Pine è un titolo dalle ottime premesse, ma riuscito a metà, come vedremo nel corso della recensione. Il giocatore veste i panni di Hue, un ragazzo che, in seguito a un evento traumatico raccontato nella parte introduttiva del gioco, dovrà allontanarsi dalla sua gente per esplorare l'isola di Albamare in cerca di un luogo dove rifondare il suo villaggio. Apparentemente il gameplay sembra quello di un normale gioco di ruolo d'azione open world con fortissimi richiami alla serie Zelda, in particolare a Breath of the Wild, ma anche agli ultimi Fable. In realtà è molto più sfaccettato e originale di quello che sembra, anche se le sue peculiarità non emergono subito.
Fazioni
Albamare è un luogo vivo, abitato da cinque fazioni in lotta tra loro per le risorse essenziali per la sopravvivenza. Ben presto Hue entrerà in contatto con esse e dovrà iniziare a comprendere i semplici meccanismi economici e sociali che le regolano, scegliendo da che parte stare (ci si può alleare con massimo due delle cinque fazioni) e sfruttando queste alleanze per ottenere sostanzialmente un'influenza tale da permettere alla sua gente di spostarsi senza alcun pericolo. Il tutto si traduce in un miscuglio apparentemente ben architettato tra azione in terza persona, raccolta di risorse, con relativo crafting, e gestione dei rapporti con le fazioni.
Il problema è che alcuni aspetti del gioco sono sin troppo semplificati, tanto da risultare un po' forzati in alcuni passaggi. Ad esempio i rapporti con le fazioni si curano soltanto in una manciata di modi: commerciando, donando risorse e facendo o non facendo determinate cose (andare in aree sacre, uccidere i raccoglitori di risorse e così via).
Come accennavamo, le fazioni di Albamare, che vengono posizionate sulla mappa in modo casuale all'inizio di ogni campagna, si comportano in modo dinamico, tanto da scontrarsi tra loro ed espandersi a seconda delle risorse che riescono a rinvenire. Qui il ruolo di Hue diventa fondamentale perché i suoi regali non valgono semplicemente per aumentare l'amicizia di una fazione nei suoi confronti, ma vengono utilizzati attivamente dalla stessa per incrementare il benessere dei suoi abitanti e rafforzare edifici ed equipaggiamento. In tutto questo il giocatore passa purtroppo molto tempo ad andare in giro per il mondo di gioco a raccogliere oggetti e a uccidere qualche nemico, svolgendo le non troppo interessanti missioni principali. Ogni tanto si ottiene qualche nuovo progetto per il crafting, oppure qualche nuovo pezzo di equipaggiamento, ma è tutto qui.
Insomma, per arrivare alla parte migliore del gioco, quella in cui le fazioni ci forniscono truppe per partire allo sterminio dei rivali, bisogna faticare parecchio e compiere una serie di azioni abbastanza ripetitive, rese tali anche dal lato narrativo, decisamente sottotono e caratterizzato da una scrittura complessivamente mediocre.
Il tutto non è proprio asfissiante come potrebbe sembrare, ma è più superficiale di quanto dovrebbe essere. Le ottime premesse iniziali vengono quindi un po' vanificate dalle dinamiche di gioco, che lasciano in bocca un forte retrogusto di incompiutezza.
Combattimento e grafica
Se in generale le meccaniche di Pine sono considerabili come riuscite, ma molto superficiali, a non funzionare proprio benissimo è il sistema di combattimento. Hue può portare attacchi deboli e forti con la sua arma, può spingere via gli avversari, può schivarne i colpi e può eseguire combo letali. Volendo dispone anche di armi a distanza, utilissime in alcune occasioni, che aggiungono un pizzico di varietà in più agli scontri. Peccato per i ritardi nell'esecuzione degli ordini che vengono impartiti e per la scivolosità dei colpi, che di frequente non fanno danno anche se andati nettamente a segno. C'è da dire anche che gli scontri sono tutti molto simili dall'inizio alla fine del gioco, probabilmente per la necessità degli sviluppatori di non complicarsi troppo la vita con le animazioni dei diversi clan (sempre di un titolo fatto da sette persone stiamo parlando).
Il risultato però non cambia: combattere è spesso un fastidio, tanto che si evita di farlo ogni volta che si può. Anche i puzzle hanno un problema simile: sulla carta servono per rendere il gameplay più vario, ma nella maggior parte dei casi sono banali e decisamente lontani dai fasti della già citata serie Zelda. Ci sono ingranaggi da attivare, piattaforme da raggiungere, interruttori da premere con l'arma da lancio e così via. Manca qualcosa che magari non sia, ma almeno sembri memorabile.
Dal punto di vista tecnico, invece, Pine è ben fatto, soprattutto a livello grafico dove comunque l'ispirazione alla serie... vediamo... quella con il personaggio spesso vestito di verde, ah sì, Zelda (non l'avevamo mai citata, vero?), è palese. C'è qualche incertezza nella fluidità generale, che per un titolo non certo pesantissimo può essere un problema, ma Albamare, i suoi biomi e le creature che la popolano sono complessivamente ben realizzati, per quanto non proprio ispiratissimi. Meno d'impatto i personaggi, tutti impacciati nel design e con poche varianti.
Insomma, a voler essere cattivi anche stilisticamente Pine ha lo stesso difetto degli altri elementi di gioco: è un compitino ben svolto, ma senza niente che vada oltre il dovuto. Ci troviamo quindi di fronte a un'esperienza rilassante con alcuni elementi originali, ma che non riesce a rimanere a lungo nella memoria e che regala più momenti morti del dovuto. Non è brutto, ma c'è decisamente di meglio in giro.
Conclusioni
Per tutta la sua durata, poco più di 20 ore, Pine sembra sempre pronto a spiccare il volo, senza però mai riuscirci. Non è un titolo orrendo, ma è uno di quelli pieni di buone idee concretizzate a metà. La parte esplorativa funziona, ma non diventa mai terribilmente interessante, i puzzle non diventano mai davvero interessanti e i rapporti con le fazioni sono fin troppo schematici. La sostanza è che tutto funziona come dovrebbe, ma senza riuscire a stupire mai. Non è brutto, ma è un'esperienza trascurabile.
PRO
- Il sistema diplomatico è interessante
- Si combatte, si raccolgono risorse, si creano oggetti, tutto funziona come dovrebbe
- La parte finale è la migliore
CONTRO
- Il sistema di combattimento è impreciso
- Funziona tutto, sì, ma in modo davvero superficiale
- Dal punto di vista narrativo lascia a desiderare