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My Hero One's Justice, la recensione

Abbiamo giocato il nuovo picchiaduro ispirato a My Hero Academia

RECENSIONE di Christian Colli   —   24/10/2018
My Hero One's Justice
My Hero One's Justice
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Ormai salito con decisione sul podio della storica rivista Weekly Shonen Jump, My Hero Academia (Boku no Hero Academia in patria) ha ufficialmente sostituito Bleach e Naruto dopo la loro conclusione, affiancandosi a manga come One Piece e Hunter x Hunter. Grazie allo stile pulito dell'autore Kohei Horikoshi, My Hero Academia ha conquistato subito tantissimi lettori sia in Giappone sia nel resto del mondo, specialmente dopo la messa in onda della serie animata che, praticamente all'alba della quarta stagione, è finalmente arrivata anche in Italia. Con questo curriculum era inevitabile che My Hero Academia diventasse un videogioco, e un picchiaduro per la precisione: in fondo è uno shonen in cui i personaggi se le suonano una settimana sì e l'altra pure. E così, dopo un infelice esordio su Nintendo 3DS, My Hero Academia è stato affidato alle cure di Byking per diventare un arena fighter multipiattaforma come i vari Naruto Ultimate Ninja Storm, gli ultimi titoli dedicati a Saint Seiya e l'imminente Jump Force. Sarà riuscito anche a sollevarsi dalla mediocrità che solitamente contraddistingue questo genere di produzioni?

Tanto single player

La prima cosa che salta all'occhio... anzi, all'orecchio, è l'ottima colonna sonora, composta da brani coinvolgenti e tracce piene di ritmo che ci accolgono già nel nutrito menù principale. Quest'ultimo offre una risma di modalità che soddisfaranno sicuramente le necessità di chi ama giocare per conto suo. La modalità Storia di My Hero One's Justice è ovviamente quella più importante, poiché ripercorre la storia di My Hero Academia impiegando le tavole del manga o i fotogrammi dell'anime insieme a una narrazione sottotitolata completamente in italiano. La campagna in questione inizia più o meno dallo scontro con Stain e arriva a una certa battaglia decisiva nella metà della terza stagione, coprendo quindi una buona fetta della storia raccontata finora sulla carta e in TV. Per chi non lo sapesse, My Hero Academia è ambientato in un mondo in cui possedere i super poteri - detti Quirk - è la norma e narra le disavventure di un gruppo di studenti iscritto a una scuola per supereroi. Tra essi spicca naturalmente il protagonista, Izuku "Deku" Midoriya, che però è nato senza poteri e li ha soltanto ereditati dal suo idolo, All Might.

My Hero One's Justice, la recensione

A differenza di molti shonen manga in cui la storia si incaponisce sul protagonista e i suoi rivali, il fumetto di Horikoshi riesce a dare uno spazio generoso a praticamente ogni comprimario, caratterizzando un cast eccentrico e interessante. La campagna di My Hero One's Justice ripercorre dunque i momenti salienti del manga e dell'anime, offrendo una serie di bivi - che talvolta sono solo cinematiche, senza combattimenti - e vari approfondimenti che chiariscono meglio quanto raccontato. La cosa più interessante, però, è che una volta completato il primo percorso, è possibile giocarne un altro dal punto di vista dei cattivi e poi un altro ancora "ipotetico" in cui si svolgono gli incontri e gli scontri che sarebbero potuti verificarsi in condizioni diverse. Nonostante sia poco avvincente a causa della narrazione monotona e delle poche cinematiche, la modalità Storia sblocca comunque vari collezionabili e rappresenta una buona infarinatura per chi non conosce ancora My Hero Academia.

My Hero One's Justice, la recensione

La modalità Missione è l'altra opzione rilevante nel menù principale, se escludiamo le solite offerte single player che sono la battaglia locale contro la CPU o la modalità di allenamento. In modalità Missione, infatti, si impara prima di tutto a giocare, soddisfacendo le richieste in ogni stage. Questi ultimi scandiscono una serie di percorsi divisi per gradi di difficoltà e ogni missione garantisce una ricompensa diversa in base alle performance del giocatore, oltre ai punti esperienza che permettono di crescere i personaggi e quindi intraprendere le missioni più difficili in una sorta di meccanismo ruolistico all'acqua di rose che funziona in modo trascurabile. Le ricompense che il giocatore sblocca completando la modalità Storia o le missioni sono essenzialmente cosmetiche: accessori e componenti dei costumi con cui personalizzare i modelli dei personaggi prima di farli combattere. L'idea sulla carta è carina, ma in concreto è anche piuttosto deludente perché la maggior parte degli accessori in questione appartiene al cast, perciò è possibile montare gli stivali di Iida sui pantaloni di Ochaco oppure mettere le cuffie di Kaminari in testa a Yaoyorozu e così via.

Trofei PlayStation 4

Sbloccare i 48 trofei di bronzo, gli otto d'argento e il trofeo d'oro non dovrebbe essere difficilissimo perché gli obiettivi si somigliano tutti e scalano soltanto di numero: per esempio, bisogna usare un certo numero di attacchi, poi un numero ancora maggiore e poi un numero ancora più grande, ma ovviamente bisogna anche finire la modalità Storia e la modalità Missioni, tra le altre cose.

