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Outriders, la recensione: il looter shooter di People Can Fly alla prova dei fatti

Dopo aver passato decine di ore a stretto contatto con il looter shooter di People Can Fly, è ora il momento di tirare le somme nella nostra recensione di Outriders

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   12/04/2021
Outriders
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Abbiamo speso già decine di migliaia di caratteri parlando di Outriders e continueremo a farlo anche in futuro. Considerato l'enorme successo che il gioco sta riscuotendo tra gli appassionati e dopo essersi aggiudicato il primato di miglior lancio di sempre per Square Enix su Steam, il looter shooter di People Can Fly pare avere ottime possibilità di continuare a ricevere supporto sul lungo termine.

Alla luce di questo, buona parte di quel che ci siamo detti nel corso dell'ultimo provato acquista ancor più valore. Outriders non è, per dichiarazione stessa dei suoi autori, un cosiddetto GaaS, ma all'atto pratico ne ricalca le gesta e la mutevolezza, potendo passare da opera fatta e finita a possibile titolo in costante divenire.

Dopo aver passato una sessantina di ore sul gioco suddivise su due diverse piattaforme, è ora il momento di dirvi la nostra nella recensione di Outriders, considerandolo per quello che vorrebbe essere: ovvero un gioco fatto e finito, longevo e rigiocabile come pochi altri.

Pionieri su Enoch

Outriders: la guerra ha inizio
Outriders: la guerra ha inizio

Come già anticipato nei precedenti provati, la narrazione di Outriders non spicca certo per originalità. Il plot pesca a piene mani dal calderone della fantascienza, da quella più ricercata e ambientalista come Dune e Avatar, a quella più becera e diretta, quasi da cinema di Serie B, che in alcuni casi ci ha ricordato pellicole come Alien vs. Predator e Starship Troopers.

Dopo un blandissimo e scarno editor del personaggio ci ritroviamo catapultati sul pianeta Enoch, la nostra nuova casa. Tutti gli studi fatti su una Terra ormai morente ed in continuo conflitto sembrano dirci che Enoch sia la Terra Promessa. Aria respirabile, biomi differenti e sufficientemente tranquillo da non rischiare la morte ad ogni passo. Dopo un'ottantina di anni di viaggio e relativo criosonno siamo finalmente giunti a destinazione. Purtroppo, come nella più classica delle situazioni, non è tutto oro quel che luccica ed Enoch appare ben poco amichevole. Diviso com'è tra una fauna spaventosa e una serie di agenti atmosferici aggressivi, l'approccio appare tutt'altro che riuscito. Dopo poche ore dall'approdo sul pianeta una forza irrompe nel cuore della foresta, spazzando via tutto e tutti e lasciandoci con la consapevolezza di aver sbagliato qualcosa nei nostri calcoli. Il poco lungimirante responsabile della spedizione decide comunque di richiamare a sé tutti i residenti della nave orbitante con la quale siamo arrivati e, sostanzialmente, condanna noi e tutto quel che resta della razza umana ad una vita di stenti e sofferenza. Mentre il nostro alter ego finisce nuovamente nel criosonno la guerra dilaga, e tutti si ritrovano, dentro o fuori, colpiti dall'Anomalia e da un pianeta inattaccabile.

Outriders: un pacifico abitante di Enoch
Outriders: un pacifico abitante di Enoch

Trent'anni dopo veniamo risvegliati e lo spettacolo che ci troviamo di fronte non è certo dei più incoraggianti. Il pianeta è ormai diviso in fazioni, le quali lottano per la sopravvivenza. Noi siamo diventati una "Mutazione", ovvero un essere umano colpito dall'anomalia e che, invece che morire atrocemente, ne ha ricavato del potere nascosto, permettendoci quindi di scegliere la classe del nostro alter ego da una lista di quattro.

Tutta la campagna si sviluppa poi nel lungo viaggio on the road verso est alla ricerca di un segnale perduto, divisa com'è tra dialoghi al limite del ridicolo, discreti approfondimenti dei personaggi ed una sezione finale ultra spoiler, ma più riuscita di quanto ci si potesse attendere.

È qui che si palesa il primo cortocircuito di Outriders, potente e impattante, in grado di ergersi ad emblema della produzione. Due terzi abbondanti della campagna si presentano scialbi, narrativamente ridondanti e, in alcune situazioni, anche tirati fin troppo a lungo. Il viaggio verso est è interessante da un punto di vista pionieristico, molto meno per quel che riguarda la varietà.

