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One Piece Odyssey, la recensione del JRPG di Bandai Namco e ILCA dedicato al capolavoro di Oda

Dopo anni di attesa, arriva finalmente un JRPG dedicato a One Piece, Odyssey, ma sarà un'opera degna del manga a cui si ispira o siamo di fronte al solito cash in?

RECENSIONE di Aligi Comandini   —   11/01/2023
One Piece Odyssey, la recensione del JRPG di Bandai Namco e ILCA dedicato al capolavoro di Oda
One Piece Odyssey
One Piece Odyssey
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Se si parla di proprietà intellettuali provenienti dalla Terra del Sol Levante, al giorno d'oggi non è semplice trovare qualcosa di più rilevante di One Piece. L'opera magna di Eiichiro Oda è ormai seminale tanto quanto l'immortale Dragon Ball nel logorante universo degli shonen, e il suo status di cult risulta consolidato a tal punto da aver portato a un'espansione ben al di là delle pagine inchiostrate di un manga o delle colorite puntate di un anime di successo.

Un patrimonio di idee e personaggi del genere dovrebbe, almeno sulla carta, dare vita anche a videogiochi di qualità altissima, d'altro canto vi sono ben pochi nomi in grado di sposarsi con altrettanta grazia al mondo degli action o dei GDR; eppure One Piece sembra vivere la stessa maledizione di molti altri marchi made in Japan, inevitabilmente piagati dall'espansionismo rapido e dalle strettissime regole sul copyright delle compagnie che li controllano: una catena produttiva di titoli spesso affrettati e limitati, che non possono certo rendere giustizia al materiale originale. Certo, nel mix di videogiochi creati con l'universo di Oda come base non manca qualche lavoro degno di nota, ma se si considera che quello più acclamato dalla critica è un free to play mobile, oltre al fatto che nessuno si sia ancora preso la briga di tentare la strada ruolistica a dovere, non si può che scuotere la testa davanti a un oceano di potenziale tristemente inesplorato.

Qualcosa si deve però esser smosso negli ultimi anni dalle parti di Bandai Namco, perché gli investimenti nei cosiddetti "manga games" sono incrementati esponenzialmente, dando vita a creature con alle spalle valori produttivi e passione nettamente superiori alle pallide imitazioni del passato. Da questo cambio di rotta (sì, con un gioco piratesco i giochi di parole sono quasi automatici, chiediamo perdono) arriva One Piece Odyssey: finalmente un JRPG sviluppato da quell'ILCA che nel periodo recente - grazie anche all'esperienza maturata su una miriade di progetti diversi - sembra volersi ritagliare aggressivamente uno spazio in questo complesso e sempre più competitivo genere. Lo abbiamo giocato quasi senza pause negli ultimi giorni e, da fan storici della saga, ci teniamo ad anticiparvelo subito: One Piece Odyssey non è un capolavoro, ma per una santissima volta è un gioco con un'anima in grado di accontentare un po' tutti.

Vediamo come hanno navigato gli sviluppatori di ILCA in queste acque burrascose, nella nostra recensione di One Piece Odyssey.

Narrativa: fanservice al cubo

Il primo colosso affrontato in one Piece Odyssey non sembra particolarmente pericoloso, almeno finché Rufy e i suoi non perdono le abilità
Il primo colosso affrontato in one Piece Odyssey non sembra particolarmente pericoloso, almeno finché Rufy e i suoi non perdono le abilità

La narrativa di One Piece Odyssey risulta immediatamente curiosa, vive infatti di una stramba dualità, che da una parte la rende assolutamente brillante come base strutturale per l'intera campagna del gioco, ma al contempo risulta un mezzo pastrocchio equiparabile ai classici "episodi filler" dell'anime. Capiamoci, che la storia di questo JRPG dovesse essere obbligatoriamente un qualcosa di distaccato dagli eventi narrati ufficialmente nel manga era assolutamente inevitabile, eppure ILCA ha voluto a tutti i costi offrire ai fan un'esperienza completa, attraverso un'idea tanto banale quanto funzionale.