Il sistema di combattimento coi Quirk

La nostra esperienza multigiocatore non è stata delle più felici: complice anche il fatto che il gioco in occidente non è ancora uscito, abbiamo trovato pochissimi giocatori online e quando ci abbiamo combattuto contro abbiamo constatato anche un netcode traballante e un lag fastidioso che ha influenzato ancora più negativamente la nostra opinione sul lacunoso sistema di combattimento. My Hero One's Justice, per farla breve, non è divertente. Prima di tutto val la pena spiegare come funziona nel concreto, però. Stiamo parlando di un arena fighter, dunque telecamera alle spalle del nostro personaggio, almeno finché non impazzisce e comincia a riprendere l'azione da angolazioni strane e confuse. Un tasto permette di saltare, un altro di attaccare ripetutamente e inanellare le classiche combo che, nel caso in cui si giochi in modalità Normale invece che Manuale, si completano automaticamente con un attacco speciale in chiusura. Questa soluzione semplifica l'esperienza ai neofiti e quindi andrebbe evitata se si preferisce avere un controllo maggiore di combo e attacchi.

My Hero Ones Justice 4

Gli altri due tasti d'attacco principali sono denominati Quirk e in parole povere costituiscono il povero moveset di colpi speciali in dotazione a ogni combattente. Solitamente la pressione ripetuta o continuata di uno dei tasti Quirk, magari associata a una direzione, altera la forma dell'attacco, garantendo ad alcuni combattenti un moveset più ampio o vario. Due tasti dorsali consentono di richiamare le nostre "spalle", cioè i sidekick selezionati prima dello scontro che si catapulteranno nell'arena per scagliare un attacco e scomparire subito, magari permettendoci di confondere il nemico o prolungare una combo. Infine, un ultimo tasto consente di sfrecciare verso l'avversario, mentre la parata, se premuta insieme all'attacco, in genere si trasforma in una proiezione o in un colpo imparabile. My Hero One's Justice si fonda essenzialmente su una struttura a forbice, sasso e carta che in pratica non è che funzioni proprio benissimo: l'idea sarebbe che alcuni attacchi garantiscono un certo livello di invulnerabilità o ignorano eventuali parate, dunque è importante decidere all'istante che tipo di attacco usare per sfondare la parata dell'avversario o contrastare i suoi colpi.

My Hero One's Justice, la recensione

Logicamente sono i Quirk a distinguere i combattenti nel roster e questo inevitabilmente crea scompensi impressionanti nel bilanciamento generale. È chiaro che non ci aspettavamo un equilibrio degno dei picchiaduro che vanno all'EVO - si tratta pur sempre di un titolo orientato al fanservice - ma l'efficacia di alcuni Quirk, specialmente quelli a lunga gittata, supera di gran lunga le capacità dei combattenti che dispongono soltanto di attacchi a corto raggio. Ciò si verifica soprattutto per via della natura di My Hero One's Justice: come succede spesso in questi giochi, si finisce col correre come pazzi per l'arena, cercando di acchiappare l'avversario o sfuggirgli mentre si aspetta il momento giusto per scagliare una Plus Ultra, praticamente la super mossa cinematica che consuma l'indicatore apposito e infligge una caterva di danni. Questo andazzo è particolarmente rilevante quando si gioca contro la CPU e un'intelligenza artificiale imbarazzante che spesso fa correre inutilmente i nostri avversari contro angoli, pareti e ostacoli.

My Hero One's Justice, la recensione

Le arene sono caratterizzate infatti da elementi ambientali distruttibili e dalla possibilità di spostare lo scontro sulle pareti, anche se non abbiamo capito esattamente perché visto che nella serie queste circostanze non si sono mai verificate. In quei casi, per esempio, la telecamera dà il peggio di sé e i combattimenti diventano caotici, specie se si svolgono vicino agli angoli o nelle strutture al chiuso. Il vero problema è tuttavia un altro e riguarda la fluidità dell'azione e la risposta ai controlli. Intendiamoci, se escludiamo la rappresentazione abbastanza scarna degli scenari iconici in cui si svolge la storia, è difficile lamentarsi dei modelli poligonali, dettagliati e animati con cura, o degli effetti coloratissimi che riempiono lo schermo grazie al bel cel shading. Il guaio è che, appena si impugna il joypad, si avverte un certo ritardo nell'esecuzione di combo e Quirk, nonché una sorta di pesantezza nei movimenti, come se si combattesse costantemente contro la forza di gravità. I salti diventano difficili da gestire ed è assurdo che non si possa parare a mezz'aria, quando il sistema di combattimento enfatizza in modo particolare le combo e gli attacchi aerei. Si finisce quasi col giocare a caso, premendo i tasti nella speranza di colpire il nemico coi Quirk o le combo mentre in realtà si sta lottando con la telecamera, la posizione nello spazio dei lottatori, l'inefficacia di certi moveset invece di altri.

My Hero One's Justice, la recensione

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (6)
8.5
Il tuo voto

Purtroppo My Hero One's Justice è il solito tie-in sviluppato in maniera superficiale con in mente i fan sfegatati che vogliono solo vedere i loro beniamini in azione senza preoccuparsi troppo di bilanciamenti o sistemi di controllo imprecisi. Se appartenete a questa categoria, e cercate quindi una coloratissima trasposizione scacciapensieri di My Hero Academia, potreste anche prendere in considerazione l'acquisto My Hero One's Justice, ma sia chiaro che si tratta di un picchiaduro deludente che, se fosse finito in mano a uno sviluppatore competente come Arc System Works, magari avrebbe reso veramente giustizia allo splendido manga cui si ispira.

PRO

  • È coloratissimo e i modelli sono fedeli all'anime
  • Modalità single player interessanti

CONTRO

  • Sistema di controllo impreciso e legnoso
  • Roster sbilanciatissimo
  • Netcode instabile