C’era una volta…
Onimusha ci conduce per mano nel medioevo feudale giapponese del XVI secolo e negli epici quanto brutali scontri all’arma bianca tra coraggiosi eserciti allo scopo di placare la sete di potere dei mitici “Signori della Guerra”, valorosi condottieri in cerca del dominio assoluto nel paese del Sol Levante. La grandiosità e l’impegno (anche economico!) profuso nella creazione di questo gioco sono racchiusi ed espliciti non appena inseriamo il disco: un’impressionante sequenza di apertura, in cui gli occhi rimangono letteralmente incollati allo schermo, stregati dalla magia della presentazione in computer graphics (ricordo il parallelismo fatto nella mia preview con il cinema di Kurosawa, per i movimenti di massa, e di John Woo, per le scene di combattimento). Sono 5 minuti di assoluta perfezione grafico-stilistica: i soldati si affrontano e si scontrano in una vallata plumbea tempestata da una pioggia battente, gli effetti sonori intrecciati alla maestosa musica di accompagnamento sono assolutamente degni di un DVD da collezione e la storia si dipana velocemente tratteggiando i profili dei personaggi principali. La possente figura di Nobunaga Oda, fresco vincitore della sanguinosa battaglia di Okehazama, esulta per il successo dopo un fulminante attacco a sorpresa all’acerrimo rivale Yoshimoto Imagawa, ma improvvisamente soccombe trafitto alla gola da una freccia. Spettatore involontario della scena è Samanosuke Akechi, valoroso guerriero imbattibile nell’arte della spada, che sarà l’attore pricipale di questa avventura e che avrà la missione di liberare la principessa Yuki, rapita da un demoniaco Nobunaga, risorto dagli inferi e piu’ potente di prima…
Made in Capcom
Agli adepti di Resident Evil e Dino Crisis, Onimusha risulterà senza dubbio familiare per comandi e impostazioni di base. Samanosuke si sposta velocemente mosso in ogni direzione dal controllo digitale, interagisce-apre oggetti e porte con la “X”, attacca con il “quadrato”, assorbe le anime con il “cerchio” e mette in atto l’attacco magico con il “triangolo” (che funge anche da tasto cancel nei vari menu). Il tasto R2 fa compiere una rotazione di 180° e il tasto L1 fa parare i colpi. Anche l’inventario è un “dèjà-vu”, con i suoi elementi singoli o componibili per aumentarne l’efficacia ; e indovinate con quale elemento il nostro beniamino si ricarica di forze vitali? Con un erba verde… (vi ricorda qualcosa?). Notevoli sono comunque anche le innovazioni e le migliorie apportate: prima di tutto molta piu’ azione e varietà di combattimenti e nemici da sconfiggere rispetto al tempo sprecato nei puzzles, comunque divertenti e mai così duri da affievolire la tensione e quindi il coinvolgimento del giocatore. I movimenti dei protagonisti non sono mai stati così realistici (motion capture?) ed incisivi e si apprezza un’elevatissima precisione e velocità di risposta combinata ad una immediatezza nei comandi. Tenendo premuto il tasto R1, ad esempio, viene automaticamente attaccato il nemico più vicino, non importa se di fronte a noi o alle nostre spalle (e quando gli attacchi sono contemporanei e multipli questo è un vero toccasana!) Quando il nemico è steso rantolante a terra è il momento del colpo di grazia: un colpo secco e violento dritto al cuore del demone e successiva estrazione dell’arma (facendo perno con il piese sul corpo del bi- cadavere) faranno spargere fiotti di sangue arterioso ovunque. Puo’ sembrare crudele e raccappricciante (in effetti un po’ lo è ) ma questa mossa assicura anche un sottile e perverso piacere, pensando a quante volte vorremmo scorrazzare liberi nelle stanze per liberare la principessa Yuki senza patemi d’animo. Quando il nemico ritorna (ma sarà per sempre?) nel mondo dei più, la sua animuccia fuoriesce e comincia a fluttuare: è questo il momento di assorbirla grazie al magico Guanto, donato al predestinato dagli Ogre, spiriti benigni in lotta eterna con i demoni. Grazie a questa iniezione di spiritualità Samanosuke acquisirà nuove abilità (aprire porte sigillate, trasformare erbe in pozioni più rifocillanti, ecc.), maggiore forza e spade sempre più potenti con attacchi magici sempre più devastanti, necessari per affrontare i nemici che si affronteranno in seguito. Questo espediente assicura anche un originale sistema di “upgrading” del personaggio e delle armi che, unitamente al sistema delle sfere magiche componibili col guanto di Samanosuke, danno una piacevole patina da gioco di ruolo. Oltre alle potenti ed eleganti mosse del guerriero protagonista il nostro controller dirige in alcune sezioni di gioco anche la compagna di viaggio di Samanosuke, la sexy Kaede che ci delizia con movenze feline ed attacchi squisitamente ninja, come il taglio della giugulare dei malcapitati sorpresi alle spalle o il lancio di acuminati coltellini. Il gioco si snoda essenzialmente all’interno del castello di Inabayama, ma ci sono alcune visite in esterni e una volta acquisita una certa esperienza e potenza in combattimento ci è data la possibilità di inoltrarci nel Regno dei Morti, mini-gioco interno in cui si sprofonda livello dopo livello negli inferi, combattendo con nemici gradualmente sempre piu’ ostici: si va da zombies semi lobotomizzati, a demoni dai lunghi arti prensili con una predilezione per il collo del nostro samurai, alla combinazione sempre più snervante di nemici dall’intelligenza e dalle armi via via sempre piu’ problematiche. Questo minigioco ha piu’ scopi: fa “rilassare” (per modo di dire) e staccare dal gioco principale, fa acquisire grande esperienza, numero di anime e quindi potere magico ed è un’esperienza catartica e misteriosa….”ma quanti ne devo affettare ancora?”
