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Oddworld: Soulstorm, la recensione: un grande ritorno per i nostalgici di Abe

L'esodo di Abe viene reinterpretato da Oddworld Inhabitants per un'avventura tutta nuova, disponibile gratis su PlayStation Plus: la recensione di Oddworld: Soulstorm.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   10/04/2021
Oddworld: Soulstorm
Oddworld: Soulstorm
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La recensione di Oddworld: Soulstorm arriva, per motivi tecnici, nel momento in cui fondamentalmente tutti gli abbonati a PlayStation Plus in possesso di una PS5 hanno già messo le mani sul gioco, magari sono anche riusciti a completarlo e stanno rigiocandone i livelli alla ricerca delle statistiche necessarie a sbloccare il miglior finale possibile.

Dunque sì, a molti di noi è già chiaro ciò che i ragazzi di Oddworld Inhabitants hanno voluto fare con questo reboot del classico Oddworld: Abe's Exoddus, cosa gli è riuscito molto bene (a partire dalla narrazione e dalle nuove meccaniche) e cosa invece avrebbe avuto bisogno probabilmente di più tempo per essere regolato, rifinito e rivisto.

Facciamo però finta di nulla per qualche minuto, rivediamo le caratteristiche del gioco, i suoi punti di forza e le sue mancanze, per arrivare in fondo all'articolo e stabilire se siamo tutti d'accordo sulla sua valutazione oppure no. Fermi lì, non sbirciate il commento! Piuttosto sbrigatevi a salire su questo treno in corsa: i Mudokon hanno di nuovo bisogno di voi.

Storia

Oddworld: Soulstorm, il povero Abe.
Oddworld: Soulstorm, il povero Abe.

Partiamo, come detto, dalle cose che Oddworld: Soulstorm fa bene, dannatamente bene. La storia riprende le basi del classico pubblicato nel 1998, ma ci arriva in una maniera nuova (del resto Soulstorm è il sequel diretto di Oddworld: New 'n' Tasty!, a sua volta un reboot) e decisamente intrigante, più adulta e interessante.

Si comincia innanzitutto rappresentando una situazione esplosiva: un treno in corsa, bersagliato da uno sciame di droni degli Slig, che si dirige a tutta velocità verso le RaptureFarms. In una carrozza c'è Abe, intento a osservare intensamente qualcosa, ma il tempo stringe e i Mudokon che controllano la locomotiva hanno bisogno del suo aiuto.

Oddworld: Soulstorm, Abe osserva il suo tesssoro.
Oddworld: Soulstorm, Abe osserva il suo tesssoro.

La scena cambia e si passa a dodici ore prima, con il protagonista del gioco che festeggia con la sua gente la liberazione dal giogo dei Glukkon ma viene messo in guardia dalla veggente della tribù circa un nuovo pericolo incombente. Neanche il tempo di finire la frase che la minaccia si manifesta in tutta la sua veemenza, in un caotico fuggi-fuggi generale che dà alle fiamme il rifugio: il nemico è alle porte.

Consapevole di doversi caricare nuovamente sulle spalle la responsabilità di salvare il proprio popolo, Abe guida i suoi compagni in un nuovo, difficile esodo ma scopre ben presto che altri Mudokon hanno bisogno di lui. Di fronte a determinate scene, alla tenerezza di queste creature così patetiche eppure così coraggiose, arriviamo alla medesima conclusione: diamoci dentro.

Gameplay

Oddworld: Soulstorm, il sistema di lancio degli oggetti (spesso infiammabili) usa lo stick destro per la mira.
Oddworld: Soulstorm, il sistema di lancio degli oggetti (spesso infiammabili) usa lo stick destro per la mira.

Naturalmente non basterà la semplice determinazione a guidare efficacemente le nostre azioni durante la campagna di Oddworld: Soulstorm. Serviranno anche parecchia abilità, riflessi pronti, occhi attenti, un calcolo istantaneo delle tempistiche e dei rischi, un'abbondante dose di fortuna, un'enorme quantità di pazienza e un calendario da consultare ogni volta che ne avremo bisogno. Spoiler: accadrà spesso.

