Non si può negare che lo spunto fanta-archeologico della trama abbia il suo fascino.
Archeologia aliena
Non si può negare che lo spunto fanta-archeologico della trama abbia il suo fascino: gli sviluppatori hanno attinto alle controverse teorie che Zecharia Sitchin espose negli anni settanta nel suo libro “Il Pianeta degli Dei” (edizione Piemme) e che ispirarono indirettamente anche il film Star Gate. Lo studioso russo sostiene che la razza umana sia stata creata da extraterrestri giunti sulla Terra 450.000 anni fa per estrarne dell’oro. Questi alieni proverrebbero dal Pianeta X che, stando alle interpretazioni della lingua cuneiforme di Sitchin, corrisponderebbe al dodicesimo pianeta del nostro sistema solare, quello che gli antichi Sumeri chiamavano appunto Nibiru o “Pianeta dell'incrocio”: è il dodicesimo se, come facevano i Sumeri, oltre ai nove pianeti finora conosciuti si contano il Sole, la Luna e Tiamat, che sarebbe andato distrutto. I fautori delle teorie di Sitchin ritengono che, se è vero che i Sumeri conoscevano già tutti i pianeti del nostro sistema solare, è anche vero che ne esiste un dodicesimo. Gli astronomi stessi hanno dato per anni la caccia a un "Pianeta X" con caratteristiche corrispondenti a quelle di Nibiru e nel marzo del 2004 un comunicato stampa della NASA ha annunciato la scoperta di un decimo pianeta, battezzato Sedna. Inspiegabilmente, però, la notizia non ha avuto grande eco... che le sue potenziali ripercussioni sulle teorie evoluzionistiche e le posizioni assunte dall’archeologia ortodossa nei confronti di Sitchin siano un po’ troppo imbarazzanti per la comunità scientifica? Ma torniamo alla nostra avventura: di primo acchito, la presentazione e la sensazione d’immersione risultano alquanto scarse, forse anche perché il protagonista è insipido come una zuppiera d’insalata scondita, in seguito però la storia sa tenerci in punta di sedia grazie a un ritmo sostenuto, un intreccio tutto sommato appassionante e il rapido susseguirsi di scoperte e colpi di scena.
Il “punta e clicca” non passa mai di moda
Nibiru è un’avventura grafica in terza persona con la più intuitiva delle interfacce “punta e clicca”: per interagire col gioco è sufficiente il mouse e il cursore cambia forma a seconda delle azioni che è possibile effettuare nelle varie aree dello schermo. L’accesso all’inventario è immediato, basta spostare il cursore verso la parte inferiore dello schermo, e tutti gli oggetti in esso contenuti possono essere combinati tra loro o utilizzati negli scenari semplicemente cliccandoci sopra e trascinandoli. Premendo il tasto Tab, si visualizzano tutte le uscite disponibili nelle ambientazioni e, con un doppio clic su una di esse, si arriva a destinazione saltando eventuali animazioni d’intermezzo. L’unica particolarità da segnalare è che il gioco ha ereditato l’uso del tasto destro del mouse per un’interazione più approfondita con gli oggetti sullo schermo dal suo predecessore, The Black Mirror.
Nibiru è un’avventura grafica in terza persona con la più intuitiva delle interfacce “punta e clicca”.
Il “punta e clicca” non passa mai di moda
La maggior parte degli enigmi ruota intorno all’inventario e ai dialoghi, ma non mancano i classici puzzle a scorrimento e qualche codice da decifrare. In genere la difficoltà è crescente ma non eccessiva: solo uno o due risultano poco logici o fuori luogo. Ce n’è qualcuno a tempo, ma assolutamente elementare da risolvere e mai frustrante. L’avventura dura complessivamente una quindicina di ore, per quanto i tempi di soluzione varino a seconda dell’utente. I puzzle basati sul dialogo possono essere fuorvianti e ridurre alcune fasi di gioco a una pedissequa alternanza di esplorazione e conversazioni di riscontro coi personaggi che popolano le varie ambientazioni: capita spesso di restare bloccati solo per non aver parlato ripetutamente a un personaggio, col quale si pensava di avere ormai esaurito ogni argomento. Il fatto che non si possano raccogliere o combinare determinati oggetti, finché il protagonista non lo ritiene opportuno, complica ulteriormente le cose: non è detto che, nel momento in cui ci è consentito, abbiamo le idee chiare sull’effettiva utilità dell’articolo o ce ne ricordiamo! Al pixel hunting non si scappa, purtroppo, così come neppure a un minimo di viaggi avanti e indietro tra un’ambientazione e l’altra, resi snervanti solo dal fatto che il protagonista proprio non vuole saperne di correre (si allontana di qualche passo e sempre camminando in tutta calma persino per ripararsi dall’esplosione di un candelotto di dinamite)!
