Monster Hunter Generations usciva due anni fa su Nintendo 3DS e rappresentava, sotto diversi aspetti, una vera evoluzione per la serie che Capcom aveva cominciato su PlayStation 2 nel lontano 2004. Introducendo gli Stili e le Arti, Generations orientava verso una direzione più dinamica quel sistema di combattimento che, nella sua rigida eleganza, era diventato il marchio di fabbrica del franchise. E mentre Capcom svecchiava la serie, al contempo omaggiava più di dieci anni di mostri e di mappe in un pacchetto pressoché completo che non voleva essere soltanto innovativo, ma anche rispettoso della tradizione: una strizzatina d'occhio al pubblico occidentale ormai conquistato, finalmente libero di scorrazzare in tutti i villaggi e di inseguire i mostri in praticamente ogni mappa pubblicata fino a Monster Hunter 4 Ultimate. Evoluzione, tradizione e rivoluzione in un sol gioco: il sentiero di Monster Hunter sembrava ormai tracciato, ma poi è arrivato Monster Hunter World.
Uscendo prima su PlayStation 4 e Xbox One, quindi recentemente su PC, Monster Hunter World si è scrollato di dosso gli artifici del passato per adeguarsi alle nuove generazioni e non solo in senso strettamente tecnologico. Monster Hunter World, tuttavia, è uscito parecchi mesi dopo Monster Hunter XX, ovvero la versione giapponese di questo Monster Hunter Generations Ultimate che sta facendo capolino sugli scaffali occidentali soltanto adesso. Il gioco, concepito inizialmente per Nintendo 3DS, è stato poi convertito per Switch e arriva a noi in un momento tutt'altro che sospetto: grazie al successo di World, Monster Hunter sta vivendo una rinnovata giovinezza in tutto il mondo, ragion per cui questo Generations Ultimate vive di un riflesso decisamente anacronistico che ci mette in una posizione difficile. Per questo motivo, la nostra recensione analizzerà le principali novità di questa iterazione rispetto alla precedente, quindi si soffermerà su una serie di riflessioni che, speriamo, vi aiuteranno a capire se il gioco fa per voi oppure no.
Le principali novità in combattimento
Se non avete mai giocato Monster Hunter Generations e volete saperne di più sulle caratteristiche che contraddistinguono questo capitolo, non possiamo fare altro che consigliarvi di leggere l'esauriente recensione che abbiamo pubblicato nel luglio del 2016: Monster Hunter Generations è fondamentalmente quello, un tributo e al tempo stesso una revisione della serie. In questo senso, Capcom ha essenzialmente riciclato gli asset dei precedenti Monster Hunter, facendoci visitare nuovamente i villaggi e le mappe in cui si svolgevano gli episodi precedenti. Questo comporta un certo anacronismo, come dicevamo, anche se le vecchie mappe sono state rivedute e corrette per abbracciare la verticalità introdotta in Monster Hunter 4 Ultimate. In termini di gameplay, invece, Monster Hunter Generations Ultimate ripropone tutte le armi già viste nei precedenti capitoli, Spadascia e Falcione Insetto comprese, al netto della solita rosa di bilanciamenti a tutto tondo. Monster Hunter Generations introduceva inoltre gli Stili e le Arti, un ulteriore elemento di personalizzazione in seno al sistema di combattimento.
Oltre a implementare tutta una nuova serie di Arti - attacchi speciali utilizzabili solo dopo aver riempito l'indicatore apposito - Monster Hunter Generations Ultimate offre due Stili di caccia completamente inediti: lo Stile Alchemico e lo Stile Valoroso. Lo Stile Alchemico è incentrato tutto sulla Botte alchemica, un oggetto specifico che, una volta usato, produce vari tipi di gadget e consumabili. Esso consente inoltre di equipaggiare fino a tre Arti e abilita un indicatore che si carica nel tempo e impiegando la Botte Alchemica, potenziando il cacciatore. Si tratta di uno stile interessate ma meno versatile di quanto sembri, mentre lo Stile Valoroso ci è sembrato molto più dinamico e divertente da giocare. Lo Stile Valoroso, infatti, da principio limita enormemente le possibilità di attacco e di movimento del cacciatore, riducendo il numero di colpi nelle combo. L'animazione di rinfodero è tuttavia diversa, poiché il giocatore può interromperla in qualsiasi momento per un attacco a sorpresa; inoltre, se il cacciatore rinfodera l'arma al momento giusto, schiva automaticamente l'attacco del mostro e subisce molti meno danni. I colpi inferti, inoltre, caricano un indicatore che, una volta riempito, sblocca finalmente tutte le mosse nel repertorio di quell'arma, potenziandone talvolta enormemente l'efficacia. Si tratta di uno stile ad alto rischio che regala non poche soddisfazioni, una volta padroneggiato, ma che ovviamente ha le sue controindicazioni: il cacciatore, per esempio, può equipaggiare una sola Arte da caccia.
