Meglio mettere in chiaro le cose da subito in questa recensione di Pathfinder Kingmaker su PS4: se si valuta l'insieme delle sue singole caratteristiche, il titolo è, nel complesso, uno dei giochi di ruolo di stampo classico migliori in circolazione. Si tratta di un videogame enorme, dotato di una fedeltà ammirevole (seppur non assoluta) alle regole del pen & paper, complesso come pochi, e persino supportato da una narrativa di alto livello; tutte cose che risaltano ancor di più se si considerano le poche risorse a disposizione del team che lo ha creato. Eppure, nonostante una tale cornucopia di qualità a sorreggerlo, l'opera di Owlcat Games è stata sommersa dalle recensioni negative del pubblico, e ha ottenuto voti solo discreti dalla stragrande maggioranza dei siti specializzati al lancio, per via di una lunga lista di serie problematiche risoltesi solo parzialmente con il passare dei mesi.
La colpa, ahinoi, risiede tutta nell'inesperienza della squadra alle redini, che pur riuscendo a dar vita al suo "progetto da sogno", non è stata in grado di renderlo disponibile con il dovuto livello di pulizia. Il Kingmaker originale, quindi, è stato brutalmente penalizzato da un numero spaventoso di bug e sviste, che ne hanno segnato il destino a lungo (o almeno finché sviluppatori e community non si sono rimboccati le maniche per migliorarlo a forza di update e mod). Ora però il campo da gioco è cambiato, perché gli Owlcat hanno pensato bene di far uscire una Definitive Edition del gioco pensata non solo per sistemare i problemi più gravi rimasti dopo le molte patch, ma anche per aggiungere alcune chicche introdotte dai modder. La abbiamo recensita su Playstation 4 Pro, e oggi vi sveleremo se si tratta di un lavoro finalmente impeccabile, o solo di un port trascurabile.
Re non per caso
Partiamo dalle basi: Kingmaker è un GDR che si basa su un Adventure Path omonimo di Pathfinder, che a sua volta è un gioco di ruolo pen & paper derivante dall'edizione 3.5 di Dungeons & Dragons e in seguito staccatosi dall'opera di Wizards of the Coast. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con il sistema dei Dungeons & Dragons, dunque, si troverà subito a suo agio col gioco, dato che le regole seguite sono immediatamente riconoscibili, e la struttura del tutto ricorda molto da vicino i classici di Black Isle e della Bioware dei bei tempi andati.
Non fatevi però ingannare dalla vicinanza ai moduli cartacei: il lavoro di Owlcat ha una storia molto più interessante e ricca di colpi di scena rispetto a quanto si intuisca dalle prime battute - durante le quali il vostro alter ego viene convocato dalla regnante di Restov assieme ad altri eroi per sconfiggere un brigante con la promessa di divenire il re del territorio da questi controllato. Superate le fasi introduttive, infatti, vi troverete davanti a una serie di eventi inaspettati, che porteranno all'esplorazione di svariate parti del mondo di Golarion, e aumenteranno sensibilmente la scala dell'avventura.
Per carità, il gioco non ha una narrativa straordinariamente originale, ma siamo comunque davanti a un titolo chiaramente desideroso di offrire un'epica memorabile, con una sensibile cura per i personaggi incontrati (e non sono affatto pochi), e un buon numero di picchi. Più di quanto possano vantare gran parte degli esponenti di questo difficile genere. La presenza di una parte da "regnante", peraltro, offre un cambio strutturale improvviso, che ha permesso agli Owlcat di aggiungere varie meccaniche interessanti al sistema, e mantenere fresca l'esperienza a lungo nonostante la durata e il gameplay non particolarmente innovativo. Nel titolo vi è pure una sorta di enciclopedia interna, peraltro consultabile attraverso dei comodi vocaboli evidenziati durante i dialoghi, praticamente indispensabile per capire gli equilibri di un mondo eterogeneo come Golarion. Tenete solo a mente che, se non siete amanti dei giochi pieni di testo scritto, Kingmaker non verrà di certo incontro ai vostri gusti.
Cosa è cambiato
La lista delle modifiche apportate nella Definitive Edition rispetto a quella base è davvero lunga, e prevalentemente composta da bug più o meno gravi risolti (anche se i crash peggiori e le magagne capaci di rompere il gioco definitivamente sono stati sistemati dal team nel tempo). Tra una correzione e l'altra, però, questa edizione ha ribilanciato abilità e classi, migliorato la risposta dell'intelligenza artificiale a certe situazioni (non di molto, dato che invero è possibile raggirarla ancora in molti modi che funzionavano nell'originale) e diminuito la durata degli atroci caricamenti (che sono comunque un po' troppi e lunghetti anche su PS4 Pro). La modifica più significativa al sistema è però legata a doppio filo al mondo del modding, perché gli Owlcat hanno pensato bene di inserire nell'edizione definitiva una modalità a turni utilizzabile in battaglia, che sostituisce il sistema originale in tempo reale con pausa tattica, e rende i combattimenti più simili a quelli del Pathfinder "da tavolata".
