Introduzione
Sono le 8:10, è già mezzora che abbiamo perso il contatto con il cargo che ci doveva precedere. Il mio gruppo freme per portare a termine la missione, forse loro non hanno ancora visto abbastanza sangue sulle loro divise..
Partiamo.. il tempo di salire sull'Ural e siamo già nell'inferno di un bombardamento aereo. Rassicuro i miei compagni, ma so già che se riusciremo ad arrivare nei pressi dell'installazione nemica sarà un miracolo.. Il bombardamento continua, passiamo in fianco all'URAL del gruppo che ci ha preceduto.
Spero solo che i miei uomini non lo vedano, anche loro amici erano in quel cargo. Proseguiamo ancora per un paio di chilometri, dove parcheggio il mezzo sotto alcuni alberi, sperando di trovarlo intatto al nostro ritorno. Gli uomini scendono e inizio a pianificare con loro il da farsi. Si fanno forza a vicenda, tentando di non far trasparire che in fondo abbiamo tutti paura. La missione è molto dura e per un paio di loro è la prima vera esperienza di guerra.
Sergei Chernovol, Vladimir Speseniev e Dimitri Drygin avranno poco più di vent'anni. Hanno tutta la vita davanti a loro e il solo pensiero che qualcuno non possa farcela mi fa stare ancora più attento nella pianificazione della missione.
Una guerra davvero fredda!
Davanti a noi, a circa due chilometri, c'è il primo Vulcan da distruggere. Non si vedono nemici, propongo di rushare verso un gruppo di cespugli a metà strada tra noi e il Vulcan. Do il go e ci mettiamo a correre verso i cespugli. Sarà il silenzio dopo il rumore dei bombardamenti, sarà che non si vedo nemici, sarà che è da tanto tempo che correvo su una spiaggia, ma mi sento bene, mi sento forte, invincibile. Arriviamo. Ci fermiamo e ci fermiamo sulla sabbia. Tiro fuori il binocolo e guardo l'orizzonte. Ancora nessun nemico.
Strano. Decidiamo di avanzare lentamente stando coperti per cercare di prendere di sorpresa il nemico. Dopo alcuni metri inizio a sentire il rumore dei proiettili che si infilano nella sabbia. Mi prende il panico, non capisco da dove vengano gli spari. Sento urla di dolore da dietro di me.
Faccio appena in tempo a girarmi e a vedere Vladimir, ferito, chiedere aiuto, che i miei compagni segnalano la presenza di un Mark II che si avvicina da destra.
Una guerra davvero fredda!
Maksim Bychovskay ha già caricato il LAW e vediamo scoppiare l'imbarcazione colpita dal suo missile. I proiettili continuano a volare da entrambe la parti. Eliminiamo un paio di Americani e avanziamo, senza fretta e con grande attenzione. Lasciandoci alle spalle il corpo oramai senza vita di Vladimir. Durante la missione non c'è tempo per fermarci a piangere la morte. I conti vengono fatti solo alla fine, ora è molto più importante uscire da qui vivi. Ricarico il mio ak74 e continuo a strisciare.
Oramai mi muove solo l'istinto, l'adrenalina mi scorre dentro e mi accorgo che sto tremando. Continuo ad andare avanti. La situazione sembra tranquilla, ma sono sicuro che i nemici, sentendo gli spari, si sono appostati e ci stanno aspettando. Forse faremmo meglio ad andarcene, ma non voglio che la vita del mio compagno sia stata vana. Andiamo avanti. Ancora qualche metro. Altri tre americani.. miro, sparo.. ricarico nuovamente il mio ak. Oramai siamo nei pressi del Vulcan. Arriviamo ad un gruppo di tende, con dentro dei supporti. Ne approfitto per prendere un LAW ed alcune munizioni.
Con la copertura dei compagni striscio per alcuni metri ed ecco comparire all'orizzonte un Vulcan. Prendo il LAW e sparo.. lo spostamento dell'aria creato dall'esplosione mi da un colpo, come se un fantasma mi avesse dato un pugno in pancia.. Ricarico l'arma e miro ad un secondo Vulcan sulla destra. Questa volta sono più lontano e non sento l'onda d'urto.
Pronto a colpire!
La missione è a metà e io vorrei tornare alla base. Prendo fiato, mentre gli altri compagni ricaricano le armi. Studio la mappa e decido che per il prossimo spostamento avverrà per mezzo di un camion americano (questo ci dovrebbe evitare bombardamenti nemici e passare inosservati). Saliamo.
Ripercorriamo molta della strada su cui abbiamo avanzato strisciando ed arriviamo fino ad un'altura. Secondo la mia mappa dietro questa altura ci dovrebbero essere altri due Vulcan (difesi da un'installazione americana). Scendiamo dal Camion e, nascosti, guardiamo come si presenta la situazione dall'altra parte dell'altura. La situazione è davvero critica. Ci sono almeno una trentina di americani, due Vulcan (di cui uno parzialmente nascosto da una casa) e almeno 200 metri del tutto scoperti (non possiamo certo avanzare in queste condizioni).
Pronto a colpire!
