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Pokemon Ranger - Recensione

Pokemon, touch-screen, stilo e Nintendo: Pokemon Ranger si candida come il migliore spin-off dedicato a Pikachu e soci.

RECENSIONE di La Redazione   —   15/05/2007
Pokémon Ranger
Pokémon Ranger
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Giocare con Styler...

Neanche a dirlo, il Pokemon Ranger del titolo sarà il giocatore stesso: il lunghissimo tutorial ci introdurrà infatti alla vita nella regione di Fiore, dove un manipolo di allenatori di Pokemon specializzati, i Ranger appunto, hanno il compito di preservare la natura e aiutare abitanti e pokemon a vivere serenamente. Il principale utensile di un Ranger è lo Styler, con il quale è possibile manipolare i pokemon senza costringerli nelle tipiche Pokeball che sono sempre state il mezzo di controllo e cattura nei vari episodi della serie: ovviamente lo Styler è in realtà il nostro pennino, e il suo utilizzo è palesemente il fulcro del gioco. Di base, Pokemon Ranger ricorda gli episodi classici della serie, saremo infatti impegnati a girovagare per la regione di Fiore e le sue città, svolgendo le missioni affidateci dai nostri superiori, riempiendo contemporaneamente il nostro PokeDex: la differenza sta proprio nel meccanismo con il quale i pokemon verranno catturati e utilizzati. Il contatto tra lo sprite del nostro alter-ego e quello di un pokemon selvatico innescherà la sequenza di "combattimento", e sullo schermo ci troveremo ad affrontare il pokemon in questione, libero di muoversi e agire in tempo reale. Niente combattimenti a turni, quindi, il giocatore avrà la meglio sul pokemon tracciandogli intorno dei cerchi: più sarà potente il pokemon da catturare, più cerchi andranno tracciati per catturarlo.
Inutile dire che le cose si faranno sempre più complicate, in quanto se un pokemon infrange le linee che stiamo tracciando muovendosi o attaccandole, non solo dovremo ricominciare a tracciarle per catturarlo, ma perderemo contemporenamente energia dello Styler e quando questo sarà scarico dovremo fare i conti con un inevitabile Game Over. A metà tra un action-game e un RPG, Pokemon Ranger richiede non solo riflessi pronti e una certa abilità, ma anche un pizzico di strategia, che entra in gioco con le Tattiche Pokemon: non sono altro che le abilità speciali in possesso di ogni pokemon nel nostro gruppo, che potranno essere usate per facilitare la cattura di un pocket monster. Potremo ad esempio creare delle bolle d'acqua per imprigionarlo, scatenare scariche elettriche paralizzanti, farlo levitare, alzare barriere d'erba e altro ancora: la Tattica Pokemon va utilizzata con attenzione, perchè non solo necessita di una certa quantità di energia dedicata (accumulabile tracciando i cerchi) ma anche perchè una volta utilizzato il potere di un pokemon, quest'ultimo scapperà via abbandonando il nostro gruppo. Allo stesso modo, utilizzando fuori dal combattimento i poteri di un pokemon, per esempio per bruciare una siepe, spegnere un incendio o sollevare un macigno, perderemo il mostriciattolo in questione, e sarà necessario cercare una nuova creatura, spesso nei paraggi, che disponga dei poteri necessari a risolvere un certo puzzle o a semplificare una cattura. Pokemon Styler è tutto qui, un continuo ricambio di pokemon attuato attraverso le catture e l'utilizzo dei vari poteri, mentre si procede nell'avventura principale, di missione in missione, che come al solito ci vedrà opposti ai cattivi di turno, il Team Rock, e alle sue ambizioni criminali.

Pokemon Ranger - Recensione
Pokemon Ranger - Recensione
Pokemon Ranger - Recensione

