La recensione di My Hero Academia: The Strongest Hero ci porta nuovamente nello scenario creato da Kohei Horikoshi per il manga di My Hero Academia: un mondo in cui l'80% delle persone nasce con dei poteri speciali, il cosiddetto Quirk, diverso a seconda del soggetto. Alcuni decidono di sfruttare queste capacità per il bene ed entrano a far parte della categoria Hero, mentre altri si dedicano al crimine diventando dei Villain.
La più antica delle contrapposizioni viene rappresentata dunque in una maniera schematica e prestabilita, in MHA. Fra gli aspiranti eroi troviamo il protagonista della storia, Izuki Midoriya: un grande fan del leggendario All Might, che vorrebbe diventare proprio come lui e riesce a farsi ammettere alla prestigiosa scuola per supereroi, il liceo Yuuei. Il gioco ci racconta questi eventi nell'introduzione animata, per poi coinvolgerci con una serie di missioni man mano più complesse.
Struttura
Izuki è dunque il primo personaggio che potremo controllare in My Hero Academia: The Strongest Hero, ma naturalmente non l'unico: la struttura del gioco si rifà alla tradizione dei gacha e ci mette a disposizione un roster composto da tredici eroi, che dovremo sbloccare man mano che completiamo le missioni.
Portato a termine un breve tutorial, potremo selezionare l'apposita voce dal menu per raggiungere l'obiettivo successivo, in maniera manuale o completamente automatica, e quindi limitarci a leggere dei dialoghi oppure partire effettivamente per un incarico che consiste sempre e comunque nell'affrontare dei criminali, sconfiggerli e consegnarli alla giustizia.
La mancanza di una localizzazione in italiano e un'interfaccia sulle prime molto confusionaria, vicina a quella degli MMO asiatici, spengono purtroppo rapidamente qualsiasi voglia di seguire la trama, che vanta solo riferimenti vaghi all'opera di Horikoshi, focalizzandosi piuttosto sul darci sempre in pasto qualcosa da fare ma con una forte base di ripetitività.
Le missioni in single player e le sezioni in cooperativa sono quelle dotate del maggior potenziale, laddove invece gli scontri competitivi automatizzati lasciano un po' il tempo che trovano. Le modalità si attivano in maniera graduale, salendo di livello, ma dopo alcune ore anche i meccanismi freemium cominciano a far sentire il proprio peso, cercando di spingerci verso le microtransazioni in maniera abbastanza evidente.
Gameplay
È un gran peccato, perché sul fronte del gameplay My Hero Academia: The Strongest Hero può contare su di un sistema di combattimento solido e spettacolare, con qualche problema legato alla gestione della telecamera (nelle opzioni è possibile regolarla, comunque) ma una buona resa degli impatti e un set di manovre davvero spettacolari a nostra disposizione.
Lo sblocco dei primi personaggi avviene in maniera piuttosto rapida, dunque ci si trova a poter gestire un gruppo discretamente eterogeneo, con eroi specializzati negli scontri ravvicinati o dalla distanza, ognuno dotato di poteri che vengono molto ben rappresentati sullo schermo. Peccato che i pulsanti siano un po' troppo piccoli, in particolare quello, fondamentale, dedicato alla schivata: eseguirla perfettamente crea un bullet time in cui potremo infliggere parecchi danni all'avversario di turno.
Girare attorno ai nemici, agganciarli e scaricargli addosso tutto il nostro repertorio di mosse è senza dubbio divertente e si chiude un occhio sulla mancanza di un'intelligenza artificiale sofisticata proprio per via dell'abbondanza delle manovre disponibili, ognuna regolata da un cooldown, e per il sistema di potenziamento da gestire fra una spedizione e l'altra.
Tutti questi aspetti possono essere automatizzati tramite l'apposito pulsante: un'esigenza che francamente ancora non comprendiamo, ma che evidentemente ad alcuni utenti fa comodo per portare avanti l'esperienza anche quando magari hanno altro da fare; senza giocare, traendo soddisfazione unicamente dai progressi effettuati al netto delle risorse disponibili e degli oggetti o dei personaggi ottenuti nel frattempo.
Realizzazione tecnica
Se struttura e gameplay sono quelli tipici di tanti MMORPG mobile, con gli inevitabili automatismi, la ripetitività di missioni sempre uguali e gli elementi gacha, non si può certo dire che gli sviluppatori non abbiano supportato tale impianto con una realizzazione tecnica adeguata. La grafica di My Hero Academia: The Strongest Hero è infatti eccellente, impreziosita da un cel shading ben implementato che cattura al meglio le atmosfere della serie animata.
Personaggi e scenari hanno insomma un gran bell'aspetto, le impostazioni consentono di migliorare la qualità generale (ma con tutto al massimo e i 60 fps il gioco fa fatica anche su di un iPhone 12 Pro) e, in generale, il mondo di MHA viene ricreato in maniera davvero convincente. È dunque anche qui un peccato che gli sviluppatori non abbiano minimamente considerato l'idea di rendere interessante la navigazione fra le location, visto che anch'essa finisce per essere automatizzata.
Conclusioni
My Hero Academia: The Strongest Hero è un gioco davvero bello da vedere, ricco di elementi che faranno senz'altro felici i tantissimi fan dell'anime, molto conosciuto anche da noi. I combattimenti sono divertenti e l'abbondanza di mosse disponibili, tutte parecchio spettacolari, riesce a reggere il peso di missioni molto limitate e ripetitive. Alla fine il problema è tutto lì, in una struttura che riprende i vari MMORPG disponibili su iOS e Android, con i suoi automatismi e gli inevitabili meccanismi freemium: se apprezzate la formula non avrete problemi a rapportarvi al gioco, diversamente farete un po' fatica.
PRO
- Grafica molto bella
- Combattimenti coinvolgenti e spettacolari
- Tanti personaggi, potenziamenti e modalità...
CONTRO
- ...ma la struttura è piuttosto ripetitiva
- Troppi automatismi e potenziale sprecato
- Qualche problema con l'interfaccia