L'ultimo decennio ha visto proliferare un particolare tipo di avventura videoludica, basata principalmente sull'atmosfera e il viaggio come arricchimento del sé. Di esempi ne esistono svariati, da quelli che hanno avuto un enorme successo, ad altri meno fortunati. È un tipo di gioco non eccessivamente esoso in termini di risorse economiche, quindi molto in voga nel panorama indipendente. Solitamente, sono avventure che propongono un protagonista, altamente stilizzato, che si avventura in una terra piena di misteri, una volta abitata da una grande civiltà ormai dimenticata. Il compito del giocatore è quello di condurre l'essere protagonista in un pellegrinaggio verso un luogo o una fonte di potere primordiale, incontrando lungo il percorso diversi ostacoli, ma anche alcuni alleati con cui è possibile comunicare solo attraverso azioni e gesti. Troviamo, quindi, un'incomunicabilità di fondo che, man mano, si trasforma in un'amicizia alla radice, che a volte si rivela essere più importante della destinazione raggiunta.
Proprio su questo filone si posiziona Omno, opera prima di Jonas Manke (in arte StudioInkyfox), ex animatore che ha deciso di avventurarsi in un'impresa da solista, conclusa grazie al supporto dei videogiocatori attraverso Kickstarter.
Il risultato è estremamente interessante, ma scendiamo più nel dettaglio in questa recensione di Omno.
La solita avventura?
Sin dai primi secondi di gioco, è evidente quanto Omno attinga dalle altre produzioni che in questi anni sono riuscite a lasciare il segno nella memoria dei videogiocatori (in particolar modo dal pluripremiato Journey e dal più recente Sky).
Lo scopo di chi gioca è quello di accompagnare il personaggio protagonista, un essere antropomorfo (equipaggiato con un bastone che potremmo definire magico) in un pellegrinaggio verso la vecchia e narrativamente abusata "luce", nascosta dietro un portale sostanzialmente ai confini del mondo. Durante il viaggio si fa la conoscenza di una creaturina verde, che direziona il giocatore verso determinati punti d'interesse.
Un dettaglio molto apprezzato è l'iniziale diffidenza dell'essere volante, il cui atteggiamento va a mutare sempre più verso un reciproco rapporto d'amicizia (anche questo già visto, ma messo in scena egregiamente).
Omno è evidentemente un titolo derivativo, che, se vogliamo, non ha voluto rischiare più di tanto. Tuttavia, nonostante la sua natura imitativa, riesce in qualche modo a risultare unico, fortemente individualizzato e facilmente identificabile. Forse il merito è della compattezza concettuale e realizzativa del titolo, che crea un'armonia generale molto rilassante e particolarmente "affabile".
Un gameplay tra poteri e creature
Omno è principalmente un'avventura lineare, ma presenta anche una natura a piattaforme più aperta, oltre a una certa affezione per gli enigmi. Tutto rimane relativamente semplice, nulla che vi trattenga più di un paio di minuti sullo stesso rompicapo. Ed è forse proprio questa sostanziale celerità nell'individuazione della soluzione a rendere queste sezioni abbastanza godibili; non si arriva mai a un punto in cui ci si sente frustrati o annoiati. Gli enigmi si trovano esattamente nello spazio designato per tali elementi in un'avventura di questo tipo, che non vuole impegnare il giocatore più di tanto, quanto farlo rilassare e portare in un mondo privo di difficoltà, dove è l'esplorazione la vera protagonista.
Lungo il cammino è possibile trovare quattro "potenziamenti" per il bastone, che permettono di scattare, scivolare (come su uno snowboard), teletrasportarsi verso posizioni specifiche e planare. Questi poteri si sposano, ovviamente, con le altrettante regione nelle quali possono essere ottenuti (una zona forestale, una montana, una desertica e una celestiale), nelle quali vengono sfruttati i nuovi poteri, ma anche amalgamati con quelli già disponibili. Non è raro, infatti, trovarsi nella circostanza di dover unire il teletrasporto con la scivolata, o la planata con lo scatto. Il tutto è molto reattivo e fluido, cosa non scontata quando si parla di produzioni di questo genere.