Pokemon e DS: un passo avanti

A differenza della scarna qualità visiva del recente Pokemon Mistery Dungeon, che come già detto era stato pensato per Game Boy Advance, Pokemon Ranger presenta una realizzazione tecnica convincente benchè non certo spettacolare. Si apprezzano specialmente i nuovi sprite realizzati per quest'avventura, meno super-deformed che in passato, ricchi di animazioni e dettagli, sia nel caso dei vari personaggi umani che in quello dei pokemon: quest'ultimi, durante le fasi di combattimento, mostrano una notevole quantità di animazioni, che rende i combattimenti decisamente gradevoli, grazie anche ai vari effetti grafici utilizzati per riprodurre le varie abilità speciali dei pokemon, tra fiammate, lampi e amenità varie. La varietà delle ambientazioni e i colori sgargianti contribuiscono a rendere decisamente interessante, dal punto di vista visivo, questo spin-off, che tuttavia mantiene ancora quel feeling da Game Boy Advance, tutto bidimensionale, che certo non mostra il meglio del Nintendo DS, ma un passo avanti rispetto all'impostazione grafica e stilistica alla quale ci eravamo ormai abituati. Lo stesso vale per il reparto audio, un mix di marcette e jingle gradevoli quanto ripetitivi, come in ogni episodio di pokemon da dieci anni a questa parte: purtroppo lo stesso si può dire per i versi delle creaturine, che continuano a essere riprodotti sotto forma di brevi e sgradevoli sample. Da tanti anni la serie animata di Pokemon ci ha abituati alle voci strampalate dei pocket monsters, non sarebbe forse ora di introdurre le stesse anche nel videogioco?

Pokemon Ranger - Recensione
Pokemon Ranger - Recensione
Pokemon Ranger - Recensione

Pokemon Ranger è una geniale variante di un concept che comincia a sentire il peso degli anni, e si affida alla stessa idea: più è semplice, più è divertente. Il sistema di cattura con lo Styler è ingegnoso e ben realizzato, e fin dall'inizio si nota che c'è più di quanto sembri in quei cerchi tracciati intorno al pokemon. Resta comunque un'avventura per i più piccoli, e pertanto estremamente lineare e a tratti ripetitiva, benchè decisamente ben realizzata dal punto di vista quantomeno estetico, nonostante la realizzazione bidimensionale ricordi spesso che sul Nintendo DS si può fare di più. Peccato per la pacioccosa e abominevole traduzione italiana di luoghi e persone (è difficile non trovare ridicoli dei cattivi manga-style che si chiamano Pietro e Claudio, simpatizzare con Costantino e il Dottor Frenesio, nonchè girovagare per Invernopoli o Villestate... in un videogioco dove le creaturine hanno nomi come Kangaskhan o Cyndaquil) e la mancanza assoluta di qualsivoglia modalità per più giocatori.

    Pro:
  • Semplice e divertente
  • Discretamente longevo
  • Graficamente gradevole
    Contro:
  • Alla lunga ripetitivo
  • Audio mediocre
  • Mancanza di modalità mulitplayer

Una critica che ormai i videogiocatori fanno ripetutamente alla rinomata serie Pokemon è quella di stagnare un po' troppo nel concept originale: nonostante le varie modifiche, le aggiunte, i perfezionamenti apportati di capitolo in capitolo, dall'orginale coppia Rosso/Blu per Game Boy Classic all'ormai imminente duo Perla/Diamante per Nintendo DS, la serie ha sempre mantenuto un design piuttosto statico nel corso degli ultimi dieci anni, che la qualità generale della produzione non ha mai permesso di considerarlo una vera pecca. Le sperimentazioni sono sempre state affidate a team minori che hanno realizzato alcuni spin-off della serie madre, generando titoli davvero gustosi come Pokemon Pinball (Game Boy Advance) o Pokemon Snap (Nintendo 64). Ma non è sempre facile modificare un certo concept, mantenendosi contemporaneamente fedeli, senza stravolgerlo proponendo al contempo qualcosa di nuovo e originale, la cui diversità sia un elemento distintivo ma non alienante: l'ha dimostrato Pokemon Mistery Dungeon, recentemente, che ha tentato di cambiare la prospettiva del giocatore, facendolo passare dalla parte dei Pokemon anzichè metterlo nei panni del solito allenatore umano. Il risultato è riuscito a metà, forse anche perchè la versione per DS del gioco (Squadra Blu) non era altro che un porting del gioco originale programmato per Game Boy Advance (Squadra Rossa) senza troppe pretese tecniche, e che su DS senz'altro ha sfigurato di fronte a prodotti visivamente molto più complessi e soddisfacenti. Tocca così ad HAL Laboratory proporre il primo, vero e proprio titolo con i Pokemon pensato per Nintendo DS e, naturalmente, non poteva essere messo da parte il touch-screen.