Tecnologia tutta terrestre
A dispetto del menu principale, che è insolitamente sciatto, Nibiru è una gioia per gli occhi: sfoggia dettagliatissime ambientazioni bidimensionali, arricchite da un uso particolarmente intenso e vivace del colore. I personaggi che le popolano sono tridimensionali, si fondono armoniosamente coi fondali e sono modellati e animati con relativa naturalezza. Il motore grafico adottato è lo stesso di The Black Mirror, in sostanza, ma appare vistosamente potenziato e può fare affidamento su un sapiente utilizzo dell’anti-aliasing e degli effetti volumetrici.
Le animazioni dei fondali risultano abbastanza convincenti, seppur limitate: la presenza di qualche passante, l’arrivo di un tram o uno stormo d’uccelli che vola in lontananza, infatti, non sono sufficienti a ravvivare alcune delle ambientazioni, che finiscono inevitabilmente per apparire statiche, come congelate sullo schermo. Buoni gli effetti di luce e ombra, discreti quelli atmosferici. L’accompagnamento musicale è marginale e per niente notevole. Gli effetti sonori sono di discreta fattura ma non certo indimenticabili. Il doppiaggio in Italiano invece è decisamente professionale e la localizzazione sempre all’altezza.
Commento
Nibiru è sicuramente un prodotto di ottima fattura: la trama e i presupposti gli valgono qualche punto in più per l’originalità e la meticolosa realizzazione tecnica non mancherà di soddisfare anche gli appassionati del genere più esigenti. La struttura solida e gli enigmi coerenti garantiscono un’esperienza di gioco divertente e appagante, anche se la durata limitata lascia un po’ l’amaro in bocca e l’immersione del giocatore non è sempre sostenuta. L’unica tara dell’avventura forse è proprio la mancanza di mordente, di personalità: Indiana Jones ha dalla sua il carisma, Broken Sword e Runaway giocano sull’umorismo... Nibiru non mostra segni particolari, la storia è intrigante e ben confezionata, ma quasi raccontata in sordina. Un vero peccato, perché sarebbe bastato un protagonista un po’ meno anonimo per renderla indimenticabile! Resta comunque un titolo che si attesta su buoni livelli qualitativi, da consigliare a tutti gli amanti del “punta e clicca” e reso ancora più irresistibile dall’incredibile prezzo proposto da Power Up.
- Pro:
- Trama originale e avvincente
- Buona realizzazione tecnica
- Enigmi coerenti
- Contro:
- Protagonista insulso
- Durata limitata
- Passaggi superflui nella struttura di alcuni enigmi
Archeologia aliena
Gli sviluppatori cechi di Unknown Identity si sono fatti conoscere e apprezzare lo scorso anno con un’avventura punta e clicca di stampo prettamente tradizionale, The Black Mirror. Questa volta, hanno abbandonato il genere horror e le tematiche cupe della loro opera prima per buttarsi nell’avventura pura, strizzando l’occhio a Indiana Jones e X-Files e pescando sempre a piene mani dall’eredità lasciata dai classici di questo filone videoludico, con indubbi rimandi alla saga di Broken Sword. E anche questa volta ci offrono un prodotto di tutto rispetto, che ogni appassionato del genere non potrà ignorare e che spicca per l’accurata realizzazione tecnica e una trama discretamente originale.
Martin Holan, il protagonista di questa vicenda, è il cugino secchione di Indiana Jones: pur essendo a sua volta archeologo, non ha mai abbandonato gli archivi in cui lavora e ha ben poco dell’uomo d’azione. La sua vita subisce però una svolta inaspettata con una chiamata improvvisa dello zio, esperto storico e appassionato di leggende maya, che lo invita a indagare sul recente ritrovamento di una miniera della seconda guerra mondiale in Boemia, nelle viscere della quale i nazisti avrebbero condotto ricerche top secret su una misteriosa tecnologia aliena. Per risalire alle origini del progetto Ni.Bi.Ru, nell’ambito del quale i Tedeschi sembravano essere alla vigilia di una scoperta sensazionale, il nostro eroe improvvisato verrà sbatacchiato da Praga a Parigi, per poi approdare in Sud America e tuffarsi in antichi miti maya. Durante i suoi viaggi dovrà vedersela anche coi brutti ceffi di turno, altrettanto interessati a scoprire il segreto di Nibiru, al quale il Terzo Reich aveva affidato le sue ultime speranze di sopravvivenza, e pronti a tutto pur di riuscirci.