Il ritorno del Grado G
Tenendo presente anche la possibilità di giocare nei panni dei Cacciamiao, cioè i compagni Felyne, i due nuovi stili si uniscono a quello Gilda, allo Stile Aereo, allo Stile Ombra e allo Stile Offensivo per garantire un'impressionante varietà di situazioni e strategie, anche a fronte dell'introduzione di alcuni nuovi mostri - come il fantasioso Valstrax e l'inquietante Ahtal-Ka - e del ritorno di certe vecchie glorie come il Lao-Shan Lung o il Barioth. Capcom ha anche esteso l'elenco dei mostri Devianti che nel precedente Monster Hunter Generations rappresentavano il vero e proprio endgame: ce ne sono ben sei nuovi, tra i quali spiccano il Cruor Diablos e le controparti Devianti dell'Astalos, del Mizutsune e del Gammoth. In totale, Monster Hunter Generations Ultimate conta 129 mostri di cui oltre 90 di grandi dimensioni e quindi una quantità di armi e armature che sfiora letteralmente il migliaio. A livello contenutistico, insomma, ci troviamo di fronte al Monster Hunter più completo e ricco di sempre.
Monster Hunter Generations Ultimate, infatti, offre ai giocatori anche una sfida importante: il grado G. È opportuno fare un po' di chiarezza sulla questione. Per anni, Capcom ha prodotto puntualmente due versioni giapponesi di ogni iterazione di Monster Hunter: la seconda era come una specie di espansione che prolungava il gioco con nuove missioni più difficili appartenenti a una categoria chiamata, appunto, grado G. A lungo Capcom si è ostinata a localizzare in occidente direttamente la seconda versione, perciò abbiamo finito col dare per scontato il grado G finché non ci siamo ritrovati tra le mani titoli come Monster Hunter Tri, Generations o World in cui il grado G effettivamente non c'era. Monster Hunter Generations Ultimate, pur essendo il primo Monster Hunter a uscire per Switch, è effettivamente l'espansione del titolo uscito per Nintendo 3DS due anni fa, e quindi include il famigerato grado G che si traduce in una caterva di missioni decisamente ostiche, tarate per l'esperienza in multigiocatore.
Quest'ultima si è rivelata gradevole come al solito, anche se il ritardo dell'uscita in occidente, in complicità con il netto anticipo con cui abbiamo potuto testare il codice, ha prolungato e anche di molto la nostra ricerca di cacciatori desiderosi di abbattere gli stessi mostri cui puntavamo noi. Il grado G comunque non ha tradito le nostre aspettative: i mostri si sono rivelati molto più coriacei, imprevedibili e aggressivi, alla faccia di chi aveva trovato facile Monster Hunter Generations. Le nuove abilità, armi e armature hanno spalancato le porte a centinaia di nuove opportunità, catapultandoci in quel fantastico loop che rende la serie Capcom tanto assuefacente. Le missioni più avanzate daranno del filo da torcere anche ai cacciatori più navigati, proponendo insospettabili combinazioni di mostri e varianti che è impossibile abbattere senza un minimo di coordinazione, specialmente se si considera che in Monster Hunter Generations Ultimate non si può comunicare vocalmente, ma solo attraverso frasi preimpostate, a meno che non si ricorra a qualche software di appoggio tipo Discord e simili.
Riflessioni e considerazioni
Inutile girarci intorno: Monster Hunter Generations Ultimate è un prodotto di vecchia generazione e per di più è la rimasterizzazione di un titolo sviluppato per Nintendo 3DS. Il graficone non è contemplato. Possiamo discutere sulla direzione artistica, sempre eccezionale, e sulla varietà di armi e armature che mette Monster Hunter World in imbarazzo, ma acquistare Monster Hunter Generations Ultimate significa doversi rassegnare a texture slavate, pochi poligoni e continui caricamenti, visto che le mappe tornano a essere divise in piccole zone senza soluzioni di continuità. Fortunatamente, Switch restituisce un'immagine pulitissima e solida sia in modalità portatile che nel Dock: il titolo Capcom viaggia a 30 fotogrammi al secondo senza incertezze e sì, la varietà di scenari e creature non fa rimpiangere lo stile ultra realistico della più recente iterazione multipiattaforma. Detto questo, dovrebbe essere ormai chiaro il concetto che Monster Hunter Generations Ultimate è un titolo contenutisticamente senza rivali in cui si possono investire centinaia di ore.
