a vuoto, cercando di arrangiarsi con ciò che rimane del repertorio e provando a sfruttare le abilità speciali delle tre protagoniste nel momento giusto. Stendiamo infine un velo pietoso sull'intelligenza artificiale dei nemici, davvero basica, e sui boss fight che ci vedono affrontare grosse navi da guerra che però rimangono ferme ad assorbire proiettili.
Grafica e sonoro
Abbiamo trovato molto carino il brano dei titoli di coda di Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy, che è possibile ascoltare al termine di ognuno dei tre pacchetti ma che non può essere saltato. In generale le musiche e il doppiaggio in giapponese del gioco sono godibili, mentre gli effetti appaiono abbastanza mediocri e non guadagnano certo dal fatto di essere riprodotti anche dall'altoparlante del controller DualSense, anzi questa feature non fa che aggiungere "plasticosità" ai suoni.
Per quanto riguarda la grafica ci sono alti ma soprattutto bassi, come dicevamo. Le sequenze anime sono carine, sebbene tutt'altro che spettacolari, e le scene d'intermezzo in cui si vedono gli Zaku risultano dignitose, mentre la grafica in-game fra una missione e l'altra è più o meno quella di un Nintendo DS per geometrie e animazioni. Una volta scesi in campo, i robot non sono male ma tutto attorno c'è una sconfortante desolazione fatta di paesaggi vuoti, scialbi, privi di qualsivoglia interazione, assolutamente generici.
Il gioco parte in giapponese?
Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy vanta una grafica vecchia di due generazioni e un gameplay legnoso, lento e frustrante, ma ha anche dei difetti. Ad esempio, potrebbe capitare che il gioco parta completamente in giapponese, dunque non solo nei dialoghi ma anche nei testi a schermo, menu inclusi. In questo modo è inutilizzabile, dunque come fare a rimettere le cose a posto in attesa di una patch? Dal menu principale premete Start, quindi andate nella quarta voce per entrare nelle opzioni: a quel punto selezionate la quarta voce per la lingua dei testi, quindi dalla seconda voce scegliete la seconda opzione, premete Cerchio e confermate con Croce.
Conclusioni
Mobile Suit Gundam Battle Operation Code Fairy ha il merito di raccontare una storia originale, diversa e interessante ambientata durante la Guerra di un Anno, con personaggi tutti al femminile e qualche inevitabile stereotipo ma anche una discreta freschezza nell'ambito dei tie-in dedicati all'universo di Gundam. Il problema è letteralmente tutto il resto: il gameplay simulativo delle battaglie risulta lento, legnoso e frustrante, mentre la realizzazione tecnica è a dir poco datata e il prezzo è francamente troppo alto se consideriamo la qualità e la durata dell'esperienza.
PRO
- Trama e personaggi interessanti
- L'ambientazione ha sempre il suo fascino
- Accattivante l'impostazione degli episodi in stile anime
CONTRO
- Gameplay lento, macchinoso e frustrante
- Grafica vecchia di almeno due generazioni
- Prezzo troppo alto in relazione a qualità e contenuti