Produttori di videogiochi o artisti?
Oltre alla già citata introduzione (sarò ripetitivo ma è davvero la sequenza CG più bella e poetica in cui mi sia imbattuto fino ad ora) anche i vari filmati interni ed il gioco stesso rappresentano un vero e proprio laboratorio di grafica all’avanguardia e ad altissimo livello. La caratterizzazione dei personaggi è assolutamente meticolosa: le armature, i vestiti, le espressioni facciali e le movenze di tutti gli “attori” sono tutte da urlo e per tutta la durata dell’avventura ci troviamo di fronte ad un infinito campionario di effetti speciali “cinematografici” ad altissimo livello. Basti citare il realismo delle gocce di pioggia, della nebbia nella palude, delle centinaia di lucciole animate di vita propria tra le fronde nel bosco, o i fantastici giochi di luce e le trasparenze ottenute…e si potrebbe andare avanti per ore. Anche sul piano musicale non si puo’ dire che Capcom sia stata taccagna, contattando la Nuova Filarmonica del Giappone, orchestra composta da 200 elementi di livello internazionale, che riesce a creare atmosfere e stati d’animo particolarissimi anche grazie all’utilizzo di antichi e (soprattutto per noi) desueti strumenti dai suoni unici (chi sa suonare l’Ohdaiko, l’Hichiriki o il Biwa alzi la mano!) in un mix unico e perfetto con suoni naturali di vento, acqua e legni scricchiolanti.
Il futuro è nel passato...
Onimusha è il gioco perfetto? Se vogliamo fare i pignoli qualche difettuccio lo possiamo trovare: il gioco è piuttosto corto (nonostante il minigioco); la storia, estremamente curata in particolari punti delude nel finale non considerando (volontariamente?) molti quesiti trovati durante il nostro viaggio; non è ancora risolto l’annoso problema degli angoli di inquadratura variabili, presentando la frustrante situazione di attacchi invisibili da angoli nascosti o improvvisi cambi di visuali che possono spesso disorientare. Nonostante queste pignolerie...forse ci siamo!! Con Onimusha cominciamo a vedere i grandi progressi, sotto tutti gli aspetti, dalla grafica, alla giocabilità, dal coinvolgimento all’impegno profuso per la realizzazione del gioco, che per piu’ di un anno noi possessori della PS2 abbiamo aspettato con ansia. Bisogna dire che Capcom sta diventando un vero marchio di fabbrica per i giochi di altissimo livello e ancora una volta il bersaglio è stato magistralmente centrato: se questo gioco doveva essere solo un primo esperimento delle potenzialità della nuova console, beh allora aspettiamoci in futuro esperienze ludiche fantasmagoriche.
- Pro:
- Avvincente come pochi altri
- Realizzazione tecnica eccezionale
- Filmati in computer graphics da urlo!
- Contro:
- Un po' corto
- Qualche problema con le inquadrature
Il primo regalo di Capcom per PS2
- Pronto Casa Capcom?
- Sì…..
- Grazie!!!!!!!!
Questa telefonata in teoria potrebbe già essere una recensione completa ed esauriente di “Onimusha – Warlords”, il nuovo gioco di avventura-azione prodotto dalla Capcom, madre delle serie culto di Resident Evil e Dino Crisis, ma non limitiamoci a così poco e approfondiamo un pochino il discorso… E’ innegabile che noi possessori della PS2 fossimo da tempo in attesa…..in una sorta di limbo stavamo aspettando un vero gioco per la nuova console, con tutti gli “attributi” giusti per definirlo tale, dalla grafica alla cura dei particolari, dal coinvolgimento emozionale alla cura dei particolari, dal suono avvolgente al divertimento fine a sé stesso….beh, l’attesa è finita. Onimusha può sicuramente rappresentare una prima importante tappa nell’affascinante viaggio (ancora molto molto lungo, speriamo!) alla scoperta delle potenzialità della nostra macchina da gioco preferita.