Outriders: il nostro fido blindato
Outriders: il nostro fido blindato

Arriva però un momento nel corso della storia, vi assicuriamo che ve ne accorgerete, dove tutto cambia, si fa più interessante, più cinematografico, più artisticamente riuscito e, incredibile ma vero, anche la narrazione ne risulta accresciuta, come maturata. Quanto vorrete che il viaggio duri dipenderà molto da voi, da come gestirete il tutto a livello di gameplay e grado di sfida e da quanto avrete voglia di deviare il vostro percorso. Non a caso parliamo di oltre cinquanta missioni secondarie e decine e decine di documenti ed elementi accessori - purtroppo da recuperare, inspiegabilmente, per ognuno dei vostri personaggi - che approfondiscono la lore senza però obbligarvi a dargli peso.

È evidente che People Can Fly tenesse a dar vita ad un mondo credibile e interessante e dobbiamo dargli atto di esserci riuscita, pur con le sue storture ben lontane da produzioni tripla A di stampo davvero cinematografico.

Un gameplay “sparacchino”

Outriders: c'è spazio anche per la guerra in trincea
Outriders: c'è spazio anche per la guerra in trincea

L'abbiamo già ripetuto decine di volte di che gioco si tratti. Outriders è un looter shooter nel senso più letterale del termine. Vi muoverete per un'infinita modalità orda, gestita da ondate di decine e decine di nemici all'interno di arene inframmezzate da corridoi.

Questo gameplay che appare così tutt'altro che esaltante pone le sue basi sull'esperienza di un team che fa dello shooting una fede. Le prime ore di Outriders sono quanto di più anonimo si possa trovare sulla piazza, il tutto senza neanche mettere sul piatto un'estetica e una ricerca per il gusto di qualsivoglia categoria. In più di un'occasione ci è capitato di chiederci per quale motivo People Can Fly avesse deciso di sviluppare un'opera così poco caratterizzata, visto e considerato il pedigree dello studio.

Le ore sono passate, si sono accumulate inesorabilmente e più il contatore saliva, più una sensazione si faceva largo. Con il tempo, con l'analisi e con il confronto abbiamo capito perfettamente di che cosa si trattasse: il divertimento e l'assuefazione, quelli più puri. E così People Can Fly è tornata alla riscossa, ricordandoci chi sono e quale sia il loro obiettivo. Arrivando per assurdo ad innovare nuovamente una formula, quella dello sparatutto in terza persona, ormai stantio e fermo al capostipite di quel Gears of War che loro stessi hanno incrociato nel corso degli anni.

Outriders: foto di gruppo?
Outriders: foto di gruppo?

Outriders è la dimostrazione più chiara e concisa di come una piccola, insignificante idea, possa cambiare totalmente le carte in tavola. Così nasce il sistema che mette in gioco quattro differenti classi che fanno dell'aggressività la propria fonte di rigenerazione. Pur con le dovute differenze tra loro, tutt'altro che banali da un certo punto di progressione in avanti, tutte riducono ai minimi termini l'utilizzo delle coperture, nonostante una loro presenza massiccia sui diversi campi di battaglia.

Che abbiate a che fare con uno sputafuoco piromante (probabilmente la classe più equilibrata), con un ingegnere tecnomante (un vero e proprio support), o che vi dilettiate con il distruttore o il mistificatore (rispettivamente uno il classico tank e l'altro il più debole, ma anche il più distruttivo dei quattro) l'unica regola è assaltare. Senza pausa, senza remore, imparando a memoria le varie classi di nemici che vi ritroverete ad affrontare - poche, ma ben studiate nella differenziazione e nell'intelligenza artificiale - e gestendo l'utilizzo delle abilità per restare vivi quel tanto che basta per recuperare più punti salute di quanti ne perdiate.

Questo approccio, per quanto semplice e difficile da comunicare senza provarlo sulla propria pelle, vi assicuriamo che funziona davvero bene e che vi porterà con il passare delle ore ad amare la gestione del gameplay, anche lì dove il feedback delle armi e l'approssimazione di quasi ogni altra meccanica lasci davvero con l'amaro in bocca.