Ecco quindi il piano: distruggere i due Vulcan da lontano, sperando di arrecare abbastanza danni da poter fuggire indisturbati. Mi sporgo di nuovo, imbracciando il mio Law. Prendo la mira e sparo. Il missile si libra nell'aria verso l'obiettivo, facendolo esplodere. I soldati nemici intorno al vulcan giacciono distesi in un bagno di sangue, mentre io ricarico il law. Miro all'altro vulcan, ma la precisione del primo tiro non viene replicata. Il tempo di accorgersi dell'obiettivo mancato e sento i proiettili nemici sibilare verso di me.
Il piano è tristemente fallito ed ora ci dovremo preparare a difenderci da un attacco americano davvero massiccio. Ordino agli uomini di schierarsi in posizione di difesa, sporgendosi dal promontorio, in modo da fermare l'avanzata nemica. Io mi schiero più lateralmente verso destra per coprire una possibile zona di avanzamento nemico.
La situazione continua a peggiorare: gli americani, dopo aver capito da dove abbiamo attaccato, si sono disposti in modo da essere coperti e difficili bersagli. Oltre a ciò un gruppo di pattuglia si sta avvicinando da sinistra. Colpisco un paio di nemici, ma sento che alcuni dei miei ragazzi urlano di dolore. Dopo alcuni minuti, all'improvviso, sento di nuovo silenzio totale.
I miei compagni non rispondono alla chiamata. I nemici all'orizzonte sono tutti morti e io ho finito le munizioni per il mio fucile.
Sempre più difficile...
Ad una decina di metri più giù c'e' un soldato nemico. Mi avvicino per prendergli il fucile, in modo da potermi difendere nell'avanzamento verso l'ultimo vulcan da distruggere. Ad un paio di metri dall'americano, sento un suono fortissimo che viene da lontano. Dalla mia gamba destra inizia ad uscire sangue. Non ho neppure sentito il proiettile entrare, ma ora i muscoli della gamba si sono contratti dal dolore e non riesco a reggermi in piedi.
Cado dietro al corpo del nemico (e forse questa è stata la mia salvezza). Ora gli sono abbastanza vicino per impugnare il suo fucile. Ricarico. E cerco di capire dove possa essere il cecchino che mi ha appena colpito. Lo vedo ad un centinaio di metri a nord, nascosto (non troppo bene) dietro un cespuglio. Miro ed inizio a sparare. Il cecchino fa il suo secondo grande errore (il primo è stato mancarmi e colpirmi "solo" ad una gamba): si alza e tenta di scappare. A questo punto il bersaglio è molto più facile e con una precisa raffica lo neutralizzo.
Striscio per una decina di minuti, fino ad arrivare in vista del vulcan.
Da alcune casse vicine prendo tre esplosivi radiocomandati che piazzo con una certa cura vicino al mezzo blindato.
Mi allontano ad un debita distanza e faccio detonare gli esplosivi. Il vulcan vola letteralmente in cielo per poi schiantarsi parecchi metri più avanti. Via radio segnalo al comando che i vulcan sono stati distrutti e che quindi gli schuka possono mettersi in volo per bombardare l'obiettivo.
Che cosa è questo Red Hammer?
Prendete questo racconto e moltiplicatelo per 20. Ecco cosa è Red Hammer.
E' un mission pack che contiene una nuova campagna (composta appunto da 20 missioni) che vi farà rivivere la guerriglia di Operation Flashpoint dalla parte dei Russi.
Impersonerete Dmitri Lurkin ex agente della Spetsnaz. Ma Red Hammer non è solo questo: nella versione Gold Upgrade (che richiede il cd di Operation Flashpoint per essere giocata) troverete una versione del motore del gioco aggiornato (red hammer include la patch 1.30) (i più grossi miglioramenti riguardano il gioco in rete), troverete nuovi veicoli, nuove armi e una ventina di missioni create per il gioco multiplayer.
Tutto quello che un appassionato del gioco originale può desiderare da un mission pack.
Le dolenti note
In realtà non ci sono grosse pecche in questa campagna sovietica (segnalo che il prezzo è davvero molto interessante se paragonato al numero di ore di gioco che vi offre).
L'unica segnalazione che vi voglio fare riguarda la difficoltà delle missioni. Oltre ad essere molto lunghe (e questo è sicuramente un grande pregio), le missioni sono mediamente più impegnative di quelle cui avete giocato in Operation Flashpoint.
Questo è pure comprensibile se teniamo conto che il pubblico cui è rivolto RH è composto dagli appassionati che hanno amato il gioco originale (e so che siete in tanti). Spesso vi ritroverete a dover fronteggiare da soli un numero considerevole di nemici oppure dovrete svolgere compiti che richiederanno diversi tentativi (save and load)(ma questo darà maggiori stimoli ad avanzare nella campagna).
Torno a giocare: la guerra non è ancora finita e la Russia confida in me.
Introduzione
Questa guerra è stata maledettamente mal pianificata. Veniamo spinti contro il nemico troppo velocemente. Gli Americani hanno avuto tempo per piazzarsi e per conoscere queste zone. I nostri attacchi stanno venendo piano piano fermati e anche oggi è una brutta giornata: nel tentativo di sabotare dei Vulcan nemici, una nostra squadra è stata completamente annientata.
Tocca a me vendicare i compagni uccisi e distruggere i due antiaerei americani piazzati lungo la costa. So perfettamente che è una missione suicida, ma preferisco non pensarci; sono ancora troppo scosso per la morte dei miei migliori amici.
Sono uno tra tanti, ma anche oggi è in gioco la mia vita e questo mi spaventa.