Tutto comincia quando Rufy e i suoi vengono convolti in una innaturale tempesta dopo aver avvistato una strana isola in lontananza; colpiti da giganteschi fulmini ghiacciati e scagliati sull'isolotto da correnti innaturali, i nostri scoprono di essere finiti nella misteriosa Waford, un luogo ricco di avanzatissime tecnologie e all'apparenza disabitato. Enfasi su "apparenza", perché, durante una battaglia con un enorme colosso di metallo, la ciurma di Cappello di Paglia incontra una ragazzina di nome Lim che, riconoscendoli come pirati, li priva delle loro abilità con un tocco e le sparge sotto forma di cubi per tutta l'isola. Dopo aver chiarito di non avere intenti maligni, il gruppo si allea con la ragazza e un esploratore di nome Adio per recuperare le forze e risolvere il segreto di Waford, solo che ci sono poteri in gioco ben più pericolosi di quanto inizialmente messo in conto...

Adio nasconde chiaramente qualcosa, ma vi sarà molto utile nelle battute iniziali della campagna
Adio nasconde chiaramente qualcosa, ma vi sarà molto utile nelle battute iniziali della campagna

Come facilmente intuibile, l'espediente che giustifica una progressione da JRPG in un gioco che cronologicamente si porrebbe già ampiamente dopo la saga di Dressrosa (con protagonisti quindi già esageratamente poderosi) è proprio il potere di Lim sopra descritto: a causa della ragazza, la ciurma inizia quest'avventura indebolita e incapace di dare fondo alle proprie abilità in battaglia, ed è dunque costretta ad ascoltare le istruzioni di Adio (curiosamente l'unico ad avere un piano sul da farsi). Con un colpo di coda degno del miglior scommettitore, però, il team di sviluppo ha deciso di ampliare la "magia" di Lim al punto da permetterle di creare vere e proprie dimensioni alternative basate sui ricordi dei pirati toccati, che rappresentano il trucchetto principale per rendere One Piece Odyssey un'esperienza davvero completa per i fan. L'unico modo di recuperare in toto la forza perduta, infatti, è rivivere alcuni dei momenti salienti del manga, modificati in modo da risultare sensati nel nuovo contesto; una manna per garantire ai fan di affrontare gli scontri più iconici e le scene più toccanti dell'universo di Oda.

Per carità, siamo ben consapevoli di come si tratti di fanservice allo stato puro, tuttavia ci riesce davvero difficile essere critici di una trovata simile qui. È a tutti gli effetti il modo più facile per ricollegarsi alla trama principale senza particolari mutamenti, e gli sviluppatori hanno approcciato il tutto con molta più cura di quanto ci aspettassimo, aggiungendo interi capitoli esplorabili ambientati nel passato, con mappe spesso marcatamente più estese e interessanti di quella di Waford stessa.

Gameplay: tempo e spazio

Rufy e i suoi saranno pure pirati bonaccioni, ma anche in One Piece Odyssey la loro principale specialità sono gli schiaffi
Rufy e i suoi saranno pure pirati bonaccioni, ma anche in One Piece Odyssey la loro principale specialità sono gli schiaffi

Forse consapevoli di non poter far gridare al miracolo con una storia incatenata dalle necessità del marchio coinvolto, ILCA si è concentrata parecchio sul sistema di gioco, cercando di dar forma a un gameplay comunque distintivo a sufficienza da poter dire la propria anche in un genere popoloso come quello dei JRPG. Alla base la loro creatura è più classica che mai: un GDR con combattimento a turni e nemici ben visibili nelle mappe, dove l'avanzamento è perlopiù lineare e le parti complesse sono relegate a specifici dungeon. Ognuno di questi aspetti è però almeno in parte rimaneggiato, con valide soluzioni di design che a nostro parere pongono One Piece Odyssey serenamente nel sottoinsieme dei JRPG di qualità.