Outriders: un simpatico tornando di fuoco
Outriders: un simpatico tornando di fuoco

Si perché a fianco a questa trovata geniale c'è davvero poco altro. Outriders è un gioco fatto di tante mappe tutte simili nella struttura e certamente non articolate, sulle quali non potrete fare altro che raccogliere munizioni e loot, oltre che risorse (in realtà una sola) e collezionabili. Una tale moria di elementi non la si vedeva da un bel po' in un tripla A con questo livello di marketing.

Per il resto Outriders resta esattamente quel che ci siamo detti già nelle settimane e nei mesi scorsi. Le mappe si susseguono tra un'orda e l'altra, dando respiro con una serie di secondarie che, oltre a ripetere uno schema pressoché identico per ognuna delle poche categorie disponibili, quantomeno riescono a volte a regalare un interessante approfondimento dei comprimari e di Enoch.

Potremmo citare anche la personalizzazione del proprio blindato, ma ci pare superfluo parlarne, vista e considerata anche in questo caso la scarsità di elementi a disposizione.

Endgame

Outriders: strane rovine
Outriders: strane rovine

L'abbiamo detto tante volte, Outriders non sembra avere intenzione di ampliare i propri contenuti nel corso delle settimane e dei mesi. Nonostante questo, considerata la sua natura di ibrido tra un TPS classico e un ARPG alla Diablo, l'endgame ne rappresenta a tutti gli effetti la linfa vitale, importante per farlo sopravvivere a lungo.

Potremmo fare tutti i nostri fantasmagorici calcoli, ma sappiamo bene come questo aspetto dipenda da una congiunzione di fattori spesso imponderabili. Ci limiteremo quindi a raccontarvi cos'è l'endgame di Outriders e starà a voi decidere come valutarlo. Va da sé che questo paragrafo, a differenza del resto della recensione, contenga anche degli spoiler su elementi e meccaniche avanzate.

Come tutti ben sappiamo Outriders è un titolo basato sulla ripetizione costante di compiti e meccaniche che portano ad aumentare il livello del mondo. Questo incremeno scandisce la progressione, la difficoltà e, come è facile intuire, anche le ricompense. Il loot è il fulcro del gameplay di Outriders e la sua natura ibrida alla Diablo si ripresenta anche nell'endgame.

Outriders: i livello mondo
Outriders: i livello mondo

Se volete sapere come funzionano i livelli mondo vi rimandiamo al precedente provato, che analizza la questione in un box dedicato, ma in sostanza si tratta di un parametro che muta costantemente nel corso della campagna e che, in base al rapporto tra le vostri uccisioni e le vostre morti, regola in tempo reale la difficoltà del gioco. Una volta raggiunto il livello 30, l'attuale cap, l'unico elemento che modificherà la sfida sarà proprio il livello del mondo. Questo inficerà la percentuale di rarità delle ricompense, il massimo livello di oggetti equipaggiabili e quello degli avversari che vi troverete di fronte. Quindici livelli mondo e altrettanti aumenti di difficoltà, in pieno stile ARPG.

L'endgame vero e proprio avrà invece una sua mappa dedicata, sfruttando intelligentemente il finale della campagna per giustificare le cosiddette "spedizioni". Scordatevi raid da completate in tanti o meccaniche particolarmente articolate. Outriders resta solo una gigantesca modalità orda, che però inserisce nell'equazione un paio di elementi importanti.

Le spedizioni sono delle vere e proprie corse contro il tempo durante le quali avrete l'unico obiettivo di passare di stanza in stanza uccidendo qualsiasi cosa si muova. L'obiettivo è raggiungere ed aprire il pod contenente una miriadi di oggetti nuovi di zecca. In base al tempo di completamento e al grado di difficoltà scelto, cambierà anche la percentuale di rarità del bottino, che come sempre si muove dal comune fino al leggendario.

Outriders: siamo ancora umani
Outriders: siamo ancora umani

Ognuna delle quattro classi può contare su una serie di set di armature specifiche, che ne aumentano le caratteristiche e che presentano anche un perk apposito. Anche le armi leggendarie non scherzano in termini estetici, mischiando le nostre bocche da fuoco con tecnologia e artefatti di Enoch. Da un punto di vista squisitamente estetico, siamo davvero dalle parti di Destiny e, a partire dalla gestione dell'inventario per finire con il gusto artistico, è evidente che People Can Fly abbia guardato bene al lavoro di Bungie.

