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Moons of Madness, la recensione

Moon of Madness è un'avventura horror che mescola sci-fi e tematiche lovecraftiane. Scopriamo di più nella nostra recensione

RECENSIONE di Davide Spotti   —   31/10/2019
Moons of Madness
Moons of Madness
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Prodotta da Funcom, Moon of Madness è un'avventura horror basata sulla risoluzione di rompicapo. Le atmosfere sci-fi, dettate dall'ambientazione marziana, si sposano con l'oscurità di alcune tematiche tipiche della letteratura di H.P. Lovecraft. L'opera è stata ideata da Rock Pocket Games, piccola realtà indipendente con sede a Tonsberg, in Norvegia. Lo studio ha iniziato a dedicarsi ai videogiochi nel 2008, dapprima solo su mobile e in un secondo tempo abbracciando anche le piattaforme casalinghe. Il loro precedente lavoro è il platformer Shiftlings, disponibile sia per PC che per console dall'inizio dello scorso anno. Moon of Madness è stato aggiunto al catalogo di Steam lo scorso 22 ottobre, ma dal 21 gennaio 2020 approderà anche su PlayStation 4 e Xbox One. Vediamo quindi di approfondire struttura e caratteristiche dell'opera con la nostra recensione.

Sulle orme di H.P. Lovecraft e dell’horror cosmico

All'interno di una stazione spaziale misteriosamente finita in malora, un'oscura presenza si annida minacciosa nei paraggi. Dopo aver messo il naso fuori dalla cabina, ci si imbatte in una situazione senz'altro singolare: la misteriosa entità suggerisce di spegnere le candeline di una torta appoggiata su un tavolino poco distante. Presa coscienza che si tratta di un incubo, assistiamo al burrascoso risveglio del personaggio di cui si vestono i panni. La cabina è la stessa nella quale ci si trovava solo pochi istanti prima, ma almeno in apparenza all'interno della struttura sembra essere ancora tutto nella norma, o quasi. Sì perché nel frattempo una forte scossa sismica ha sconquassato l'area dove sorge la base, rendendo necessario effettuare operazioni di monitoraggio per verificare l'effettiva integrità dei sistemi che alimentano la struttura. Dal badge appoggiato su uno scaffale si deduce che il tecnico incaricato è l'ingegnere Shane Newhart, attualmente in servizio su Invictus, una stazione a lungo termine eretta sulla superficie di Marte. Poco più in là si scorge una sua foto da bambino, in compagnia del padre, mentre sulla scrivania una lettera indirizzata al vecchio vorrebbe informarlo che la spedizione non è effettivamente in svolgimento in Antartide come gli ha raccontato prima della partenza. Shane lavora infatti per conto di una grossa corporazione, la Manticore-Horochi, la quale ha inviato in territorio marziano una spedizione con l'intento di effettuare indagini su un misterioso messaggio captato dalle sonde spaziali.

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I primi incarichi affidati al giocatore sono molto standard, basandosi in buona sostanza sulla risoluzione di piccoli rompicapo correlati all'attività di ripristino di alcuni sistemi della base, in attesa che arrivi la nave di supporto Cyrano con il nuovo equipaggio inviato in loco dalla Horochi. Per portare a termine queste operazioni si rende necessario l'impiego del cosiddetto Biometro, un dispositivo da braccio che consente di scansionare l'area circostante individuando specifici punti di interesse, ma anche di interagire con le numerose strumentazioni elettroniche che popolano gli edifici.