Sì, perché il gameplay della nuova avventura di Abe è la fiera del trial & error, di quelle in cui si muore tipo quaranta volte di seguito nella stessa, spietatissima sezione. Intendiamoci: la formula del gioco storicamente è sempre stata questa, ma spesso e volentieri si vedono franchise cambiare nel corso del tempo, rinunciare alla sistematica bastardaggine delle origini e addolcirsi, come fanno le persone di una certa età.

Oddworld: Soulstorm, uno degli stage più antipatici.
Oddworld: Soulstorm, uno degli stage più antipatici.

In questo caso no: se proprio vogliamo vedere Soulstorm come un vecchietto, non solo è vispo ma è pure arcigno, agita il bastone da passeggio per colpirci e spesso ci riesce, innescando ogni volta un grido di dolore e frustrazione. Perché si muore tanto nel gioco, ma una buona metà delle volte per colpe non nostre: quando i comandi non rispondono come dovrebbero, quando i Mudokon che abbiamo liberato non si muovono al comando, quando un nemico si blocca in una posizione impossibile da superare anziché continuare la sua ronda, quando l'impostazione a due dimensioni e mezzo degli scenari rende difficile centrare un bersaglio.

C'è sempre stato tanto legno nei controlli di Oddworld, insieme a una generosa dose di lentezza, ma in Soulstorm gli sviluppatori hanno pensato bene di velocizzare i movimenti del protagonista e dotarlo del tanto agognato doppio salto. Evidentemente entusiasti del risultato, hanno poi adattato la sfida alle nuove capacità del personaggio, dimenticandosi però di rifinire tutte le interazioni con l'ambiente, che richiedono ancora un tempismo e una precisione talvolta impossibili da garantire nelle situazioni più movimentate.

Oddworld: Soulstorm ci spiega perché non si può fumare sul treno.
Oddworld: Soulstorm ci spiega perché non si può fumare sul treno.

Fatte queste dovute premesse, bisogna ragionare sull'evoluzione spesso mancata delle avventure dinamiche, di come alla fine dei conti Abe sia un po' il figlio deforme e mostruoso di Conrad B. Hart ma si arrampichi sulle piattaforme ancora allo stesso modo, eppure di come gli autori di Oddworld: Soulstorm siano riusciti a conferire a questa formula uno spessore extra, letteralmente, introducendo le già citate due dimensioni e mezzo, ribadendo le meccaniche legate al controllo mentale e creando un semplice sistema di crafting che ricorda un po' quello di Stranger's Wrath.

Procedendo nei quindici livelli (più due extra) della campagna ci troveremo dunque nella condizione di poter impiegare i materiali raccolti in giro per costruire mine, granate fumogene, bottiglie Molotov e altro ancora, nonché utilizzare oggetti come le bibite infiammabili Soulstorm, i bengala per illuminare il buio, palle di pezza con cui tramortire i nemici e finanche dispositivi elettronici, in un mix che da una parte aggiunge varietà all'esperienza, dall'altra si pone come un'ulteriore sfida.

Oddworld: Soulstorm ha livelli pieni di trappole e interruttori.
Oddworld: Soulstorm ha livelli pieni di trappole e interruttori.

Come da tradizione, ogni stage presenta una serie di puzzle da risolvere e avremo modo di farlo in maniere differenti, cercando ad esempio di evitare le uccisioni e di salvare il maggior numero possibile di Mudokon sparsi all'interno della mappa, usufruendo del loro aiuto laddove possibile (a un certo punto diventeranno effettivamente utili) e facendo in modo che attraversino dei portali per raggiungere un luogo sicuro.

Spesso e volentieri ci troveremo indifesi di fronte alle guardie Slig, ma potremo aggirarle muovendoci silenziosamente, nascondendoci all'interno di armadietti o ricorrendo alle già citate granate fumogene per celarci alla loro vista. In altri casi, invece, dovremo essere piuttosto attivi, ad esempio durante le sequenze in cui orde di Mudokon fuggono sullo sfondo e avremo il compito di coprirgli le spalle neutralizzando i nemici intenti a sparargli contro.

Struttura

Oddworld: Soulstorm, uno scenario tradizionale.
Oddworld: Soulstorm, uno scenario tradizionale.