L'implementazione di tale chicca, originalmente, era disponibile solo con una mod nella versione PC - lavoro certosino, che permetteva di gestire più o meno tutto senza casini - ma ora è possibile attivare il sistema alternativo in ogni momento con una semplice pressione della levetta analogica sinistra, e per quanto ci riguarda una volta attivati i turni non è davvero il caso di tornare più indietro. Non solo infatti questi rendono più facile calcolare strategie complesse, e prendersi i dovuti tempi per decidere il corso d'azione dei propri personaggi (che possono arrivare fino a sei in squadra, non dimentichiamolo), ma quando li si attiva persino l'intelligenza artificiale nemica reagisce meglio, attaccando con più precisione i combattenti cruciali del proprio team (tra cui maghi e chierici), ed evitando ogni tanto di incunearsi in zone dove magie ad area o abilità specifiche potrebbero farne rapidamente carne da macello. Qualche imprecisione nelle meccaniche esiste, tra cui l'impossibilità di seguire con attacchi multipli dopo l'eliminazione di un nemico al primo attacco, eppure nel complesso siamo di fronte a un'ottima "revisione" della mod da parte degli sviluppatori, la cui presenza abbiamo apprezzato moltissimo.
Non proprio definitive
La Definitive Edition, non bastasse, contiene anche tutti i DLC del gioco - Varnhold's Lot e Beneath the Stolen Lands sono quindi giocabili - e il solito numero smodato di classi (con l'aggiunta del poderoso Kineticist aggiunto con The Wildcards). Una tale massa di specializzazioni mette però in campo un dilemma non sottovalutabile: la necessità di spiegare il funzionamento di ognuna al giocatore a dovere, e Pathfinder Kingmaker... tende a fregarsene con una discreta grazia. Pathfinder è, come già detto, un pen & paper complesso, le cui regole ampliano ulteriormente la già elaborata edizione 3.5 di D&D aggiungendo classi e una miriade di dettagli non trascurabili. Gli Owlcat sono stati parecchio rispettosi del materiale, ma non hanno considerato particolarmente la necessità di spiegarlo nel dettaglio ai neofiti, dunque anche in questa Definitive Edition vi troverete alle prese con un gioco con tutorial abbastanza risicati, dove il funzionamento di ogni manovra e azione va compreso attraverso l'attenta lettura di ogni effetto, possibilità, e opzione di sviluppo tra tabelle e mari di testo. Per chi ha già basi consolidate nel genere, o semplicemente conosce il set di regole delle vecchie edizioni di Dungeons & Dragons non ci saranno problemi come già accennato, ma per tutti gli altri vi assicuriamo che l'approccio sarà tutt'altro che naturale, e che le cose si complicano ulteriormente quando si diventa un regnante, e si aggiungono una lunga serie di quest a tempo, elementi gestionali, e fattori vari a complicare la vita del giocatore.
Fosse solo questa barriera d'ingresso il problema, concluderemmo con un sorrisone in volto, ma purtroppo gli inciampi di Kingmaker non finiscono qui. La Definitive Edition, almeno su console, non è definitiva in senso letterale e, nonostante molti bachi gravi siano stati eliminati, abbiamo incontrato parecchi singhiozzi di interfaccia e sistema durante la nostra prova su PS4 Pro, dovuto affrontare un paio di crash, e osservato in generale prestazioni non proprio eccezionali del titolo dal punto di vista tecnico, con scatterelli ingiustificabili durante scene non particolarmente pesanti. Su PC la situazione dovrebbe essere più stabile, ma se si considera il supporto continuo al gioco del team di sviluppo era lecito aspettarsi uno stato migliore al lancio su console. La stessa interfaccia, per quanto completamente gestibile, dimostra qualche limite da parte dei designer, risultando un po' convoluta per il completamento di certe operazioni (anche se questo è vero per la stragrande maggioranza dei GDR classici riportati su console).
Conclusioni
La Definitive Edition migliora sensibilmente i già impressionanti contenuti dell'opera di Owlcat Games, rendendo un ottimo GDR classico fin troppo sottovalutato ancor migliore. Peccato però che le prestazioni non siano stellari anche su Playstation 4 Pro, che praticamente nulla sia stato fatto in termini di accessibilità, e che la pulizia di questa edizione "definitiva" lasci ancora a desiderare, in un gioco che avrebbe meritato un rilancio molto più rifinito. Se riuscite a passare sopra ai bug, e siete appassionati del genere, ve lo consigliamo comunque senza remore: è un titolo enorme, ricchissimo e spesso brillante, che brilla particolarmente in questa versione.
PRO
- Straordinariamente longevo, ricco e complesso, specialmente in quest'edizione completa
- L'inserimento della modalità a turni migliora sensibilmente l'esperienza
- Tanti bug risolti e molteplici ritocchi...
CONTRO
- ...ma su console il titolo è ancora parecchio sporco, con fin troppi problemi tecnici
- Zero accessibilità per chi non parte da basi solide nel genere o nei pen & paper
- La campagna ha alti e bassi