Ogni regione (o capitolo) è composta da una zona iniziale, nella quale viene attribuito il nuovo potere, e due o tre aree più ampie, liberamente esplorabili, abitate da diverse creature, una più particolare dell'altra. Oltre a poter essere catalogate all'interno di un bestiario, si può interagire con queste ultime in modo tale da recuperare dei frammenti non meglio specificati (sui quali torneremo tra un attimo). Ogni creatura ha la sua particolare risposta alla nostra presenza: c'è chi si nasconde, chi si avvicina incuriosito, anche chi segue la nostra scia mentre scivoliamo con il bastone. È proprio quest'attenzione e caratterizzazione di ogni creatura che spinge a esplorare sempre più a fondo il titolo, anche se si scopre presto che l'avventura non è di certo senza fine.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: Intel Core i7-10700
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 3070
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7
- Processore: Intel o AMD Dual Core CPU
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: AMD DirectX 10 Feature Level o Scheda NVIDIA con 1 GB di VRAM
- Memoria: 5 GB di spazio disponibile
Quando la longevità non è tutto
Per completare il titolo nella sua interezza, con tanto di obiettivi di Steam, abbiamo impiegato poco meno di quattro ore, il che non è molto rispetto agli standard odierni, ma è sicuramente il giusto per l'esperienza che vuole proporre il gioco. Infatti, se avesse puntato su un'avventura più lunga, probabilmente avrebbe iniziato a farsi sentire la ripetitività delle azioni da svolgere, evidenti ogni volta di più in ogni nuova regione.
Tutte le zone principali sono composte da tre animali inediti da aggiungere al bestiario, quattro o cinque globi luminosi (tre dei quali indispensabili per aprire la strada verso il livello successivo), una colonna contenete uno di questi globi (attivabile tramite i frammenti recuperati dalle creature di cui sopra), un luogo di meditazione che sblocca la posizione di ogni globo e tre manoscritti contenenti le memorie di un influente individuo della civiltà perduta, probabilmente corrotta dal potere della "luce".
Per completare un'area al 100% bisogna raccogliere tutto ciò. Le variabili di mappa in mappa stanno negli enigmi da risolvere e dalle possibilità offerte dai nuovi poteri. Arrivati alla fine del titolo avendo raccolto tutto quello che si poteva trovare in giro, siamo rimasti soddisfatti da quanto proposto, senza rimpiangere qualche ora di gioco in più o in meno.
Per chi, invece, non si dovesse sentire saturo, è disponibile una modalità a tempo, che vi permette di provare la vostra maestria nell'arte della scivolata col bastone. La mappa è soltanto una (tra l'altro, riciclata da una delle sequenze di gioco), però è un'aggiunta apprezzabile.
Compattezza stilistica
Videogiochi come Omno sono quasi sempre caratterizzati da un comparto artistico strepitoso, estremamente ispirato. Qui siamo un po' sul filo del rasoio, in quanto anche lo stile visivo è abbastanza derivativo, ma ha comunque le sue belle intuizioni. Graficamente il titolo è molto basilare, con pochi poligoni e una forte focalizzazione sul colore. Se non è dal punto di vista artistico che riesce a spiccare per la sua unicità, sono sicuramente le animazioni a cementificare l'avventura.
Ogni azione, interazione, serie di movimenti è fluida, sinuosa, capace di armonizzarsi con le limitazioni tecniche del titolo. Forse è proprio la leggiadra composizione di queste animazioni il legante che permette al titolo di risultare un'esperienza così rilassante, ottenuta anche grazie all'eccellente ottimizzazione (almeno su PC Windows). Ad accompagnarle nell'arduo compito troviamo, poi, un altro elemento di eccellenza, la colonna sonora, perfettamente integrata con la natura del gioco. I brani, tra sonorità epiche e sognanti, sono un'ulteriore prova della compattezza ideologica del titolo, che conosce perfettamente i suoi intenti e i suoi limiti.
Conclusioni
Omno è una piccola creatura in grado di sfidare i giganti. Non riesce sempre a scrollarsi di dosso il pesante velo dell'eredità lasciata dai grandi protagonisti del genere, ma regala dei momenti che sono in grado di scollegare le sue origini dalle sue intenzioni. Ogni elemento del titolo si sposa alla perfezione con gli altri, valorizzandone la compattezza concettuale e la peculiare fluidità della sua composizione. La consapevolezza della sua natura contenuta permette al gioco di spiccare rispetto alla maggior parte delle produzioni odierne, alla costante ricerca della grandezza dei contenuti, della velenosa sirena di un'odissea senza fine, dimenticatisi che un'avventura significativa può trovare compimento anche nel giro di pochi secondi.
PRO
- Compattezza concettuale
- Fluidità delle animazioni
- Colonna sonora meritevole
- Varietà negli ambienti e nelle interazioni
CONTRO
- Evidente la natura derivativa
- Leggermente scialbo a livello artistico e grafico