I combattimenti a turni, ad esempio, sono marcatamente più elaborati rispetto alla visione classica e danno enorme importanza sia agli spazi che alle resistenze dei nemici. In One Piece Odyssey, infatti, avrete a disposizione un gruppo di personaggi piuttosto massiccio, che parte con sette possibili scelte - inizialmente separando Franky e Brook dalla ciurma - per arrivare fino a nove. Ogni personaggio appartiene a una tipologia specifica divisa tra forza, velocità e tecnica, in un sistema "sasso-carta-forbice" evidentissimo (e comodamente segnalato anche nell'interfaccia degli scontri per evitare confusione) che coinvolge pure i nemici. Durante uno scontro, però, non bisogna tenere a mente solo queste suddivisioni nel tipo, bensì anche il posizionamento dei lottatori, perché ci sono quattro combattenti attivi divisi in più zone (di solito due aree separate, ma possono aumentare in certe battaglie), e in base alla posizione ci si ritrova ad affrontare gruppi differenti di nemici. Qui arriva il bello, perché ogni personaggio ha a disposizione abilità dal raggio variabile, che colpiscono nemici singoli a breve distanza, a lunga distanza e interi gruppi. Considerando che tutti i combattenti sono sostituibili nella loro posizione in qualunque momento da chi è sul campo o in panchina - a patto che non abbiano già agito o non siano vittime di qualche status - e che è necessario calcolare dove si trovano, le abilità a disposizione e le loro resistenze per massimizzare l'efficacia in battaglia, ci si ritrova a formulare strategie complesse anche durante scontri apparentemente triviali.

Quando vedete questo legame energetico tra i personaggi, sta per partire un attacco di gruppo. In One Piece Odyssey vanno sbloccati in missioni secondarie dedicate
Quando vedete questo legame energetico tra i personaggi, sta per partire un attacco di gruppo. In One Piece Odyssey vanno sbloccati in missioni secondarie dedicate

A queste basi già solide bisogna anche aggiungere la presenza di status come il congelamento, il sanguinamento e altri, a cui certi nemici hanno specifiche debolezze, e persino mosse speciali di alcuni protagonisti efficienti solo contro avversari specifici (il Dos Fleur di Robin, ad esempio, funziona solo su chi ha "parti basse" vulnerabili, mentre l'Usopp Pound esclusivamente contro nemici umani facilmente impressionabili, per chiarirci). Esiste persino un sistema di attacchi di gruppo, che aggiunge un ulteriore fattore evitando le debolezze e rendendo pericolosa anche l'offensiva di personaggi prevalentemente di supporto o difensivi. Buona parte delle battaglie contano addirittura dei modificatori interni che aumentano temporaneamente la pericolosità dei nemici per offrire bonus esperienza. Insomma, per farla breve, è un mix complesso di meccaniche coinvolgente e ben applicato, che da solo innalza in modo significativo il valore generale dell'esperienza e rende impossibile soffermarsi solo su una manciata di personaggi per gran parte della campagna. Certe limitazioni dovute alla narrativa, poi, privano il gruppo temporaneamente di alcuni membri, spingendo il giocatore a sviluppare tutto il team.

Questa è Lin, e se partite dal primo livello è colpa sua. Grazie Lin
Questa è Lin, e se partite dal primo livello è colpa sua. Grazie Lin

Sia chiaro, per quanto il lavoro di ILCA dimostri la palese volontà di creare un gioco di alto livello anche per chi non è necessariamente un fan di One Piece, questo non significa che non ci siano stati dei passi falsi: forse per offrire più abilità riconoscibili possibile, gli sviluppatori hanno dato ad ogni personaggio una miriade di mosse, molte delle quali diventano ridondanti con l'avanzare del gioco; pur capendo la volontà di mantenere anche gli attacchi più "vecchi" a disposizione dei fan, avremmo preferito un focus maggiore sulla funzionalità degli stessi piuttosto che sulla massa. Il secondo passo falso riguarda la gestione della difficoltà, visto che One Piece Odyssey risulta estremamente facile per chiunque bazzichi nei JRPG, ma alle volte i modificatori delle battaglie portano a rari picchi di sfida che possono mettere KO i vostri pirati senza grossi preavvisi. Alcuni status come il congelamento, inoltre, possono agire con una frequenza quasi innaturale, ribaltando combattimenti che in caso contrario sarebbero una passeggiata. Una difficoltà in media più alta con meno sbalzi sarebbe stata assolutamente gestibile, perché così com'è One Piece Odyssey risulta fin troppo permissivo al di fuori di qualche strano scossone qua e là, e ciò rende in particolare le fasi finali gratuite per chiunque sia stato dietro alla progressione.