Le fasi di gioco si alternano tra spostamenti interni ed esterni alla base, rendendo indispensabile servirsi del rover Myrcat per raggiungere le zone nevralgiche dove è richiesto il proprio intervento. Dopo aver equipaggiato il casco e aver fatto debitamente riserva di ossigeno, si può finalmente uscire a fare due passi sull'affascinante superficie marziana. Le informazioni utili vengono fornite dalle comunicazioni radio con gli altri membri della squadra di ricognizione, affiancate dalla lettura di documenti cartacei e telematici che poco per volta danno modo di approfondire cosa stia effettivamente avvenendo in quel luogo all'apparenza così asettico e privo di minacce concrete. Come probabilmente avrete già intuito, Moons of Madness è un'avventura dai ritmi compassati, dove l'inquietudine generata nel giocatore avviene poco per volta, di pari passo con la presa di coscienza che qualcosa di terrificante si annida nei paraggi. A ciò si uniscono le situazioni surreali che vengono a determinarsi quando gli incubi iniziano a impossessarsi della mente di Shane, facendogli temere di trovarsi sul precipizio della follia.

Moonsofmadness 2

L'interazione si fonda sull'individuazione di oggetti da inserire nel proprio inventario e con i quali è possibile completare gli incarichi operativi affidati dai diretti superiori. Il gameplay poggia per l'appunto sulla risoluzione di vari puzzle, che prevedono ad esempio di recuperare celle di energia da collocare nei luoghi corretti e con i parametri corretti, o ancora di attivare o disattivare sistemi di sicurezza, intervenire sulle impostazioni di alcuni computer, reimpostare connessioni radio e così via.

Le azioni di Shane sono ridotte all'essenziale, ma è proprio quando iniziano ad acquisire maggior peso le suggestioni lovecraftiane che l'opera di Rocket Pocket Games cambia marcia, conducendo il giocatore in un viaggio a corrente alternata dove le fasi esplorative nella dimensione del reale si avvicendano a situazioni claustrofobiche e angoscianti; condizioni dettate da sogni lucidi, per lo più legati al passato del protagonista, pervase da specifici riferimenti all'horror cosmico tanto caro a Lovecraft. La fuga da una creatura tentacolare, tematiche come la corruzione della mente umana, nonché la presenza sullo sfondo di entità antiche dai poteri straordinari, pericolose per l'esistenza stessa della realtà per come la conosciamo, vengono sublimate da riferimenti diretti al Necronomicon. Dopotutto non si può fare a meno di cogliere richiami a racconti di Lovecraft nel titolo stesso dell'opera, evidente riferimento al romanzo Le Montagne della Follia, una delle opere più celebri del controverso scrittore di Providence. Proprio in virtù di questa dicotomia tra realtà e incubo, dapprima ben separati e poi sempre più inclini a sovrapporsi, alcune porzioni di gioco si svolgono nei recessi della mente di Shane. In questi frangenti si rende ad esempio necessario attivare delle sfere luminose interagendo con esse attraverso specifici poteri soprannaturali per aprirsi un varco verso le fasi più avanzate del livello, mentre in altre fasi si assiste a costanti cambi di piano e di situazione dettati dall'azione dei ricordi.

La longevità di Moon of Madness si attesta attorno alle 6-8 ore di gioco complessive, anche se la durata dipende molto dalla rapidità deduttiva del fruitore durante la risoluzione dei puzzle proposti durante la partita. Da segnalare la presenza dei sottotitoli in italiano, che permettono di seguire senza problemi la progressione narrativa anche a chi non possieda dimestichezza con l'inglese.

Moonsofmadness 1

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 24,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (9)
6.1
Il tuo voto

Moons of Madness unisce l'atmosfera sci-fi e le suggestioni di derivazione lovecraftiana per mettere insieme un'avventura semplice ma di piacevole fruizione. Oltre alla riuscita alternanza di stili, è soprattutto la varietà dei puzzle a rendere godibile l'esperienza nel suo insieme. Bisogna peraltro tenere presente che si tratta di un titolo caratterizzato da un'interazione davvero ridotta e da ritmi di gioco blandi, dove gli sporadici jump scare vengono sostenuti dalla continua alternanza tra piano della realtà e dimensione dell'incubo.

PRO

  • L'ambientazione marziana
  • Influenze lovecraftiane
  • La varietà dei rompicapo

CONTRO

  • Longevità limitata
  • Alcuni jump scare più riusciti di altri