La gestione del grado di difficoltà dell'endgame è simile a quello del livello mondo, anche se totalmente separato. Abbiamo apprezzato molto questa scelta, perché permette di ridurre drasticamente i tempi per il livellamento base di altri personaggi oltre a quello principale. Noi stessi, un po' per divertimento e un po' per necessità, abbiamo completato la campagna e testato le spedizioni con tutte e quattro le classi e la possibilità di mantenere il livello mondo 1 e asfaltare qualsiasi cosa nella progressione della campagna, ci ha permesso di arrivare all'endgame in tempi agevolissimi, pur se con un equipaggiamento ignobile.

Outriders: alcuni scorci sono mozzafiato
Outriders: alcuni scorci sono mozzafiato

Le spedizioni vengono gestite tramite un grado interno alla modalità, che potrete alzare ed abbassare a piacimento dal tavolo di guerra dedicato al lancio della missione. Quattordici sono le mappe attualmente, alcune con dei boss dedicati e in generale tutte con una sorta di breve narrazione, fino ad arrivare all'ultima grande spedizione di grado quindici, che idealmente conclude anche i giochi dell'endgame. Idealmente perché la chiusura narrativa non determina la fine dell'azione. Outriders vi richiederà di completare decine e decine di volte questi compiti, per migliorare voi e sperare nel giusto drop. Mentre le prime dieci non richiedono nessuna valuta per l'accesso, le ultime quattro possono essere lanciate solo da un determinato grado in poi e spendendo una specifica risorsa che è recuperabile proprio completando le spedizioni. Questa valuta è anche utilizzata per acquistare oggetti di alto grado, permettendo di raggiungere il cosiddetto hard cap dell'equipaggiamento, attualmente fissato al livello 50 e tramutandosi in tutte e per tutto nella risorsa specifica dell'endgame.

Non nascondiamo che ci sarebbe piaciuto vedere qualche meccanica più particolare e magari qualche compito da completare con un gruppo più corposo, ma parliamo pur sempre di un titolo con quattro classi e tre giocatori per squadra, che fa già ridere di suo.

La tecnica non è tutto

Outriders: l'albero delle abilità
Outriders: l'albero delle abilità

A livello puramente estetico Outriders si difende, quantomeno su PC, piattaforma sulla quale lo abbiamo giocato per buona parte del tempo. Difficile considerarlo un esempio di salto tecnologico importante, complici anche alcune texture tutt'altro che dettagliate e un livello di poligoni spesso non esaltante.

Nonostante questo una parte degli ambienti, dei biomi e soprattutto dell'armamentario e del vestiario di Outriders ci hanno ricordato fortemente la cura con la quale Bungie realizza questi elementi per Destiny. Se c'è qualcosa dove le due opere si contaminano a vicenda è proprio sull'aspetto più puramente artistico e creativo. In questo senso Outriders dà vita ad una serie di elementi di grande stile, che culminano in alcuni agenti atmosferici tra i migliori che ci sia capitato di vedere negli ultimi anni.

Su PC i settaggi sono parecchi, pur senza strafare e anche da un punto di vista audio c'è da fare un plauso al team, che accompagna il viaggio senza prendere troppo il controllo della situazione, ma enfatizzando lì dove serve.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store
Multiplayer.it
7.5
Lettori (57)
7.8
Il tuo voto

Outriders non è tanto più di quello che lascia vedere. Non tradisce aspettative particolari, non promette di spaccare il mercato e non vuole risultare il più bello nella stanza. Un TPS onesto e longevo come pochi, contornato da una piccola serie di eccellenti trovate e che fa dell'aggressività la sua scuola di vita. La verità è che consigliarvi a scatola chiusa Outriders per questo motivo sarebbe sbagliato, perché come abbiamo ripetuto più volte è schizofrenico, poco curato e anche ripetitivo allo sfinimento. Il voto che leggete è infatti una media tra il reale valore della realizzazione e il divertimento generato. Fate i vostri conti e muovetevi di conseguenza.

PRO

  • Divertente, maledettamente divertente
  • Longevo e rigiocabile
  • Se quel che cercate è Diablo con le pistole, forse l'avete trovato
  • Ha alcuni scorci splendidi...

CONTRO

  • ...ma non brilla certo tecnicamente
  • Poco curato, ovunque
  • Durata sul lungo periodo tutta da scoprire
  • Una modalità offline stile Borderlands poteva starci