La ripetizione di molte tipologie di nemici con il classico espediente della ricolorazione non aiuta, anche se di quest'ultima mancanza non è il caso di lamentarsi troppo, dato che la campagna offre una miriade di boss di tutto rispetto, tranquillamente affrontabili anche se si evitano la maggior parte dei combattimenti durante l'esplorazione.

Struttura: quanti tesori in queste rovine

I dungeon di One Piece Odyssey non sono certo difficili da navigare, ma sono molto variegati e più curati di quanto credessimo
I dungeon di One Piece Odyssey non sono certo difficili da navigare, ma sono molto variegati e più curati di quanto credessimo

La passione di ILCA per il progetto intrapreso traspare in modo cristallino anche quando si vanno ad analizzare le sue caratteristiche strutturali, nonostante vi siano ingenuità anche in questo campo. Questo, infatti, non è un JRPG particolarmente longevo, ma i suoi dungeon ci sono parsi quantomai curati e, nonostante i limiti tecnici di One Piece Odyssey non permettano chissà quale interattività, i designer del team giapponese si sono impegnati per diversificare le aree più elaborate, inserendo in ognuna meccaniche dedicate che rendono perlomeno interessanti i semplici puzzle e l'esplorazione. Peculiarità che aumentano quando si considera che i personaggi della ciurma non dispongono di abilità uniche solo in combattimento, ma anche mentre si gironzola tra le mappe. Ad esempio a volte è necessario scegliere Chopper, l'unico a poter passare nei cunicoli più minuti, Zoro, perché è in grado di tagliare senza sforzo le pareti metalliche, o lo stesso Rufy, il cui allungamento permette di raggiungere zone sopraelevate adiacenti a certi appigli.

Invero, il concetto sulla carta è meglio dell'applicazione, ed è a volte tedioso passare ai personaggi "da raccolta" come Sanji o Usopp, che di solito permettono di ottenere solo degli ingredienti extra o qualche oggetto curativo, eppure nel complesso aggiunge varietà al tutto e approviamo il tentativo di aggiungere un po' di pepe alla semplice esplorazione delle mappe. Anche perché, come già accennato, si tratta sempre di un JRPG classico e non mancano quindi quest ripetitive o momenti seriamente tirati per i capelli, dove si forza il giocatore a ripercorrere zone già esplorate disattivando il viaggio rapido senza motivo o gli si chiede di completare semplici obiettivi sinceramente trascurabili. Pur accadendo in primis nelle quest secondarie, vi sono fasi inevitabili di questo tipo anche tra le missioni principali e ne avremmo fatto volentieri a meno. Nel complesso, comunque, One Piece Odyssey si attesta sulla trentina di ore se ci si concentra sugli obiettivi primari, una durata a nostro parere più che soddisfacente per la scala del progetto. Il team ha persino tentato di aggiungere una sorta di endgame che evitiamo di anticiparvi: non aspettatevi ad ogni modo qualcosa di particolarmente memorabile o vario...