L'impianto che abbiamo descritto finora, si spera in maniera esaustiva, è legato a doppio filo al peculiare concetto di struttura di Oddworld: Soulstorm. Come detto la campagna del gioco è composta nominalmente da quindici livelli, ma la durata dell'esperienza può cambiare di molto a seconda della vostra bravura, della vostra fortuna e delle pause da crollo nervoso di cui potreste sentire l'esigenza ogni tanto.

Parliamo insomma di un intervallo di tempo che va dalle dieci alle quindici ore, ma che può aumentare nel momento in cui si decide di tornare negli stage già completati al fine di ottenere statistiche migliori. Sono infatti presenti ben quattro differenti finali, che dipendono sostanzialmente dal numero di Mudokon che riusciremo a salvare al termine dell'avventura.

Oddworld: Soulstorm, un giro panoramico.
Oddworld: Soulstorm, un giro panoramico.

Viene dunque conferita una grande importanza all'elemento della rigiocabilità, anche attraverso la presenza di zone segrete che spesso e volentieri scoprirete per puro caso, oppure insistendo alla ricerca di anfratti e percorsi alternativi. Il fatto che la volontà di esplorare le mappe in lungo e in largo venga premiata dal gioco è senz'altro positivo.

Il level design non inventa quasi mai nulla di davvero originale, ma funziona, è vario e si presta molto bene a queste dinamiche. Ci sono alcune concessioni alla semplicità e qualche sezione meno convincente, ma in generale è stato fatto un gran bel lavoro per consentire al franchise di respirare all'interno di spazi molto più ampi e aperti del solito.

Realizzazione tecnica

Oddworld: Soulstorm, un giretto sotto il tiro dei  cecchini.
Oddworld: Soulstorm, un giretto sotto il tiro dei cecchini.

All'inizio della recensione abbiamo accennato alla bontà del comparto narrativo di Oddworld: Soulstorm, che fa uso di cutscene davvero coinvolgenti, ben realizzate, ben dirette e ben interpretate, sebbene i dialoghi in inglese non siano semplicissimi da comprendere per via degli accenti e delle inflessioni esagerate dagli attori. Ci sono comunque i sottotitoli in italiano, peccato solo per qualche strafalcione.

In-game, la grafica del gioco si muove fra alti e bassi, nel senso che non si tratta sicuramente di un titolo next-gen sebbene giri a 60 fps (con qualche incertezza di troppo), mentre la risoluzione è pari a 1440p su PlayStation 5. Tecnicamente si poteva fare di meglio, come dimostrano anche determinate texture e alcuni asset dall'aspetto sporco e generico.

Tuttavia è chiaro che in un prodotto del genere conta più che altro il comparto artistico, e su quello c'è poco da dire: la visione del team di sviluppo ci è sembrata piuttosto chiara e ben concretizzata, alcuni paesaggi appaiono sicuramente suggestivi e, in generale, la connotazione stilistica di Abe, dei suo compagni, dei nemici e degli scenari è convincente.

Lato sonoro si è optato per un approccio essenziale, con poche musiche a sottolineare unicamente le fasi più importanti dell'azione, mentre il controller DualSense è stato sfruttato in maniera superficiale, agendo sui trigger adattivi in alcuni casi e, in generale, limitando il supporto al pur apprezzabile feedback aptico. Rispetto agli altri giochi PS5, infine, abbiamo trovato i caricamenti un po' lenti.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 49,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (38)
7.6
Il tuo voto

Oddworld: Soulstorm è un gran bel gioco con dei gran bei problemi. Non c'è dubbio che i fan della serie, che si tratti dei nostalgici dell'epoca PSX o di chi è entrato in contatto con il franchise solo con New 'n' Tasty!, apprezzeranno questo nuovo reboot e le tante novità che introduce rispetto alla formula tradizionale, ma anche loro dovranno fare i conti con le evidenti mancanze di un sistema di controllo spesso lento e poco reattivo, non sufficientemente preciso per fare ciò che il gioco richiede, in un'interminabile sequenza di prove ed errori la cui dolorosa spigolosità viene per fortuna smussata dalla presenza di frequenti checkpoint.

PRO

  • Cutscene, storia e personaggi memorabili
  • Diverse interessanti novità lato gameplay
  • Sufficientemente lungo, finali differenti

CONTRO

  • Trial & error all'ennesima potenza
  • Controlli poco precisi e reattivi, tanta frustrazione
  • Tecnicamente si poteva fare di più