Nonostante ciò, pur avendo trascorso migliaia di ore tra quel Monster Hunter Freedom Unite per PSP con cui abbiamo cominciato a cacciare e tutte le successive iterazioni fino a Monster Hunter Generations, rigiocare a un vecchio Monster Hunter dopo aver giocato per quattrocento ore in Monster Hunter World è stato, molto semplicemente, traumatico. Sia come sia, semplificato o agevolato che dir si voglia, Monster Hunter World ha apportato alla formula talmente tante migliorie in termini di qualità della vita che quelle piccole cose cui eravamo abituati da anni, come la necessità di portarci dietro i picconi o i retini per raccogliere i materiali, o anche soltanto semplicemente dover marcare i mostri con le palle pittura in modo di individuarli sulla mappa, ci hanno fatto storcere il naso. Sono dinamiche ormai obsolete che appartengono al passato e non rendono l'esperienza più coinvolgente, solo più macchinosa e rigida. Fortunatamente, la possibilità di importare il nostro salvataggio di Monster Hunter Generations - tramite un astruso procedimento che coinvolge il download di una specifica app per Nintendo 3DS e un trasferimento di dati via codice che fa molto anni '90 - ci ha permesso di cominciare il test direttamente dal grado G, indossando le migliori armi e armature fabbricate due anni fa.
Sul sistema di combattimento non ci sentiamo di dire nulla, se non che effettivamente tornare a impugnare archi e balestre nella vecchia maniera è stato difficile, purché funzioni ancora benissimo e per certi versi i movimenti rigidi e limitati si sposino bene con la scarsa imprevidibilità dei mostri. La verità è che Monster Hunter World ha rifinito e smussato il gameplay della serie in un modo straordinario e Generations Ultimate rappresenta un punto d'ingresso molto meno ideale per chi a caccia di mostri non ci è mai andato finora. Dovrete quindi porvi alcune domande, prima di aprire il portafoglio. Tanto per cominciare, dovrete chiedervi quanto conta per voi la varietà di mostri e la longevità dell'esperienza, perché se cercate un titolo che possa intrattenervi veramente a lungo, probabilmente più di Monster Hunter World, allora l'avete trovato. D'altra parte, se avete apprezzato i cambiamenti apportati da Monster Hunter World, allora Generations Ultimate inizialmente potrebbe sembrarvi addirittura indigesto, almeno finché non vi sarete riabituati alla vecchia formula.
Se non avete mai giocato Monster Hunter prima d'ora e volete cimentarvi col franchise per la prima volta, dovrete porvi qualche domanda ulteriore. Vi piace giocare guardando la TV o preferite la portabilità? Quanto deve essere impegnativa questa vostra prima battuta di caccia? Quanto sono importanti per voi la presentazione del gioco, la colonna sonora, la grafica? Monster Hunter World è il gioco più accessibile e anche il più bello a vedersi, Generations Ultimate quello più completo e impegnativo. Infine, se avete giocato a Monster Hunter World, appartenete a un'altra categoria ancora, e dovrete chiedervi quanto siete veramente interessati a scoprire il passato di questo franchise. In Generations Ultimate andrete a caccia di alcuni tra i mostri più iconici della serie, ma dovrete fare i conti con un sistema di controllo sensibilmente diverso e alcune importanti limitazioni. Insomma, ponderate bene l'acquisto, provate la demo disponibile sull'eShop e cercate di capire, nel caso specifico, che impatto abbia avuto Monster Hunter World su di voi, prima di tuffarvi a capofitto in questa nuova avventura.
Conclusioni
Monster Hunter Generations Ultimate è semplicemente il Monster Hunter più bello, completo, ricco e longevo del vecchio corso, ma questo significa tuffarsi in un passato che l'uscita di Monster Hunter World ha reso più obsoleto di quanto non volessimo credere. È stata dura tornare sui nostri passi e rinunciare a tante piccole comodità, ma una volta rientrati nel circolo vizioso della caccia, è stato altrettanto difficile rinunciare a quell'ultima missione con cui chiudere una serata all'insegna di un attesissimo e soddisfacente grado G. La conversione per Switch è di buona qualità, ma tradisce le origini su Nintendo 3DS del codice: la nostra speranza è che Capcom trovi un compromesso tra le capacità dell'hardware di Switch e le meccaniche aggiornate di Monster Hunter World così da poter offrire ai possessori della console ibrida un corso nuovo e parallelo che, grazie alla portabilità, potrebbe rappresentare l'incarnazione definitiva del franchise.
PRO
- Più di cento mostri e migliaia di armi e armature
- Il grado G
- Ottime prestazioni sia in modalità portatile che nel Dock
CONTRO
- Si percepiscono chiaramente le origini Nintendo 3DS
- Dopo aver giocato Monster Hunter World, è difficile tornare al vecchio gameplay