Durante le battaglie di One Piece Odyssey possono comparire delle condizioni casuali. Alle volte potenziano i nemici in modo notevole, e vi costringono a salvare alcuni compagni nel giro di pochi turni
Durante le battaglie di One Piece Odyssey possono comparire delle condizioni casuali. Alle volte potenziano i nemici in modo notevole, e vi costringono a salvare alcuni compagni nel giro di pochi turni

Coinvolgente quanto i dungeon e i combattimenti lo è anche la progressione, che si concentra su due fattori: la raccolta dei cubi abilità e il crafting degli accessori. Ricollegandosi a quanto accade nel prologo, i membri della ciurma di Cappello di Paglia devono anche raccogliere alcuni cubi sparsi per le mappe, poi comodamente equipaggiabili per potenziare il livello delle loro abilità offensive. Le abilità crescono sensibilmente (specialmente nelle fasi avanzate della campagna dove il numero degli slot disponibili aumentano) e i cubi non mancano di certo, eppure lo sviluppo dei protagonisti non si riduce al loro ritrovamento, anzi. Molto più centrale per il potenziamento del proprio gruppo infatti è l'utilizzo di accessori: oggetti posizionabili in una griglia - che cresce a sua volta durante la campagna - capaci di gonfiare in modo tutt'altro che ignorabile le statistiche e modificabili per offrire effetti multipli. L'elemento di sviluppo GDR del gioco è praticamente tutto lì, e combinare gli accessori giusti permette di creare dei veri mostri, o di massimizzare l'efficienza di personaggi di supporto come Chopper e Brook con varie forme di rigenerazione o statistiche difensive pompatissime.

Peccato solo che l'efficienza di alcuni di questi oggetti e del crafting, unita a oggetti come i piatti cucinabili da Sanji e alle speciali palline di Usopp che indeboliscono i nemici, abbassino ulteriormente il già scarso livello di difficoltà generale. Sì, in poche parole, One Piece Odyssey offre una discreta quantità di modi per diventare esageratamente potenti, senza controbilanciare con minacce davvero preoccupanti durante l'avanzamento (al di fuori degli sbalzi di cui parlavano prima). Anche con questi scompensi, comunque, la riuscita massa di sistemi del gioco e la validità del fanservice bastano e avanzano a rendere godibile l'esperienza.

In One Piece Odyssey non mancano certo gli attacchi più iconici del manga, spesso animati alla perfezione
In One Piece Odyssey non mancano certo gli attacchi più iconici del manga, spesso animati alla perfezione

Chiudiamo con un comparto tecnico non certo eccezionale, ma rispettabilissimo. Il gioco tende a riutilizzare molti asset quando si tratta di nemici, tuttavia le varie ambientazioni ci sono sembrate ben fatte e i modelli 3D dei personaggi più importanti del manga sono rifiniti e ricchi di personalità. Le animazioni degli attacchi sono il fiore all'occhiello della produzione, laddove alcuni filmati di intermezzo ricatturano davvero molto bene la spettacolarità delle migliori scene dell'opera di Oda (anche se con qualche modifica). Buono persino il sonoro, con tanto di doppiatori giapponesi dell'anime e musiche orecchiabilissime. C'è poco da protestare, è evidente come nel team ILCA ci siano parecchi fan di One Piece, che ce l'hanno chiaramente messa tutta per rifinire al meglio delle loro possibilità ogni aspetto del gioco.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery PlayStation Store
Multiplayer.it
8.0
Lettori (40)
7.5
Il tuo voto

One Piece Odyssey forse non verrà ricordato tra i migliori JRPG di sempre, ma tra i migliori giochi di One Piece mai fatti indubbiamente sì. E pur sapendo che si tratta di un'asticella molto bassa da superare, non riteniamo sia il caso di sminuire il lavoro di ILCA su un prodotto che, pur con qualche inciampo strutturale e una manciata di sbilanciamenti nella progressione della difficoltà, si dimostra dall'inizio alla fine un progetto ricco di amore per la saga di Oda e per i suoi fan. Consigliatissimo se amate le avventure di Rufy e ciurma, o anche solo se volete godervi un JRPG rispettabile.

PRO

  • Ottimo sistema di combattimento
  • Moltissimo fanservice fatto bene
  • Dungeon semplici, ma variegati e curati a dovere
  • Una miriade di boss iconici da sconfiggere

CONTRO

  • Difficoltà bassina, con qualche sbalzo mal calcolato
  • Riciclo di nemici base un po' eccessivo
  • Certe quest e fasi della campagna abbastanza tediose